L - Periodi di lutto

L 1 Il lutto

Prendere il lutto per un morto e' una Mitzvah.

Essendo il dolore una emozione che ognuno sente a modo suo, nessuno puo' codificarlo. La Mishnah, pur stabilendo norme per il lutto, precisa che c'e' una differenza tra i riti formali di lutto e il dolore personale, perche' il dolore nasce soltanto nel cuore (M. Sanhedrin 6:6).

L 2 Periodi tradizionali di lutto

Maimonide fa derivare la Mitzvah del periodo di lutto dalle leggi che riguardano il Cohen toccato da un lutto (Levitico 21:2-3).

Da questo comandamento deriva l'obbligo di lutto che incombe a ogni ebreo riguardo ai sui prossimi: padre, madre, figlio, figlia, fratello e sorella; marito e moglie e' una estensione di ordine rabbinico (Sefer haMitzvot, comandamento positivo 37). Ma il rispetto del lutto era gia' considerato dai rabbini dell'epoca talmudica come un dovere.

La nostra tradizione prescrive diversi periodi di lutto che variano si di intensita' sia come obblighi.

I periodi di lutto sono i seguenti:

Avelut
Il nome del periodo di lutto.
Animut
Tra la morte e la sepoltura. Durante questo periodo la persona in lutto e' li- bera da ogni obbligo religioso e sociale, fatta eccezione per la preparazione del funerale e per l'osservanza del Shabbat. Il Talmud precisa che colui il cui parente ancora non e' stato seppellito e' esente dalla recitazione dello shema e da tutti i comandamenti di ordine biblico... A Shabbat puo' mangiare carne e bere vino... Ed e' nell'obbligo di applicare le Mitzvot della Torah (B. Berakhot 17b-18a).
Shiv'ah
I sette giorni di lutto a partire dalla sepoltura. Si consiglia alle persone in lutto di restare in casa in questo periodo (salvo lo Shabbat e i giorni di festa durante i quali tutti si uniscono per la preghiera comunitaria), di cessare ogni attivita' e di organizzare uffizi giornalieri al loro domicilio. I tre primi giorni di Shiv'ah sono considerati quelli di lutto piu' stretto e, nelle comunita' liberali, come il periodo minimo di lutto.
Sheloshim
Il periodo di 30 giorni a partire dalla sepoltura (che include il Shiv'ah). La persona in lutto torna gradualmente alla vita attiva, pur rispettando alcuni riti del lutto. Alcuni evitano ogni attivita' sociale, divertimenti o gioie durante questo periodo. Il termine dei Sheloshim segna la fine del lutto per i parenti prossimi, ad eccezione dei genitori, dei figli e dei congiunti.
Il primo anno
La persona in lutto recita il Taddish per un pernte prossimo per 11 mesi a iniziare dalla seporltura.

Il Talmud, per le norme del lutto, prende come riferimento un testo di Geremia (22:10): Non piangete colui che e' morto e non fate lamenti su di lui...non piangete: si tratta di non piangerlo con eccesso e non compiangetelosignifica che non bisogna lamentarsi nel lutto, come si deve interpretare cio'? Tre giorni per i pianti, sette giorni (Shiv'ah) per i lamenti, trenta giorni (Sheloshim) senza tagliarsi i capelli e senza portare stirati di fresco (ed evitare cosi' di preoccuparsi di questioni di vestiti). È a questo proposito che il santo, sia lui benedetto, dice:Non prestate attenzione verso la morte piu' di quanto non ne presti io (Moed Katan 27b).

L 3 Shabbat e feste

Il lutto (osservanza del shiv'ah) e' sospeso per rispettare lo Shabbat e le feste. La persona in lutto si rechera' alla sinagoga per partecipare agli uffizi e osservare le Mitzvot di questi giorni.

La tradizione precisa che una festa (cfr. E 2) sospende i periodi di Shiv'ah e di Sheloshim, e chiude il periodo preso in considerazione. Cosi' quando durante il periodo di shiv'ah si celebra una festa, questa conclude il periodo e fa entrare direttamente nel periodo successivo, cioe' quello dei Sheloshim. Allo stesso modo, se durante i Sheloshim viene celebrata un festa, questa chiude il periodo. Ciononostante se la sepoltura avviene nei giorni intermedi di pessah, la tradizione prescrive che l'osservaza di Shiv'ah deve iniziare il giorno dopo la festa (B. Moed katan 19a, c.a. Yore deah 399). In proposito consultare il rabbino.

