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lug 25, 2005 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

Miti e fatti 17. Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo-islamici

Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo/islamici, di Mitchell G.Bard

[Miti da confutare]

17.a. "Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi"
17.b. "Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state anti-ebraiche"
17.c. "Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente dagli arabi"
17.d. "Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge islamica"
17.e. "Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza con Israele"
17.f. La situazione attuale

[I miti in dettaglio]
17.a. MITO "Gli arabi non possono essere antisemiti essendo semiti essi stessi" 17.a. FATTI Il termine "antisemita" fu coniato in Germania nel 1879 da Wilhelm Marrih per riferirsi alle manifestazioni anti-ebraiche del periodo e per dare un nome piu' scientifico all'ostilita' nei confronti degli Ebrei.[1]
"Antisemitismo" e' stato accettato ed inteso come vocabolo per indicare l'avversione al popolo ebraico. I dizionari definiscono il termine come "Teoria, azione o pratica volta contro gli Ebrei" e "Ostilita' contro gli Ebrei come gruppo religioso o razziale, spesso accompagnata da discriminazione sociale, economica e politica" [2]
La pretesa che gli arabi in quanto "semiti" non possano essere antisemiti e' una distorsione semantica che ignora la realta' delle discriminazioni e delle ostilita' contro gli Ebrei.

Gli arabi, come ogni altro popolo, possono infatti essere antisemiti.

17.a. LA FRASE CELEBRE:
"Il mondo arabo e' l'ultimo bastione di un antisemitismo sfrenato, sfrontato, aperto e inconcepibile. I miti Hitleriani vengono pubblicati sulla stampa popolare come verita' incontrovertibili. L'Olocausto viene minimizzato o negato... E' difficile immaginare come il mondo arabo possa mai giungere ad accordi con Israele quando gli Israeliani stessi vengono ritratti come l'incarnazione del diavolo" Opinionista Richard Cohen Washington Post (30 Ottobre 2001) 17.b. MITO "Le moderne nazioni arabe sono solo anti-israeliane e non sono mai state anti-ebraiche" 17.b. FATTI I leader arabi hanno ripetutamente esplicitato la propria ostilita' nei confronti degli Ebrei e dell'ebraismo.

Ad esempio, il 23 Novembre 1937, il re dell'Arabia Saudita Ibn Saud disse al Colonnello britannico H.R.P. Dickson: "Il nostro odio per gli Ebrei ha le sue radici nella condanna di Dio nei loro confronti per la persecuzione e il rifiuto di Isa (Gesu') e il conseguente rifiuto del Suo Profeta prescelto". Aggiunse anche "che per un musulmano uccidere un ebreo, o essere ucciso da un ebreo assicura l'ingresso immediato in paradiso presso la venerabile presenza di Dio Onnipotente" [3]
Allorche' Hitler introdusse le leggi razziali di Norimberga nel 1935, ricevette dei telegrammi di congratulazioni da parte di tutti gli angoli del mondo arabo.

In seguito, durante la guerra, uno dei suoi maggiori sostenitori fu il Mufti' di Gerusalemme.

Agli Ebrei non fu mai consentito di vivere in Giordania. La legge civile N.6, che vigeva nella Cisgiordania occupata dalla Giordania, afferma chiaramente: "Chiunque sara' considerato un suddito Giordano purche' questi non sia Ebreo" [5]
I paesi arabi si dedicarono a cio' fino ad educare nelle scuole i bambini all'odio verso gli Ebrei. Il ministro siriano dell'educazione scrisse nel 1968: "L'odio con cui indottriniamo le menti dei nostri figli fin dalla loro nascita e' sacro " [6]
Dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, gli Israeliani trovarono dei testi pubblici scolastici utilizzati per educare i bambini arabi nella Cisgiordania. Erano farciti di ritratti razzisti e odiosi nei confronti degli Ebrei:
"Gli Ebrei sono disseminati alla fine del mondo, dove vivono esiliati e disprezzati, essendo per loro natura vili, avidi e nemici dell'umanita';
per loro natura sono stati tentati di rubare una terra come asilo per le loro disgrazie" [7]
"Analizza le seguenti frasi:
1. Il mercante viaggio' attraverso il continente africano.

2. Espelleremo tutti gli Ebrei dai paesi arabi" [8]
"Gli Ebrei del nostro tempo sono discendenti degli Ebrei che recarono danno al profeta Maometto. Lo tradirono e ruppero il patto con lui e si unirono ai suoi nemici per combatterlo" [9]
"Gli Ebrei in Europa furono perseguitati e disprezzati a causa della loro corruzione, cattiveria e falsita'" [10]
Un manuale del 1977 per gli insegnanti della prima classe elementare utilizzato nella Cisgiordania istruisce gli educatori ad "impiantare nell'anima degli scolari la regola dell' Islam secondo la quale se i nemici occupassero anche un solo centimetro delle terre islamiche, il jihad (guerra santa) diverrebbe un imperativo per ogni musulmano".

Aggiunge anche che gli Ebrei complottarono per l'assassinio di Maometto quando era un bambino. Un altro testo giordano, un libro di sociologia del 1982, afferma che Israele ordino' il massacro dei palestinesi di Sabra e Chatila durante la guerra in Libano, ma non menziona che gli Arabi Cristiani furono coloro che lo perpetrarono. [11]
17.b. LA FRASE CELEBRE Abbiamo trovato libri con brani cosi' antisemiti che, se fossero pubblicati in Europa, i loro editori sarebbero denunciati in base alle normative antirazziste. Francois Zimeray, avvocato francese e membro del Parlamento europeo (commentando i testi Palestinesi, siriani ed Egiziani) Jerusalem Post (16 Ottobre 2001) Secondo uno studio dei testi siriani, "il sistema educativo siriano espande l'odio per Israele e il Sionismo a un antisemitismo diretto verso tutti gli Ebrei. Questo antisemitismo evoca antichi temi islamici che descrivono l'immutata e infida natura degli Ebrei". La sua inevitabile conclusione e' che gli Ebrei devono essere annullati." [12]
Per citare un esempio, un libro di testo dellundicesima classe afferma che gli Ebrei odiavano i musulmani ed erano guidati dall'invidia per incitare l'ostilita' verso di loro:
Gli Ebrei non risparmiano alcuna energia per ingannarci, negare il nostro profeta, esortare contro di noi, e distorcere le sacre scritture.

Gli Ebrei cooperano con i politeisti e gli infedeli contro i musulmani perche' sanno che l'Islam rivela i loro modi prepotenti e le loro caratteristiche abiette. [13]
Una traduzione in arabo del Mein Kampf di Adolf Hitler fu distribuita a Gerusalemme est e nei territori controllati dall'autorita' palestinese e divenne un bestseller. [14]
Di quando in quando l'antisemitismo arabo e' affiorato alle Nazioni Unite. Nel marzo 1991, ad esempio, un delegato siriano alla commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite lesse un discorso raccomandando che i membri della commissione leggessero un "libro di valore" chiamato le Matzot di Sion, scritto dal ministro della difesa siriano Mustafa Tlas. Il libro giustifica le accuse di omicidi rituali nei confronti degli Ebrei nel libello " Accusa del Sangue di Damasco" del 1840. [15]
(Con la frase accusa del sangue ci si riferisce all'accusa secondo cui gli Ebrei uccidono i bambini cristiani per utilizzarne il sangue al fine di preparare il pane azzimo per la Pasqua ebraica) Re Faisal dell'Arabia Saudita espresse una calunnia simile in un intervista nel 1972:
Israele ha avuto sin dai tempi antichi intenzioni maligne. Il suo obiettivo e' la distruzione di tutte le altre religioni... Essi considerano le altre religioni inferiori alla propria e le altre genti inferiori al loro livello. Per quanto riguarda la vendetta - hanno un giorno stabilito in cui mischiano il sangue dei non Ebrei nel loro pane e lo mangiano. E' accaduto che due anni fa, mentre ero in viaggio a Parigi, la polizia scopri' cinque bambini assassinati. Il loro sangue era stato drenato, e fu scoperto che alcuni Ebrei li avevano uccisi per prenderne il sangue e mischiarlo con il pane che mangiano nel giorno suddetto. Questo mostra quale sia la portata del loro odio e della loro cattiveria nei confronti dei non Ebrei. [16]
L'11 novembre 1999 durante un'apparizione con la First Lady Hillary Rodham Clinton, Suha Arafat, moglie del presidente dell'Autorita' Palestinese Yasser Arafat, affermo': " Il nostro popolo e' stato oggetto di un uso quotidiano ed estensivo di gas velenosi da parte delle forze armate Israeliane, che ha portato ad un incremento nei casi di cancro fra le donne e i bambini". Simili speciose affermazioni furono fatte da altri ufficiali palestinesi. [17]
La stampa arabo/musulmana, che e' controllata quasi esclusivamente dai governi delle nazioni Mediorientali, pubblica regolarmente articoli e vignette antisemite. Oggi, e' comune trovare in Egitto pubblicazioni antisemite. Ad esempio l'establishment del giornale Al-Ahram ha pubblicato un articolo che dava uno sfondo storico alla tradizione dell'utilizzo del sangue, accusando Israele di usare al giorno d'oggi il sangue dei bambini palestinesi per cucinare il pane azzimo. [18]
Articoli antisemiti appaiono regolarmente anche sulla stampa in Giordania e in Siria. Molti degli attacchi riguardano la negazione dell'Olocausto e il suo sfruttamente da parte del Sionismo, e il confronto fra Sionismo ed Israele col nazismo.

