Sihot con il Rosh Ieshiva’

Emuna’(Fede)

  1. Cosa e’ in teoria e cosa in pratica
  2. Tora’ min ashamaim (prove e commenti)
  3. Asghaca’ (provvidenza)
  4. Fede e scienza

Provvidenza divina

Esaminiamo attraverso due fatti storici, di cui uno biblico e uno recente, che cosa vuol dire provvidenza divina, se esiste, e come influisce.

A: Guerra in Galilea 1982

Una delle piu’ grandi battaglie aeree del mondo, 200 aerei impiegati, conseguenze: 21 aerei siriani abbattuti, equipaggiamenti missilistici totalmente distrutti, mentre dall’altro lato, nessun aereo israeliano colpito.

Perche’?

Fu chiesto al comandante delle azioni speciali israeliane di dare una risposta, secondo lui, questo risultato si deve a tre cose:

  1. Tecnologia avanzata
  2. Forza individuale eccellente
  3. Un po’ di fortuna

Se questa domanda fosse stata chiesta ad un fedele, probabilmente avrebbe risposto che e’ tutta opera di D-o. Ma possiamo noi realmente, pur considerando la provvidenza divina, prescindere dalle due prime condizioni portate dal comandante?

B: (Ioshua) Ioshua riesce a conquistare Gerico soltanto suonando lo Shofar, ma nessuno doveva prendere del bottino.

Accade invece che Achan disobbedisce all’ordine divino.

Dopo di cio’ bisognava conquistare ‘Ai, degli esploratori mandati da Ioshua affermano che bastano solo 2 o 3000 unita’ per vincere questa guerra.

La conseguenza e’ che l’esercito viene sbaragliato, e israele subisce la prima sconfitta della sua storia.

D-o Dice a Ioshua che il motivo della sconfitta e’ il peccato del bottino.

Per vincere la guerra ora bisogna colpire il colpevole, si tira a sorte ed esce fuori che il responsabile e’ Achan.

D-o Pero’ dice a Ioshua che per conquistare ai ci voleva anche una tecnica militare particolare e che tutto il popolo d’Israele doveva uscire in guerra.

Se facciamo un piccolo accenno ai numeri vediamo che gli abitanti di ‘Ai erano 12 000, mentre i figli d’Israele contavano su di un piccolo gruppo di avanguardia di 3.000 (quindi figuriamoci quanti erano in totale!!).

Quindi ci potremmo chiedere, che sorta di provvidenza divina? La sconfitta si spiega con uno scarso numero di guerrieri, la vittoria con la stragrande maggioranza.

Come si spiega la sconfitta?

  1. Spiegazione laica, errore d’informazione degli esploratori
  2. Spiegazione religiosa, peccato del bottino

Ma se fosse vera la seconda, perche’ nel secondo tentativo di conquista mandare tutto il popolo? Ormai il colpevole era stato ucciso!

L’errore di informazione fu fatto per un errore di superbia, nel mondo antico c’era una specie di regola: per conquistare, ci vuole 10 volte la forza difensiva, quindi 12 000 * 10 = 120 000 e non certo 2 o 3 000!!!!

L’impresa di ‘Ai sembrava molto facile se paragonata a quella di gerico. Quindi possiamo dire che l’errore di informazione non e’ altro che un errore di superbia che nasce dalla vittoria di gerico.

Se analizziamo la storia piu’ recente vediamo che dopo la guerra dei sei giorni, guerra vinta strepitosamente da israele in condizioni improbabili, Israele lascia il confine egiziano (73) console 700 unita’ contro un milione di unita’ egizie!!!

La guerra del 73, nota come guerra del Kippur alla fine avra’ esiti positivi, ma all’inizio tutto sembrava portare ad una sconfitta, anche qui il tutto nato da un errore di presunzione dato dalla precedente vittoria.

Achan poi perche’ ha peccato? Quando si parla del peccato di achan, viene espresso in forma plurale, e cio’ sta a significare che anche se lui materialmente aveva fatto questo peccato, l’idea era comune. Praticamente i figli d’israele avevano vinto e quindi pensavano che gli spettava il bottino, ma non avevano considerato che in realta’ la guerra non l’avevano vinta da soli!!!

Quindi sia che guardiamo la storia da un lato religioso(peccato del bottino) sia che la guardiamo da un lato laico (errore d’informazione); tutto nasce dalla domanda: chi ha vinto a gerico?

Per l’uomo fedele non c’e’ contraddizione tra le due spiegazioni, la spiegazione laica non e’ sbagliata, solo che si trova ad un altro livello di quella religiosa, praticamente si richiede all’uomo religioso di essere profondo (Adam Maamin/Adam Maamik).

Noi non ci dobbiamo appoggiare troppo a D-o, anche se dobbiamo sapere che e’ la ragione profonda di tutto.

Infatti se vediamo Devarim (Deuteronomio) capitolo ottavo, versi 17 e 18 capiamo meglio questo concetto.

Il primo verso dice....Potresti pensare: fu la mia forza e la potenza della mia mano che mi procuro’ questo benessere, mentre il verso 18 dice..E ti ricorderai del signore tuo D-o Perche’ e’ lui che ti concede la forza.

Quindi non possiamo negare che quello che abbiamo viene dalle nostre mani, dal nostro lavoro; ma non dimentichiamoci di chi ci ha dato la forza. Credere nella provvidenza non vuol dire non credere a nient’altro!!!

Fabrizio Mieli.

Tratto dalle Sihot con Rav Amit Kula, Rosh Ieshiva’ della Ykd Ein Zurim

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