I Yamim Noraim

Rosh Hashanah

Introduzione

(Nota generale valida per tutta la sezione di Rosh Hashana': Piuttosto che giorno del suono, che ricorda una promozione in un negozio hi-fi, io metterei giorno del fragore o giorno dello strepito, che sono i termini usati in alcuni libri di Machazor che posseggo; comunque e’ un’osservazione secondaria...

Invece di Shoffar io scriverei Shofar: mi sembra che in ebraico non ci sia la doppia f. Preferirei inoltre dire lo Shofar piuttosto che il Shoffar)

Levitico 23,24

Al settimo mese, il primo giorno del mese, ci sara' un riposo solenne; commemorazione con un suono, convocazione santa.

Numeri 29,1

Al settimo mese, il primo giorno del mese, ci sara' una convocazione santa, non compirete nessuna opera servile. Sara' per voi il giorno del suono.

Nehemia 8,2-3

Ezra, il sacerdote, porto' la Torah davanti all'assemblea, uomini e donne e chiunque fosse capace di capire, il primo giorno del settimo mese. Fece la lettura davanti al piazzale che precede la porta dell'acqua, dall'aurora fino a meta' giornata, in presenza degli uomini, delle donne e di tutti coloro che potevano capire.

Nella Torah, il giorno di Rosh Hashanah e' chiamato Yom Terouah (giorno del suono) (Numeri 29 :1). È nella Mishnah che segna l'inizio dell'anno (Rosh Hashanah 1 :1) da cui il suo nome Rosh Hashanah (inizio dell'anno). Secondo il Talmud e' a Rosh Hashanah che il mondo fu creato (B. Rosh Hashanah 11b). E’ l'interazione tra le tre idee, creazione, giudizio e nuovo anno, che permette di capire le Mitzvot e le usanze legate a questo giorno.

Rosh Hashanah segna l'inizio dei dieci giorni che portano a Yom Kippur. Secondo la Mishnah (idem 1 :2), e' uno dei quattro giorni durante i quali il mondo e' giudicato. La tossefta (ibid.) Afferma che il giudizio e' pronunciato a Rosh Hashanah e confermato a Yom Kippur. Per questo il periodo tra Rosh Hashanah e Yom Kippur e' diventato un momento consacrato alla introspezione e al pentimento. La tradizione rabbinica ha dato a questo periodo una tale importanza che il mese di Elul, che precede Tishri, e' stato aggiunto come tempo di preparazione. Il Midrash identifica il primo Elul come il giorno in cui Mose', dopo l'episodio del vitello d'oro, risali' sul sinai per implorare il perdono di D-o in favore del popolo di Israele.

Quaranta giorni dopo ridiscese con il perdono di D-o e le nuove tavole sulle quali erano scritti i dieci comandamenti, cioe' il 10 di Tishri, il giorno di Yom Kippur. Tutto questo periodo, dal primo di Elul al 10 Tishri, e' stato identificato come periodo favorevole alle preghiere del pentimento. L'esegesi rabbinica ha considerato il libro del cantico dei cantici come una descrizione allegorica dell'amore di D-o per Israele ; ora le lettere che compongono il nome di Elul, Alef, Lamed, Vav, Lamed, sono le iniziali di Ani Ledodi Vedodi Li (io sono del mio amato e il mio amato e' a me), testo che si trova nel Cantico dei Cantici (6 :3). Per questo i commentatori hanno affermato che il mese di Elul e' propizio alla riconciliazione tra D-o e il popolo di Israele.

Il primo giorno di Tishri e' definito nella Torah giorno di commemorazione proclamato dal suono dello Shoffar (Levitico 23, 24 ; Numeri 29, 1). Questo suono e' un ricordo di eventi passati, della speranza messianica e una proclamazione della sovranita' divina. Il suono dello Shoffar e' anche un richiamo a prestare attenzione alla chiamata divina, a esaminare i nostri pensieri e a presentare il nostro caso davanti al giudice eterno. Rosh hashanah ha dunque come nome Yom Teruah (giorno del suono).

Queste le ragioni date per spiegare il suono del Shoffar a Rosh Hashanah:

  • Il corno di ariete ricorda l’ariete offerto in olocausto in sostituzione di isacco (Genesi 22 :1-19)
  • Il dono dei dieci comandamenti fu preceduto dal suono del Shoffar (Esodo 19 :20)
  • L’anno giubilare doveva essere annunciato dal suono del Shoffar (Levitico 24 :9-11)
  • Il grande Shoffar sara' suonato per segnare l’inizio dell’era messianica (Isaia 27 :13)

La nostra liturgia cita Maimonide per il quale il suono del Shoffar deve risvegliare l’anima e invitare alla introspezione e al pentimento : benche' suonare il Shoffar a Rosh Hashanah sia dovuto a un comandamento della Torah la cui ragione non e' apparente, il suo significato e' il seguente :

Uscite dal torpore, voi che sonnecchiate... Osservate i vostri atti. Fate penitenza e ricordatevi del vostro creatore... Si tratta di persone alle quali le vanita' passeggere fanno dimenticare il vero D-o e la vera religione e che, durante l’anno, sono occupati da quisquilie dalle quali non si puo' aspettare ne' profitto ne' salute. Pensate dunque alla vostra anima ed emendate le vostre vie, che ognuno abbandoni le vie e i pensieri vani

(Yad Hilkhot Teshuvah 3 :4).