Nel novembre 2001 uno sketch satirico, andato in onda sul piu' popolare canale televisivo arabo, che rappresentava un personaggio, inteso essere come Ariel Sharon, mentre beveva il sangue dei bambini arabi ed un Ebreo Ortodosso, di aspetto grottesco, che lo osservava. La televisione di Abu Dhabi inoltre mando' in onda uno sketch in cui Dracula appare per mordere Sharon, ma muore poiche' il sangue di Sharon e' avvelenato. Le proteste per il fatto che questi show erano antisemiti sono state ignorate dalle reti televisive. [19]
I media dell'Autorita' Palestinese hanno anche ospitato materiale antisemita ed incitatorio. Un venerdi' un sermone nella moschea di Zayed bin Sultan Aal Nahyan a Gaza che incitava all'assassinio di tutti gli Ebrei e gli Americani, fu messo in onda dal vivo dalla televisione ufficiale dell'Autorita' Palestinese:
Non abbiate pieta' degli Ebrei, non importa dove siano, in qualunque paese. Combatteteli, ovunque voi siate. Ovunque li incontriate, uccideteli. Ovunque voi siate, uccidete quegli Ebrei e quegli Americani che sono come loro e quelli che gli stanno a fianco; sono tutti insieme contro gli arabi e i musulmani perche' hanno stabilito Israele qui, nel cuore pulsante del mondo arabo, in Palestina... [20]
Anche le parole crociate palestinesi vengono usate per delegittimare Israele e attaccare gli Ebrei, fornendo prove, ad esempio, suggerendo che la peculiarita' ebraica e' la falsita'.

17.b.LA FRASE CELEBRE "Il presidente siriano Bashar Assad ha offerto sabato [5 Maggio] una chiara, se non vile, dimostrazione del perche' lui e il suo governo sono indegni di rispetto e di buone relazioni con gli Stati Uniti o una qualunque altra nazione democratica. Salutando il Papa Giovanni Paolo II a Damasco, Assad ha lanciato un attacco sugli Ebrei che si puo' considerare come il piu' crudo e ignorante discorso pronunciato prima del papa, nelle due decadi di viaggi per il mondo effettuati dal papa stesso. Comparando le sofferenze dei palestinesi a quelle di Gesu' Cristo, Assad ha affermato che gli Ebrei 'hanno tentato di uccidere i princi'pi di tutte le religioni con la stessa mentalita' con cui hanno tradito Gesu' Cristo e nello stesso modo con cui hanno cercato di tradire e uccidere il profeta Maometto'. Con quel discorso, il presidente siriano ha disonorato sia il suo paese che il papa..." Editoriale del Washington Post (8 Maggio 2001) 17.c. MITO "Gli Ebrei vissuti nei paesi islamici furono trattati correttamente dagli arabi" 17.c. FATTI Sebbene le comunita' ebraiche presenti nei paesi islamici siano state trattate complessivamente meglio rispetto alle comunita' presenti nei paesi cristiani d Europa, agli Ebrei non furono risparmiate persecuzioni ed umiliazioni fra gli arabi.

Come scrisse lo storico Bernard Lewis della Princeton University: "L'Eta' d'Oro di uguali diritti fu un mito, e la fiducia in esso fu il risultato, piu' che la causa, della comprensione ebraica per l'Islam" [22]
Maometto, il fondatore dell' Islam si reco' a Medina nel 622 d.C. per attrarre dei seguaci verso la sua nuova fede. Quando gli Ebrei presenti a Medina si rifiutarono di riconoscere in Maometto il loro Profeta, due delle maggiori tribu' ebraiche furono espulse.

Nel 627 i seguaci di Maometto uccisero tra i 600 e i 900 uomini, e si spartirono tra loro le donne e i bambini Ebrei sopravvissuti. [23]
L'atteggiamento musulmano nei confronti degli Ebrei si riflette in vari versi del Corano, il libro sacro della fede islamica. " Loro [i figli d'Israele] furono consegnati all'umiliazione e alla miseria. Hanno portato la collera di Dio su di loro, e questo perche' hanno negato i segni di Dio e hanno ucciso i Suoi profeti ingiustamente e poiche' hanno disobbedito furono trasgressori" (Sura 2:61) Secondo il Corano, gli Ebrei tentano di introdurre la corruzione (5:64) sono sempre stati disobbedienti (5:78) e sono tutti nemici di Allah, del Profeta e degli angeli (2:97-98) Gli Ebrei fuorono visti generalmente con disprezzo dai loro vicini musulmani; una coesistenza pacifica tra i due gruppi implicava sempre una subordinazione ed una degradazione degli Ebrei. Nel nono secolo, il califfo di Baghdad al-Mutawakkil istitui' un cartellino giallo per gli Ebrei, stabilendo cosi' un precedente che sarebbe stato seguito nei secoli a venire dalla Germania nazista.

In diverse volte, Ebrei in terre musulmane vissero in relativa pace e le comunita' fiorirono culturalmente ed economicamente. La posizione degli Ebrei non era mai sicura, comunque, e i cambiamenti politici o il clima sociale hanno spesso portato a persecuzioni, violenze e morte.

Allorche' si percepiva che gli Ebrei avevano raggiunto una posizione troppo onorevole nella societa' islamica, l'antisemitismo riaffiorava, spesso con risultati devastanti. Il 30 dicembre 1066, Joseph HaNagid, un visir Ebreo di Granada, in Spagna, fu crocefisso da una folla di arabi che procedeva per radere al suolo il quartiere ebraico della citta' e per trucidarne i suoi 5000 abitanti.

La rivolta fu incitata dai predicatori musulmani che si opponevano rabbiosamente a cio' che vedevano come un eccessivo potere politico ebraico.

Similmente, nel 1465, nella citta' di Fez, una moltitudine di arabi massacro' migliaia di Ebrei lasciandone solo 11 vivi, a seguito del fatto che un rappresentante Ebreo del visir aveva trattato una donna musulmana in un "modo offensivo". Gli assassinii seguirono una simile ondata in tutto il Marocco. [25]
Altri omicidi di massa di Ebrei in terre arabe si verificarono nell'ottavo secolo in Marocco, mentre intere comunita' venivano annientate dal sovrano Musulmano Idris I; nel Nord Africa nel 12mo secolo, dove gli Almohad convertirono forzatamente o decimarono diverse comunita'; in Libia nel 1785, dove Ali Burzi Pasha uccise centinaia di Ebrei; in Algeria dove gli Ebrei furono massacrati nel 1805, 1815 e nel 1830; e a Marrakesh, in Marocco, dove piu' di 300 Ebrei furono uccisi tra il 1864 e il 1880. [26]
Decreti che ordinavano la distruzione di sinagoghe furono emessi in Egitto e Siria (1014, 1293-4,1301-2), Iraq (854-859,1344) e Yemen (1676). Nonostante la proibizione coranica, gli Ebrei erano costretti a convertirsi all'Islam o ad affrontare la morte nello Yemen (1165 e 1678), in Marocco (1275, 1465 e 1790-02) e a Baghdad (1333 e 1344) [27]
La situazione degli Ebrei nelle terre arabe tocco' il fondo nel 19mo secolo. Gli Ebrei nella maggior parte del Nord Africa (inclusi Algeria, Tunisia, Egitto, Libia e Marocco) erano costretti a vivere nei ghetti.

