Le feste di pellegrinaggio

Introduzione

Esodo 23, 14-16

Tre volte l’anno celebrerai delle feste in mio onore. Osserverai la festa delle azzime: per sette giorni mangerai pane azzimo come ti ho prescritto, all’epoca del mese dei germogli, perche' e' allora che sei uscito d’Egitto; e non si comparira'; davanti al mio volto a mani vuote. Poi sara' la festa delle messi, festa delle primizie dei beni che avrai seminato nella terra; a la festa dell’autunno, al declino dell’anno, quando porterai a casa la raccolta dei campi.

Deuteronomio 16, 26

Tre volte l’anno tutti gli uomini compariranno in presenza dell’eternoi tuo D-o, nel luogo che avra' scelto: alla festa degli azzimi, a quella delle settimane e a quella delle tende...

2 Cronache 8, 12-13

Allora salomone offri' degli olocausti all’eterno sull’altare che aveva eretto davanti al portico, conformandosi al rito di ogni giorno... Secondo le prescrizioni di Mose', i giorni di Shabbat e delle Neomenie e alle feste che si susseguono tre volte l’anno, la festa degli azzimi, la festa delle settimane e la festa dei tabernacoli.

Pesakh, Shavuot e Succot sono chiamate le Shalosh Regalim (tre feste di pellegrinaggio). Quando esisteva il tempio, queste feste erano occasione di pellegrinaggio a Gerusalemme dove venivano offerte azioni di grazia (Esodo 23,14). L’ottavo giorno di Succot, Shemini Atseret/Simhat Torah e' considerato come facente parte di Succot. Shemini Atseret (ottavo giorno di chiusura) e' considerato nel Talmud come una festa completa (B. Sukkot 47a-b). Nelle comunita' ortodosse della diaspora, Simhat Torah e' diventato il secondo giorno di Shemini Atseret e viene dunque celebrata il giorno successivo. Ma nelle comunita' liberali della diaspora, come in tutte le comunita' in Israele, non raddoppiamo i giorni di festa e celebriamo simhat Torah il giorno di Shemini Atseret (cfr negli annessi: il calendario).

Benche' queste feste siano legate al ciclo agricolo dell’antico Israele, ognuna commemora un evento importante della storia del popolo di Israele. Pesakh ricorda l’uscita dall’Egitto, Shavuot il dono dei dieci comandamenti sul monte sinai e Succot la permanenza di 40 anni nel deserto. Grazie a queste memorie storiche, quieste feste hanno mantenuto tutto il loro significato per il popolo ebraico, anche per gli ebrei che vivono nella diaspora, lontano dal ritmo delle stagioni in Israele. Ovunque vivessero gli ebrei, poterono celebrare la liberazione, la rivelazione e il cammino verso la promessa messianica futura.

Queste feste sono legate alle stagioni in isarele e sono occasione per affermare la nostra relazione con la terra di Israele. La rinascita dello stato di Israele ha permesso il ricollegamento con il significato agricolo di queste feste.

La gioia e' uno dei punti dominanti di queste feste. Ci invitano ad approfondire il nostro attaccamento agli ideali di redenzione, di responsabilita' e di speranza. Per compiere delle Mitzvot partecipiamo a un processo continuo della storia sacra e riaffermiamo la nostra identita' e la nostra partecipazione al popolo ebraico.

Queste feste hanno in comune alcune Mitzvot, altre Mitzvot sono particolari per ognuna di esse. Per mnaggior chiarezza le Mitzvot comuni saranno trattate nel capitolo che segue, poi esamineremo le Mitzvot particolari di ciascuna festa.

Q – Le feste di pellegrinaggio

Q 1 Osservare le feste

É una Mitzvah osservare le feste, come e' detto: tre volte l’anno osserverete una festa in mio onore (Esodo 23,14). Queste feste sono Pesakh, Shavuot e Succot (con Shemini Atseret e Simhat Torah).

Q 2 Simhah/gioia della festa

É una Mitzvah rallegrarsi durante queste feste, come e' detto: gioirete delle vostre feste (Deuteronomio 16,14).

Questa Mitzvah da' il tono delle feste. Rallegrarsi durante una festa corrisponde alla Menukhah e all’Oneg dello Shabbat (cfr. M2 e M4). Un pasto particolare, degli abiti della festa e lo studio della Torah fanno parte della celebrazione (B. Peashim 109a e B. Beitash 15b). A questo si aggiunge la pratica di Mitzvot particolari di questi giorni di festa. La liturgia, gli oggetti e i piatti legati a questi momenti differenziano ognuna di queste celebrazioni. Segnamo l’inizio della festa con l’accensione dei lumi e il Kiddush, e la fine con la Havdalah. Avendo delimitato nel tempo inizio e fine della festa, possiamo viverla meglio e sentirne la santita'.

La gioia deriva anche dal ricordo di momenti decisivi della storia del nostro popolo che hanno permesso di forgiare gli ideali della notra tradizione. Le nostre vite acquisiscono un significato rinnovato nella affermazione del nostro impegno verso questi ideali e verso il compito comune di Tikkun Olam (miglioramento del mondo).

Q 3 Pratiche dei giorni di festa

Le pratiche dello Shabbat sono servite come modello per quelle dei giorni di festa. Le seguenti Mitzvot sono comuni sia allo Shabbat che ai giorni di festa:

  • Preparazione della festa
  • Presenza di invitati al pasto di festa
  • Accensione delle candele di festa
  • Kiddush
  • Benedizione dei bambini
  • Motzi
  • Birkat hamazon
  • Havdalah

Le conversazioni durante il pasto devono riflettere la gioia e santita' del momento che puo' essere allietato con delle Zemirot. È il momento adatto per parlare della festa e dei suoi significati.

Q 4 Non lavorare e riposarsi

Non lavorare e riposarsi nei giorni di festa e' una Mitzvah.

La tradizione introduce differenze tra il divieto di lavoro nello Shabbat e quello dei giorni di festa, cioe' il primo e l’ultimo giorno di Pesakh (Levitico 23, 7-8), il giorno di Shavuot (Levitico 28,21), il primo giorno di Succot (Levitico 23,25) e a Shemini Atseret (Levitico 23,36). I divieti relativi alle feste differiscono da quelli dello Shabbat per quel che riguarda la preparazione finale dei pasti (M. Meghillah 1:5 e B. Beitsah 5:2). Si puo' concludere la preparazione del cibo, ma e' necessario cessare ogni attivita' contraria alla gioia e alla santita' legate a questo giorno di festa (c.a. Orah Hayim 195:1 e 510:8 e Yad, Hilkhot Yom Tov 1:5).

