La situazione attuale

Il sistema scolastico israeliano si compone di diversi livelli: istruzione pre-primaria, primaria, secondaria, a cui vanno aggiunte l'istruzione universitaria e quella per gli adulti. la particolarita' della composizione etnica, religiosa e culturale, oltre che sociale, della societa' israeliana composta da ebrei (81%), arabi musulmani e cristiani (17%), drusi ed altre comunita' (2%) ha contribuito a determinare una maggiore attenzione ai temi dell'individualizzazione dell'insegnamento nei confronti dei singoli e delle comunita' locali.

Nel 1968 e' stata varata, attraverso la legge sull'istruzione obbligatoria, la riforma globale dell'intero sistema scolastico, che ha portato alla creazione di quello attuale cosi' suddiviso: almeno 1 anno di scuola materna, 6 anni di scuola primaria (dalla prima classe alla sesta), 3 anni di scuola secondaria inferiore (dalla settima classe alla nona), 3 anni di scuola secondaria superiore (dalla decima classe alla dodicesima). in particolare la scuola secondaria superiore (3 anni) e' stata suddivisa in due indirizzi, quello generale e quello tecnologico, attualmente frequentati rispettivamente dal 59% e dal 41% degli studenti.

La riforma ha comportato una modifica della legge sull'istruzione obbligatoria con l'elevazione dell'obbligo scolastico dall'ottava alla decima classe, per un totale di 11 anni di istruzione obbligatoria incluso un anno di scuola materna. durante questi undici anni , oltre che obbligatoria, l'istruzione e' gratuita.

Come si vede la riforma non ha modificato il numero totale di anni di istruzione, ma ha invece riguardato la loro suddivisione, l'obbligo scolastico, il tipo e il numero delle materie insegnate.
Gli scopi della riforma, dichiarati dal ministero dell'istruzione e della cultura israeliano erano quelli di far raggiungere a tutti gli studenti un livello minimo di istruzione piu' elevato e permettere l'integrazione dei vari settori della societa' israeliana.

Cio' con riferimento alle varie realta' sociali e linguistiche presenti nel paese: innanzitutto le componenti arabe e druse, ma anche i vari gruppi di immigrati ebrei provenienti da retroterra culturali diversissimi (per esempio la Russia, lo Yemen, l'Etiopia). In rapporto a questi obbiettivi, la riforma, che e' stata accompagnata di pari passo dallo sforzo per migliorare le condizioni strutturali delle scuole e creare un corpo docente adeguato, ha avuto dei riscontri positivi. nell'anno scolastico 1995/96 il 65% degli alunni ha frequentato la scuola riformata, mentre il restante 35% di essi ha frequentato le scuole che seguono ancora il vecchio sistema che ha continuato ad esistere parallelamente al nuovo, per ragioni legate anche alla presenza nel paese di scuole statali e private di impostazione religiosa.

Alla fine del ciclo scolastico, che si conclude con un esame di maturita', esiste, come alternativa all'universita', la possibilita' di frequentare corsi post-diploma che permettono l'accesso all'insegnamento e ad altre professioni quali quella di bibliotecario e contabile. Gli studenti che si dedicano a questo tipo di studi sono circa la meta' di quelli che si iscrivono alle universita', dove e' possibile conseguire una laurea breve (b. a.) in tre anni, una laurea completa (m. a.) in altri due o tre anni a seconda delle facolta', e successivamente un dottorato di ricerca (ph. d.) in altri due o tre anni. L'accesso all'universita' non e' pero' automatico. tutti i diplomati devono infatti superare un esame di ammissione presso le stesse universita' (esame psicometrico) che si basa su prove di cultura generale nelle materie di studio della scuola superiore e su prove psicoattitudinali, piu' la conoscenza obbligatoria, ad un buon livello, della lingua inglese.

Il superamento di questo esame non da' automaticamente diritto all'iscrizione a qualsiasi corso di laurea. Infatti ciascuna facolta' stabilisce per l'iscrizione un punteggio minimo da conseguire all'esame psicometrico, e solo gli studenti che l'abbiano ottenuto vengono accettati. praticamente, le facolta' piu' ambite (medicina, ingegneria, giurisprudenza, economia, psicologia) richiedono dei punteggi piu' elevati. Gli studenti che non abbiano ottenuto il risultato desiderato a tale esame, possono ripeterlo negli anni successivi.

Risultati della riforma

I risultati piu' evidenti e tangibili, riscontrati dal 1968 ad oggi, sono sia di natura quantitativa che qualitativa. Il numero degli studenti delle superiori si e' enormemente accresciuto in valore percentuale oltre che assoluto rispetto al periodo precedente, cosi' come il numero di docenti formatisi negli speciali corsi post-diploma. e' anche aumentato in percentuale la componente femminile. Nella scelta degli indirizzi della scuola superiore si e' registrata la preferenza delle ragazze per l'indirizzo generale e dei ragazzi per l'indirizzo tecnologico.