In Marocco, il quale ospitava la piu' grande comunita' ebraica della diaspora islamica, gli Ebrei erano costretti a camminare scalzi o ad indossare scarpe di paglia fuori dal ghetto. Anche i bambini musulmani partecipavano all'umiliazione degli Ebrei, tirando loro pietre o insultandoli in altri modi. La frequenza della violenza antiebraica crebbe, e molti ebrei furono giustiziati per accuse di eresia. Le accuse di omicidio rituale contro gli Ebrei divennero un luogo comune nell'impero ottomano. [28]
Come scrisse l'eminente orientalista G.E. von Grunebaum:
"Non sarebbe difficile mettere insieme un numero significativo di nomi di Ebrei, sudditi o cittadini, dell'area islamica che hanno raggiunto cariche di alto rango, il potere, una grande influenza economica, un successo intellettuale significativo e riconosciuto; e lo stesso si potrebbe fare per i cristiani. Ma non sarebbe difficile anche compilare una lunga lista di persecuzioni, confische arbitrarie, tentativi di conversioni forzate o pogrom" [29]
Il pericolo per gli Ebrei divenne maggiore quando ci fu un confronto alle Nazioni Unite. Il delegato siriano, Faris el-Khouri, avverti': "A meno che il problema palestinese sia risolto, noi avremo difficolta' nel proteggere e salvaguardare gli Ebrei nel mondo arabo" [30]
Piu' di mille Ebrei furono uccisi durante le rivolte antiebraiche del 1940 in Iraq, Libia, Egitto, Siria e Yemen. [31]
Tutto cio' contribui' ad innescare un esodo di massa degli Ebrei dai paesi arabi.

17.d. MITO "Essendo 'Popolo del Libro', Ebrei e cristiani sono protetti dalla legge islamica" FATTI Questo argomento ha le sue radici nel concetto tradizionale di "dhimma" (decreto di protezione), che fu esteso dai conquistatori musulmani ai cristiani e agli ebrei in cambio della loro subordinazione ai musulmani.

Eppure, come osservo' l'esperto francese Jacques Ellul: "Bisogna chiedersi: 'protetti da chi'? quando lo 'straniero' vive nei paesi arabi, la risposta puo' essere solo questa: dai musulmani stessi" [32]
Le persone soggette al dominio musulmano dovevano scegliere tra la morte e la conversione, ma agli Ebrei e ai Cristiani, che seguivano le Scritture, era generalmente permesso di praticare la loro fede essendo "dhimmi" (persone protette).

Questa "protezione" serviva a poco, comunque, per assicurare agli ebrei e ai cristiani di essere trattati in modo corretto dai musulmani. Al contrario, l'aspetto essenziale della "dhimma" era che, essendo infedele, doveva riconoscere apertamente la superiorita' del vero credente, il musulmano.

Durante i primi anni della conquista islamica, il "tributo" (o jizya), pagato come una tassa annuale, simboleggiva la subordinazione del "dhimmi" [33]
In seguito, lo stato di inferiorita' di ebrei e cristiani fu rinforzato tramite una serie di norme che regolavano il comportamento del "dhimmi".

Ai "dhimmi", pena la morte, era probito deridere o criticare il Corano, l'Islam o Maometto, fare proselitismo fra musulmani, o toccare una donna musulmana (sebben un uomo musulmano potesse prendere in moglie una donna non musulmana) I "dhimmi" erano esclusi dal servizio pubblico e dal servizio militare, e gli era proibito produrre armi. Non gli era permesso cavalcare cavalli o cammelli, costruire sinagoghe e chiese piu' alte delle moschee, costruire case piu' alte di quelle dei musulmani o bere vino in pubblico.

Erano costretti a indossare abiti che li distinguessero e non gli era permesso pregare o lamentarsi a voce alta - poiche' avrebbero potuto offendere in questo modo i musulmani.

I "dhimmi" dovevano mostrare anche una pubblica deferenza nei confronti dei musulmani, ad esempio, cedendogli sempre il centro della strada.

Il "dhimmi" non poteva testimoniare in tribunale contro un musulmano e il suo giuramento sarebbe stato inaccettabile in una corte islamica. Per difendersi il dhimmi doveva acquistare un testimone musulmano con grandi spese. Questo lasciava il dhimmi con esigue risorse legali quando veniva danneggiato da un musulmano.

Nel 20mo secolo, lo stato di dhimmi nelle terre musulmane non miglioro' significativamente. Il vice console britannico a Mosul, H.E.W. Young scrisse nel 1909:
Il comportamento dei musulmani verso ebrei e cristiani e' come quello del padrone nei confronti degli schiavi, che li tratta con una certa tolleranza signorile finche' mantengono il loro posto. Un qualunque segno di pretesa di uguaglianza viene prontamente represso. [35]
17.e. MITO "Le scuole musulmane negli Stati Uniti insegnano la tolleranza nei confronti dell'Ebraismo e delle altre fedi, e promuovono la coesistenza con Israele" 17.e. FATTI Mentre si sa molto bene che le scuole dei paesi arabi ed islamici indottrinano i propri studenti con l'odio verso gli Ebrei ed Israele, si e' scoperto solo di recente che insegnamenti analoghi sono prevalenti anche negli Stati Uniti.

Le scuole islamiche in Virgina, ad esempio, hanno mappe del Medio Oriente in cui lo stato d'Israele non e' presente. Su una mappa, Israele e' stato annerito e sostituito con la "Palestina". Un libro per insegnanti dell11ma classe spiega che uno dei segnali del Giorno del Giudizio sara' quello in cui i musulmani combatteranno e uccideranno gli Ebrei, che si nasconderanno dietro gli alberi i quali diranno "Oh musulmano, oh servo di Dio, qui c'e' un Ebreo che si nasconde dietro di me, vieni ed uccidilo" [36]
Gli attacchi non sono solo volti contro gli Ebrei ma anche contro i cristiani. Agli studenti viene insegnato ad esempio che il Giorno del Giudizio non arrivera' finche' Gesu' Cristo non tornera' sulla Terra, rompera' la croce, e convertira' chiunque all'Islam.

Alle scuole private e' legalmente consentito di insegnare qualunque cosa vogliano finche' incontrano i requisiti dello Stato.

Una fondazione musulmana a Los Angeles insinuo' punti di vista simili intrisi di odio nelle scuole pubbliche. La fondazione Omar Ibn Khattab dono' 300 copie di una traduzione del corano contenente delle note a pie' di pagina che descrivevano gli ebrei come "arroganti" e come "persone senza fede" [37].

Dopo la scoperta di questi brani antisemiti il libro fu rimosso.

17.f. LA SITUAZIONE ATTUALE 1.. Gli Ebrei in Algeria 1948 Popolazione ebraica: 140.000 2001: Meno di 100 Gli insediamenti ebraici al giorno d'oggi in Algeria possono essere ricondotti ai primi secoli dell'Era Volgare.

Nel 14mo secolo, con il deterioramento delle condizioni in Spagna, molti Ebrei spagnoli emigrarono in Algeria.

Fra loro era presente un certo numero di scolari eminenti, inclusi Rav Yitzchak ben Sheshet Perfet (il Ribash) e Rav Shimon ben Zemah Duran (il Rashbatz).

A seguito dell'occupazione francese del paese nel 1830, gli Ebrei adottarono gradualmente la cultura francese e gli fu garantita la cittadinanza francese. [1]
Nel 1934, i musulmani, incitati dagli eventi della Germania nazista, imperversarono a Constantine uccidendo 25 Ebrei e ferendone molti altri.

Dopo aver ottenuto l'indipendenza nel 1962, il governo algerino perseguito' la comunita' ebraica, privando gli Ebrei dei loro diritti economici.