Essendo le feste momenti di santificazione, bisogna fare in modo di non avere che attivita' che contribuiscano alla santita' di questi momenti. Gli adulti devono sforzarsi di non lavorare, gli studenti di non freequentare le lezioni e tutti di venire alla sinagoga e vivere appieno le celebrazioni.

Q 5 partecipare agli uffizi comunitari

É una Mitzvah riunirsi alla comunita' e partecipare agli uffizi di festa, cioe' il primo e l’ultimo giorno di Pesakh, il giorno di Shavuot, il primo giorno di Succot e a Shemini Atseret/simhat Torah.

Venendo in sinagoga, si partecipa pienamente alla vita della comunita' e si rinforzano i legami con il nostro popolo e con il nostro patrimonio. Ogni uffizio sviluppa un tema particolare delle feste.

Q 6 lutto durante le feste

Il lutto e' sospeso durante le feste e le persone in lutto possono recarsi alla sinagoga. Devono osservare i riti e le usanze legati alla festa. La Mitzvah di rallegrarsi durante le feste e le Mitzvot che le sono legate hanno implicazioni a livello sia sociale che personale, mentre il lutto e' di ordine individuale. La celebrazione di questi giorni festivi introduce un elemento di leggerezza e di gioia che si contrappone al lutto. È impossibile in seguito tornare all’atmoisfera che regnava prima di questi giorni di festa nella casa in lutto. Per questo la festa mette termine al periodo di lutto nel quale ci si trova (B. Moed Katan 14b).

L’ebraismo liberale, prendendo in considerazione queste usanze, lascia ai membri della famiglia la decisione di porre fine alla Shiv’ah quando una festa coincide con il lutto (cfr. L 3). Se il decesso avviene durante i giorni intermedi della festa (Hol Hamoedet di Pesakh e di Succot), consultare il rabbino.

Q 7 matrimonio durante le feste

La nostra tradizione suggerisce che durante lo Shabbat e i giorni di festa non bisogna celebrare dei matrimoni, perche'; ognuna di queste gioie deve essere vissuta per se stessa.

Q 8 Tzedakah

É una Mitzvah fare la Tzedakah prima deell’inizio di queste feste, affinche' ognuno possa celebrarle nella dignita' e nella gioia.

Pesach

Introduzione

Esodo 12, 17-18

Osservate la festa degli azzimi perche' e' in questo giorno che ho fatto uscire le vostre schiere dal paese d’Egitto; conservate questo giorno nelle vostre generazioni, come una istituzione perpetua. Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese al cadere della notte, mangerete del pane non lievitato e questo fino al ventunesimo giorno del mese alla sera.

Esodo 12, 24 e 26-27

Conserverete questa legge come regola invariabile per voi e i vostri figli... E quando i vostri figli vi chiederanno: cosa significa per voi questo rito? voi risponderete: e' il sacrificio di Pesakh in onore dell’eterno, che risparmio' le dimore degli israeliti in Egitto, quando colpi' gli egiziani e volle preservare le nostre famiglie.

Esodo 34, 18

Osserva la festa degli azzimi: sette giorni mangerai degli azzimi, come ti ho prescritto, all’epoca del mese della germinazione, perche' e' in questo mese che sei uscito d’Egitto.

Pesakh inizia il 15 di Nissan, dura sette giorni e commemora l’uscita d’Egitto.

Nella Torah questa festa porta i nomi seguenti: Hag Haaviv (festa di primavera –Deuteronomio 16, 1); Hag Hamatzot (festa degli azzimi – Esodo 12, 20) e Hag Hapesakh (festa dell’agnmello pasquale o festa del passaggio – Esodo 12, 17).

I riti di questa festa ricordano che le sue origini agricole e pastorali sono fondamentali nella storia ebraica.

La liberazione del popolo ebraico dalla schiavitu' egiziana e' diventato un potente simbolo di redenzione, non solo per il popolo ebraico, ma per l’intero mondo. La Haggadah, riferendo l’esperienza storica del popolo ebraico, afferma che la schiavitu' non si riduce alla dominazione fisica, ma che a privare l’individuo della ua libirta' sono anche il dominio spirituale o il degrado sociale.

Il principio che guida la narrazionedella storia di Pesakh nella Haggadah e' il seguente: si comincia con il degrado e si conclude con la dignita' (M.Pesakhim 10:4). Per questo, secondo il Talmud, (B. Pesakhim 116b), si comincia ricordando che eravamo schiavi in Egitto, ricordando la schiavitu' fisica, poi si parla dei nostri antenati che erano idolatri, essendo l’idolatria una schiavitu' spirituale. Il testo indica una terza forma di schiavitu' o di dipendenza, a livello sociale e politico, quella dell’emigrante e di colui che chiede asilo, affermando che mio padre era un arameo errante. La Haggadahcontiene dunque la menzione di queste tre forme di schiavitu' o di dipendenza : fisica, ideologica e sociale.

Il Seder, con i suoi cibi simbolici e la sua liturgia elaborata, e' il momento culminante di Pesakh attorno al racconto della redenzione: ogni generazione deve considerarsi com se lei fosse uscita d’Egitto, come e' detto: darai allora questa spiegazione ai tuoi figli: e' in questo modo che l’eterno ha agito in mio favore quando sono uscito d’Egitto(M. Pesakhim 10:5).

Pesakh, che e' chiamata anche Zman Herutenu (momento della nostra liberazione), e' un richiamo alla nostra responsabilita' verso coloro che sono oppressi fisicamente, spiritualmente, ideologicamente o politicamente. A Pesakh pensiamo alle nostre dipendenze ed esprimiamo solidarieta' verso quelli del nostro popolo che non possono celebrare liberamente questa festa. L’esperiuenza della redenzione di Pesakh deve incoraggiarci ad operare in favore della redenzione di tutta l’umanita'. Un Midrash (Esodo Rabbah 21,10) insegna che il Mar Rosso si apri' quando il primo ebreo vi mise piede. Per questo e' nostra responsabilita' fare il primo passo che portera' all’era messianica e alla redenzione.

Quattro Shabbatot particolari (chiamati arba parashiot) precedono Pesakh. Si tratta di Shabbat shekalim prima del primo di Adar, Shabbat Zakhor prima di Purim, Shabbat Parah dopo Purim e Shabbat Hakhodesh prima del primo di Nissan. Shabbat Parah ricorda il rituale di purificazione della vacca rossa (numeri 19:1-22). La Haftarah (Ezechiele 36:22-36) tratta della visione escatologica della futura purificazione del popolo di Israele. Shabbat Hakhodesh e' quello che precede il primo di Nissan (o il primo di Nissan quando questo giorno cade di Shabbat). Si legge Esodo 12:1-20 che descrive i preparativi del popolo di Israele in Egitto prima della liberazione. Questa lettura ci invita a prepararci per Pesakh.