La tradizione rabbinica da a Rosh Hashanah il nome di Yom Hadin (giorno del giudizio) e la parabola talmudica afferma che D-o siede sul trono della giustizia e fa passare per giudicarlo davanti a lui il mondo e ogni essere umano (B. Rosh Hashanah 16b). Questa immagini di D-o che si appresta a giudicare e a iscrivere ogni essere, secondo i suoi atti, nel libro della vita, rafforza la concezione ebraica dell’uomo libero e responsabile delle sue scelte e dei suoi atti. Siamo cosi' invitati a considerare che la nostra sorte, come quella del mondo, dipende dalle nostre azioni. Il Talmud insegna che ognuno deve considerarsi come meta' colpevole e meta' innocente. Se adempie un comandamento, beato lui perche' aggiunge un peso sul piatto buono della bilancia, se commette una trasgressione, peggio per lui perche' aggiunge un peso sul piatto negativo della bilancia, cosi' come e' detto : un solo peccatore rovina tanto bene (Ecclesiaste 9 :18) per se stesso. Rabbi Eleazar figlio di Rabbi Simeon, commentando questo versetto, afferma che D-o giudica considerando la maggioranza degli atti di un individuo e che questo giudizio ha ripercussioni sul mondo in generale. Cosi' quando un uomo commette una cattiva azione, aggiunge un peso sul piatto negativo della bilancia e la fa pendere dalla parte cattiva, per lui come per il mondo. Se compie una buona azione, aggiunge un peso al piatto buono della bilancia e la fa pendere dalla parte buona, per lui come per il mondo (B. Kiddushin 40a-b).

Perche' il giudizio assuma il suo significato pieno, deve essere per ciascuno il punto di arrivo di un lavoro di ricordo sull’anno passato. Per questo Rosh Hashanah porta anche il nome di Yom Hazikkaron (giorno del ricordo).

Cosi', dopo aver proceduto alla propria autocritica e implorato il perdono divino, l’uomo puo' guardare con fiducia all’anno che inizia. Secondo la tradizione la Teshuvah (pentimento), la Tefilah (preghiera) e la Tzedakah (atto di reciproco aiuto) temperano la severita' del decreto divino (Genesi rabbah 44.12 ; B. Rosh Hashanah 16b). Grazie al compimento di queste Mitzvot cerchiamo di riconciliarci con il nostro prossimo e con D-o.

Rosh Hashanah afferma che nonostante la debolezza umana le porte del pentimento sono sempre aperte (Deuteronomio Rabbah 2 :12). Nella sua esegesi di giobbe (31 :32) mai lo straniero ha trascorso la notte in strada, aprivo la porta al viaggiatore, il Midrash ricorda che D-o accetta il pentimento : il santo, sia benedetto, non respinge alcuna creatura. Al contrario, tutte gli sono caree le porte sono sempre aperte per coloro che vogliono entrare (Esodo rabbah 19 :4). Rosh Hashanah afferma anche che la lotta per la giustizia non si ferma mai.

Le Mitzvot e gli usi di Rosh Hashanah possono aiutarci a entrare nel nuovo anno e a essere iscritti nel libro della vita e delle benedizioni.

N – Rosh Hashanah

N 1 Il mese di Elul

Prepararsi per i Yamim Noraim durante il mese di Elul e' una Mitzvah.

Alla liturgia quotidiana si possono aggiungere preghiere di penitenza. Alcune comunita' organizzano uno o piu' uffizi di Selikhot (preghiere che invitano al pentimento). Il nome Selikhot e' il plurale di Selikhah (perdono, nel senso di chiedere perdono). Se Rosh Hashanah cade di lunedi o martedi, la tradizione rabbinica invita a dire un uffizio di Selikhot il sabato sera precedente (Rama su Orah Hayim 581:1). In certe comunita' si suona lo Shoffar agli uffizi del mattino dall’inizio del mese di Elul per ricordare che il periodo dell’espiazione si avvicina, ad eccezione del giorno che precede Rosh Hashanah per dare tutta la sua importanza a questa festa.

Per meglio prepararsi all’arrivo di Rosh Hashanah verra' fissato in anticipo un momento per lo studio e la riflessione.

Durante il mese di Elul, o i Yamim Noraim, e' d’uso andare al cimitero e raccogliersi sulle tombe dei parenti (Rama su Orah Hayim 581:4). Con questo atto si rafforzano i legami che ci uniscono alle generazioni precedenti. Le qualita' e le virtu' dei defunti e il loro attaccamento alla tradizione possono esserci di esempio e rinforzare la nostra volonta' di fare meglio.

