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lug 30, 2005 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

Miti e fatti 22. La politica medioorientale americana

[Miti da confutare]

22.01. "La creazione d'Israele e' stata solo il risultato delle pressioni americane"
22.02. "Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a causa delle pressioni della Lobby Ebraica"
22.03. "La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta relazione degli USA con Israele"
22.04. "La politica USA e' sempre stata ostile agli Arabi"
22.05. "Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente"
22.06. "Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi che avesse un margine qualitativo sugli Arabi"
22.07. "L'aiuto americano in Medio Oriente e' sempre stato unilaterale, con gli Arabi che non prendono praticamente nulla"
22.08. "Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a fondo perduto"
22.09. "Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici sebbene esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha piu' bisogno"
22.10. "Israele si vanta di essere la quarta potenza del mondo, quindi non ha certo bisogno dell'aiuto militare americano"
22.11. "L'aiuto militare americano sussidia l'industria bellica israeliana a spese di quella americana"
22.12. "Le malleverie usa hanno dato ad Israele miliardi di dollari dei contribuenti americani usati per costruire insediamenti in Cisgiordania ed a Gaza per ospitare gli Ebrei sovietici"
22.13. "Non si e' mai creduto che Israele avesse un qualche valore strategico per gli Stati Uniti"
22.14. "Gli Israeliani vivono comodamente grazie all'aiuto americano, e non vedono motivo per riformare il sistema economico del loro paese"
22.15. "Israele prende misure protezionistiche che ostacolano il commercio americano"
22.16. "Il reclutamento di Jonathan Pollard come spia contro gli Stati Uniti dimostra che Israele opera a danno degli interessi americani"
22.17. "Israele ha raggirato gli USA convincendoli a vendere armi all'Iran in cambio degli ostaggi, ed ha aiutato a dirottare i profitti verso i Contras."
22.18. "La dipendenza americana dal petrolio arabo e' diminuita nel corso degli anni"
22.19. "Le principali compagnie petrolifere americane non prendono mai posizione sul conflitto arabo-israeliano"
22.20. "Gli Stati Uniti ed Israele non hanno nulla in comune"
22.21. "Il sostegno dell'America ad Israele e' la ragione per cui i terroristi hanno attaccato il World Trade Center ed il Pentagono l'11 Settembre 2001"
22.22. "Il dirottamento di quattro aerei di linea in un solo giorno, l'11 Settembre, e' stato un atto terroristico senza precedenti"
22.23. "I gruppi come Hizballah, Jihad Islamica, Hamas e l'FPLP dovrebbero essere esclusi dalla guerra USA al terrorismo perche' sono combattenti per la liberta' e non terroristi"
22.24. "Il Mossad d'Israele ha compiuto il bombardamento del World Trade Center per suscitare odio americano verso gli Arabi"
22.25. "Mohammad Atta, il terrorista che ha mandato l'aereo contro il World Trade Center, fece saltare un autobus in Israele nel 1986. All'epoca Israele arresto', processo', condanno', imprigiono' Atta, ma fu convinto dagli USA a rilasciarlo come parte dell'accordo di pace di Oslo"
22.26. "Le universita' americane dovrebbero disinvestire dalle compagnie che fanno affari in Israele per costringerlo a por fine all''occupazione' ed agli abusi nei diritti umani"
22.27. "I sostenitori d'Israele tentano di azzittire i critici etichettandoli come antisemiti"

[I miti in dettaglio]
22.01. [Mito]
"La creazione d'Israele e' stata solo il risultato delle pressioni americane" 22.01. [Fatti]
Quando l'ONU si occupo' della questione della Palestina, il Presidente Harry Truman affermo' esplicitamente che gli Stati Uniti non avrebbero dovuto "usare minacce o pressioni indebite di alcun tipo sulle altre delegazioni" [1]. Ciononostante furono esercitate delle pressioni, e gli USA giocarono un ruolo chiave nel garantire il sostegno alla risoluzione di spartizione. L'influenza USA fu comunque limitata, come divenne chiaro quando dei "clienti" americani come Cuba e la Grecia votarono contro la spartizione, ed El Salvador e l'Honduras si astennero.

Molti membri dell'Amministrazione Truman si opponevano alla Spartizione, compreso il Segretario alla Difesa James Forrestal, che riteneva che le mire sioniste ponessero una minaccia alle forniture di petrolio americane ed alla sua posizione strategica nella regione. I Capi di Stato Maggiore Uniti erano preoccupati che gli Arabi si sarebbero allineati con i Sovietici se estraniati dall'Occidente. Questi oppositori interni fecero molto per indebolire il sostegno americano alla creazione di uno stato ebraico [2].

