F - Cerimonia del matrimonio

F 1 Luogo del matrimonio

Oggi solitamente si celebra il matrimonio in sinagoga. Questa cerimonia si chiama Huppah (baldacchino nuziale) ma anche Kiddushin (santificazione). Ma anche il domicilio privato puo' prestarsi per organizzare una cerimonia di matrimonio, perche' come la sinagoga e' chiamato Mikdash Meat.

C'e' attualmente una certa tendenza a tornare alla antica usanza di celebrare i matrimoni all'aperto (c.a. Even Haezer 61:1). Ma qualunque sia il luogo, la scelta deve essere guidata dal principio di Kedushah (santita').

F 2 Svolgimento della cerimonia

All'epoca talmudica il matrimonio prevedeva due cerimonie distinte: l'impegno e il matrimonio propriamente detto. Dal medio evo queste due cerimonie sono state riunite per formare la cerimonia composta da due Kiddushin. La cerimonia del matrimonio e' ispirata dal testo biblico che riferisce lo sposalizio tra isacco e rebecca, testo che insiste sull'assenso di quest'ultima (Genesi 24:57-58, 65).

Prima del matrimonio il rabbino riunira' tutte le persone interessate al matrimonio (sposi, genitori, testimoni) per organizzare la cerimonia e spiegarne il significato.presso alcune comunita' e' usanza che la sposa e a volte anche lo sposo facciano una Tevilah (bagno rituale) prima della cerimonia. Spesso gli sposi digiunano dall'alba fino al momento del matrimonio. In questo caso viene loro preparata una leggera colazione, che essi prenderanno da soli, appena prima della cerimonia, inaugurando cosi' la vita in comune. Questo momento e' chiamato Yihud (unione).

Abitualmente la sposa arriva velata sotto la Huppah. Questa Huppah simboleggia il focolare famigliare e la sua intimita'. Secondo il Talmud una donna e' considerata come sposata dal momento in cui ella penetra sotto la Huppah (b. Ketubot 48 a-b). L'uso di accompagnare gli sposi sotto la Huppah e' molto recente, mentre e' invece molto piu' antica quella di fare autenticare il matrimonio da testimoni.

La Huppah alzata, sotto di essa stanno gli sposi e i loro genitori. In alcuni casi non viene usata la Huppah e durante la cerimonia quattro persone tengono un Talit (manto di preghiera) sopra gli sposi. Il rabbino rivolge alcune parole agli sposi, dopo il primo Kiddush, vengono scambiati gli anelli. La Ketubah (atto di matrimonio religioso) viene letta e firmata dagli sposi e dai testimoni, e viene cantato il secondo Kiddush (le sette benedizioni del matrimonio). Le sette benedizioni sono estratte da B. Ketubot 7b-8a. Le benedizioni evocano questi argomenti: il vino, la creazione del mondo, la creazione

Dell'umanita', la capacita' data all'umanita' di riprodursi, la speranza messianica, la gioia degli sposi, l'amore, la pace e il suono gioioso della festa.

Alla fine della cerimonia lo sposo rompe un bicchiere. Questo gesto, in un momento di gioia intensa, ricorda che la nostra storia e' segnata anche dalla violenza e dalla tristezza, e lega cosi' la nuova coppia alla storia di Israele (cfr. Salmo 137:6). Per alcuni rappresenta la fragilita' dei legami umani che devono costantemente essere riaffermati e consolidati dal dialogo e dalla comprensione tra i due membri della coppia.

In alcune comunita' il rabbino invoca la benedizione divina dopo il suo indirizzo di saluto, in altre lo fa alla fine della cerimonia e si apre l'arca in questo stesso momento.