N 2 Celebrare Rosh Hashanah

Festeggiare Rosh Hashanah il primo giorno di Tishri e' una Mitzvah. Come e' detto nella Torah : il settimo mese, il primo giorno del mese, osserverete un momento sacro : non lavorerete. Osserverete il giorno durante il quale si suona lo Shoffar (Numeri 29,1).

N 3 Il secondo giorno di Rosh Hashanah

In alcune comunita' liberali Rosh Hashanah e' celebrato un giorno solo, come e' indicato nella Torah (Levitico 23,24 e Numeri 29,21). In altre, come in Israele, e questo dall’epoca rabbinica, Rosh Hashanah e' celebrato per due giorni. Questo raddoppio deriva dal fatto che in quell’epoca il nuovo mese era proclamato sulla base della testimonianza di due uomini che avevano osservato il primo filamento della nuova luna. Queste testimonianze dovevano essere autenticate prima della dichiarazione del nuovo mese. Essendo Rosh Hashanah il primo giorno del mese, diventava impossibile celebrarla il primo giorno se era necessario attendere la autentificazione delle testimonianze. È prevalsa quindi l’usanza di celebrare la festa per due giorni, accordandosi un margine di errore sufficiente per iniziare il nuovo mese che segna l’inizio del nuovo anno.

N 4 Pentirsi

Compiere a Rosh Hashanah un atto di Teshuvah (ritorno-pentimento) e' una Mitzvah.

Secondo la tradizione, D-o passa in giudizio il mondo intero. Grazie alla Teshuvah (pentimento), alla tefilah (preghiera) e alla Tzedakah (atto di aiuto) ci si puo' riconciliare con gli uomini e con D-o. Yom Kippur segna il culmine di questa via.

Il pentimento inizia con la presa di coscienza dei nostri errori, delle nostre debolezze, e prosegue con la volonta' affermata di migliorare il nostro comportamento e le nostre relazioni con gli altri. Si cerca comprensione e perdono con il dialogo. Le preghiere di questa festa ci invitano a questa apertura e al pentimento con lo scopo di dirigerci (Lashuv – ritornare) sia individualmente che collettivamente verso gli altri e verso D-o.

É usanza, nel pomeriggio del primo giorno di Rosh Hashanah, di compiere l’atto simbolico del Tashlikh. Si getta in un corso d’acqua o in mare la polvere trovata nelle proprie tasche, come simbolo del perdono di D-o, che porta via i nostri peccati come l’acqua fa sparire la polvere.

N 5 Compiere la Tzedakah

Compiere la Tzedakah e' una Mitzvah.

A Rosh Hashanah questa Mitzvah assume un significato ancora maggiore (Rama su Orah Hayim 581 :4). La Tzedakah tempera la severita' del giudizio divino. Con l’aiuto che diamo a coloro che sono nel bisogno o alle istituzioni che vengono loro incontro, come a quelle che assicurano la trasmissione della tradizione e alle comunita', dimostriamo di prendere in considerazione gli obblighi verso il nostro popolo e verso tutta l’umanita'. Il periodo che precede Rosh Hashanah e' particolarmente propizio per il compimento di questa Mitzvah.

In numerose famiglie si mette a disposizione un bossolo di Tzedakah affinche' tutti, bambini e genitori, possano partecipare a questo atto di aiuto.

N 6 Pratiche di Rosh Hashanah

Le pratiche dello Shabbat sono il modello delle pratiche di Rosh Hashanah e degli altri giorni di festa. Nel Levitico 23 :38, Rosh Hashanah e' citata tra le feste chiamate Shabbat per l’eterno. Il Kiddush deve essere recitato nei giorni di festa come lo e' di Shabbat, in applicazione del versetto ecco le feste dell’eterno (Levitico 23 :4). Per questo, secondo Maimonide, allo stesso modo in cui il Kiddush e' detto di Shabbat, sara' detto nei giorni di festa (salvo a Yom Kippur) e lo stesso vale per la hadalah (Yad Hilkhot Shabbat 29 :18) come per la accensione dei lumi della festa (Mehilta Bakhodesh 7).

Sono comuni a Shabbat e a Rosh Hashanah le seguenti Mitzvot:

  • Preparazione della festa
  • Presenza di invitati ai pasti della festa
  • Accensione delle candele della festa e recita della benedizione
  • Kiddush
  • Benedizione dei bambini
  • Motzi. Il pane di Rosh Hashanah e' rotondo per indicare la speranza che l’anno a venire sara' vissuto nella sua integralita'; alcuni disegnano una scala per indicare il legame tra D-o e l’umanita'. Invece di salare il pane lo si intinge nel miele o nello zucchero (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 241)
  • Birkhat Hamazon (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 210)

In alcune famiglie per la sera di Rosh Hashanah vengono preparati piatti speciali.

N 7 Mele e miele

É usanza intingere un quarto di mela nel miele e mangiarlo dopo aver detto la benedizione appropriata. La mela e il miele simboleggiano la speranza per un anno buono e dolce. Si dice: benedetto si tu eterno, nostro D-o, re del mondo, creatore del frutto dell’albero. Che sia la tua volonta', eterno nostro D-o e D-o dei nostri avi, di rinnovarci un anno buono e dolce.