Come risultato, quasi 130.000 Ebrei algerini immigrarono in Francia. Dal 1948, 25.681 Ebrei algerini sono immigrati in Israele.

La maggioranza degli Ebrei rimasti vive ad Algeri, ma ci sono anche singoli Ebrei presenti ad Oran e Blida. Gli Ebrei praticano liberamente la loto religione, e i capi delle comunita' ebraiche sono inclusi nelle cerimonie di stato. Non c'e' un rabbino presente. [2]
Nel 1994, il Gruppo Islamico Armato, terrorista, ha dichiarato la sua intenzione di eliminare gli Ebrei dall'Algeria, ma, finora, non e' stato riportato alcun attacco.

Seguendo le comunicazioni, molti Ebrei lasciarono l'Algeria e le rimanenti sinagoghe furono abbandonate. [4] Tutte le altre sinagoghe erano state prese per utilizzarle come moschee.

Note:
1. World Jewish Congress, Jewish Communities of the World.

2. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department of State, 1992), p. 1339.

3. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

4. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, September 5, 2000.

2.. Gli Ebrei in Egitto 1948 Popolazione ebraica: 75.000 2001: 100 [1]
Tra il giugno e il novembre 1948, le bombe fatte esplodere nel quartiere ebraico del Cairo uccisero piu' di 70 Ebrei, e ferendone quasi 200.[2]
Nel 1956, il governo egiziano, utilizzo' la campagna del Sinai come un pretesto per espellere quasi 25.000 Ebrei egiziani e confiscarne le proprieta'. Oltre 1.000 Ebrei furono mandati in prigione e in campi di prigionia. Il 23 novembre 1956 un decreto firmato dal ministero degli affari religiosi, declamata nelle moschee in tutto l'Egitto, dichiarava che "tutti gli Ebrei sono sionisti e nemici dello stato", e prometteva che sarebbero stati presto espulsi.

A migliaia di Ebrei fu ordinato di abbandonare il paese. Gli fu concesso di portare via con loro solamente una valigia e una esigua somma di denaro, e furono obbligati a firmare dichiarazioni in cui "donavano" le loro proprieta' al governo egiziano. Osservatori stranieri riportarono che i membri delle famiglie ebraiche venivano presi come ostaggi, apparentemente per assicurare che le persone costrette a partire non avrebbero in seguito testimoniato contro il governo egiziano. [3]
Quando scoppio' la guerra nel 1967, le case ebraiche e le varie proprieta' furono confiscate. L'atteggiamento dell'Egitto nei confronti degli Ebrei in quel tempo si rifletteva nel trattamento riservato agli ex- nazisti.

A centinaia di loro fu consentito risiedere in Egitto ed ottenere collocazioni all'interno del governo.

Il capo della Gestapo, Leopold Gleim (il quale fu condannato a morte in contumacia), controllava la polizia segreta egiziana.

Nel 1979, la comunita' ebraica egiziana fu la prima, nel mondo arabo, a stabilire un contatto ufficiale con Israele.

Israele ora ha un ambasciata al Cairo e un consolato generale ad Alessandria. Al giorno d'oggi, ai pochi Ebrei rimasti e' consentito praticare l'ebraismo senza alcune restrizione o persecuzione.

Shaar Hashamayim e' l'unica sinagoga attiva al Cairo. Delle diverse sinagoghe presenti ad Alessandria, solo la Eliahu Hanabi e' aperta per la pratica del culto [4]
L'antisemitismo nella stampa egiziana si trova soprattutto, ma non solo, nella stampa non ufficiale dei partiti all'opposizione. Il governo ha condannato l'antisemitismo e ha raccomandato i giornalisti e i vignettisti ad evitare contenuti antisemiti. Non ci sono stati incidenti antisemiti indirizzati nei confronti dell'esigua comunita' ebraica negli ultimi anni. [5].

Durante il settembre del 2002 si diede avvio alla costruzione di un ponte autostradale attraverso l'antico cimitero di Basatin al Cairo. I fondi e la cooperazione sono stati forniti dal Ministero egiziano per l edilizia abitativa ed un gruppo ebraico ultra-ortodosso americano, Athra Kadisha. I piani non recheranno danni ad alcuna tomba e rispetteranno le leggi ebraiche concernenti i cimiteri.

L'antisemitismo e' dilagante nella stampa di regime, ed e' aumentato nel tardo 2000 e nel 2001 a seguito dello scoppio delle violenze in Israele e nei territori.

Nell'aprile 2001, l'opinionista Ahmed Ragheb, rimpianse il fallimento di Hitler nella conclusione del lavoro di annientamento degli Ebrei. Nel maggio 2001, un articolo apparso su Al-Akhbar attacco' gli europei e gli americani per aver creduto nel finto Olocausto.[6]
Note 1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.

2. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p.

401.

3. AP, (November 26, 1956); New York World Telegram, (November 29, 1956).

4. Jewish Communities of the World.

5. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).

6. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).

3.. Gli Ebrei in Iran 1948 Popolazione ebraica: 100.000 2001: 11.500 [1]
La comunita' ebraica di Persia, il moderno Iran, e' una delle piu' vecchie della Diaspora, e le sue radici storiche risalgono al sesto secolo a.C.

,nel periodo del Primo Tempio.

La storia nel periodo pre-islamico e' intrecciata con quella degli Ebrei e dei vicini babilonesi. Ciro. il primo della dinastia degli archemidi, conquisto' Babilonia nel 539 d.C. e permise agli Ebrei esuli di ritornare nella Terra d'Israele, portando a termine il Primo Esilio. Le colonie ebraiche erano diffuse dai centri in Babilonia alle province persiane, fino a citta' quali Hamadan e Susa. I libri Ester, Ezra, Nehemiah e Daniel danno una descrizione ottimale delle relazioni intercorse fra gli Ebrei e la corte degli achemenidi a Susa.

Sotto la dinastia sassanide (226-642 d.C.), la popolazione ebraica in Persia crebbe considerevolmente e si diffuse in tutta la regione;
nonostante cio', gli Ebrei soffrirono oppressioni e persecuzioni intermittenti. L'invasione degli arabi musulmani nel 642 d.C. mise fine all'indipendenza della Persia, instauro' l'Islam come religione di stato ed ebbe un profondo impatto sugli Ebrei cambiandone il loro stato sociopolitico.

Durante tutto il 19mo secolo, gli Ebrei furono perseguitati e discriminati. Alcune volte intere comunita' furono forzate a convertirsi.

Durante il 19mo secolo, ci fu una considerevole emigrazione verso la terra d'Israele, e il movimento sionista si diffuse in tutta la comunita'.

Sotto la dinastia Palhevi, stabilitasi nel 1925, il paese fu secolarizzato e orientato verso l'Occidente. Questo porto' un enorme beneficio per gli Ebrei, i quali furono emancipati ed ebbero un ruolo importante nella vita economica e culturale.

Nell'era della rivoluzione islamica nel 1979, in Iran vivevano 80.000 Ebrei. Alla nascita della sommossa, decine di migliaia di Ebrei, specialmente i piu' abbienti, lasciarono il paese, abbandonando vaste quantita' di beni.

Il Concilio della comunita' ebraica, stabilito dopo la seconda guerra mondiale, e' l'organo rappresentativo della comunita'. Gli Ebrei hanno anche un parlamento rappresentativo, obbligato per legge a supportare la politica estera iraniana e la sua posizione antisionista.

Nonostante la distinzione ufficiale fra "Ebrei", "Sionisti" ed "Israele", l'accusa piu' comune verso gli Ebrei e' quella di mantenere i rapporti coi sionisti. La comunita' ebraica gode di liberta' religiosa ma deve spesso affrontare il sospetto costante di cooperare con lo stato sionista e con l' "America imperialista" - attivita' entrambe punibili con la pena di morte.

Gli Ebrei che richiedono un passaporto per viaggiare all'estero devono farlo presso un ufficio speciale e vengono immediatamente posti sotto sorveglianza. Il governo non consente in genere di viaggiare all'estero a tutti i membri di una famiglia contemporaneamente, per evitare l'emigrazione ebraica. Ancora, gli Ebrei vivono sotto lo stato di dhimmi, con le conseguenti restrizioni imposte sulle minoranze religiose.