Lo Shabbat che precede Pesakh e' chiamato Shabbat Hagadol (il grande Shabbat). Secondo alcuni il suo nome deriva da un versetto della Haftarah (Malachia 3:4-24): ecco che vi invio il profeta Elia prima del grande e terribile giorno dell’eterno (vers. 23). Questa Haftarah e' stata scelta in quanto di Nissan furono liberati, di Nissan saranno liberati (B. Rosh Hashanah 11b). Essendo la liberazione dall’Egitto avvenuta in Nissan, i rabbini hanno pensato che la redenzione futura avra' luogo ugualmente in Nissan.

Durante queste feste, si legge una Meghillah (rotolo). Il Cantico dei Cantici, Ruth, le lamentazioni, l’Ecclesiaste ed Esther sono chiamati i Hamesh Meghillot (cinque rotoli), perche' era d’uso leggere questi libri su rotoli di pergamena. Ogni libro e' letto ad una festa: il Cantico dei Cantici lo Shabbat di Pesakh, Ruth a Shavuot, le lamentazioni il 9 di av, l’ecclesiaste lo Shabbat di Succot ed Esther a Purim. L’usanza di leggere il Cantico dei Cantici a Pesakh e Ruth a Shavuot e' menzionata in M. Soferim 14:16, mentre quella di leggere l’Ecclesiaste a Succot sembra piu' tardiva.

R – Pesach

R 1 Festeggiare Pesakh

É una Mitzvah osservare la festa di Pesakh dal 15 Nissan per 7 giorni, come e' detto nella Torah: durante il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese al cadere della notte, mangerete del pane non lievitato e questo fino al ventunesimo giorno del mese (Esodo 12,18).

La sera del 14mo giorno corrisponde alla vigilia del 15mo giorno, poiche' nel calendario ebraico il giorno inizia la sera della vigilia.

R 2 Togliere il Hametz

Togliere il Hametz (lievito e ogni cibo lievitato) dalla propria casa prima di Pesakh e' una Mitzvah.

É considerato Hametz il lievito e ogni alimento composto da: grano, orzo, segale, avena e frumento lievitati. Secondo il Talmud (B. Pesahim 35a), questi sono cereali che possono entrare nella composizione della Matzah. Sono dunque i soli consideranti come soggetti alla lievitazione. Le tradizioni locali hanno aggiunto altri divieti, come il riso, il mais, i legumi secchi...

L’eliminazione del Hametz si basa su una ingiunzione biblica: fin dal primo giorno non avrete piu' lievito in casa vostra (Esodo 12,15). Alcuni, dopo aver pulito la casa, depositano cio' che resta di Hametz in un locale chiuso (la cantina ad esempio) che non apriranno per tutto il periodo di Pesakh. La legislazione rabbinica ha svoluppato un sistema di vendita fittizia, ancora in vigore in alcune comunita'. Gli alimenti suscettibili di lievitare non eliminati ne' distrutti prima di Pesakh per evidenti ragioni economiche, sono posti dentro un vano o un mobile che resteranno chiusi durante Pesakh. Si procede allora alla vendita fittizia del loro contenuto al rabbino, che a sua volta lo vende a un non ebreo. Cosi' legalmente il Hametz e' di proprieta' di un non ebreo e non di colui presso il quale si trova.

Dopo aver pulito la casa si procede, la vigilia del Seder, a una ricerca simbolica del Hametz che si chiama Bedikat-Hametz (ricerca del Hametz). La Mishnah (Pesahim 1:1,3) precisa che bisogna ricercare il Hametz con l’aiuto di una fonte di luce, quindi eliminarne ogni traccia. Per questo dopo la pulizia i genitori mettono qualche pezzo di pane che i bambini cercheranno di trovare con l’aiuto di una candela o di una lampada. Questi pezzi di pane vengono poi bruciati recitando questa benedizione: benedetto sia tu, eterno, nostro D-o, re del mondo, che ci ha santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiunto di bruciare il Hametz.

Il mattino del Seder non si mangera' piu' pane dopo la prima colazione e ci si asterra' dal mangiare del Matzot fino a sera. Maimonide, commentando un testo della Mishnah (Pesahim 10:1), precisa che i rabbini hanno proibito il consumo di Matzah il giorno precedente Pesakh per differenziarlo dalla sera del Seder quando il consumo di Matzah e' obbligatorio. Si raccomnanda anche di venire al Seder avendo fame, per poter godere appieno della cena di questa serata (Yad Hilkhot Hametz Oumatzah 6,12).

R 3 Non consumare Hametz per 7 giorni

É una Mitzvah astenersi dal consumare del Hametz durante i sette giorni di Pesakh, come e' detto: durante sette giorni... Non mangerete alcuna pasta lievitata... (Esodo 12, 19-20).

Facendo deliberatamente la scelta di non consumare il Hametz per tutta la settimana di Pesakh e controllando tutto quanto si mangia in questo periodo, si resta costantemente cosciente della festa , della sua importanza e della propria identita'.

R 4 Preparare il Seder

Partecipare alla preparazione del Seder (pulire, cucinare o preparare in tavola) e' una Mitzvah.

Chi dirigera' il Seder deve rivedere la Haggadah, preparare dei testi che vi potranno essere aggiunti e determinare in anticipo la partecipazione di altri convitati. Lo svolgimento del Seder e' facilitato quando tutti dispongono dello stesso testo. Si raccomanda di usare una opera che attragga e degli oggetti piacevoli per aumentare la gioia di compiere la Mitzvah.

Benche' nelle comunita' liberali non vengono raddoppiati i giorni di festa,sono numerosi coloro che organizzano o partecipano a un Seder la seconda sera di Pesakh. Il secondo Seder puo' seguire lo stesso svolgimento del primo o essere piu' creativo e porre l’accento sulla speranza di liberazione da ogni forma di oppressione.

R 5 l’Ospitalita'

Invitare altre persone a unirsi per il Seder e' una Mitzvah.

Cio' e' stato considerato talmente importante che la Haggadah ne fa menzione, e diciamo all’inizio della serata: che ogni poersona che ha fame venga e mangi e celebri con noi Pesakh. Non si lascera' nessuna persona sola in questa serata e numerose comunita' organizzano un Seder dove fanno Sedere le persone sole in mezzo ai loro membri (in particolare i vedovi, le persone anziane o gli studenti).

Nelle nostre comunita' non e' vietato invitare dei non ebrei alla celebrazione del Seder.