N 8 Partecipare agli uffizi

Partecipare agli uffizi della comunita' nei giorni di Rosh Hashanah e' una Mitzvah.

La nostra appartenenza al popolo di Israele comporta delle responsabilita' individuali e collettive. Gli obblighi collettivi non si esauriscono nella partecipazione agli uffizi comunitari. La celebrazione pubblica attraverso la preghiera, il canto e lo studio della Torah e' essenziale a Rosh Hashanah. Gli uffizi di Rosh Hashanah rafforzano i nostri legami con la comunita' e con i valori proclamati dalla nostra tradizione attraverso i secoli.

Se una malattia ci impedisce di partecipare agli uffizi, le preghiere possono essere recitate a casa.

N 9 Sentire il Shoffar

Sentire il Shoffar il giorno di Rosh Hashanah e' una Mitzvah, come e' detto nella Thorah: osserverete il giorno del suono del Shoffar (Numeri 29,1).

La tradizione offre diverse spiegazioni a riguardo del Shoffar. Le sezioni liturgiche durante le quali si suona il Shoffar insistono su questo tema: Malkhuyot (regalita' divina), Zikhronot (ricordo delle rivelazioni di D-o a Israele) e Shoffarot (promessa divina della redenzione a venire). Quando risuona il suono del Shoffar, bisogna concentrarsi sul suo significato e sul comportamento al quale ci invita. La nozione di Kavanah (intenzione) e' essenziale nel compimento di questa Mitzvah (M. Rosh Hashanah 3:7, B. Rosh Hashanah 28b).

Per coloro che non possono andare in sinagoga a causa di infermita' o malattia, occore fare il necessario perche' possano sentire il Shoffar.

Nelle nostre sinagoghe il Shoffar e' suonato a rosha hashanah anche se il giorno cade di Shabbat. Il shulkhan arukh (Orah Hayim 588.5) precisa che il Shoffar non e' suonato di Shabbat per timore che chi lo deve suonare debba trasportarlo. Ma come precisa il rabbino S. Freehof:

  • Dato che suonare il Shoffar nello Shabbat non e' vietato
  • Dato che suonare il Shoffar a Rosh Hashanah e' un comandamento biblico
  • Dato che alcune autorita' hanno permesso di suonare il Shoffar il primo giorno di Rosh Hashanah che cade di Shabbat, anche se e' possibile farlo il secondo giorno
  • Dato che nelle nostre sinagoghe Rosh Hashanah dura un giorno, come lo prescrive la Torah (tale era il caso quando questo testo fu redatto)

Non e' dunque proibito suonare il Shoffar se il primo giorno di Rosh Hashanah cade di Shabbat (Recent Reform Responsa pagg. 36-41).

N 10 Non lavorare il giorno di Rosh Hashanah

Non lavorare il giorno di Rosh Hashanah e' una Mitzvah. La Torah ci insegna: il settimo mese, il primo giorno del mese, osserverete il riposo totale (Levitico 23,23). Scolari e studenti dovrebbero assistere agli uffizi e non andare ai corsi.

N 11 Gli auguri di Rosh Hashanah

Ai membri della famiglia e agli amici si fanno gli auguri che siano benedetti per il nuovo anno. La formula tradizionale e' Leshanah Tovah tikatevu (siate iscritti [nel libro della vita] per un buon anno). Dopo Rosh Hashanah si puo' ugualmente dire Ghemar khatimah tovah (che il decreto finale sia per il bene) oppure Leshanah tovah tehatemu (siate confermati [nel libro della vita] per un anno buono).

N 12 Far visita alla propria famiglia e agli amici

É d’uso a Rosh Hashanah far visita alla famiglia e agli amici e far loro gli auguri. Queste visite fanno parte della Simkhah (gioia) della festa.

N 13 Il lutto a Rosh Hashanah

A Rosh Hashanah il lutto e' sospeso e le persone in lutto possono venire alla sinagoga, e devono osservare riti e usanze legate a Rosh Hashanah. La tradizione considera che ogni poeriodo di lutto viene sospeso alla celebrazione di una festa (cfr. B. Moed Katan 119a e M. Semahot 7 :1). L’ebraismo liberale, prendendo in considerazione queste usanze, lascia ai membri della famiglia di decidere la fine del Shiv’ah quando la sepoltura ha avuto luogo la vigilia del giorno di festa.

N 14 La Havdalah

Alla fine di Rosh Hashanah, e' una Mitzvah recitare la Havdalah, che e' la preghiera che segna la separazione tra il sacro (la festa) e il profano (i giorni feriali), tra Rosh Hashanah e gli altri giorni dell’anno.

Asseret Yeme Teshuvah

Introduzione

Il periodo di dieci giorni da Rosh Hashanah e Yom Kippur e' chiamato Asseret yeme teshuvah (dieci giorni del pentimento).