I leader Ebrei temono le rappresaglie di governo in conseguenza di un eventuale messa in evidenza del maltrattamento ufficiale nei confronti della loro comunita'.

I media ufficiali iraniani, controllati dal governo, fanno spesso propaganda antisemita. Un primo esempio di cio' e' la pubblicazione del Protocollo dei Savi di Sion, un noto falso della propaganda zarista, nel 1994 e nel 1999. [2]
Gli Ebrei subiscono inoltre vari gradi di discriminazione ufficialmente sancita, in particolare nel settore dell'impiego, dell'educazione e nelle agevolazioni pubbliche.[3]
L'islamizzazione del paese ha portato a un controllo ferrato le istituzioni educative ebraiche. Prima della rivoluzione erano circa 20 le scuole ebraiche attive nel paese. Negli anni recenti, la maggior parte di esse, sono state chiuse.

Nelle restanti scuole, i presidi Ebrei sono stati sostituiti con dei musulmani. A Teheran sono ancora presenti tre scuole in cui gli Ebrei formano la maggioranza.

Il programma di studi e' islamico, il persiano proibito essendo una lingua usata nell'istruzione per l'educazione ebraica.

Lezioni speciali d'ebraico vengono impartite di venerdi' dall'organizzazione ortodossa Otzar ha-Torah, responsabile dell'educazione religiosa ebraica. Ci sono tre sinagoghe a Teheran, ma dal 1994, non ci sono rabbini in Iran, e il bet din e' inattivo. [4]
A seguito del rovesciamento dello scia' e della dichiarazione di uno stato islamico nel 1979, l'Iran interruppe le relazioni con Israele. Il paese ha in seguito supportato diverse organizzazioni terroristiche il cui obiettivo erano gli Ebrei e gli Israeliani, in particolare gli Hezbollah, presenti in Libano.

Nonostante cioe' la comunita' ebraica in Iran e' una delle piu' grandi del medio-oriente eccezion fatta per Israele.

Alla vigilia della Pasqua ebraica del 1999, 13 Ebrei da Shiran e Isfahan, nel sud dell'Iran, furono arrestati e accusati di spionaggio per Israele e gli Stati Uniti. Tra gli arrestati, erano presenti un rabbino, un macellaio rituale ed alcuni insegnanti. Nel settembre 2000,una corte d'appello iraniana appoggio' la decisione di imprigionare dieci dei tredici ebrei accusati di spionaggio con Israele.

Nelle corti d'appello, dieci degli accusati furono riconosciuti colpevoli di cooperare con Israele e furono condannati alla prigione per un periodo fra i due e i nove anni. Tre degli accusati furono reputati innocenti nel primo processo. [5]. Nel marzo 2001, uno degli Ebrei imprigionati fu rilasciato, un secondo fu liberato nel gennaio 2002, i restanti otto furono liberati nel tardo ottobre 2002.

Gli ultimi cinque furono apparentemente rilasciati in liberta' condizionata, lasciandoli nella possibilita' di essere nuovamente arrestati in futuro.

Secondo quanto riferito, altri tre furono perdonati dal leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei. [6]
Almeno 13 Ebrei sono stati giustiziati in Iran dall'inizio della rivoluzione islamica 19 anni fa, la maggior parte di loro per motivi religiosi o per legami con Israele. Ad esempio, nel maggio 1998, l'uomo d'affari Ruhollah Kakhodah-Zadeh, Ebreo, fu impiccato in prigione senza una pubblica accusa o un procedimento legale, apparentemente per assistenza all'emigrazione ebraica. [7]
Note:
1. There is a major difference between the numbers given for the Jewish population. According to the American Jewish Committee (David Singer, Ed. American Jewish Year Book, NY: American Jewish Committee, 2001.) there are 12,500, while according to the U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5, 2000.) there may be as many as 40,000 Jews living in Iran.

2. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

3."Many Jews Choose to Stay in Iran," Associated Press, (Jan. 18, 1998).

4. Jewish Communities of the World. Reprinted with permission of the World Jewish Congress (WJC). Copyright 1997; Institute of the World Jewish Congress. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

5. Schneider, Howard. "Iran Court Reduces Penalties for Jews." Washington Post, (September 22, 2000).

6. Jerusalem Post, (January 16, 2002); Washington Jewish Week, (October 31, 2002).

7. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).

3.a Ebrei arrestati in Iran come spie Israele e gli USA stanno entrambe richiedendo il rilascio immediato di 13 Ebrei arrestati in Iran con accuse di spionaggio, dicendo che le accuse sono montate e potrebbero essere motivate dall'antisemitismo. I 13 Ebrei, da Shiran e Isfahan nel sud dell'Iran, fuorono arrestati alla vigilia della Pasqua ebraica, accusati di spiare per il "regime sionista" e l'"arroganza mondiale"- riferendosi rispettivamente ad Israele e agli USA.

Comunque, gli arresti sono divenuti di pubblica conoscenza il 7 giungo.

Tra gli arrestati, erano presenti un rabbino, un macellaio rituale ed alcuni insegnanti.

Nel 1997, l'Iran ha impiccato due persone giudicate colpevoli di spionaggio per Israele e gli USA. Il ministro degli esteri Ariel Sharon, ieri a New York ha negato con determinazione che alcuno degli arrestati fosse coinvolto in attivita' del genere. Washington ieri ha denunciato gli arresti e ha invitato il governo iraniano a rilasciare i prigionieri. Fonti superiori di governo hanno detto che l'amministrazione stava anche lavorando per far pressione sull'Iran attraverso terze parti.

Gli Ebrei di New York che mantengono stretti contati con gli attivisti Ebrei in Iran hanno affermato al quotidiano Ha'aretz che gli arresti a Shiraz, che per gli standard iraniani e' una comunita' ebraica sicura, potrebbero essere un tentativo per prevenire tale sicurezza dallo spargersi in altre localita' iraniane.

Come esempio della voglia di farsi valere della Comunita' di Shiraz, una fonte che per motivi di affari deve marcare stretto lIran noto' che la comunita' si era rifiutata di ottemperare ad una richiesta governativa di tenere aperte le attivita' economiche ebraiche di Sabato e di chiuderle invece il Venerdi'. Questo ha fatto infuriare il governo, disse, e sembra che sia stato il motivo degli arresti.

Comunque altri ufficiali Ebrei a New York hanno affermato che condividono la visione diplomatica in cui gli arresti sono il risultato di una lotta di potere fra le forze di governo iraniano pro e contro le riforme. L'insieme di organizzazioni per gli Ebrei iraniani in Israele ha affermato che la Francia spera nel rilascio dei prigionieri, a causa delle sue buone relazioni con l'Iran. Gli Ebrei statunitensi hanno privatamente detto che affiancano le loro speranze a quelle della Francia per la stessa ragione.

Nomi degli Arrestati:
1, 2. David (25) and Doni Tefilin (brothers) - 28 - arrested in Shiraz.

3. Javid Beth Jacob - 40 - arrested in Shiraz.

4. Farhad Seleh - community leader arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

5. Nasser Levi Haim - 45 - community leader arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

6. Asher Zadmehror - 48 - community leader arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

7. Navid Bala Zadeh - 16 - arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

8. Nejat Beroukkhim (uncle) - 35 - religious leader arrested in Isfahan, transferred to Shriaz.

9. Arash Beroukhim (nephew) - religious leader arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

10, 11. Farhad (30) and Faramaz Kashi (brothers) - 34 - arrested in Shiraz.

12. Shahrokh Pak Nahad - 29 - arrested in Isfahan and transferred to Shiraz.

13. Ramin Farzam - 35 4.. Gli Ebrei in Iraq 1948 Popolazione ebraica: 150.000 2001: Circa 100 [1]
Una delle comunita' sopravvissute piu' a lungo risiede ancora oggi in Iraq. Nel 722.d.C., le tribu' a settentrionali d'Israele furono sconfitte dagli assiri e alcuni Ebrei furono deportati in quello che al giorno d'oggi e' l'Iraq.

Una comunita' piu' grande nacque nel 596 d.C., allorche' i babilonesi conquistarono le tribu' meridionali d'Israele e schiavizzarono gli Ebrei.