L 4 Conforto

É una Mitzvah recarsi al domicilio di persone in lutto per confortarle e soprattutto per unirsi a loro per studiare e pregare.

La comunita' deve permettere la celebrazione degli uffizi al domicilio delle persone in lutto. Questa Mitzvah si chiama Nihum avelim (conforto di chi e' in lutto). Quando si rende loro visita si deve evitare ogni discorso frivolo o leggero. I giorni di Shiv'ah sono dedicati alla memoria del defunto ed e' una Mitzvah parlare del defunto e fare una Tzedakah in sua memoria. La tradizione descive D-o che da' l'esempio, venendo a confortare le persone in lutto. Cosi' D-o stesso, in tutta la sua gloria, venne a confortare Isacco alla Morte di abramo (B. Sotah 14a). Quanto ai riti di lutto le indicazioni ci vengono da testi biblici. Cosi' gli amici di Giobbe si sedettero per terra per 7 giorni e 7 notti, ma nessuno pronuncio' parola, perche' videro che il suo dolore era grande (2:13). Per questo il Talmud prescrive che in una casa in lutto il silenzio e' meritorio (B. Berakhot 6b).

Nei primi tre giorni si raccomanda di mantenersi silenziosi e di limitarsi a rispondere alle persone toccate dal lutto. A partire dal terzo giorno si inzia a rivolgere loro la parola, e alla fine di Shiv'ah, si inizia a tenere un linguaggio piu' abituale con le persone in lutto. Durante questo periodo ci si sforza di parlare delle persona defunta e dei ricordi che si hanno di lei, e non si pronunciano parole che potrebbero urtare la sensibilita' delle persone in lutto.

Durante gli uffizi di Shiv'ah, si include generalmente un d'var Torah (uno studio della Torah). Questo atto e' probabilmente legato all'opinione che l'anima del defunto e' aiutata cosi' a raggiungere il paradiso, perche' lo studio della Torah e' considerata come la Mitzvah piu' importante (Peah 1:1) e il Talmud insegna che tutti i peccati sonoperdonati quando una persona studia la Torah (b. Berakhot 5a). Lo stesso vale per la recita del Kaddish a proposito della quale una antica tradizione afferma che permette l'ascensione dell'anima del defunto (M. Eduyot 2:10).

Per l'ebraismo liberale lo studio della Torah e' una Mitzvah, ma non influisce sulla migrazione dell'anima del defunto. Lo stesso dicasi per la recita del Kaddish. Cio' non toglie che e' appropriato lo studio della Torah al momento della preghiera inn una casa in lutto.

L 5 Il primo pasto

É una Mitzvah per gli amici delle persone in lutto preparare il primo pasto al ritorno dal cimitero.

Questo pasto e' chiamato Seudat havraah (cfr. B. Moed katan 27a). Non deve essere un momento di gioia ma dare l'occasione ai congiunti di consolarsi a vicenda. Durante Shiv'ah e' d'uso che le persone in lutto non servano coloro che vengono a rendere visita.

L 6 la luce di Shiv'ah

Di ritorno dal cimitero si usa accendere una candela in ricordo del defunto. Per alcuni questa usanza trova fondamento nel versetto lo spirito umano e' la luce dell'eterno (Proverbi 20:27).

Quando la candela e' accesa, alcuni recitano Barukh atta adonai elohenu melekh haolam asher kideshanu bemitzvotav, vetzivanu lehadlik ner shel hazkarat neshamah (benedetto sia tu eterno, nostro D-o re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiunto di accendere il lume del ricordo). Altri dicono ner adonai nishmat adam. Barikh atta adonai haie olam nata betokhenu (lo spirito dell'essere umano e' una luce dell'eterno. Benedetto sia tu, eterno, che hai piantato in noi la vita eterna).

L 7 Kaddish

É una Mitzvah per le persone in lutto recitare il Kaddish in memoria del defunto durante l'uffizio quotidiano nel periodo di shiv'ah, in casa o in sinagoga.