Il Talmud considera questo periodo particolarmente propizio al pentimento: cercatel’eterno quando e' vicino (Isaia 55 :6). E quando si puo' trovare D-o ? Rabba B. Abuha ha detto : durante i dieci giorni da Rosh Hashanah fino a Yom Kippur (B. Rosh Hashanah 18a). A Rosh Hashanah facciamo i primi passi verso l’espiazione. Il riconoscimento iniziale della colpa e il rimorso che lo accompagna non sono tutto. Il Talmud chiede: come possiamo sapere se il pentimento e' perfetto e se il perdono e' accordato? E la risposta che da' e' la seguente: se dopo aver riparato la colpa, aver chiesto perdono e trovandoci in una situazione identica, non ripetiamo lo stesso errore, allora il pentimento e' perfetto e il perdono e' accordato (B. Yoma 86b). In attesa, dopo aver riparato l’errore e chiesto il perdono di coloro che sono stati feriti e averlo ricevuto, ci si volge verso D-o ne si implora il suo perdono (B. Baba kama 9 :7).

Durante questo periodo deve essere fatto di tutto per riconciliarci con il nostro prossimo e con D-o.la tradizione insegna che Yom Kippur porta il perdono per le colpe commesse verso D-o, ma non per quelle commesse verso gli altri, se prima non abbiamo ottenuto il perdono di coloro che abbiamo offesi (M. Yoma 8 :9).

Lo Shabbat durante gli Asseret yeme teshuvah si chiama Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno) ed e' un momento importante che ci porta a volgerci verso gli altri e a considerare il nostro modo di agire. È perche' ci volgiamo verso noi stessi che possiamo poi volgerci verso il nostro prossimo e verso D-o.

O – Asseret yeme teshuvah

O 1 L’autocritica

Metterci in discussione e riflettere sui nostri atti dell’anno trascorso in questo periodo che inizia a Rosh Hashanah e termina a Yom Kippur e' una Mitzvah. Ed e' pure una Mitzvah stabilire come migliorare il nostro comportamento nell’anno a venire.

La concezione talmudica del perdono implica la confessione esplicita della colpa ore (??? Manca qualcosa...) (B. Yoma 36b, 86b). E questo non puo' aver luogo se non dopo aver passato in rassegna atti e pensieri, prendendo come punto di riferimento le Mitzvot nel loro insieme.

Durante questi giorni ci si sforzera' di riservare un momento quotidiano da dedicare alla riflessione e alla introspezione.

O 2 La riconciliazione

É una Mitzvah, durante i 10 giorni del pentimento, cercare di riconciliarsi con coloro ai quali abbiamo fatto del male durante l’anno trascorso.

La nostra tradizione insegna che D-o perdona le colpe che abbiamo commesso verso di lui, quanto a quelle commesse verso gli altri, dobbiamo innanzitutto ottenere il loro perdono prima che D-o ci accordi il suo (M. Yoma 8 :9). Dobbiamo avvicinarci a coloro che abbiamo offeso per ottenere il loro perdono e riconciliarci con loro.

O 3 Il perdono

Concedere il perdono a chi ce lo chiede e' una Mitzvah.

Chiedere il perdono ed essere perdonati fa parte del processo del pentimento (M. Baba Kama 9 :7). Maimonide, citando il Levitico: non vendicarti e non tieni rancore (19 :18) afferma che chi rifiuta di perdonare commette una colpa grave.

La procedura del perdono coinvolge tutti i protagonisti, colui che ha commesso la colpa e colui che e' stato leso, ed esige da parte di entrambe un lavoro di ritorno su se stessi e verso gli altri. Afferma il carattere distruttivo per la societa' dei conflitti non risolti e propone di ricostruire le relazioni tra individui sulla base del riconoscere i propri errori e della accettazione del perdono. Il Talmud precisa: quando viene chiesto il nostro perdono, dobbiamo essere flessibili come il giunco e non rigidi come il cedro (B. Taanit 20a). Perdonare e' costruttivo per tutti i protagonisti.

O 4 Andare sulle tombe degli scomparsi

Sono molti, durante gli Asseret yeme teshuvah, coloro che vanno a far visita alle tombe dei propri defunti (c.a. Orah Hayim 581.4).

O 5 Shabbat Shuvah

Lo Shabbat tra Rosh Hashanah e Yom Kippur e' chiamato Shabbat Shuvah (Shabbat del ritorno). Questo nome viene dalla haftarah (Osea 14, 2-10) che inizia con queste parole : Shuvah Israel (ritorna Israele). Dobbiamo fare uno sforzo particolare per partecipare all’uffizio di Shabbat Shuvah e ascoltare la Haftarah che ci invita, in vista di Yom Kippur, alla introspezione e a un ritorno verso D-o.

Yom Kippur

Introduzione

Levitico 16, 29-31

E questa sara' per voi una legge eterna : il settimo mese, il decimo giorno del mese, mortificherete le vostre anime e non farete alcun lavoro, sia l’indigeno, sia lo straniero che vive tra voi. Perche' in questo giorno si fara' propiziazione su di voi per purificarvi ; sarete puri di tutti i vostri peccati davanti all’eterno. Sara' per voi uno Shabbat, uno Shabbat solenne, nel quale dovrete motrtificare le vostre anime: legge perpetua.