Negli ultimi secoli, la regione divenne piu' ospitale nei confronti degli Ebrei e divenne inoltre la sede di alcuni degli scolari piu' insigni del mondo che produssero il talmud babilonese tra il 500 e il 700 d.C.

L'Iraq divenne uno stato indipendente nel 1932. La comunita' ebraiche irachena, presente da 2700 anni, subi' terribili persecuzioni da quel momento, in particolare quando la spinta sionista per uno stato si intensifico'.

Nel giugno del 1941, il colpo di stato filo-nazista di Rashid Ali, ispirato dal Mufti', provoco' numerosi tumulti e un pogrom a Baghdad.

Folle armate irachene, con la complicita' della polizia e dell'esercito, uccise 180 Ebrei e ne feri' almeno 1000.

Ulteriori esplosioni di rivolte antiebraiche si verificarono tra il 1946 e il 1949. Dopo la fondazione dello stato d'Israele nel 1948, il sionismo divenne un reato punibile con la pena capitale.

Nel 1950, gli Ebrei iracheni poterono lasciare il paese a patto di rinunciare alla cittadinanza. Un anno dopo, comunque, le proprieta' degli Ebrei emigrati furono congelate e furono imposte restrizioni economiche sugli Ebrei che avevano deciso di rimanere in Iraq.

Dal 1949 al 1951, 104.000 Ebrei evacuarono l'Iraq durante le operazioni Ezra & Nechemia; altri 20.000 furono fatti uscire in segreto attraverso l'Iran.

Nel 1952, il governo iracheno vieto' agli Ebrei di emigrare e impicco' pubblicamente due Ebrei dopo averli ingiustamente accusati di aver gettato un ordigno esplosivo all'ufficio di Baghdad dell'agenzia di informazione statunitense.

Con l'ascesa delle fazioni concorrenti Ba'ath nel 1963, furono imposte ulteriori restrizioni ai rimanenti Ebrei. La vendita di proprieta' era proibita e tutti gli Ebrei erano costretti ad avere carte d'identita' gialle. Dopo la guerra dei sei giorni, furono imposte delle misure ancor piu' repressive: fu espropriata la proprieta' ebraica; i conti in banca degli ebrei furono congelati; gli Ebrei furono licenziati dagli impieghi pubblici; gli affari furono chiusi;
i permessi di commercio furono cancellati; i telefoni vennero staccati.

Gli Ebrei venivano posti agli arresti domiciliari per lunghi periodi di tempo o venivano limitati a muoversi in alcune citta'.

Il momento peggiore della persecuzione arrivo' alla fine del 1968.

Svariate decine furono imprigionate a causa della scoperta di uno "spy ring" locale composto dagli uomni d'affari Ebrei. Quattordici uomini- undici dei quali Ebrei - furono condannati a morte dopo processi fittizi e impiccati nelle piazze pubbliche di Baghdad:
altri morirono sotto tortura. Il 27 gennaio 1969, Radio Baghdad invito' gli iracheni a festeggiare. Circa 500.000 tra uomini, donne e bambini passeggiavano e danzavano per le strade seguendo i patiboli dove ciondolavano i corpi appesi degli Ebrei; la folla cantava "morte a Israele" e "morte a tutti i traditori". Questa esposizione dei corpi porto' ad un indignazione mondiale che Radio Baghdad respinse dichiarando:"Abbiamo impiccato le spie, ma gli Ebrei crocefissero Gesu'". [3]
Gli Ebrei rimasero sotto costante sorveglianza del governo iracheno. Un ebreo iracheno (fuggito in seguito) scrisse nel suo diario nel febbraio 1970:
Ulcere, attacchi di cuore e collassi divengono sempre piu' frequenti fra gli Ebrei. La disumanizzazione della personalita' ebraica che deriva da un'umiliazione continua e dal tormento... ci ha portato al piu' basso livello delle nostre capacita' fisiche e mentali, e ci ha privato del potere di riaverci.

In risposta alle pressioni internazionali, il governo di Baghdad consenti' tranquillamente agli Ebrei restanti di emigrare agli inizi degli anni '70, pur lasciando in vigore le altre limitazioni. La maggior parte degli Ebrei rimasti ora sono troppo anziani per partire.

Sono stati obbligati dal governo a trasformare in titoli, senza ricompenso, gli oltre 200 milioni di dollari di proprieta' della comunita' ebraica.

Il governo inoltre si avvale di una retorica antisemita. Una frase utilizzata dal governo nel 2000 si riferiva agli ebrei come ai "discendenti delle scimmie e dei maiali, adoratori del tiranno infedele".[6]
Nel 1991, prima della Guerra del Golfo, il dipartimento di stato disse "non c'e' una evidenza recente di persecuzione di Ebrei, ma il regime restringe i viaggi, in particolare in Israele e i contatti con gli Ebrei all'estero." Un articolo del Jerusalem Post sottolinea che 75 Ebrei sono fuggiti dall'Iraq negli ultimi 5 anni, la maggior parte dei quali si e' distribuita in Olanda e in Inghilterra. Circa 20 sono emigrati in Israele. [7]
Solo una sinagoga continua ad essere attiva in Iraq, "un edificio friabile nascosto in un passaggio" a Bataween, un tempo il principale quartiere ebraico a Baghdad.

Secondo il gestore della sinagoga "pochi bambini devono fare il bar-mitzvah, e poche coppie devono sposarsi. Gli Ebrei possono praticare la religione ma non gli e' consentito occupare lavori in imprese di stato o presso l'esercito". [8]
Il rabbino e' morto nel 1996 e nessuno dei rimanenti Ebrei puo' interpretare la liturgia e solo un paio fra loro conoscono l'ebraico.

L'ultimo matrimonio si e' tenuto nel 1980.

Il governo iracheno ha rinnovato le tombe del profeta Ezechiele e dello scrivano Ezra, che erano considerate sacre anche per i musulmani. La tomba del profeta Giona e' stata anch'essa rinnovata. Saddam Hussein ha assegnato anche delle guardie per proteggere i luoghi sacri.

Una tempo, Baghdad era per un quinto ebraica; altre comunita' si erano installate 2500 anni fa. Oggi, sono circa 38 gli Ebrei che vivono a Baghdad,ed una manciata di piu' nella parte settentrionale del paese controllata dai curdi.

Note:
1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.

2. Jerusalem Post, (Dec. 13, 1997); Arieh Avneri, The Claim of Dispossession, (Tel Aviv: Hidekel Press, 1984), p. 274; Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv:
World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 29-30; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), pp. 117-119; Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 399.

3. Judith Miller and Laurie Mylroie, Saddam Hussein and the Crisis in the Gulf, (NY: Random House, 1990), p. 34.

4. Max Sawadayee, All Waiting to be Hanged, (Tel Aviv: Levanda Press, 1974), p. 115.

5. New York Times, (February 18, 1973).

6. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

7. Jerusalem Post (Dec. 13, 1997).

8. New York Times Magazine, (February 3, 1985).

9. Associated Press, (March 28, 1998).

10. Jerusalem Post (September 28, 2002).

5.. Gli Ebrei in Libano 1948 Popolazione ebraica: 20.000 2001: Meno di 100 Quando gli arabi cristiani governarono in Libano, gli Ebrei godettero di una relativa tolleranza. Nella meta' degli anni '50, circa 7.000 Ebrei vivevano a Beirut. Essendo Ebrei in un paese arabo, comunque, la loro situazione non era mai sicura e la maggior parte di loro parti' nel 1967.

La guerra civile fra musulmani e cristiani combattuta nel 1975-76, anche intorno al quartiere ebraico a Beirut, danneggio' molte case ebraiche, negozi e sinagoghe. La maggior parte dei rimanenti 1.800 Ebrei libanesi emigro' nel 1976, temendo che la crescente presenza siriana in Libano avrebbe ridotto la loro liberta' di emigrazione.

Nella meta' degli anni '80, gli Hezbollah rapirono diversi Ebrei di spicco da Beirut - la maggior di essi erano capi di cio' che restava della minuta comunita' ebraica del paese.