R 6 La Tzedakah

Fare la Tzedakah prima dell’inizio di Pesakh e' una Mitzvah.

La tradizione incoraggia questa Tzedakah soprattutto in favore di persone povere in modo da dare loro la possibilita' di celebrare Pesakh secondo le regole e in modo degno. Dei fondi speciali, Me' Ot Shitin, erano raccolti perche' i poveri potessero acquistare gli alimenti necessari per la festa, in particolare le Matzot (M. Pesahim 10:1).

R 7 Partecipare a un Seder e recitare la Haggadah

Partecipare alla lettura della Haggadah che ricorda l’uscita dall’Egitto e' una Mitzvah.

Dal versetto darai questa spiegazione a tuo figlio: e' in questo modo che l’eterno ha agito in mio favore, quando sono uscito dall’Egitto (Esodo 13:8), i rabbini hanno derivato l’obbligo del Seder e del racconto annuale dell’uscita d’Egitto (Mehilta Piskha 3). Si ricorda nella Haggadah che anche se fossimo tutti saggi ed esperti nella nostra tradizione, ci toccherebbe ancora riferire l’uscita dall’Egitto, perche' ognuno deve considerarsi come se vivesse l’Esodo: ad ogni generazione, ognuno deve considerarsi come se uscisse lui stesso dall’Egitto, come e' scritto: darai allora questa spiegazione ai tuoi figli: e' in questo modo che l’eterno ha agito in mio favore quando sono uscito dall’Egitto (Esodo 13:8 e commento in M. Pesahim 10:5).

R 8 Il piatto del Seder

Il piatto del Seder e' posto sul tavolo. Su questo piatto sono disposti (c.a. Orah Hayim 473,4):

  • Tre Matzot, due rappresentano i Lehem Mishne' (pani di proposta) presentate lo Shabbat e i giorni di festa al tempio, la terza come simbolo di Pesakh
  • Un osso di agnello cotto al fuoco (Zeroa), ricordo del sacrificio pasquale
  • Del prezzemolo (Karpass) simbolo dell’arrivo della primavera, della speranza e del rinnovamento
  • Del rafano (Maror) o delle erbe amare a ricordo dell’amarezza patita dai nostri avi schiavi in Egitto
  • Lo Harosset della stessa sostanza dello stesso colore della malta che i nostri padri fabbricavano in Egitto
  • Dell’acqua salata o acetata, acida come le lacrime e il sudore dei nostri avi schiavi
  • Un uovo (Beitsah) cotto o duro, simbolo della Haghigah (sacrificio della festa) e simbolo di vita e di morte

R 9 La coppa del profeta Elia

Durante la lettura della Haggadah si versano quattro coppe di vino.

Viene fatta allusione ad una quinta coppa (B. Pesahim 118a, Yad Hamets Oumatsah 8:10) che viene riempita senza essere bevuta e messa in un posto a scelta. Questa coppa e' chiamata Kos shel eliyahu (coppa di Elia), perche' si suppone che durante la serata il profeta Elia venga ad annunciare l’era messianica. Per questo al termine del pasto, uno dei convitati, in genere il piu' giovane, apre la porta per il profeta Elia.

Dei testi affermano che Elia torna di tanto in tanto in terra per aiutare coloro che sono poveri e reietti, e che al suo arrivo vengono risolti i problemi di Halakhah le cui controversie non hanno trovato soluzione (Malachia 3:23, M. Eduyot 8:7, Tossefta Eduyot 3:4, Pirke di Rabbi Eliezer 43).

R 10 Consumare la Matzah

É una Mitzvah consumare la Matzah durante il Seder e recitare le benedizioni appropriate:

Benedetto sia tu eterno nostro D-o, re del mondo, che fai germogliare il pane dalla terra.

Benedetto sia tu eterno, nostro D-o, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ordinato di mangiare la Matzah,

Mangiare la Matzah ricorda che la pasta preparata dai nostri avi non aveva avuto il tempo di lievitare prima dell’ultimo atto di redenzione: e con la pasta che avevano portato dall’Egitto prepararo dei dolci azzimi perche' non aveva fermentato, perche' respinti dall’Egitto non avevano potuto aspettare e non si erano muniti di altre provviste (Esodo 12:39).

Per il resto della settimana il consumo di Matzah e' facoltativo (B. Pesahim 120a). Si continua naturalmente a consumare alimenti che non contengono Hametz.

La Matzah ricorda anche che i sacrifici erano offerti con il pane della proposta, pani che erano non lievitati.

R 11 Mangiare del maror/erba amara

É una Mitzvah mangiare del Maror e recitare questa benedizione:

Benedetto sia tu eterno, nostro D-o, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ordinato di mangiare del Maror.

Questo Maror ricorda che gli egiziani rendevano amara la vita dei nostri avi, come e' scritto: resero loro la vita amara con dei lavori penosi sull’argilla e sui mattoni, con delle corvee rurali, oltre ai lavori che con tirannia imposero loro (Esodo 1:14). E secondo la Torah (Numeri 9:11), la carne del sacrificio pasquale doveva essere consumata con la Matzah e il Maror.

R 12 Le quattro coppe

Bere quattro coppe di vino durante il Seder e' una Mitzvah.

Anche il piu' povero deve consumare quattro coppe di vino durante il Seder (M. Pesahim 10:1). Il Talmud (Y. Pesahim 10:1, 37b) paragona queste quattro coppe ai quattro verbi usati nella Torah (Esodo 6:6-7) per caratterizzare l’azione di redenzione di D-o: Vehotseti (ti faro' uscire), Vehitsalti (ti liberero'), Vegaalti (ti riscattero') e Velakahti (ti prendero' come popolo). Le quattro coppe fanno anche allusione ai quattro regni di cui parla Daniele (cap. 7). Esse indicano le quattro parti della serata del Seder: Kiddush, evocazione della redenzione, Birkat Hamazon e Birkat Hashir (benedizione delle lodi).

Nel versetto seguente dell’Esodo (6:8), il quinto verbo Heveti (ti condurro') introduce le promesse della redenzione futura, da cui la quinta coppa. Questa e' facoltativa (Yad Hilkhot Hametz Oumatzah 8:10).

R 13 Mah nishtanah – le quattro domande

L’usanze e' di proporre al piu' giovane partecipante di porre il Mah Nishtanah. Con queste domande si pone l’accento sul significato dei cibi non usuali che si trovano sul piatto e dei gesti particolari che vengono compiuti durante l’inizio della serata. Le domande danno occasione per rispondere e per insegnare la lezione di Pesakh.