Sebbene si sia scritto molto sulle tattiche dei sostenitori della spartizione, il comportamento degli stati arabi e' stato in gran parte ignorato. Essi erano, a dire il vero, attivamente impegnati nei loro bracci di ferro all'ONU nel tentativo di affondare la spartizione [3].

22.02. [Mito]
"Gli Stati Uniti hanno preferito Israele agli Arabi nel 1948 a causa delle pressioni della Lobby Ebraica" 22.02 [Fatti]
Truman sostenne il movimento sionista perche' riteneva che la comunita' internazionale avesse l'obbligo di adempiere alla promessa della Dichiarazione Balfour e perche' credeva che fosse la cosa umana da fare per migliorare la condizione dei superstiti ebrei dell'Olocausto. Egli non credeva che i diritti degli Arabi sarebbero stati compromessi, od avrebbero dovuto esserlo. Il senso del suo atteggiamento si puo' cogliere da un commento che fece a proposito dei negoziati sui confini di uno stato ebraico:
"L'intera regione attende di svilupparsi, e se fosse gestita nel modo in cui abbiamo sviluppato il Bacino del Fiume Tennessee, potrebbe sostenere 20-30 milioni di persone in piu'. Aprire le porte a questo tipo di futuro sarebbe in effetti la cosa costruttiva ed umanitaria da fare, e riscatteerebbe inoltre i pegni che furono dati all'epoca della Prima Guerra Mondiale [4].

Il pubblico americano sostenne la politica del Presidente. Secondo i sondaggi d'opinione, il 65% degli Americani sosteneva la creazione di uno stato ebraico; soltanto nel terzo trimestre del 1947, 65.850 cartoline, 1.100 lettere e 1.400 telegrammi inondarono la Casa Bianca, la maggior parte dei quali implorava che il Presidente usasse l'influenza americana all'ONU [5].

Questo pubblico sostegno si riflette' nel Congresso quando fu adottata nel 1922 una risoluzione che approvava la Dichiarazione Balfour. Nel 1944 ambo i partiti nazionali chiesero il ripristino dello Stato Ebraico, e nel 1945 una simile risoluzione fu adottata dal Congresso.

Piuttosto che cedere alla pressione, Truman tendeva a reagire negativamente alla "Lobby ebraica". Egli si lamentava ripetutamente delle pressioni che subiva e parlava di mettere la propaganda che veniva dagli Ebrei in un mucchio a cui dare fuoco. In una lettera al Membro della Camera dei Rappresentanti Claude Pepper, Truman Scrisse: "Se non fosse stato per l'inutile interferenza dei Sionisti, avremmo avuto il problema risolto un anno e mezzo fa" [6]. Non e' esattamente l'attaggiamento di un politico che pensa troppo ai voti ebraici.

22.03. [Mito]
"La maggior parte degli Americani si oppone ad una stretta relazione degli USA con Israele" 22.03. [Fatti]
Non e' solo la comunita' ebraica a sostenere Israele. Gli Americani di tutte le eta', razze e religioni simpatizzano con Israele. Questo sostegno e' inoltre indipendente dalle scelte politiche, con una maggioranza di Democristiani e Repubblicani che favoriscono regolarmente Israele con largo margine sugli Arabi.

Il migliore indicatore dell'atteggiamento americano verso Israele si trova nella risposta alla domanda piu' spesso posta sul Medio Oriente:
"Nella situazione medioorientale, le sue simpatie sono piu' verso Israele o verso le nazioni Arabe?". L'organizzazione che ha condotto la maggior parte delle indagini e' la Gallup. Il sostegno per Israele nei sondaggi Gallup e' rimasto sempre intorno al 50% sin dal 1967.

In 63 sondaggi Gallup, che risalgono al 1967, Israele ha avuto il sostegno di una media del 46% del popolo americano, confrontato con il poco piu' del 12% degli stati arabi e dei Palestinesi. Gli Americani hanno una simpatia appena maggiore per i Palestinesi che per i paesi arabi, ma i risultati dei sondaggi che chiedevano agli intervistati di scegliere tra Israele ed i Palestinesi non erano molto differenti dalle altre inchieste.

Alcune persone sbagliano a credere che la simpatia per Israele fosse piu' alta un tempo; la verita' e' che prima della [Prima] Guerra del Golfo il picco era stato il 56%, raggiunto appena dopo la Guerra dei Sei Giorni.

