Lo Shabbat

Genesi 2:1-3

Erano compiuti i cieli e la terra e tutto cio' che essi contengono. D-o fini' il settimo giorno la sua opera e cesso' il settimo giorno tutto il lavoro che aveva fatto. E D-o benedisse il settimo giorno e lo santifico' perche' in questo giorno egli cesso' la sua opera per lasciarla in divenire.

Esodo 20:8-11

Ricordati dello Shabbat per santificarlo. Durante sei giorni lavorerai e compirai le tue opere; ma il settimo giorno e' la tregua consacrata all'eterno tuo D-o: non farai alcun lavoro, tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo servo o la tua serva, il tuo bestiame, lo straniero che e' tra le tue mura. Perche' in sei giorni l'eterno ha fatto i cieli e la terra, il mare e tutto cio' che vi si trova, e si e' riposato il settimo; per questo l'eterno ha benedetto il giorno di Shabbat e lo ha santificato.

Esodo 31:16-17

I figli di Israele osserveranno lo Shabbat di generazione in generazione, come patto eterno. Nel prosieguo delle eta' questo sara' un simbolo tra me e loro, attestante l'opera di creazione del cielo e della terra in sei giorni e il riposo il settimo giorno.

Deuteronomio 5:12-15

Conserva il giorno di Shabbat per santificarlo, come l'eterno tuo D-o ti ha prescritto. Sei giorni lavorerai e compirai tutte le tue opere; ma il settimo giorno e' la tregua dell'eterno tuo D-o: tu non compirai nessuna opera, tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo servo o la tua serva, il tuo bue, il tuo asino, ne' i tuoi altri animali, ne' lo straniero che si trova tra le tue mura, affinche' il tuo servo e la tua serva si riposino come te. E ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'egitto e che l'eterno tuo D-o ti ha fatto uscire con mano potente e braccio teso; per questo l'eterno tuo D-o di ha prescritto di osservare il giorno dello Shabbat.

Isaia 58:13-14

Se cessi di calpestare lo Shabbat, di occuparti dei tuoi affari nel giorno che mi e' consacrato; se chiami lo Shabbat delizia, votato alla santificazione dell'eterno, che glorifichi non seguendo le tue strade, non occupandoti dei tuoi affari e non pronunciando parole vane, allora tu ti delizierai nell'eterno e io ti faro' cavalcare sulle altitudini della terra e ti faro' godere dell'eredita' di giacobbe, tuo padre, perche' la bocca dell'eterno lo ha detto.

Lo Shabbat e' un contributo essenziale dell'ebraismo alla nostra civilta'. È uno stop alla competizione senza fine dei giorni lavorativi, alla produttivita' e al potere. Questo giorno senza lavoro ci permette di rivolgerci verso il vero significato della nostra esistenza e di considerare serenamente il concetto dell'umano creato a immagine di D-o. Di Shabbat ci prendiamo il tempo di contemplare la bellezza del creato, di riunirci in famiglia, tra amici, in seno alla comunita'.

Uno dei compiti di questo lavoro e' favorire la reistaurazione delle pratiche dello Shabbat, perche' l'autenticita' ebraica e il compimento delle Mitzvot sono strettamente legate alla pratica dello Shabbat. È celebrando questo giorno, iscrivendo nel tempo il profumo della sua santita', inserendo un momento di pausa in mezzo all'attivita' secolare

Che il popolo ebraico ha potuto sopravvivere e conservare la sua identita'. Come ha indicato Ahad Haam, non e' Israele che ha conservato lo Shabbat, ma lo Shabbat che ha preservato Israele (Hashiloah iii-6 1898).

I temi centrali della teologia ebraica, creazione, rovelazione e redenzione sono intimamente legato alla liturgia e alla pratica di questo giorno. Con le preghiere che recitiamo e gli atti che compiamo e che ci asteniamo dal compiere, conferiamo allo Shabbat il suo carattere unico, il suo significato, e ne facciamo una sorgente di gioia.

Le due versioni dei dieci comandamenti (Esodo 20:8-11 e Deuteronomio 5:12-15) forniscono le ragioni essenziali della pratica dello Shabbat. Nell'Esodo lo Shabbat e' legato alla creazione: perche' in sei giorni l'eterno ha fatto i cieli e la terra, il mare etutto cio' che vi si trova, e si e' riposato il settimo; per questo l'eterno ha benedetto il giorno di Shabbat e lo ha santificato (Esodo 20:11). E nel Deuteronomio lo Shabbat ricorda l'uscita dall'egitto: e ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese degitto e chel'eterno tuo D-o ti ha fatto uscire con mano potente e braccio teso; e' per questo chel'eterno tuo D-o ti ha prescritto di osservare il giono di Shabbat (Deuteronomio 5:15).