Anche se il testo delle quattro domande e' uguale in tutte le Haggadot (M. Pesahim 10:4), la spontaneita' e' incoraggiata e chi lo desidera puo' fare altre domande. Maimonide precisa a questo proposito: si possono portare alcuni cambiamenti durante la serata del 15 di Nissan perche' i bambini possano rimarcarne la particolarita' e possano fare, da soli, la domanda: perche' questa sera e' diversa dalle altre sere? e per poter loro rispondere: ecco cosa avvenne durante questa notte (Yad Hilkhot Oumatzah 7:5).

R 14 Appoggiare il gomito

L’uso e' di appoggiare il gomito quando si bevono le coppe di vino e di Sedersi in modo confortevole. Questo riguarda soprattutto colui che dirige il Seder (M. Pesahim 10:1).

Appoggiare il gomito e Sedere confortabilmente e' prerogativa di donne e uomini liberi.

R 15 L’Afikoman

L’Afikoman e' la meta' della Matzah di mezzo che e' stata messa da parte all’inizio del Seder. Una usanza antica vuole che nessuno lasci il tavolo senza aver mangiato dell’Afikoman. Questo termine di origine greca e' etimologicamente poco chiaro ed e' generalmente tradotto con Dessert. La Mishnah precisa che si deve terminare il pasto con l’Afikoman senza mangiare altro dopo (M. Pesahim 10:8 e cfr. B. Pesahim 119b-120a).

R 16 Hol hamoed

I giorni tra il primo e il settimo di Pesakh sono noti con il nome Hol Hamoed (profani della festa – giorni semifestivi). Durante questo periodo non si mangia alcun alimento lievitato e regna una atmosfera di festa (Esodo 12:15).

R 17 Il Cantico dei Cantici

Si legge il Shir Hashirim (Cantico dei Cantici) durante lo Shabbat di Pesakh. Questo canto d’amore e' stato sempre considerato nella tradizione come una allegoria dell’amore di D-o per Israele. La speranza e l’attesa della redenzione, che sono le idee centrali di Pesakh, fanno si' che questa sia una lettura particolarmente adatta.

R 18 Yzkor

Recita l’Yzkor il settimo giorno di Pesakh e' una Mitzvah.

Ricordiamo cosi' la memoria dei parenti e degli amici scomparsi, cosi' come quella dei martiri della nostra epoca e delle generazioni passate.

R 19 Lo studio dei Pirke Avot

Dal primo Shabbat dopo pessakh si inzia la lettura e lo studio dei Pirke Avot (trattato dei padri – nome del trattato della Mishnah che e' una raccolta di pensieri etici). Questo studio si svolge generalmente nel pomeriggio di Shabbat fino a Shavuot.

R 20 L’uffizio comunitario

É una Mitzvah riunirsi in comunita' per celebrare Pesakh soprattutto il primo e il settimo giorno.

Affermiamo cosi' il nostro legame con il popolo ebraico, la sua storia e la sua speranza. Se una malattia impedisce di assistere agli uffizi comunitari, si possono recitare le preghiera a casa.

S – Shavuot

Esodo 32, 24

Avrai anche una festa delle settimane per le primizie del raccolto del frumento.

Numeri 28, 26

Il giorno delle primizie, quando presenterete all’eterno la nuova offerta, alla fine delle vostre settimane, ci sara' per voi una convocazione, una convocazione santa: non compirete alcun lavoro.

Deuteronomio 16, 9-10

Poi conterai sette settimane: non appena metterai la falce al grano, comincerai a contare sette settimane. E celebrerai una festa delle settimane in onore dell’eterno tuo D-o, in proporzione dei doni che puo' la tua mano , secondo quanto l’eterno tuo D-o ti avra' benedetto.

Shavuot e' e' celebrato il sesto giorno del mese di sivan. Il nome Shavuot deriva dalla parola Shavuah (settimana), perche' questa festa cade sette settimane (una settimana di settimane) dopo Pesakh.

Nella Torah, Shavuot e' chiamata anche Hag Hakatsir (festa delle messi – Esodo 23, 16) e Hag Habikurim (festa delle primizie – Esodo 34, 22).

Nel Talmud, Shavuot e' identificata nel dono dei dieci comandamenti sul Monte Sinai (B. Shabbat 86b), per questo ha anche il nome di Zman Matan Toratenu (momento del dono della nostra Torah). A Shavuot il popolo ebraico celebra l’alleanza con D-o e riafferma il suo impegno allo studio (Talmud Torah) e alla pratica (Mitzvah). L’evento del Sinai non si limita quindi al dono della Torah ma anche all’accettazione da parte di Israele della messa in pratica di questa Torah e al suo studio. La risposta del popolo ebraico davanti al Monte Sinai, Naasse Venishmah (faremo e ascolteremo – Esodo 24: 7) ci impegna a confrontare costantemente la vita e la storia con i termini di questa alleanza.

In alcune comunita', i Benot/Bene Mitzvah anziani celebrano un uffizio di confirmazione che da' loro la possibilita' a una eta' piu' avnazata di confermareil loro attaccamento alla comunita' e alla tradizione.

S 1 Festeggiare Shavuot

É una Mitzvah celebrare Shavuot sette settimane dopo Pesakh, il 6 sivan, come e' detto: poi conterete ognuno, dall’indomani della festa, dal giorno in cui avrete offerto l’omer dell’equilibrio, sette settimane che devono essere intere; conterete fino all’indomani della settima settimana, cioe' 50 giorni, e offrirete all’eterno una nuova oblazione... E celebrerete questo stesso giorno; sara' per voi una convocazione santa e non fare lavoro alcuno... (Levitico 23, 15-16 e 21).

S 2 Decorazione della casa e della sinagoga

Si usa adornare la casa e la sinagoga con piante verdi e fiori. Questa abitudine e' legata al rapporto tra Shavuot e la mietitura (Esodo 23:16) che si faceva in questa epoca. Ricorda anche l’antica pratica legata al tempio di Gerusalemme quando le primizie dei frutti venivano portate per essere offerte (iB. 34:22). Il Talmud afferma che a Shavuot D-o benedice i frutti degli alberi (B. Rosh Hashanah 16a). Questa usanza esprime quindi anche la speranza di un raccolto abbondante.

S 3 Riaffermare l’alleanza

Riaffermare il Berith concluso al Sinai e' una Mitzvah.

La lettura dei dieci comandamenti durante l’uffizio ricorda che i nostri avi accettarono l’alleanza con D-o e si impegnarono a studiare la Torah e ad applicare i suoi precetti. Ci impegniamo nel Talmud Torah (studio della Torah) e a mettere in pratica i comandamenti, rinnovando il nostro impegno a essere il popolo dell’alleanza (Am Berith).