Quattro Ebrei fra loro furono trovati uccis. Quasi tutti i rimanenti Ebrei si trovano a Beirut, dove e' presente una commissione che rappresenta la comunita'. [1]
A causa della situazione politica corrente, gli Ebrei sono impossibilitati a praticare apertamente l'ebraismo.

Note:
1. Maariv, (June 21, 1991); JTA, (July 22, 1993); Jewish Communities of the World.

6.. Gli Ebrei in Libia 1948 Popolazione ebraica: 38.000 2002: 0 Nel novembre 1945, un selvaggio pogrom a Tripoli uccise piu' di 140 Ebrei e ne feri' altre centinaia. Quasi tutte le sinagoghe furono depredate.

Nel giugno 1948, dei rivoltosi uccisero altri 12 Ebrei e distrussero 280 case ebraiche.

Migliaia di Ebrei fuggirono dal paese dopo che la Libia ottenne l'indipendenza ed entro' a far parte della lega araba nel 1951.

Dopo la guerra dei sei giorni, la popolazione ebraica, che contava 7.000 individui, subi' altri pogrom in cui furono uccisi 18 Ebrei, molti altri furono feriti, causando un esodo cosi' esteso che rimasero meno di 100 Ebrei in Libia.

Allorche' il colonnello Gheddafi raggiunse il potere nel 1969, tutte le proprieta' degli Ebrei vennero confiscate e tutti i debiti cancellati.

Nel 1999, la sinagoga di Tripoli fu rinnovata ma non fu riaperta. [2]
L'ultima Ebrea vivente in Libia, Esmeralda Meghnagi, mori' nel febbraio 2002. Questo ha segnato la fine dei una delle piu' antiche comunita' ebraiche, che affondava le sue radici nel terzo secolo d.C. [3]
Note:
1. Howard Sachar, A History of Israel, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p.

400; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY:
Jewish Publication Society, 1991), p. 145.

2. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, September 5, 2000.

3. Jerusalem Report, (March 11, 2002).

7.. Gli Ebrei in Marocco 1948 Popolazione ebraica: 265.000 2001: 5.700 Nel giugno 1948, sanguinose rivolte a Oujda e Djerada uccisero 44 Ebrei e ne ferirono molti altri. Nello stesso anno, fu istigato un boicottaggio economico non ufficiale nei confronti degli Ebrei marocchini.

Nel 1956 il Marocco dichiaro' la sua indipendenza, e l'immigrazione ebraica verso Israele venne sospesa. Nel 1963, l'emigrazione fu ripresa, consentendo a oltre 100.000 Ebrei marocchini di raggiungere Israele. [2]
Nel 1965, lo scrittore marocchino Said Ghallab descrisse l'attitudine dei suoi compagni nei confronti dei loro vicini Ebrei:
Il peggior insulto che un marocchino poteva fare era quello di trattare un suo compagno come un Ebreo... I miei amici d'infanzia sono rimasti antisemiti. Nascondono il loro violento antisemitismo sostenendo che lo stato d'Israele era la creatura dell'imperialismo occidentale...

Un intero mito hitleriano e' stato coltivato fra la popolazione. I massacri degli Ebrei da parte di Hitler sono stati esaltati entusiasticamente. Viene anche dato credito al fatto che Hitler non e' morto, ma e' vivo e sta bene, e il suo arrivo e' atteso al fine di liberare gli Arabi da Israele. [3]
Nonostante cio', prima della sua morte nel 1999, il re Hassan tento' di proteggere la popolazione ebraica ed al momento il Marocco e' uno degli ambienti piu' tolleranti per gli Ebrei nel mondo arabo.

Gli Ebrei marocchini emigrati, anche quelli con la cittadinanza israeliana, sono liberi di visitare amici e parenti in Marocco. Gli Ebrei marocchini hanno anche occupato posizioni rilevanti nella comunita' economica e governativa. La maggiore organizzazione ebraica rappresentante della comunita' e' il "Conseil des Communautes Israelites" a Casablanca.

Le sue funzioni includono relazioni esterne, affari pubblici generali, patrimonio pubblico, finanze, mantenimento dei luoghi sacri, attivita' giovanili, vita culturale e religiosa. [4]
"Gli Ebrei non risiedono piu' nelle tradizionali mellahs ebraiche, ma il matrimonio misto e' quasi sconosciuto. Tre comunita' sono sempre state religiose e tolleranti... La generazione piu' giovane preferisce continuare i suoi studi piu' alti all'estero e tende a non ritornare in MArocco. Cosi' la comunita' sta subendo un processo di invecchiamento" [5]
Ci sono sinagoghe, bagni rituali, case per anziani e ristoranti Kosher a Casablanca, Fez,Marrakesh, Mogador, Rabat, Tetuan e Tangier. Nel 1992, comunque, la maggioranza delle scuole ebraiche venne chiusa. Solo quelle a Casablanca - il Chabad, ORT, Alliance e Otzar HaTorah - rimasero attive. Tutte e quattro ricevono finanziamenti governativi.

"La comunita' ebraica ha sviluppato una tradizione affascinante di rituali e pellegrinaggi presso le tombe dei sacri saggi. Ci sono 13 luoghi famosi di questo genere, centinaia di anni antichi, ben conservati dai musulmani. Ogni anno, i giorni speciali, folle di Ebrei marocchini provenienti da tutto il mondo, Israele inclusa, affollano tali sepolcri.

Un unica' festivita' marocchina, la mimunah, viene celebrata in Marocco ed in Israele". [6]
Il Marocco e' forse l'alleato piu' vicino ad Israele all'interno del mondo arabo. Re Hassan ha tentato ripetutamente di essere il catalizzatore dietro le quinte nel processo di pace arabo-israeliano. Nel 1986, ospito' il primo ministro israeliano Shimon Peres in uno sforzo di stimolo del progresso. Due mesi dopo, Hassan incontro' una delegazione di Ebrei di origine marocchina, includente un membro della Knesset israeliana.

Nel 1993, dopo aver firmato l'accordo con l'OLP, il primo ministro Ytzhak Rabin si reco' in visita formale in Marocco.

Nel maggio 1999, re Hassan organizzo' il primo incontro degl'unione mondiale degli Ebrei marocchini, a Marrakesh.

Nell'aprile e maggio 2000, il governo marocchino patrocino' una serie di eventi e conferenze per promuovere il rispetto fra le religioni. [7]
Andre Azoulay, consigliere reale e cittadino di spicco Ebreo, parlo' a proposito della necessita' di un dialogo e del rispetto tra le religioni.

Nell'ottobre 2000, due giovani marocchini tentarono di danneggiare la sinagoga di Tangeri. Il 6 novembre, Re Mohamed VI dichiaro' pubblicamente in un discorso televisivo che il governo non avrebbe tollerato un maltrattamento degli Ebrei in Marocco. I giovani furono in seguito condannati ad un anno di carcere. [8]
Note:
1. David Singer, Ed. American Jewish Year Book 2001. NY: American Jewish Committee, 2001.

2. Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), pp. 32-33.

3. Said Ghallab, "Les Juifs sont en enfer," in Les Temps Modernes, (April 1965), pp. 2247-2251.

4. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1996;
Jewish Communities of the World; U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 1997.

5. Jewish Communities of the World.

6. Jewish Communities of the World.

7. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).

8. U.S. Department of State, 2001 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (October 26, 2001).

8.. Gli Ebrei in Siria 1948 Popolazione ebraica: 3.000 2001: Meno di 100 Nel 1944, dopo che la Siria ottenne l'indipendenza dalla Francia, il nuovo governo proibi' agli Ebrei l'immigrazione in Palestina, e restrinse severamente l'insegnamento dell'ebraico nelle scuole ebraiche. Il numero di attacchi contro gli Ebrei sali', e si invito' a boicottare i loro affari.

Quando fu dichiarata la partizione nel 1947, delle rivolte arabe ad Aleppo devastarono la comunita' ebraica, antica di 2500 anni. Decine di Ebrei furono uccisi e oltre 200 case, negozi e sinagoghe furono distrutti. Migliaia di Ebrei fuggirono dalla Siria per andare in Israele. [1]
Poco dopo, il governo siriano intensifico' le sue persecuzioni contro la popolazione ebraica. La liberta' di movimento fu ristretta severamente.