Levitico 23, 27028 e 31-32

Il decimo giorno del settimo mese, che e' il giorno dell’espiazione, ci sara' per voi una santa convoicazione: mortificherete le vostre anime, offrirete un sacrificio all’eterno e non farete alcun lavoro in questo giorno, perche' e' un giorno di espiazione, destinato a riabilitarvi davanti all’eterno vostro D-o.

Numeri 29,7

E il decimo giorno di questo settimo mese, ci sara' per voi una santa convocazione: mortificherete le vostre anime ; vi asterrete da ogni lavoro.

Yom Kippur, il giorno del perdono o giorno dell’espiazione, e' celebrato il decimo giorno del mese di Tishri (Levitico 23,27). È il momento culminante dei dieci giorni di penitenza. È l’unica festa la cui santita' equivale a quella dello Shabbat e che, come lo Shabbat, e' chiamata nella Torah Shabbat Shabbaton (Shabbat degli Shabbat – Esodo 31:15, 35:2, Levitico 23:3, 16:31, 23:32). Tale festa invita alla riflessione, all’introspezione. La giornata e' interamente consacrata all’autovalutazione, all’autocritica, alla confessione e all’espiazione.

Yom Kippur ci offre la possibilita' di modificare la nostra linea di condotta, di rivalutare i nostri ideali e di rettificare il nostro comportamento nella vita. Questo giorno deve essere affrontato con la massima onesta', soprattutto quando ci confessiamo dicendo: abbiamo peccato, abbiamo trasgredito i comandamenti e abbiamo agito con perversione. Questa formula recitata da re Salomone, abbiamo peccato, abbiamo agito male, siamo colpevoli (1 re 8 :47) fa parte del Vidduy la preghiera di confessione di Yom Kippur.

La solennita' della liturgia e dei canti aumenta la gravita' di questa giornata. Dal kol Nidre' (vigilia di Kippur) fino al suono del Shoffar che segna la fine dell’ultimo uffizio (Neilah), queste ore portano alla riconciliazione con noi stessi, con gli altri e con D-o.

La prima delle Mitzvot della gioranata e' il digiuno. La Torah ripete tre volte: questa sara' una legge eterna: il settimo mese, il decimo giorno del mese, mortificherete le vostre anime (Levitico 16,29 ; 23,27 ; Numeri 29,70. La tradizione interpreta mortificazione con digiuno. Grazie a questa pratica del digiuno ci separiamo dal mondo, ci liberiamo dalle sue richieste e dai suoi incitamenti per trovarci di fronte a noi stessi, alla realta' della nostra esistenza, di fronte ai nostri fallimenti come ai nostri successi, e di fronte a D-o. Questo isolamento permette di ritrovarci e di ripensare a cosa dovrebbe essere la nostra vita, le nostre relazioni con il mondo, con il nostro prossimo e con D-o. Questa giornata di astinenza ci permette di Initem et nafshotekhem (rispondere alla nostra anima) e di ritrovare la forza per volgerci verso l’avvenire (questa traduzione di Initem et nafshotekhem considera il verbo Initem come derivante dalla radice Ayn nun he nel suo senso principale di rispondere e non in quello di rendere umile).

L’ebraismo pone l’accento sull’autodisciplina. Quando ci asteniamo dal cibo il giorno di Kippur, prendiamo coscienza del fatto che negli altri giorni possiamo ugualmente dominare i nostri desideri.

L’ebraismo insiste sull’attenzione alla presenza dell’altro. Quando digiuniamo in questo giorno di Kippur, dobbiamo ricordarci dei milioni di persone che soffrono la fame e dei tanti giorni nei quali loro manca il cibo.

L’ebraismo insiste sulla penitenza. La confessione che enunciamo con le nostre labbra non e' che un primo passo. Il digiuno che segna il nostro corpo deve farci prendere coscienza che abbiamo agita male verso noi stessi e verso gli altri.

Yom Kippur e' un giorno in cui ci volgiamo verso il passato perche' il futuro sia migliore per noi, sia individualmente che collettivamente. Ma la solennita' di Yom Kippur non diminuisce la gioia profonda che caratterizza questo giorno quando la vera penitenza ci fa sentire piu' vicini a D-o, al nostro prossimo e a noi stessi, e ci porta alla riconciliazione. Al suono del Shoffar, che conclude l’uffizio di Neilah, coloro che hanno vissuto questo giorno nella sincerita' e nel raccoglimento sperano di essere iscritti e fissati nel libro della vita.

P – Yom Kippur

P 1 Osservare Yom Kippur

Osservare Yom Kippur il decimo giorno del settimo mese (quello di Tishri) e' una Mitzvah. Come e' scritto nella Torah: il decimo giorno del settimo mese sara' per voi il giorno del perdono. Sara' per voi un momento sacro... Perche' e' il giorno del perdono e sara' fatta espiazione per voi in questo giorno davanti all’eterno vostro D-o (Levitico 23,27-28).