Una delle pratiche di Shavuot e' lo studio della Torah fino ad un’ora avanzata della notte. Questo studio e' chiamato Tikkun Leil Shavuot (istituzione della notte di Shavuot). Questa abitudine fu stabilita e sviluppata da Salomon Alkabetz e la sua cerchia di kabalisti nel xvi secolo a Salonicco. La introdusse in tutti i luoghi in cui visse.

La tradizione assegna allo studio della Torah un valore capitale, al punto che grazie allo studio della Torah... Ognuno acquisisce dei meriti per il mondo a venire (Shabbat 127a).

S 4 L’uffizio di confermazione

In alcune comunita' durante questa festa viene celebrata una cerimonia di confermazione. Questa usanza e' basata sulla somiglianza tra le primizie e gli adolescenti. A Shavuot gli ebrei portavano al tempio delle offerte composte di Bikkurim (primizie di frutti). Oggi gli adolescenti, che sono la speranza e la promessa del domani, confermano cosi' il loro attaccamento e il loro impegno nell’alleanza. Questo permette loro di approfondire le conoscenze, li incoraggia a rafforzare i loro legami con la tradizione, testimonia il loro rapporto con coloro che ricevettero la Torah sul monte sinai (Esodo 19, 3-8 e Deuteronomio 29, 9-14) e rinvigorisce il loro amore per D-o e per il popolo ebraico.

S 5 La lettura della Meghilat Ruth/Libro di Ruth

A Shavuot si legge la Meghilat Ruth. La storia di Ruth avviene all’epoca della mietitura, cioe' all’epoca di Shavuot. La tradizione rabbinica ha visto un parallelo tra la accettazione da parte di Ruth della tradizione e l’accettazione da parte del popolo di Israele della Torah.

Questa lettura afferma anche che la Torah non e' appannaggio solo del popolo ebraico, poiche' il libro di Ruth afferma che una persona non ebrea puo' diventare ebrea in ogni momento e aderire ai principi della rivelazione come e' insegnato in seno all’ebraismo contemporaneo (Abudraham Hashalem pag. 240).

Un’altra ragione per la lettura del libro di Ruth a Shavuot e' fondato sulla leggenda talmudica che afferma che Davide, nipote di Ruth, mori' il giorno di Shavuot (Y. Betsah 2:4, 61c e Ruth rabbah 3:2).

S 6 piatti particolari

É usanza mangiare piatti a base di latte. La tradizione ha visto un rapporto tra il latte, necessario al corpo, e la Torah, necessaria allo spirito (Deuteronomio Rabbah 7:3, Cantico dei Cantici Rabbah 1:3).

S 7 Yzkor

É usanza recitare l’Yzkor a Shavuot.

Ricordiamo cosi' la memoria dei membri della famiglia e dei nostri amici scomparsi, come quella dei martiri della nostra epoca e delle generazioni che ci hanno preceduto.

S 8 L’uffizio comunitario

E una Mitzvah unirsi alla comunita' per celebrare Shavuot, in particolare per l’uffizio del mattino, quando vengono letti nella Torah i dieci comandamenti. Affermiamo cosi' il legame con il nostro popolo, la sua storia e la sua speranza. Se una malattia impedisce di assistere agli uffizi comunitari, si possono recitare le preghiere a casa.

S 9 Tzedakah

Fare la Tzedakah prima dell’inizio di Shavuot e' una Mitzvah.

S 10 Ospitalita'

Nessuno deve essere lasciato solo in questa serata. Dobbiamo invitare le persone isolate affinche' possano dividere nella gioia i momenti della festa.

S 11 Contare l’Omer

Il testo biblico ingiunge di contare i 50 giorni tra Pesakh e Shavuot a partire dall’indomani dello Shabbat di Pesakh (Levitico 23:15).

Secondo il Talmud, i sadducei interpretavano in modo assoluto questo termine. La data di Shavuot variava dunque ogni anno. Ma i farisei, cioe' i rabbini, interpretavano il termine Shabbat di questo testo come significasse giorno di festa e concludevano cosi' che bisognava contare dall’indomani del primo giorno di Pesakh, il che fissava la data di Shavuot al 6 sivan, data che non compare nel testo biblico.

Ancora oggi, il periodo che separa Pesakh da Shavuot e' chiamato Sefira (conto) o Sefirat Haomer (conto dell’Omer) o semplicemente Omer, in ricordo dell’offerta di un omer d’orzo novello che veniva presentato al tempio il secondo giorno di Pesakh.

In numerose sinagoghe, nell’uffizio della sera, viene annunciato il giorno dell’omer. Si recita allora una benedizione: benedetto sia tu eterno, nostro D-o, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiunto di contare l’omer. Poi il giorno viene anniunciato (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 182).

Tradizionalmente questo periodo e' considerato come periodo di semilutto. Secondo la versione talmudica, durante le persecuzioni di adriano che seguirono la rivolta di bar kohba, 1200 allievi della scuola di rabbi Akiba furono messi a morte dai romani tra Pesakhe Shavuot (B. Yevamot 62b). Durante questo periodo e almeno fino al suo 33mo giorno (lag baomer) non si celebrano matrimoni.

Succot, Shemini Atseret e Simkhat Torah

Introduzione

Levitico 23, 34

Il quindicesimo giorno del settimo mese avra' luogo la festa delle capanne, durante sette giorni, in onore dell’eterno.

Deuteronomio 16, 13

Celebrerai la festa delle capanne durante sette giorni quando raccoglierai i prodotti della tua aia e del tuo torchio, e gioirai durante la festa...

Levitico 23, 36

L’ottavo giorno avrete una convocazione santa...

Succot inizia il quindicesimo giorno del settimo mese, quello di Tishri, e termina il ventiduesimo giorno di questo mese con la festa di Shemini atseret/simkhat Torah. Succot e' la festa agricola dell’autunno. Nella Torah, Succot e' chiamata Hag Haassif (festa del raccolto – Esodo 23:16, 34:22). All’epoca biblica la sua importanza era tale da essere chiamata Hehag (la festa) per antonomasia (1 re 23, 42).

Succot e' il ricordo di un importante evento storico, il cammino dei nostri avi nel deserto verso la terra di Israele. La Torah identifica la Succah (capanna) con le dimore temporanee degli israeliti durante questo viaggio nel deserto (Levitico 23, 42) da cui il nome di Succot: Hag haSuccot (festa delle capanne).

Piu' delle altre feste di pellegrinaggio, Succot ha conservato un carattere agricolo ed e' chiamata Hag Haassif (festa del raccolto). L’attenzione posta sul raccolto e l’abbondanza portano un cambiamento radicale e benvenuto dopo l’austerita' delle solenni feste di Rosh Hashanah e di Yom Kippur.