Gli Ebreic he tentavano di fuggire, affrontavano la pena di morte o la condanna ai lavori forzati. Agli Ebrei non era consentito lavorare per il governo o le banche, non potevano acquistare telefoni o patenti, e gli era vietato comprare beni.

I conti nelle banche degli ebrei furono congelati. Una strada per l'aereoporto fu costruita sopra il cimitero ebraico a damasco; le scuole ebraiche furono chiuse e affidate ai musulmani.

L'atteggiamento siriano nei confronti degli Ebrei si rifletteva nella protezione di Alois Brunner, uno dei piu' conosciuti criminali nazisti.

Brunner, un aiutante capo di Adolf Eichmann, fu utilizzato come consigliere nel regime di Assad.[2]
Nel 1987-88 la polizia segreta siriana catturo' dieci Ebrei sospettati di violare le leggi dell'emigrazione e di viaggio, pianificando di fuggire e avendo fatto viaggi all'estero non autorizzati. Diversi tra coloro che furono rilasciati hanno riportato di essere stati torturati mentre erano in prigione.[3]
Nel novembre 1989, il governo siriano promise di facilitare l'emigrazione di piu' di 500 donne Ebree single, che sovrastavano numericamente gli uomini nella comunita' ebraica e non potevano quindi trovare un marito adatto. A 24 di loro fu permesso di emigrare nell'autunno del 1989 e ad altre 20 nel 1991.[4]
Per anni, gli Ebrei in Siria vissero in un grande terrore. Il quartiere ebraico di Damasco era sotto sorveglianza costante dalla polizia segreta, che era presente durante le funzioni religiose in sinagoga, nei matrimoni, nei bar-mitzvah e negli altri raduni ebraici.

Il contatto con gli stranieri era monitorato rigorosamente. I viaggi all'estero erano concessi solo in casi eccezionali, ma solo se veniva lasciata una cauzione di 300-1000 dollari, insieme ai membri familiari che venivano utilizzati come ostaggi.

Le pressioni statunitensi fatte durante le negoziazioni di pace, sono servite a convincere il presidente Hafez Assad ad abolire queste restrizioni e quelle che proibivano agli Ebrei di comprare o vendere proprieta', nei primi anni '90.

In una operazione segreta nel tardo 1994, 1262 Ebrei siriani furono portati in Israele. Il leader spirituale della comunita' ebraica Rabbi Avraham Hamra, presente da 25, era fra coloro che lasciarono la Siria e si reco' a New York (ora vive in Israele).La Siria ha garantito visti di uscita a condizione che gli Ebrei non vadano in Israele. [5]
La decisione di liberare definitivamente gli Ebrei si ottenne sostanzialmente come risultato di pressioni da parte degli USA a seguito della conferenza di pace a Madrid del 1991.

Alla fine del 1994, la sinagoga Joab Ben Zeruiah ad Aleppo, in uso continuo da piu' di 1.600 anni era deserta.

Un anno dopo, circa 250 Ebrei erano rimasti a Damasco, tutti apparentemente per loro scelta. [6]
Nella meta' del 2001, Rabbi Huder Shahada Kabariti stimo' che circa 150 Ebrei vivevano a Damasco, 30 a Haleb e 20 a Kamashili.

Ogni due o tre mesi un rabbino viene in visita da Istanbul per supervisionare la preparazione della carne kosher, che i residenti congelano e utilizzano fino alla sua prossima visita.

Due sinagoghe sono ancora aperte a Damasco.[7]
Nonostante gli Ebrei siano stati occasionalmente oggetto di violenze dai contestatori palestinesi in Siria, il governo ha preso strette misure protettive, arrestando anche gli assalitori e sorvegliando le restanti sinagoghe. [8]
Secondo il dipartimento di stato, gli Ebrei hanno ancora una scuola primaria separata per l'istruzione religiosa all'ebraismo e gli e' concesso insegnare ebraico in alcune scuole.

Circa una dozzina di studenti seguono ancora alla scuola ebraica, che aveva 500 studenti come nel 1992.

Ebrei e curdi sono le uniche minoranze cui non e' concesso partecipare al sistema politico.

Inoltre "ai pochi Ebrei rimanenti sono generalmente vietati gli impieghi di governo e non hanno obblighi di servizio militare. Sono la sola minoranza i cui passaporti e le cui carte d'identita' denotano la loro religione." [9]
Note:
1. Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to Our Time., (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 400; Maurice Roumani, The Case of the Jews from Arab Countries: A Neglected Issue, (Tel Aviv: World Organization of Jews from Arab Countries, 1977), p. 31; Norman Stillman, The Jews of Arab Lands in Modern Times, (NY: Jewish Publication Society, 1991), p. 146.

2. Newsday, (November 1, 1987); information provided by Rep. Michael McNulty.

3. Middle East Watch, Human Rights in Syria, (NY: Middle East Watch, 1990), p. 94.

4. Country Reports on Human Rights Practices for 1991, (DC: Department of State, 1992), p. 1610.

5. Jerusalem Post, (Oct. 18, 1994).

6. Jerusalem Post, (May 27, 1995).

7. Associated Press, (January 27, 2000).

8. U.S. Department of State, 2000 Annual Report on International Religious Freedom, Released by the Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor Washington, DC, (September 5, 2000).

9. U.S. State Department Report on Human Rights Practices for 2001.

9.. Gli Ebrei in Tunisia 1948 Popolazione ebraica: 105.000 2001: 1.500 [1]
Dopo che la Tunisia ottenne l'indipendenza nel 1956, ci fu una serie di decreti antiebraici che vennero promulgati dal governo.

Nel 1958, il consiglio della comunita' ebraica tunisina fu abolito dal governo e molte sinagoghe antiche, cimiteri e quartieri ebraici vennero distrutti per un "rinnovo urbano". [2]
La crescente situazione instabile causo' l'immigrazione di 40.000 Ebrei tunisini in Israele. Nel 1967 la popolazione ebraica si era ridotta a 20.000 persone.

Durante la guerra dei sei giorni, gli ebrei furono attaccati da sommosse di arabi, e molte sinagoghe e negozi furono bruciati.

Il governo denuncio' la violenza e il presidente Habib Bourguiba si scuso' col rabbino capo. Il governo si appello' agli ebrei pregandoli di restare ma non gli proibi' di lasciare il paese. Di conseguenza 7.000 ebrei immigrarono in Francia.

Nel 1982 ci furono altri attacchi contro gli ebrei nelle citta' di Zarzis e Ben Guardane. Secondo il dipartimento di stato, il governo tunisino "si comporto' con decisione per fornire protezione alla comunita' ebraica". [3]
Nel 1985, una guardia tunisina apri' il fuoco sui pellegrini nella sinagoga di Djerba, uccidendo cinque persone, quattro delle quali Ebree.

Da allora il governo ha cercato di prevenire ulteriori tragedie dando agli ebrei tunisini una stretta protezione quando necessario. A seguito del bombardamento da parte d'Israele del quartier generale dell'OLP il 1 ottobre 1985 vicino Tunisi, il governo prese straordinarie misure per proteggere la comunita' ebraica. [4]
Dopo la tragedia sul monte del Tempio nell'ottobre 1990, "il governo ha imposto una pesante sicurezza attorno alla sinagoga principale di Tunisi" [5]
Djerba ha uno dei maggiori asili ebraici. Ci sono anche sei scuole primarie ebraiche, (tre collocate a Tunisi, due Djerba e una sulla citta' costiera di Zarzis) e quattro scuole secondarie (due a Tunisi e due Djerba).

Ci sono anche delle yeshivot a Tunisi e a Djerba. La comunita' ha due case di riposo. Il paese ha diversi ristoranti kosher e cinque rabbini ufficianti: il rabbino capo a Tunisi, un rabbino a Djerba, e altri quattro a Tunisi. La maggior parte della comunita' ebraica osserva le regole della Kashrut.

"Molti turisti vengono a visitare la sinagoga di Djerba El Ghriba, nel villaggio di Hara Sghira. Nonostante la struttura presente sia stata costruita nel 1929, si crede che ci sia sempre stato un continuo utilizzo del luogo come sinagoga da 1900 anni. Gli ebrei tunisini hanno rituali e celebrazi