F 3 Gli anelli

Nelle comunita' liberali anche la donna presenta il suo anello allo sposo. Il marito presenta l'anello e dice: Con questo anello diventi la mia sposa secondo la legge di Mose' e di Isarele. Questo testo e' estratto da B. Kiddushin 5b-6a. Nelle nostre comunita' e' abitudine per la donna affermare che il suo sposo e' legato a lei come lei e' legata a lui. Per questo normalmente essa presenta un anello al marito. In alcune comunita' la sposa aggiunge: Io sono del mio sposo e il mio sposo e' mio (cantico dei cantici 6:3) oppure: Con questo anello tu diventi mio sposo. Gli anelli possono essere semplici o cesellati, scolpiti o no.

F 4 Ketubah

La Ketubah (contratto religioso di matrimonio) e' firmata dagli sposi e dai testimoni. Questi ultimi devono essere ebrei adulti e senza consanguineita' con gli sposi (c.a. Even Haezer 42:5). Nelle nostre sinagoghe una donna puo' essere testimone al pari di un uomo. La Ketubah attesta che il matrimonio ha avuto luogo tra due sposi ben identificati e riporta la data e il luogo della cerimonia.

L'atto in origine era scritto in aramaico, che all'epoca Talmudica era la lingua parlata dagli ebrei. La Ketubah era simile a un contratto notarile il cui testo, puramente giuridico, non conteneva alcuna benedizione o cenno di D-o. Precisava gli obblighi dello sposo dava i dettagli dei beni della sposa. Le versioni moderne della Ketubah sono scritte in ebraico e menzionano i doveri degli sposi tra loro, la loro responsabilita' comune nella organizzazione di un nuovo focolare e il carattere di quest'ultimo.

F 5 Kedushah e dignita'

La cerimonia, improntata alla gioia, deve esprimere la dignita' e l'importanza del momento. La musica puo' giocare un riolo importante, come la programmazione della cerimonia.

Tutto cio' che rischia di vanificare la solennita' del momento deve essere evitato.

F 6 Spese

Non e' opportuno lasciarsi andare a spese eccessive per i ricevimenti e le feste. Il matrimonio e' un momento importante della vita di ognuno, e' necessario tener conto di questo aspetto perche' la dignita' e la solennita' del momento siano preservati e non sviati da un fasto sconsiderato.

F 7 Tzedakah

Compiere un atto di Tzedakah in occasione del matrimonio dei propri figli o parenti e' considerata una Mitzvah.

F 8 Sposarsi in seno alla comunita'

Sposarsi all'interno della comunita' ebraica e' una Mitzvah. Lo scopo e' che la tradizione possa essere pertetuate nel migliore dei modi. Numerosi testi biblici proibiscono i matrimoni tra ebrei e idolatri (Esodo 34:16, Deuteronomio 7:3, Giosue' 23:12, Ezra 9:1-2 e 10:10-11, Nehemia 10:31).

Maimonide include questo divieto nei comandamenti negativi (basandosi su Deuteronomio 7:3) e il Talmud precisa che la proibizione di sposare la loro figlia e' un veto di origine biblica (B. Avodah Zarah 36b, Sanhedrin 81b)si afferma anche che i figli di un matrimonio misto hanno lo stato di mamzer (bastardi) (B. Yevamot 44a). Tutto cio' va va capito nel contesto in cui il mondo non ebraico era un mondo idolatra. Anche se questo non e' piu' il caso di oggi, in senso assoluto, il veto resta valido. Per questo ogni ebreo deve essere incoraggiato a fondare una famiglia ebraica in seno alla quale potranno essere trasmesse alle nuove generazioni le tradizioni, l'insegnamento e le usanze ebraiche.

Certamente in una societa' aperta i matrimoni tra ebrei e non ebrei sono frequenti. Anche se nelle nostre comunita' il matrimonio tra due persone di religione diversa non puo' essere celebrato, occorre dare importanza alla trasmissione della nostra tradizione e al dovere di creare un focolare Mikdash meat. Il rabbino puo' e deve essere consultato soprattutto in queste situazioni. Potra' allora comunicare la sua visione della continuita' ebraica e consigliare la coppia nella sua ricerca di identita', evocare con lei le questioni che si pongono e si poseranno nel futuro, in particolare quelle che riguardano l'identita' e l'educazione dei figli che verranno.

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