Anche se l'uso della comunita' non richiede un minyan per la recitazione di alcune preghiere come il Kaddish, e' preferibile che 10 adulti siano presenti. Nelle nostre comunita' le donne contano nel minyan. Con il Kaddish, durante Shiv'ah o nel giorno di Jahrzeit /hazkarah, possono essere letti alcuni Salmi, come i Salmi 15, 16, 23, 49, 90 e 91.

Nell'ebraismo liberale la Mitzvah del Kaddish incombe sia alla donna che all'uomo (cfr. Siddur sefat haneshamah pagg. 268-269).

L 8 Kaddish dell'anno

É una Mitzvah recitare il Kaddish per i genitori durante l'anno che segue la sepoltura, e per altri membri della famiglia per un mese.

L 9 Yahrzeit/Hazkarah

Osservare il Yahrzeit/Hazkarah (anniversario del decesso) ogni anno con la recitazione del Kaddish durante un uffizio comunitario e' una Mitzvah. Il termine Yahrzeit vuole dire periodo annuale, cioe' anniversario. Questo termine lo si trova per la prima volta negli scritti del maharil, Rabbi Jacob Molln (xiv sec.). Il termine Hazkarah viene dal radicale Z.K.R. Che significa ricordare.

In epoca talmudica la data del lutto era segnata da un Taanit yahid (digiuno privato - b. Shevuot 20a). L'uso di accendere un lume in questa occasione e' stato istituito nel medio evo e alcuni lo attribuiscono all'influenza della pratica cristiana di accendere dei ceri. Nel xix sec. Questa pratica e' fissata e citata da Rabbi Salomon Ganzfried nel suo Kitzur shulhan arukh.

La vigilia del Yahrzeit/Hazkarah e' usanza accendere un lume che brucera' per 24 ore. La famiglia puo' sciegliere sia la data ebraica che quella civile, ma qualunque essa sia, deve essere fatta con l'assenso di tutti, perche' tutti possano osservare questa data lo stesso giorno, e se possibile insieme. Il Yaahrzeit/Hazkarah non e' una occasione per rinnovare il lutto, ma e' un giorno dedicato ogni anno al ricordo del defunto. La pratica del Yarzeit/Hazkarah dovrebbe accompagnarsi con il compimento di altre Mitzvot come lo studio o la Tzedakah in memoria della persona defunta. Yizkor e' il nome dato alla preghiera del ricordo durante le feste, in particolare a Yom Kippur. L'usanza dell'Hazkarat Neshamot (ricordo delle anime, dei defunti) e' antica. Nel rituale aschenazita le preghiere che vi sono legate sono state composte all’epoca delle crociate. Nel Siddur sefardita questa preghiera e' chiamata Hashkavah. Yizkor e' recitato a Yom Kippur e l'ultimo giorno dei Regalim (feste di pellegrinaggio).

L 10 Minhaghim (usanze)

Al periodo del Shiv'ah sono legate molte usanze, come coprire gli specchi, non radersi, non portare scarpe in cuoio, sedersi per terra o su sedie basse, non bere alcoolici, prendere i pasti discosti dal tavolo, non sedersi al solito posto in sinagoga... Il rispetto di queste usanze e' lasciato all'apprezzamento individuale. E’ usanza lavarsi le mani all'uscita dal cimitero (purificazione simbolica).

L 11 La pietra tombale

Segnare il sito di una tomba con la posa di una pietra e' una Mitzvah.

Posare una pietra tombale e' una pratica antica (Genesi 35:20 e 2 Samuele 18:18), ma come pratica e' stata fissata nel medio evo. In epoca talmudica la pratica non era questa poiche' Rabbi Simeon Ben Gamliel insegnava: Nessuno deve erigere un monumento per i giusti, il ricordo dei loro atti costituisce il loro memoriale (Genesi Rabbah 82:11). I principi di semplicita' che guidano la scelta della bara devono anche guidarci nella scelta della pietra tombale.. Questa pietra e' generalmente poste tra i sefarditi alla fine del mese di lutto, tra gli aschenaziti alla fine dell'undicesimo mese.

L 13 Preghiera sulla tomba

La famiglia si riunisce al cimitero per servizio dopo la posa della pietra tombale. Questo servizio puo' essere celebrato alla fine dei Sheloshim o dell'anno di lutto.

L 14 Visite al cimitero

É usanza visitare le tombe dei propri cari prima delle grandi feste. La visita non si fa ne' di Shabbat ne' nei giorni di festa

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