Tutte le feste di pellegrinaggio sono dei momenti di gioia, ma l’atmosfera di questa festa e' particolarmente lieta. La gioia e' un elemento essenziale legato a Succot (Levitico 23:40 e Deuteronomio 16:14), per questo Succot e' chiamata Zeman simhatenu (momento della nostra gioia). Ma anche nel momento della gioia, la struttura temporanea e fragile della Succah ci ricorda la fragilita' della vita.

Il Lulav e l’Etrog (cedro) ci ricordano che dipendiamo da D-o per il nostro nutrimento. Vivendo in un universo urbano, talora dimentichiamo che il nostro mondo produce grazie alla benedizione divina e al nostro lavoro. A Succot i nostri pensieri si chinano verso le bellezze del mondo e verso D-o che e' il vero proprietario della terra e dei suoi prodotti, e prendiamo coscienza che noi siamo i responsabili del nostro ambiente e dell’uso dei beni terreni.

L’ottavo giorno, Shemini Atseret (ottavo giorno di chiusura), e' la conclusione di Succot ma e' anche una festa indipendente, come e' detto: l’ottavo giorno avrete una convocazione santa... Non farete nessun lavoro servile (Levitico 23:36). Il Talmud considera Shemini Atseret con una festa in se stessa durante la quale il rituale di Succot (stare sotto la Succah, agitare il Lulav) non viene piu' svolto (B. Succah 47b-48a). Nel Kiddush, questo giorno e' ricordato come le altre feste di pellegrinaggio. Siccome seguiamo il calendario della Torah e non raddoppiamo i giorni di festa (come accade in Israele), non abbiamo il nono giorno di festa e celebriamo quindi Simkhat Torah (gioia della Torah) lo stesso giorno di Shemini Atseret.

Shemini Atseret/Simkhat Torah e' il giorno in cui leggiamo gli ultimi versetti del Deuteronomio, seguiti immediatamente dalla lettura dei primi versetti della Genesi. Tutti i Sefarim (rotoli della Torah) vengono estratti dall’arca e portati in processione in sinagoga. La celebrazione e' improntata a grande gioia perche' realizziamo che ci e' stato dato il tempo per terminare la lettura della Torah e per iniziarla nuovamente.

T – Succot

T 1 Festeggiare Succot

É una Mitzvah celebrare Succot per sette giorni a partire dal 15 toshri e concludere il 22 Tishri (l’ottavo giorno) con la festa di shemini atseret/simkhat Torah, come e' detto nella Torah: il quindicesimo giorno del settimo mese avra' luogo la festa delle capanne, che dura sette giorni in onore dell’eterno. Il primo giorno, convocazione santa, non compirete nessun lavoro servile... L’ottavo giorno avrete ancora una convocazione santa. È una festa di chiusura, non compirete nessun lavoro servile (Levitico 23, 34-36).

T 2 Rallegrarsi

É una Mitzvah gioire a Succot come insegna la Torah: gioirai durante la festa... Perche' l’eterno tuo D-o ti benedira' in tutti i tuoi raccolti, in tutti i lavori delle tue mani, e potrai abbandonarti alla gioia (Deuteronomio 16, 14-15).

Se la gioia e' una Mitzvah che riguarda le tre feste di pellegrinaggio, in modo particolare tocca proprio la festa di Succot.

T 3 Tzedakah

Fare la Tzedakah e' una Mitzvah.

Poiche' questa festa ci invita a rallegrarci dei risultati del raccolto, dobbiamo condividere la gioia ed essere ancora piu' attenti ai bisogni degli altri.

T 4 La Succah

Costruire o partecipare aslla costruzione o all’abbellimento di una Succah (capanna) e' una Mitzvah.

La Succah e' una costruzione provvisoria la cui parte superiore, il sekhakh, e' formato da rami. Il Sekhakh lascia intravedere il cielo e l’ombra proiettata a terra deve essere almeno la meta' della superficie al suolo. Le pareti possono essere fatte di rami o di altro materiale. È neecessario che vi sia una apertura della Succah verso l’esterno. La capanna viene decorata con frutti e legumi, che ricordano la fine dei lavori agricoli e il periodo in cui si riempiono i granai. La Succah deve essere decorata con gusto (B. Shabbat 133b) ed essere il piu' possibile bella.

Le regole per la costruzione della Succah sono discusse ed elaborate nei codici (M. Succah 1:1 – 2:4, Yad Hilkhot Succah 4-5, c.a. Orah Hayim 625 e segg.)

Oggi a volte e' impossibile costruire una Succah all’aperto. In questo caso e' preferibile costruirne una nei locali della comunita', affinche' questo simbolo della nostra fragilita', ricordo delle peregrinazioni dei nostri avi nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto, sia presente durante la celebrazione della festa.

Si raccomada di inziare la costruzione della Succah dalla fine del Kippur. La Succah puo' essere innalzata in un cortile, su una terrazza o un balcone. Se viviamo in tanti in un appartamento dove e' impossibile costruire una Succah, si raccomanda di partrecipare alla costruzione di una Succah, quella della comunita' o quella di amici.

T 5 Il Lulav e l’Etrog/Cedro

É una Mitzvah prendere il Lulav (palma) e l’Etrog (cedro) e di recitare la benedizione appropriata: benedetto sia tu, eterno D-o nostro, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai dato la Mitzvah del Lulav.

Il Lulav e l’Etrog sono chiamati anche Arba Minim (quattro specie) che sono costituiti da l’Etrog e il Lulav con il Hadass (mirto) e la Aravah (salice piangente).

La pratica del Lulav e' basata sulla interpretazione rabbinica del Levitico 23, 40: prenderete il primo giorno del frutto dell’albero Adar (interpretato come il cedro), dei rami di palma, dei rametti dell’albero Avot (interpretato come il mirto) e dei salici dei fiumi (B. Succah 35a e 32b).

Si prende il Lulav nella mano destra e l’Etrog in quella sinistra (B. Succah 37b, vedere anche c.a. Orah hayim 651:8).

Prendendo il Lulave l’Etrog e agitandoli in tutte le direzioni (davanti, a destra, dietri, a sinistra, in alto e in basso), riconosciamo simbolicamente la sovranita' di D-o sul mondo intero e chiediamo la sua benedizione su tutta l’umanita'. R. Yohanan spiega che il Lulav e' agitato in tutte le direzioni in onore di D-o che risiede nei cieli e sulla terra (B. Succah 37b).