Nel Gennaio 1991 la simpatia per Israele raggiunse il culmine del 64%, secondo la Gallup. Intanto, il sostegno per gli Arabi scese all'8% ed il margine raggiunse un record di 56 punti.

Il sondaggio piu' recente, riportato da Gallup nel Giugno 2002, trovo' che la simpatia per Israele era del 49% a confronto con il solo 14% dei Palestinesi. Questo supera il sostegno medio per Isrele, ma e' comunque sotto il record raggiunto durante la [Prima] Guerra del Golfo (64%).

La maggior parte degli intervistati non crede che gli USA dovrebbero prendere posizione nel conflitto, ma quelli che prendono posizione scelgono Israele con un margine di 10 a 1 (Gallup, Aprile 2002). Piu' di tre quarti degli Americani crede inoltre che la pace israelo- palestinese e' in qualche modo o molto importante per gli Stati Uniti.

I sondaggi mostrano inoltre che il pubblico vede in Israele un affidabile alleato americano, un sentimento che e' cresciuto durante la [prima] Crisi del Golfo. Un sondaggio Harris del Gennaio 1991, per esempio, ha trovato che l'86% degli Americani considera Israele un alleato "vicino" o perfino "amichevole". Questo e' stato il punteggio piu' alto mai registrato in un sondaggio Harris. Ma anche nel Maggio 2002 un sondaggio della Lega Anti-Diffamazione scopri' che il 64% degli Americani era d'accordo che "si puo' contare su Israele come su un alleato leale".

22.04. [Mito]
"La politica USA e' sempre stata ostile agli Arabi" 22.04. [Fatti]
Gli Arabi raramente riconoscono il ruolo americano nell'aver aiutato i paesi arabi ad ottenere l'indipendenza. La posizione del Presidente Wilsono per l'autodeterminazione di tutte le nazioni, e l'ingresso degli USA nella Prima Guerra Mondiale contribuirono a provocare lo scioglimento dell'Impero Ottomano ed a stimolare il movimento verso l'indipendenza nel mondo arabo.

Gli Arabi hanno sempre sostenuto che la politica medioorientale dev'essere un gioco a somma zero in cui il sostegno per il loro nemico, Israele, li mette per forza in svantaggio. Pertanto i paesi arabi hanno tentato di costringere gli Stati Uniti a scegliere tra il sostegno per loro o per Israele. Normalmente gli Stati Uniti hanno rifiutato di cadere in questa trappola. Il fatto che gli USA abbiano una stretta alleanza con Israele mantenendo buone relazioni con diversi paesi arabi dimostra che le due cose non sono incompatibili.

Gli USA hanno per molto tempo ricercato relazioni amichevoli con i capi arabi e sono stati, una volta o l'altra, in buoni rapporti con la maggior parte dei paesi arabi.Negli anni '30 la scoperta del petrolio indusse le compagnie americane a stringere stretti rapporti con gli Arabi del Golfo. Negli anni '50 gli obbiettivi strategici americani stimolarono uno sforzo per formare un'alleanza con i paesi arabi filooccidentali. Paesi come l'Iraq e la Libia erano amici degli USA prima che dei loro governi si impadronissero dei capi radicali. L'Egitto, che era ostile agli USA sotto Nasser, si sposto' nel campo filooccidentale sotto Sadat.

Sin dalla Seconda Guerra Mondiale, gli USA hanno offerto aiuti economici e militari alla regione, ed oggi sono i principali sostenitori di nazioni come la Giordania, l'Arabia Saudita, il Marocco, l'Egitto e gli sceiccati del Golfo. Sebbene i paesi arabi abbiano incolpato gli USA per le loro sconfitte nelle guerre che hanno fatto ad Israele, la verita' e' che la maggior parte dei belligeranti ha ricevuto nella sua storia o l'assistenza americana, o la sua offerta.

Talvolta e' sembrato che gli USA abbiano condonato le aggressioni arabe contro altri arabi. Per esempio, nel 1963 gli USA riconobbero il regime fantoccio insediato dagli Egizi nello Yemen. Nel 1991, mentre stavano contrattaccando contro Saddam Hussein, l'Amministrazione Bush [Senior] guardava altrove mentre la Siria completava l'annessione virtuale del Libano.

Mentre Israele ha potuto affidarsi solo all'assistenza americana, i paesi arabi hanno sempre potuto contare su diversi paesi occidentali, cosi' come sull'Unione Sovietica e sui suoi alleati.