Lo Shabbat e' dunque un giorno in cui celebriamo l'emergere del mondo organizzato dal caos e l'emergere del popolo ebraico dai vincoli della servitu'. Lo Shabbat e' il tempo di D-o, creatore dell'universo e fondatore del popolo di Israele. Ogni Shabbat, quando pronunciamo il Kiddush, invochiamo il D-o unico che ha creato l'universo: tu ci ha datolo Shabbat in ricordo della creazione (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 96) e che ha benedetto il nostro popolo liberandolo: questo giorno e' il primo delle nostre santeconvocazioni, ricorda l'uscita dall'egitto (idem).

Ricordo della creazione, lo Shabbat ci invita a considerare le meraviglie dell'universo e a realizzare l'emergere continuo della vita dal suo seno. Come depositari temporanei di questo mondo, siamo invitati a mantenerlo e non a sfruttarlo ne' a distruggerlo. Dobbiamo dunque preservarlo senza considerarci come i proprietari.

Memoria della liberazione dalla schiavitu' d'egitto, lo Shabbat ci ricorda gli ideali di liberta' e di giustizia. Avendo fatto l'esperienza della schiavitu', dell'ingiustizia e dell'avvilimento, come quella della liberazione, della giustizia e della dignita' ritrovata, dobbiamo essere attenti ai bisogni degli altri. Lo Shabbat diventa cosi' un modello di cio' che potrebbe essere la vita e un invito ad associarci all'opera divina.

La differenza tra le due versioni dei dieci comandamenti ci fa cogliere meglio la profondita' di questa giornata e l'impatto che puo' avere sulla vita quotidiana. Esodo 20:8 comincia con la parola Zakhor (ricordati) che implica la conoscenza e nel Deuteronomio (5:12) il comandamento dello Shabbat e' introdotto da shamor (conserva) ed evoca l'azione. Zakhor e' dell'ordine della risposta pratica e attiva. Il primo prescrive il riposo come atto di santificazione, mentre il secondo invita a cessare il nostro intervento nel mondo.

Anche se oggi e' necessario elaborare una definizione piu' precisa del concetto di lavoro, il riposo, la cessazione del lavoro sono elementi essenziali nella pratica dello Shabbat. Essendo il lavoro un atto che inserisce il suo autore nel circuito della produzione e dell'economia, questo lavoro deve essere evitano nello Shabbat perche' crea un freno all'atmosfera di Kedushah (santita'), di Menuhah (riposo) e di Oneg (gioia) che deve regnare in questo giorno. Sottraendoci coscientemente alla realta' che ci obbliga a guadagnare il nostro pane quotidiano con il sudore della fronte (Genesi 3:19), lo Shabbat diventa una evocazione del Gan Eden, un tempo di pace e di tranquillita' durante il quale, con la preghiera, il canto, lo studio e la riflessione, e' possibile celebrare la santita' di questa giornata, esprimere totalmente la nostra spiritualita' e realizzare meglio la nostra dimensione umana. Ogni settimana siamo invitati a sospendere la nostra attivita' a prendere le distanze e a concentrare la nostra attenzione su cio' che costituisce l'essenza della nostra esistenza.

Attraverso la nostra pratica delle Mitzvot legate allo Shabbat, diamo un esempio di grande importanza. Durante questa giornata la famiglia e' invitata a riunirsi e a ritrovarsi per condividere le attivita' sabbatiche, per mettere in pratica al suo interno e nella societa' i fondamenti della vita ebraica: Talmud Torah (studio dell'insegnamento tradizionale), Avodah (pratiche religiose) e Ghemilot Hassadim (azioni caritatevoli).

Lo Shabbat ci rinvia agli esseri e non agli oggetti, agli ideali e non alle immagini. La sinfonia della creazione si impone sulla cacofonia della corsa al profitto e al potere.

Secondo la tradizione rabbinica, in occasione dello Shabbat noi riceviamo una Neshamah yeterah (anima supplementare) che ci permette di apprezzare nel suo piu' giusto valore il calore dell'amicizia e dello spirito di famiglia (B. Betsah 16a e Taanit 27b). Possiamo cosi' realizzare la gioia di sentirci parte integrante della comunita' di Israele che tende verso un ideale di perfezione.

Lo Shabbat e' una giornata che ci dirige verso il futuro, una giornata di speranza nell'attesa della realizzazione dei tempi messianici che saranno Yom Shekulo Shabbat (tempo dello Shabbat eterno - M. Tamid 7:4, B. Rosh Hashanah 31a).

M 1 Osservare lo Shabbat

Per ogni ebreo, celibe o sposato, giovane o anziano, osservare lo Shabbat e' una Mitzvah.