L’Etrog ha sempre avuto un posto particolare, essendo il mirto e il salice attaccati al ramo di palma, e' l'insieme che viene chiamato Lulav. Rappresenta ugualmente in modo simbolico l’insieme dell’umanita' sulla quale imploriamo la benedizione divina (M. Succah 3:4,8 e B. Succah 37b).

Si raccomanda di comperare un Lulav e un Etrog e di scieglierlicon cura. La palma, il salice e il mirto devono esser freschi, l’Etrog in buono stato. Sciegliendo un bel Lulav e un bel Etrog, si unisce alla bellezza della festa il compimento della Mitzvah.

T 6 Stare nella Succah

Celebrare Succot nella Succah e' una Mitzvah. La Torah dice a questo proposito: dimorerete in tende per sette giorni. Durante sette giorni ogni indigeno in Israele dimorera' sotto la tenda, affinche' le vostre generazioni sappiano che ho dato delle tende come dimora ai figli di Israele, quando li ho fatti uscire dal paese d’Egitto, io l’eterno vostro D-o (Levitico 23,42-43).

La Torah parla di vivere durante sette giorni nella tenda. Quando il clima e le circostanze lo permettono, alcuni soggiornano tutta la festa nella Succah, altri vi prendono i pasti (anche un pasto simbolico) o si accontentano di recitarvi il Kiddush. Quando ci si trova nella Succah si pronuncia la seguente benedizione:

Benedetto sia tu eterno, nostro D-o, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiunto di stare nella Succah.

Quando le circostanze non permettono di vivere nella Succah, ci si sforza di andare nella Succah comunitaria o in quella di amici.

T 7 Hakhnassat orehim/ospitalita'

É una Mitzvah invitare le persone sole affinche' possano condividere nella gioia i momenti della festa quando esprimiamo gratitudine verso D-o e i suoi doni in nostro favore.

Accogliamo cosi' nella Succah come compagni spirituali degli ospiti di riguardo, gli Ushoizim: Abramo e Ruth, Isacco e Ritzpah, Giacobbe e Abigail, Giuseppe ed Esther, Mose' e Huldah, Aronne e Hanah, Davide e Deborah.

T 8 Lettura di Kohelet

Il libro di kohelet (ecclesiaste) e' letto lo Shabbat hol hamoed Succot (Shabbat durante Succot). Come la Succah, ci ricorda la fragilita' della vita.

T 9 Hol Hamoed/giorni intermedi della festa

I giorni intermedi di Succot sono chiamati Hol Hamoed Succot (giorni profani di Succot). Durante questi giorni si continua ad agitare il Lulav e a stare nella Succah. Ogni giorno puo' essere occasione di rallegrarsi e di mantenere il carattere gioioso di questa festa.

Il settimo giorno di Succot Hoshanah Rabbah era chiamato nel medio evo Yom Kippur Hakatan (piccolo giorno di Kippur). Era l’occasione, per coloro che avevano sentore di non essere stati perdonati a Kippur, di compiere una volta di piu' il rituale dell’espiazione per ricevere il perdono divino. Durante questo giorno si prendono dei rami di salice che si battono per fare cadere le foglie e segnare cosi' simbolicamente la scomparsa delle nostre colpe e dei nostri peccati.

U – Shemini Atseret e simkhat Torah

U 1 Shemini Atseret – Simkhat Torah

Shemini Atseret/simkhat Torah e' celebrato alla fine di Succot. L’atmosfera e' acora piu' gioiosa. Si applicano a questa giornata le Mitzvot dei giorni festivi. Nelle nostre comunita' con in tutte quelle di Israele, le due feste sono celebrate lo stesso giorno.

U2 Terminare e reiniziare la lettura della Torah il giorno di Shemini Atseret-simkhat Torah

É una Mitzvah partecipare alle processioni della Torah ed essere presenti all’uffizio del mattino, quando vengono letti gli ultimi versetti del Deuteronomio e i primi versetti della Genesi.

Simkhat Torah si e' sviluppata tardi. In babilonia dove le comunita' raddoppiavano i giorni di festa, la lettura della Torah del secondo giorno di Shemini Atseret era la fine del Deuteronomio (B. Meghillah 31a). Poco a poco questo giorno divento' l’occasione per terminare e reiniziare la lettura della Torah. E questa usanza fu generalizzata quando il sistema di lettura della Torah in vigore in babilonia (lettura di tutta la Torah ogni anno) soppianto' il sistema palestinese (lettura completa in tre anni). Questo giorno divenne una gioiosa celabrazione ed ebbe come nome Simkhat Torah (festa della Torah).

Oggi simkhat Torah e' celebrata in Israele nelle comunita' ortodosse e liberali, e nelle comunita' liberali della diaspora, lo stesso giorno di Shemini Atseret. Nelle comunita' ortodosse della diaspora, questa festa e' celebrata il giorno dopo.

Il chiamato alla Torah per la fine del Deuteronomio prende il titolo di Hatan-kalat Torah (fidanzato della Torah) e colui che sale per i primi versetti della Genesi e' chiamato Hatan-Kalat Bereshit (fidanzato del Bereshit).

In alcune comunita' tutti i bambini sono chiamati a salire alla Torah per i primi versetti della Genesi, in altre sono i membri presenti che collettivamente vengono chiamati alla Torah e pronunciano le benedizioni.

La tradizione ha diviso la lettura della Torah in sezioni settimanali affinche' tutto il libro sia letto nel corso dell’anno. La fine di questa lettura e il suo reinizio sono dunque momenti di gioia e una occasione perdimostrare il nostro attaccamento alla Torah. La ripresa immediata della lettura dimostra che questa non e' mai termminata e simboleggia la nostra volonta' di osservare la Mitzvah del Talmud Torah.

U 3 Yizkor/preghiera della memoria

Il giorno di Shemini Atseret e' usanza di recitare l’Yizkor. Ricordiamo cosi' la memoria dei membri della nostra famiglia e degli amici scomparsi, come quella dei martiri della nostra epoca e delle generazioni passate.

U 4 Consacrazione

Dato che Simkhat Torah e' la affermaziione gioiosa della Mitzvah del Talmud Torah, alcune comunita' organizzano una festa per i bambini che iniziano il Talmud Torah. Vengono loro dati alimenti zuccherati o dolci a forma di lettere ebraiche per insistere sul carattere gioioso e di dolcezza legato allo studio della Torah. Questa celebrazione ricorda che negli anni sabbatici, durante la festa di Succot, il popolo di Israele, uomini, donne, bambini e stranieri residenti in mezzo a loro, dovevano riunirsi per ascoltare una lettura della Torah (Deuteronomio 31:12).

Alcuni bambini ricevono in dono dei rotoli della Torah in miniatura.

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