Dal punto di vista qualitativo e' stata senz'altro realizzata l'integrazione fra le varie fasce di studenti ed e' stato innalzato il livello di istruzione di base. Cio' grazie anche alla grande elasticita' dei curricola che, come si puo' notare dall'analisi delle tabelle precedenti, sono di fatto quasi completamente dipendenti dai consigli pedagogici di ciascun istituto. Questi organi infatti possono decidere non solo il numero di ore da attribuire a ciascuna materia obbligatoria, complementare o facoltativa, ma anche se eliminarne alcune o introdurne di nuove, oltre naturalmente alla possibilita' di definirne a piacimento i programmi, sempre allo scopo di permettere il massimo di adattamento alle situazioni locali e dei singoli alunni. In particolare le autorita' scolastiche sottolineano il grande impatto che ha avuto nella formazione degli studenti la creazione delle ore settimanali di educazione e problemi.

Si tratta di ore in cui un docente specializzato affronta qualunque argomento esuli dai programmi delle altre discipline. L'estrema elasticita' di questa definizione ha permesso la sua utilizzazione nelle forme piu' varie, dal sostegno alle attivita' di classe ad un'integrazione didattica che permettesse la trattazione di argomenti delle varie discipline per i quali non c'era spazio o tempo nelle ore curricolari. Soprattutto nella prassi dell'ultimo decennio queste ore si sono andate sempre piu' configurando come una specie di consulting. Gli studenti cioe', propongono la discussione di tematiche legate alla loro realta' quotidiana, scolastica o non, ed il docente li aiuta a risolvere i problemi ad esse connessi.

Talvolta e' lo stesso insegnante che, prendendo spunto dai fatti di cronaca, propone la discussione di determinati argomenti. Gli studenti sembrano molto interessati a questo tipo di attivita', che solo recentemente e' stata integrata dalla presenza in ciascuna scuola o distretto di uno psicologo ed altro personale specializzato che offre assistenza individuale agli studenti in orario extrascolastico. La figura del docente di educazione o problemi, nasce infatti nel 1968 come mediazione tra l'esigenza di avere una figura tutoriale di psicologo e l'impossibilita' economica e logistica di reclutarne in numero sufficiente per tutto il paese. Oggi che le mutate condizioni economiche lo consentono, il ministero ha deciso di non eliminare tale figura di insegnante, che e' andato definendo con successo la sua figura professionale in rapporto alle dinamiche collettive della classe.

Se pero' il nuovo sistema ha portato ad una grande riavvicinamento tra scuola e territorio, e ad una concreta applicazione del principio dell'insegnamento individualizzato, dall'altra ha favorito una notevole disomogeneita' tra la preparazione degli studenti di scuole diverse e di aree geografiche diverse. Cio' avviene soprattutto per quanto riguarda le discipline umanistiche, laddove lo studio delle materie tecnico-scientifiche ed innanzitutto della matematica e' inquadrato in programmi rigidi che garantiscono una certa standardizzazione degli apprendimenti. Va rilevato peraltro che a tali discipline tecnico-scientifiche viene attribuita importanza fondamentale nel sistema scolastico israeliano che e' fortemente orientato verso i settori produttivi agricolo e industriale.

In ambito universitario si comincia a risentire oggi della sfasatura tra i vecchi programmi, pensati per degli studenti che provenivano da una scuola superiore tradizionale, e la massa degli studenti ai quali, proprio per la disomogeneita' a cui si accennava, risulta difficile offrire dei curricola generali nei primi anni. Si e' percio' acceso un dibattito molto vivace sulla funzione della scuola e dell'universita' e sui contenuti dei loro programmi formativi.

Alla scuola si chiede il ritorno a programmi piu' rigidi ed un aumento delle ore riservate alle materie obbligatorie, quali ad esempio la storia e la geografia. all'universita' viceversa si domanda una minore rigidita' ed un avvicinamento dei programmi alla mutata realta' scolastica del paese.
Agli insegnanti ed alle istituzioni che li formano si pone oggi il problema del recupero di metodologie piu' rigorose, che erano state messe da parte in nome della spontaneita' e dell'improvvisazione. Queste due doti si sono rivelate preziose nello stabilire un punto di contatto con le piu' svariate realta' socio-culturali nella societa' dei decenni passati, formata prevalentemente da immigrati, e altrettanto preziose per garantire un approccio individualizzato ai singoli ed ai gruppi di alunni, ma oggi non bastano piu' per stimolare il processo di apprendimento in una societa' ad alto sapere tecnologico. Ad esse si vuole piuttosto sostituire la creativita' nel presentare e combinare l'apprendimento non solo di procedure e percorsi, ma anche di nozioni, di cui oggi si riscopre l'importanza e si ritiene di non poter fare a meno.

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