Il particolare statuto dello Shabbat e' confermato dalla menzione di questo giorno nei dieci comandamenti (Esodo 20:8 e Deuteronomio 5:12), mentre altri momenti sacri dell'anno ebraico non lo sono. Il tempo di Shabbat e' l'unico a non dipendere da alcun elemento di riferimenti esterno ma a essere introdotto dell'ebreo stesso che conta i giorni e domina cosi' il tempo.

La pratica dello Shabbat afferma che il popolo ebraico e' il popolo dell'alleanza, come e' detto: i figli di Israele osserveranno lo Shabbat di generazione in generazione, in pattoeterno. Nel prosieguo delle eta' questo sara' il simbolo tra me e loro, ad attestare l'opera della creazione del cielo e della terra in sei giorni e il riposo del settimo giorno (Esodo 31:16-17).

Questa pratica prevede delle Mitzvot positive e negative.

M 2 Kedushah/Santificazione

Consacrare lo Shabbat rendendolo particolare rispetto agli altri giorni della settimana e' una Mitzvah.

La Torah descrive lo Shabbat come il punto culminante della creazione, benedetto e santificato da D-o stesso. È detto in Genesi 2:2-3: D-o termino' il settimo giorno la suaopera e cesso il settimo giorno tutto il lavoro che aveva fatto. E D-o benedi' il settimo giorno e lo santifico', perche' in questo giorno cesso' la sua opera per lasciarla aldivenire. Il senso originale di Kaddosh (santo) e' : separato, specifico. Per questo quando facciamo dello Shabbat un giorno diverso, specifico, gli accordiamo la sua qualita' di Kaddosh. Ogni ebreo dovrebbe accordare a questo giorno un carattere particolare e astenersi da tutto cio' che potrebbe togliere questo aspetto distintivo, mettendo invece in risalto cio' che lo consacra come giorno particolare. Coloro che danno allo Shabbat il suo carattere specifico sono trasformati da questo lampo di santita' che ricevono di ritorno.

M 3 Menuhah/Riposo

Riposarsi di Shabbat e' una Mitzvah.

La menuhah non e' ottenuta solamente con l'astensione dal lavoro (cfr m5). Si tratta anche di creare una atmosfera e un ambiente placido per lo spirito e l' anima. Lo Shabbat durante il quale giriamo le spalle alle preoccupazioni della settimana deve essere vistto in modo diverso dagli altri giorni. Secondo la tradizione rabbinica, alla fine del sesto giorno il mondo era incompleto, e cosa gli mancava? Gli mancava lamenuhah.Arrivo' lo Shabbat e con lui il riposo, e il mondo fu completo (B. Meghillah 6a, rashi su Genesi 2:2). Il midrash aggiunge che la tranquillita', lo star bene, la paceeil silenzio furono creati con lo Shabbat (Genesi Rabbah 10:9). Il riposo e' dunque un concetto positivo, conseguenza di un atto di creazione particolare.

Le conversazioni devono essere preferibilmente dedicate al significato della nostra esistenza, al risveglio della coscienza della bellezza della creazione divina. Il Talmud enuncia che lo Shabbat, le tue conversazioni non devono essere le stesse che durante lasettimana (Shabbat 113b) e rashi nel suo commento precisa che i propblemi economici devono essere assenti, perche' questi argomenti possono togliere allo Shabbat il suo carattere particolare.

Ogni Shabbat abbiamo quindi la possibilita' di fare l'esperienza di questa menuhah che vivifica corpo e anima. Si puo' sciegliere di rallentare il passo per sentire la calma di questo giorno, come e' detto: di Shabbat il tuo cammino non deve essere identico aquello della della settimana (idem). Dobbiamo prendere il tempo di vivere questo giorno fuori dalla pressione della settimana.

Se la settimana e' caratterizzata dalla lotta, dalla corsa al rendimento, l'assenza di questi fattori durante lo Shabbat puo' permetterci di conoscere la serenita' e la rigenerazione di anima e corpo. Tale e' la qualita' essenziale della menuhah che ha permesso alla nostra tradizione di qualificare lo Shabbat come assaggio dell'era messianica (Genesi Rabbah 17:5, 44:17 e B. Berakhot 57b), un mondo che non e' piu' quello degli obblighi ma quello della libera scelta, non quello della costrizione ma quello della pacificazione. Possiamo allora percepire quello che potra' essere l'era messianica.

M 4 Oneg/Gioia

Praticare lo Shabbat nella gioia e' una Mitzvah, come precisa Isaia: farete dello Shabbat una delizia (58:13).

Oneg significa anche celebrazione, distensione, contemplazione delle meraviglie della creazione, momenti consacrati al pasto e alla convivialiota', alla visita alle persone anziane o malate, alla lettura e al condividere le conoscenze...

