Incinerazione

La Torah (Deuteronomio 21:23) e la tradizione chiedono di seppellire i morti e di comportarsi con rispetto verso il corpo del defunto. Il Talmud (Shabbat 46b) precisa che si deve procedere alla sepoltura il giorno stesso del decesso, altrimenti si trasgredirebbe a questo comandamento. Questa ingiunzione e' ripresa in tutti i codici rabbinici (Shulkhan Arukh, Yore Deah 362; Maimonide, Sefer Hamitzvot par. 536). Ma i testi non fanno allusione al modo della sepoltura. Occorre sottolineare che da sempre e' stata praticata la tumulazione in terra e che per questo e' diventata norma. Tuttavia occorre sapere che il fuoco e' uno dei quattro modi di esecuzione di un condannato (Levitico 20:14 e 21:19) e che dei roghi sono stati accesi dopo la morte di certi re, senza sapere se i loro corpi vi erano stati bruciati o se questi roghi avessero altri significati (cfr. Geremia 34:4-5 e Amos 6:10).

La Mishnah considera questi roghi come una pratica idolatra (Avodah Zarah 1,3), ma i testi biblici attestano che tali pratiche avevano luogo senza essere considerate, all’epoca, come intaccate da idolatria. Sembrerebbe che i corpi di saul e dei suoi figli che erano stati mutilati da filistei sia stati bruciati prima di essere seppelliti (I Samuele 31:11-12).

Ma vi sono altri indizi. Un Midrash fa allusione a un dialogo tra Abramo e Isacco durante il quale quest’ultimo chiede a suo padre di far arrivare le sua ceneri a sarah affinche' essa possa piangere suo figlio (Midrash Vayosh). Isserless nel suo commento al Shulkhan Arukh (Yore Deah 363, 2) autorizza l’uso della calce per accelerare la decomposizione del corpo quando, per rispettare la volonta' del defunto, si devono trtasportare le sue spoglie verso un luogo da lui designato per l’inumazione. L’incinerazione, o un suo equivalente, non e' dunque sconosciuta nella nostra tradizione.

Ma il problema della incinerazione si e' posto nella realta' nel secolo scorso quando questo modo di inumazione e' stato introdotto senza alcuna relazione con pratiche idolatre. La reazione delle autorita' rabbiniche ortodosse fu delle piu' moderate. Pur ripetendo che la sepoltura del corpo e' il modo abituale di inumazione, i grandi rabbini di Inghilterra e Francia autorizzarono nel 1887 la sepoltura in terra nei cimiteri delle comunita' ebraiche ortodosse di urne contenenti ceneri (Gran rabbini N. Adler 1802-1890 e Zadoc Khan 1839-1905). Ed e' ancora il caso di oggi. L’opinione dei responsabili ortodossi della fine del secolo scorso puo' essere riassunta da questa frase di d. Z. Hoffmann (1843-1921): non e' un obbligo seppellire le ceneri, ma non vi e' alcun divieto a questo riguardo (Melamed Leho-Il Yore Deah 113).

In questo seguiva l’opinione del suo predecessore, il Rabbino A. Hildesheimer (1820-1899), che aveva permesso di seppellire delle ceneri nei cimiteri delle comunita' ortodosse di Germania. Oggi, quando delle persone desiderano essere cremate, si ha diritto di non rispettare la loro volonta' e di rifiutare ai parenti una presenza rabbinica e delle preghiere? I rabbini liberali hanno risposto a questa domanda come avevano fatto certe autorita' ortodosse in questi termini:

Se una persona desidera essere cremata, nessuno puo' vietarglielo; le ceneri possono essere inumate (anche in un cimitero ebraico) e le preghiere possono essere recitate prima della cremazione e al momento del seppellimento dell’urna

(Rabbinical Assembly Proceeding 1939, pag. 156)

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