P 2 Teshuvah/pentimento

Pentirsi il giorno di Kippur e' una Mitzvah.

Al momento in cui il periodo di autocritica, di riconciliazione e di riflessione che e' iniziato a Rosh Hashanah arriva al suo culmine, le preghiere di confessione mettono in evidenza colpe e carenze che ci allontanano da noi stessi, dagli altri e da D-o. È dopo questa presa di coscienza che Yom Kippur porta il perdono (Yoma 8:8). Attraverso la teshuvah (pentimento) torniamo verso D-o acquisiamo la sensazione che D-o torna verso di noi. Il concetto del riavvicinamento nato dal doppio movimento, quello dell’uomo verso D-o e quello di D-o verso l’uomo, e' tratto dal profeta Malachia: tornate verso di me io tornero' verso di voi, dice l’eterno Sebaot (3:7).

P 3 La riconciliazione

É una Mitzvah, prima di Yom Kippur, cercare la riconciliazione con ogni persona nei cui confronti abbiamo agito male, sia che si tratti di membri della famiglia che di altre persone (cfr. O2).

Durante i dieci giorni di penitenza, la persona che ha commesso un atto negativo nei confronti di qualcuno, deve prendere contatto con questo qualcuno per riparare la colpa e per riconciliarsi con lui. La cena prima del kol nidre' diventa cosi' il momento giusto per cercare la riconciliazione con i propri parenti e gli amici riuniti attorno al tavolo.

Non bisogna entrare in questo giorno sacro di riconciliazione con D-o senza aver fatto ogni sforzo per riconciliarci con gli altri.

P 4 Tzedakah/ atto di aiuto reciproco

É una Mitzvah compiere la Tzedakah che, come la Tefillah e la Teshuvah, fanno parte del rituale legato a Yom Kippur.

L’usanza di compiere la Tzedakah prima di Yom Kippur e' chiamata Kapparah (espiazione), perche' questo geste serve implicitamente di espiazione per le colpe che abbiamo commesso. La Kapparah si basa sull’antico rito del capro espiatorio (Levitico 16:5-22). Si e' estesa la pratica di acquistare una gallina per una donna o una ragazza e un gallo per un uomo o un ragazzo, di farli girare sopra il capo dell’interessato pronunciando la seguente formula: ecco il mio sostituto, la mia offerta e la mia espiazione. Questo/a gallo/ina sara' messo/a a morte e io beneficiero' di una lunga e piacevole vita. Poi l’animale viene ucciso e donato ai poveri. Molti rabbini si sono opposti a questa usanza ancora praticata da alcuni.

Oggi si invita ognuno a fare un dono in favore degli indigenti. Anche se l’antica pratica non e' piu' in vigore, esiste una evidente relazione tra Tzedakah ed espiazione. Venire in aiuto a chi e' meno favorito e' un gesto che puo' permetterci di prendere meglio coscienza delle nostre manchevolezze nei confronti degli altri.

Per questo, prima che inizi Yom Kippur, si devono compiere atti di Tzedakah per coprire i bisogni spirituali o materiali, personali o comunitari.

P 5 Il pasto della vigilia di Yom Kippur

Diversamente dagli altri giorni di festa, il pasto che precede Yom Kippur non ha un rituale particolare. Si inizia con il Motzi e si conclude con il Birkat hamazon. Questo pasto e' chiamato Seudat mafseket (pasto di conclusione [prima del digiuno]) perche' conclude il tempo che precede Yom Kippur.

Aggiungere un tempo supplementare per la celebrazione di una festa non fa che aggiungere santita' a questa giornata (B. Yoma 81a). Per questo prima del Kol Nidre e' usanza concludere la cena un’ora prima dell’inizio del digiuno, che dura 25 ore.

Poiche' Yom Kippur e' un giorno di digiuno e che il vino non vi puo' essere consumato, e che la cena si fa prima dell’inizio del giorno del perdono, in occasione del Seudat Mafseket non viene detto il Kiddush.

P 6 Accendere le candele di Yom Kippur

Accendere i lumi di Yom Kippur e recitare le benedizioni appropriate e' una Mitzvah.

L’accensione avviene dopo la cena prima di andare in sinagoga (c.a., Orah Hayim 610:1-3).

Contrariamente allo Shabbat e agli altri giorni di festa, le candele vengono accese dopo il pasto, perche' l’accensione segna l’inizio formale di Yom Kippur e quindi l’inizio del digiuno. Per questo, in alcune comunita', l’uffizio di kol nidre e' preceduto dalla accensione dei lumi di Kippur. Prima dell’accensione delle candele della festa, e' d’uso accendere un lume in ricordo dei defunti. Per onorare la memoria di tutti puo' essere usata una sola candela.

P 7 Benedizione dei bambini

É una Mitzvah per i genitori benedire i loro figli prima di andare in sinagoga (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 203).

P 8 Digiunare

Digiunare il giorno di Kippur e' una Mitzvah.