La tradizione raccomanda i rapporti sessuali tra i coniugi soprattutto di Shabbat. Il Talmud (Ketubot 62b) ritiene che il venerdi sera sia il momento piu' appropriato per il Talmid Hakhan (il saggio che studia) di avere questo rapporto con la sua sposa. Rashi nel suo commento spiega che precisione deriva dal fatto che lo Shabbat e' un giorno di riposo e di piacere, sia fisico che spirituale. Iggeret Hakodesh, testo di ispirazione cabbalistica del xiii secolo, considera che i rapporti sessuali sono particolarmente appropriati nello Shabbat, perche' accentuano la natura spirituale di questo giorno. Il Shulhan Arukh aggiunge: i rapporti sessuali fanno parte delle gioie dello Shabbat (Orah Hayim 280:1).

Questo enunciato non e' in grado di descrivere l'Oneg dello Shabbat. Si tratta di creare una atmosfera che metta in evidenza il carattere festivo di questo giorno dedicato a rigenerare anima e corpo e a farci conoscere la serenita'.

M 5 Non lavorare

Non lavorare di Shabbat e' una Mitzvah.

La Mishnah elenca le 39 attivita' definite come lavoro e quindi proibite nello Shabbat (Shabbat 7:2)*. Questa lista riflette le attivita' legate all'economia di quell'epoca e il Talmud, i codici e la letteratura dei responsa hanno ampiamente commentato questa Mishnah. Se oggi l'ebraismo ortodosso continua a definire il lavoro secondo quei criteri, l'ebraismo liberale adotta criteri di definizione diversi. Per questo alcune attivita' che costituiscono lavoro per la tendenza ortodossa, non sono considerate tali dalla tendenza liberale. In entrambe le tendenze il lavoro e' proibito di Shabbat, ma non concordando le definizioni di lavoro, la pratica che ne deriva e' diversa.

Dato che una delle ragion d'essere dello Shabbat e' di permetterci di staccarci dagli obblighi della settimana e in particolare da quelli di ordine economico, ci si asterra' da

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* Questa la lista dei 39 tipi di lavoro : seminare, arare, mietere, fare i covoni, trebbiare, togliere la pula, setacciare, nacinare, vagliare, impastare, cuocere, tosare la lana, lavarla, cardarla, tingerla, filarla, ordire, dare due punti, tessere due fili, scucire due fili, fare un nodo, disfare un nodo, cucire due punti, strappare con l’intenzione di ricucire due punti, cacciare il cervo, sgozzarlo, pelarlo, salarlo, lavorare la sua pelle, spelarla, tagliarlo, scrivere lettere, cancellare con l’intenzione di scivere, costruire, demolire,spegnere,accendere, forgiare con un martello, portare da un posto all’altro, ogni lavoro che entra nel quadro della remuinerazione o che ci inserisce nel ciclo economico.

In attesa del consenso su questo argomento, constatiamo che alcune persone non possono liberarsi da questioni economiche. Per dare allo Shabbat il suo spazio, queste persone devono dunque consacrare ogni momento che possono alla Kedushah, alla Menuhah e all'Oneg legati allo Shabbat.

Deve essere rinviata a piu' tardi ogni azione o transazione che possa essere procrastinata.

M 6 Astenersi da certe attivita'

Astenersi da attivita' che appaiono come violazioni dello spirito dello Shabbat e' una Mitzvah.

Durante lo Shabbat e in particolare durante le ore dell'uffizio ci si sforzera' di seguire le linee direttrici seguenti:

  • Astenersi dal lavoro sia nel quadro di una professione remunerata che in altri campi
  • Astenersi dall'organizzare avvenimenti pubblici, per adulti o per bambini
  • Astenersi dal partecipare a tali avvenimenti
  • Astenersi da ogni lavoro nei locali comunitari (e non fumare in essi).
  • Astenersi dalla pratica di uno sport professionistico (cfr. M 7).

Durante lo Shabbat ci si asterra' dunque di ogni attivita' che non metta in risalto il carattere particolare dello Shabbat nel campo di Kedushah, di Menuhah e di Oneg.

M 7 Astenersi da celebrare o prevedere determinati avvenimenti

Non si celebrano matrimoni prima della fine dello Shabbat. Non verranno fissati matrimoni la cui preparazione comporta atti in contraddizione con lo spirito dello Shabbat.

Nello Shabbat non si fanno funerali e non si va al cimitero. Invece in questo giorno si usa far visita alle persone in lutto per portare conforto e amicizia.

Verra' bandita ogni occupazione che impedisca di vivere appieno lo Shabbat per quello che comporta Kedushah, Menuhah e Oneg.

Durante lo Shabbat e' permessa la pratica dello sport purche' fuori dal campo professionale (Ca Orah Hayim 301:2 e 326:7).

Il Talmud (B. Betsah 9ab) parla di alcune azioni che, senza essere violazioni dello Shabbat e dei giorni di festa, sembrano essere in contrasto con la santita' di questi giorni. Questo e' definito Mar'it Ayin (apparenza a prima vista). Questo concetto deve spronarci a rispettare lo Shabbat anche attraverso le nostre attitudini, perche' queste non possano apparire come una dissacrazione di questo giorno.

M 8 Non fare acquisti

Non fare acquisti di Shabbat e' una Mitzvah. Gli acquisti verranno pianificati in modo da non doverli fare in questo giorno.

M 9 Praparare lo Shabbat

Preparare lo Shabbat e' una Mitzvah. Secondo i rabbini questa Mitzvah e' introdotta dal comandamento ricordati del giorno di Shabbat (Esodo 20:8).

La preparazione dello Shabbat inizia ben prima di questo giorno, per il quale si acquistano cibi di scelta particolare. Nella mehilta (Bakhodesh 7) e' detto: Eleazar benhanania ben hezkiyah ben garon ha detto: ricordati del giorno di Shabbat persantificarlo.Cio' vuol dire fin dal primo giorno della settimana sforzati di essere attento e se vedi qualcosa che possa abbellire lo Shabbat acquisiscilo. Il Talmud ricorda la pratica di Shammai e di Hillel che qualunque giorno della settimana scieglievano i migliori cibi e li mettevano da parte per il pasto dello Shabbat. Se trovavano qualcosa di ancor meglio, lo acquistavano e ponevano i cibi scelti in precedenza come seconda scelta (B. Betsah 16a). Cosi' ogni giorno pensavano allo Shabbat. Oggi noi possiamo pensare alla preparazione dello Shabbat e per esempio quando un nuovo frutto arriva sul mercato possiamo comperarlo e gustarlo di Shabbat per aumentare il piacere legato a questo giorno.

Il Talmud afferma: lo Shabbat i nostri abiti non devono essere quelli della settimana (Shabbat 113b). Vestirsi bene per Shabbat aggiunge un carattere festivo della giornata e distingue questo giorno dagli altri. Per questo quando si acquistano nuovi abiti, la prima volta saranno indossati di Shabbat.

La tradizione paragona l'arrivo dello Shabbat a quello di un invitato importante. Lo Shabbat e' paragonato a una fidanzata o a una sposa (ibid. 119a). Si prepara l'arrivo dello Shabbat come si prepara quello di un invitato di rango. Per questo la preparazione dello Shabbat comprende la pulizia della casa per renderla ancor piu' accogliente, la preparazione di un pasto di festa, la disposizione e la decorazione del tavolo e la scelta di un vestito adatto a questo giorno.

Dato che questo e' anche un giorno di riposo, e' augurabile concedersi un momento di transizione tra il lavoro settimanale e l'inizio dello Shabbat. Cosi' si puo' iniziare a creare quella atmosfera particolare della giornata, una atmosfera di gioia, di serenita' e di santificazione. Tutti i membri della famiglia sono invitati a partecipare a questa preparazione. Il Talmud descrive i saggi che partecipano alla preparazione dello Shabbat: gli uni tagliavano la legna, gli altri cucinavano (ibid.). Il Shulkhan Arukh (Orah Hayim 250:1) insiste sulla necessita' per ognuno di preparare lo Shabbat, anche per coloro che hanno dei dipendenti.

M 10 Non compiere di Shabbat dei lavori domestici

Non fare lavori domestici di Shabbat e' una Mitzvah. Il pasto dello Shabbat sara' preparato la vigilia, per non dover cucinare in questo giorno, ma non si possono scaldare i piatti e i cibi. E ci si asterra' dal compiere i lavori domestici durante questo giorno.

L'astensione da ogni lavoro si applica dal calar del sole di venerdi sera fino all'apparizione di tre stelle il sabato sera, ed e' esteso a tutte le persone della famiglia e a tutti i dipendenti.

M 11 Hakhnassat Orehim/ospitalita'

Invitare amici, persone sole o di passaggio per la celebrazione dello Shabbat e' una Mitzvah. Questa Mitzvah e' chiamata Hakhnassat Orehim.