La Mishanah (Yoma 8:1) interpreta voi mortificherete le vostre anime (Levitico 23:27) come astenersi da ogni cibo (e ogni bevanda), da ogni relazione sessuale, non lavarsi, non profumarsi, ne' portare scarpe confortevoli (all’epoca questo comprendeva le scarpe in cuoio). Il digiuno esige l’autodisciplina ed e' uno sforzo intrapreso per controllarsi per concentrarsi sull’aspetto spirituale della propria esistenza. Negando simbolicamente i bisogni vitali essenziali che l’uomo ha in comune con gli animali, ci concentriamo sugli aspetti della natura umana che ci avvicinano a D-o, nostro creatore.

I bambini che non hanno l’eta' del Bar/Bat Mitzvah sono incoraggiati a digiunare per qualche ora e, ogni anno, ad aumentare le ore di digiuno fino al bar/bat Mitzvah. Allora viene loro chiesto di digiunare per tutto Yom Kippur (M. Yoma 8:4 e B. Yoma 82a). Gli ammalati e le donne incinte devono chiedere il parere del medico e possono essere dispensati dal digiuno. La Mishnah (Yoma 8:5-6) e il Talmud (ibid. 82a...) Danno esempi di persone che sono autorizzate a rompere il digiuno o che non devono digiunare. Il principio fondamentale e' che in caso di pericolo la proibizione e' tolta. Questo si applica prima di tutto allo Shabbat ed e' stato esteso a Yom Kippur, chiamato Shabbat Shabbaton (Shabbat degli Shabbat – B. Yoma84b). Questo principio si applica alle altre feste e a ogni Mitzvah negativa (cioe' a ogni divieto).

P 9 L’uffizio comunitario

É una Mitzvah riunirsi alla comunita' assistendo all’uffizio di Kol Nidre, la sera di Yom Kippur, e agli altri uffizi della girnata di Yom Kippur fino al suono del Shoffar alla fine di Neilah. Per tutti questi uffizi e' usanza portare il Talit.

Come membri del popolo di Israele, abbiamo una responsabilita' individuale e collettiva. Partecipare agli uffizi e' uno dei nostri doveri di fronte alla comunita'. Ma la nostra responsabilita' va oltre la partecipazione agli uffizi di Yom Kippur. Yom Kippur ci coinvolge nel cerchio comunitario, riaffermando i legami con gli altri e con i valori storici e religiosi che ci stanno a cuore. Se la malattia impedisce a qualcuno di assistere agli uffizi comunitari, le preghiere di Yom Kippur possono essere recitate a casa.

P 10 Uffizio di commemorazione: Yzkor

Recitare l’Yzkor (preghiera di commemorazione) a Kippur e' una Mitzvah.

Yzkor e' il nome della preghiera durante la quale si ricordano i defunti. Tale preghiera fu introdotta nelle sinagoghe aschenazite ai tempi delle crociate quando delle comunita' intere furono decimate. Le comunita' sopravvissute perpetuarono cosi' il ricordo di coloro che non avevano piu' discendenti per poterlo fare. Oggi, dopo la shoah, questa preghiera assume un significato in piu'. Viene recitata a Yom Kippur, l’ultimo giorno di Pessah, a Shavuot e a Shemini Atseret.

Tutti possono assistere all’Yzkor, anche se uno dei genitori e' vivo, dato che l’uffizio di commemorazione e' anche un ricordo dei martiri del nostro popolo.

P 11 Non lavorare

Non lavorare a Yom Kippur e' una Mitzvah. Come e' detto nella Torah: non farete alcun lavoro in questo giorno... Sara' uno Shabbat di riposo completo per voi (Levitico 23, 28 e 32).

Le restrizioni che si applicano allo Shabbat si applicano anche a Yom Kippur.

P 12 La Havdalah

Alla fine di Yom Kippur, e' una Mitzvah recitare la Havdalah, preghiera che segna la separazione tra il momento sacro (Yom Kippur) e gli altri giorni dell’anno.

P 13 Cominciare a costruire la Succah

Dalla fine di Yom Kippur si inizia simbolicamente la costruzione della Succah piazzando un montante o piantando un chiodo. L’uso di piantare il primo chiodo della Succah alla fine di Kippur deriva dal seguente principio: se una Mitzvah ti si presenta, compila senza ritardi (Mehilta Pischa 9). Il Shulkhan Arukh applica questo principio alla costruzione della Succah (Orah Hayim 24:1). Concludiamo cosi' i dieci giorni del pentimento e ci prepariamo a compiere la Mitzvah della costruzione della Succah.

P 14 Rompere il digiuno

Il pasto che segue Yom Kippur deve essere un pasto particolarmente gioioso. Si prova un senso di liberazione che viene da questa giornata di introspezione, di preghiera, di speranza e di fiducia nel perdono divino. Il Midrash (Koelet Rabbah 9:7) applica a Yom Kippur il versetto dell’ecclesiaste: va, mangia il tuo pane allegramente e bevi il tuo vino con cuore gioioso, perche' D-o ha preso piacere delle tue opere (9:7). È richiesto di accogliere in casa chi e' solo perche' possa rompere il digiuno in famiglia.

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