Il Talmud (B. Shabbat 127a), prendendo come fonte la Mishnah (Peah 1:1), include Hakhnassat orehim tra le Mitzvot per le quali la ricompensa arriva in questo mondo e in quello a venire. Nessuna ha bisogno di credere nella vita fisica dopo la morte per capire che tali atti portano una ricompensa che supera l'atto stesso e perdura nel tempo. Nello stesso passaggio del Talmud, rabbi giuda va ancora oltre e afferma che il fatto di accogliere degli invitati al proprio tavolo e' un atto ancor piu' meritorio che invitare D-o al proprio tavolo. Oggi, considerando il numerto di famiglie poco numerose e di persone sole, questa Mitzvah ha ancora piu' senso. La cena sara' anche un momento propizio per la riunione di tutta la famiglia.

M 12 Tzedakah

Compiere un atto di Tzedakah e' una Mitzvah.

La Mitzvah di Tzedakah e' prevista nella Torah: aprirai la mano per il tuo fratellopovero e per colui che ha bisogno del tuo aiuto (Deuteronomio 15:11. Maimonide (Sefer Hamitzvot, Mitzvah Asse 195) ricorda che questo passo ci invita ad aiutare il povero in funzione dei suoi bisogni.

La pratica di una tale Mitzvah entra nella preparazione dei giorni di festa e dello Shabbat, perche' ogni momento consacrato e' occasione per la pratica della Tzedakah.secondo l'esempio dei saggi, le ore che precedono l'ingresso dello Shabbat sono adatte in modo particolare al compimento di questa Mitzvah. Cosi' ogni venerdi pomeriggio R. Hanina dava 4 Zuzim per i poveri (B. Ketubot 64a). Si puo' avere un bossolo destinato alla Tzedakah, e prima dello Shabbat, invitare i bambini a riporvi qualche moneta. Venendo in sinagoga si puo' portare del cibo che sara' poi donata a chi e' in stato di bisogno.

M 13 Accendere le candele dello Shabbat

Accendere le candele dello Shabbat e' una Mitzvah.

All'epoca delle Mishnah l'accensione dei lumi dello Shabbat era una pratica fissata (M. Shabbat 2:6-7 e B. Shabbat 25b). Il Midrash lega l'accensione dei lumi dello Shabbat con l'idea dell'Oneg: farete dello Shabbat una delizia, si tratta dell'accensione del lumedello Shabbat (Tanhuma, Noah 1).

Tradizionalmente questo atto e' compito delle donne, ma anche gli uomini possono farlo. Maimonide a questo proposito precisa che gli uomini sono ugualmenteresposnabili del compimento di questo comandamento (Yad, Hilkhot Shabbat 5:2). Per questo se soltanto un uomo puo' o sa accendere i lumi dello Shabbat e' a lui che incombe questo dovere. I lumi sono accesi preferibilmente nella stanza dove si terra' il pasto. Non devono servire da decorazione perche' non e' a questo scopo che sono stati accesi.

Abitualmente si recita una benedizione prima di compiere il gesto ad essa legato. Per i lumi dello Shabbat invece prima si accendono poi si dice la benedizione, poiche' con tale benedizione si entra formalmente nello Shabbat (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 203).

É d'uso accendere almeno due candele o lumi (c.a. Orah hayim 263:1), ognuno corrispondente ai termini di riferimento dello Shabbat, zakhor (ricordati) e Shamor (pratica) contenuti nelle due versioni del decalogo (Esodo 20:8, Deuteronomio 5:12). In alcune famiglie si usa accendere una candela per ogni membro della famiglia, altri ne accendono sette o dieci.

L'entrata dello Shabbat e' fissata 18 minuti prima del tramonto del sole. Ma l'accensione dei lumi dello Shabbat anche piu' tardi (quando non si puo' per ragioni pratiche farlo 18 minuti prima del tramonto) segna simbolicamente l'entrata dello Shabbat. In questo caso si procedsera' all'accensione nel piu' breve lasso di tempo. Si augura allora Shabbat Shalom (Shabbat di pace).

Assistere all'accensione dei lumi dello Shabbat in sinagoga non dispensa dal compiere questa Mitzvah anche a casa. L'uso di accendere i lumi dello Shabbat in sinagoga durante l'uffizio e' stato introdotto tardivamente, all'epoca in cui i viaggiatori dormivano negli annessi della sinagoga.

M 14 Benedire i bambini e tutti i commensali

Benedire i bambini e tutti i commensali e' una Mitzvah (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 203).

M 15 Recitare il Kiddush

Recitare o cantare il Kiddush e' una Mitzvah.

Secondo la mehilta (Bakhodesh 7), la Mitzvah del Kiddush deriva dall'Esodo 20:8: santificare lo Shabbat e' benedirlo. Per questo i rabbini hanno istituto il Kiddush, lasantificazione sul vino (vedere anche B. Pesahim 106a). Il Kiddush comprende due benedizioni, la prima sul vino, fonte di gioia, la seconda proclama la santita' dello Shabbat. Ringraziamo D-o di averci dato questo giorno per la santificazione e il riposo in ricordo della creazione del mondo e della liberazione dalla schiavitu'. Il Kiddush puo' essere recitato anche su un altro alcoolico e anche sul pane. In questo caso cambia solo la prima benedizione.

Alcuni preparano un bicchiere per ogni commensale, altri fanno passare la coppa a ogni persona presente. Alcune famiglie recitano il Kiddush in piedi, altre sedute. Ogni adulto puo' recitarlo. È usanza farlo precedere dai primi versetti del secondo capitolo della Genesi. Questi versetti non vengono letti in sinagoga, perche' lo sono gia' stati nella Amidah del venerdi sera (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 204).

Assistere al Kiddush in sinagoga non dispensa dal compimento di questa Mitzvah a casa.

M 16 Motzi

Recitare il Motzi prima del pasto e' una Mitzvah (M. Berakhot 6:1). Questa benedizione si dice con le khallot (pani dello Shabbat) che sono due pani intrecciati. Questi pani vengono anche chiamati Lehem Mishne (pane doppio) e ricordano la doppia porzione di manna che gli ebrei ricevevano il venerdi nel deserto (Esodo 16:22). Quando si recita il Kiddush, le Khallot sono coperte. Le si scopre prima di recitare il Motzi (cfr. Siddursefat Haneshamah pag. 205), poi il pane viene salato e se ne distribuisce un pezzetto a ogni commensale. Una delle spiegazioni dei testi rabbinici paragona il tavolo familiare con l'altare del tempio di Gerusalemme. Come il sale veniva sparso sui pani di offerta al tempio di Gerusalemme (Levitico 2:13), cosi' del sale e' sparso sul pane dello Shabbat.

Nessuno deve parlare tra il momento in cui viene pronunciata la benedizione e il momento in cui riceve il pezzo di pane.

M 17 La tavola dello Shabbat

Perche' sia un momento di convivialita' e di piacere, il pasto e' allietato da Zemirot (Canti - cfr. Siddur sefat haneshamah pagg. 206-208).

Interpretando Isaia 58:13: farete dello Shabbat una sorgente di vita, il Talmud chiede come esprimere la nostra gioia e offre diversi mezzi per farlo, ed esempio preparando dei piatti di qualita'... Numerosi testi affermano che gli alimenti hanno un gusto particolare quando sono preparati per lo Shabbat (Genesi Rabba 11:4, b. Shabbat 119a).

Durante il pasto, secondo il Talmud, la conversazione deve essere diversa da quella della settimana (B. Shabbat 113b). Puo' avere come argomento questioni di attualita' prendendo come riferimento le idee fondamentali della tradizione.

Si potra' parlare della Sidra (lettura della Torah settimanale). Si evitino conversazioni su questioni materiali.

M 18 Birkhat hamatzon dopo il pasto

Recitare il birkhat hamatzon dopo il pasto e' una Mitzvah (cfr. H7 e Siddur sefathaneshamah pagg. 210-220).

M 19 Partecipare agli uffizi in sinagoga

Partecipare agli uffizi in sinagoga e' una Mitzvah.

Se e' una Mitzvah la preghiera privata, anche la preghiera comunitaria e' di grande importanza. Il Talmud dice: Rabin Ben Rabbi Adda dice in nome di Rabbi Isaac: Il santo, sia egli benedetto, si trova nella sinagoga perche' e' detto :D-o si tiene in seno alla comunita' di D-o (Salmo 82:1). E sappiamo che quando 10 uomini pregano insieme, D-o e' in mezzo a loro, perche' e' detto D-o si tiene in mezzo alla comunita' di D-o (idem) (B. Berakhot 6a). Ognuno, in quanto membro del popolo di Israele, e' responsabile verso la comunita' e deve dunque fare il possibile per partecipare alla preghiera comunitaria. Questa e' essenziale per confermare la nostra relazione con gli altri, la nostra responsabilita' verso di loro e assicurare la continuita' della comunita'. Se non e' possibile unirsi alla preghiera comunitaria, ad esempio in caso di malattia, si recitano le preghiere in casa.

M 20 Il pasto di mezzogiorno

Il pasto del mezzogiorno del sabato e' una nuova occasione per sottolineare la specialita' dello Shabbat. Si recita il Kiddush del sabato mattina. Il Kiddush lungo viene recitato solo la sera (B. Pesahim 106b). Lo Shabbat mattina si recita il Veshamru (Esodo 31:16-17) poi la benedizione sul vino (Orah Hayim 289:1, cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 208) insieme al Motzi e al Birkhat hamzon (cfr. M15 e M 17).

M 21 Lo studio della Torah

Studiare la Torah tutti i giorni e a maggior ragione lo Shabbat e' una Mitzvah.

La lettura della Sidra in sinagoga invita allo studio, alla riflessione e alla discussione.

Dato che la lettura pubblica della Torah di Shabbat non e' una prescrizione biblica, il Talmud spiega la sua introduzione in questo modo: e detto e camminarono tre giorninel deserto senza trovare acqua (Esodo 15:22). Ora l'acqua rappresenta la Torah (cfr Isaia 55:1). Il testo dell'Esodo vuole dunque dire che quando camminarono tre giorni senza Torah si sentirono fragili. Per questo i profeti istituirono le letture della Torah ilgiorno dello Shabbat, poi il lunedi e il giovedi, affinche' il popolo di Israele non restassemai tre giorni senza ascoltare le parole della Torah (B. Baba Kama 82a).

É usanza riunirsi, il sabato pomeriggio, in famiglia o con gli amici per dedicarsi allo studio della Sidra o di un testo della tradizione, antica o moderna, arricchendo cosi' lo Shabbat di questo scambio e permettendo ai partecipanti di ampliare le proprie conoscenze ebraiche.

M 22 Visita agli ammalati

Far visita agli ammalati o alle persone che non possono muoversi e' una Mitzvah.

Coloro che non possono muoversi non devono essere tenuti in disparte e essere privati della gioia dello Shabbat. Per questo si rende loro visita per portar loro un po' di gioia dello Shabbat.

M 23 Shabbat, matrimonio e preparativi di nozze

Di Shabbat non si celebrano matrimoni ne' si prevedono simili cerimonie, affinche' la loro preparazione non turbi lo Shabbat e la sua atmosfera di quiete.

Il Talmud proibisce la celebrazione del matrimonio in un giorno di festa, perche' non si mescolano due gioie di natura diversa (b. Moed katan 9a). Il Shulkhan Arukh precisa che i matrimoni non devono essere celebrati ne' di Shabbat ne' nei giorni di festa (Orah Hayim 339:4 e Even Haezer 64:3). Questo divieto e' basato su un testo di b. Betsah 36b e sulla Mishnah corrispondente (5:2). Questi divieti, che non sono di origine biblica, sono stati emessi dai rabbini per proteggere la santita' dello Shabbat e delle feste.

M 24 Lutto durante Shabbat

Lo Shabbat interrompe i riti di lutto. Si va alla sinagoga e si osservano le Mitzvot legate a questo giorno. Benche' lo Shabbat faccia parte dei giorni di shiv'ah (sette giorni di lutto), alcune abitudini legate al lutto vengono sospese durante lo Shabbat e le Mitzvot dello Shabbat devono essere osservate (b. Moed katan 19a e semahot 7:1).

Di Shabbat non si procede a una sepoltura perche' nessun lavoro puo' essere compiuto e dato che l'atmosfera al momento di un funerale non puo' essere in armonia con quella che domina lo Shabbat. Per lo stesso motivo non si va al cimitero.

M 25 Dare un carattere particolare a tutta la giornata di Shabbat

Durante questo giorno, dall'accensione dei lumi dello Shabbat fino alla Havdalah, si dara' alla giornata un carattere particolare. Verranno scelte attivita' che si accordino con lo spirito dello Shabbat, si partecipera' alle attivita' comunitarie e a ogni attivita' che conferisca una qualita' di Kedushah, di Menuhah e di Oneg.

M 25 Havdalah

Recitare la Havdalah (preghiera di separazione) il sabato sera quando tre stelle sono apparse in cielo e' una Mitzvah.

La Havdalah era una pratica gia' statuita in epoca mishnaica (B. Berakhot 8:5 e Tossefta Berakhot 6:7). La principale benedizione, quella della separazione, e' menzionata nel Talmud (B. Pessahim 103b). Maimonide fa derivare la Mitzvah della Havdalah da Esodo 20:8: ricordati del giorno di Shabbat e santificalo. È dunque necessariosegnare l'ingresso dello Shabbat recitando il Kiddush e di indicarne la fine con laHavdalah (Yad Hilkhot Shabbat 29:1). Shabbat termina quando tre stelle appaiono nel cielo notturno. Alcuni preferiscono spingere il momento di recitare la Havdalah il piu' tardi possibile.

Verra' utilizzata una coppa di vino, una scatola di spezie e una candela preferibilmente a treccia, perche' la benedizione fa allusione alle Meore (luci) e questo termine e' al plurale (B. Pessahim 103a). Vengono pronunciate le benedizioni d'uso (cfr. Siddur sefathaneshamah pag. 178). Il piu' giovane tiene abitualmente la candela.

É usanza che i genitori benedicano i figli e le persone presenti. Ci si augura Shavua Tov (buona settimana).

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