"Le nazioni alleate, con il pieno consenso del nostro governo e del nostro popolo concordano che in Palestina si debbono porre le fondamenta di un'entita' politica ebraica".

Presidente Woodrow Wilson, 3 Marzo 1919 22.05. [Mito]
"Sin dal 1948 gli USA hanno sostenuto Israele automaticamente" 22.05. [Fatti]
Gli Stati Uniti sono stati l'alleato piu' fedele d'Israele per tutta la sua storia, pero' gli USA hanno agito molte volte contro i desideri dello Stato ebraico.

Lo sforzo USA di controbilanciare il sostegno ad Israele con il placare gli arabi inizio' nel 1948, quando Truman mostro' segni di ondeggiamento sulla spartizione e chiese invece un mandato internazionale. Dopo che i paesi arabi circostanti invasero Israele, gli USA osservarono un embargo sugli armamenti che ridusse notevolmente la capacita' degli Ebrei di difendersi.

Sin dalla guerra del 1948 gli USA sono stati poco disponibili ad insistere sui progetti per reinsediare i profughi arabi. Gli USA sono stati anche riluttanti a chieder conto agli Arabi delle violazioni della Carta e delle risoluzioni dell'ONU. Cosi', ad esempio, agli Arabi fu permesso di farla franca con il blocco del Canale di Suez, il boicottaggio d'Israele e la commissione di atti di terrorismo. Difatti, gli USA hanno preso posizione contro Isaele all'ONU piu' spesso che no, e fino al 1972 non hanno usato il loro potere di veto nel Consiglio di Sicurezza per bloccare le risoluzioni anti-Israele.

Forse l'esempio piu' drammatico di una politica americana che divergeva da quella d'Israele si ebbe durante la Guerra di Suez, quando il Presidente Eisenhower prese una forte posizione contro la Gran Bretagna, la Francia ed Israele. Dopo la guerra, la pressione americana impose ad Israele di ritirarsi dal territorio conquistato. David Ben Gurion si fido' di dubbie assicurazioni americane che invece piantarono le radici del conflitto del 1967.

In diverse altre occasioni, i Presidenti americani hanno agito contro Israele. Nel 1981, per esempio, Ronald Reagan sospese un accordo di cooperazione strategica dopo che Israele ebbe annesso le Alture del Golan. In un'altra occasione, egli sospese la consegna di aerei da combattimento perche' dispiaciuto di un raidi israeliano in Libano.

Nel 1991 il Presidente Bush tenne una conferenza stampa per chiedere una dilazione nell'esaminare una richiesta americana di malleveria per aiutare l'assorbimento degli Ebrei sovietici ed etiopi poiche' era in disaccordo con la politica israeliana degli insediamenti. Nel mettere in gioco il suo prestigio su questa dilazione, Bush ricorse ad intemperanze verbali che infiammarono le passioni e fecero temere alla comunita' ebraica che fosse suscitato dell'antisemitismo.

Sebbene spesso descritto come il Presidente piu' filo-israeliano della storia, anche Bill Clinton critico' Israele in molte occasioni. Ed anche l'amministrazione di George W. Bush non ha mostrato alcuna riluttanza a criticare Israele per azioni che ritiene contrarie agli interessi USA, ma in generale e' stata piu' riservata nelle pubbliche esternazioni.

22.06. [Mito]
"Gli USA hanno sempre dato armi ad Israele per essere certi che avesse un margine qualitativo sugli Arabi" 22.06. [Fatti]
Gli Stati uniti hanno fornito soltanto quantita' limitate di armi ad Israele, comprese munizioni e fucili senza rinculo, prima del 1962. In quell'anno, il Presidente Kennedy vendette dei missili antiaerei HAWK, ma solo dopo che l'URSS ebbe fornito all'Egitto bombardieri a lungo raggio.

Nel 1965 gli USA erano divenuti il principale fornitore d'armamenti d'israele. Questo fu in parte richiesto dal cedimento della Germania Ovest alle pressioni arabe, che la indusse a smettere di vendere carri armati ad Israele. Pero', durante gran parte dell'amministrazione Johnson, la vendita delle armi ad Israele fu controbilanciata da corrispondenti trasferimenti agli Arabi. Pertanto, la prima vendita di carri armati americani ad Israele, nel 1965, fu bilanciata da un'analoga vendita alla Giordania [7].

Gli USA non fornirono ad Israele aeroplani fino al 1966. Anche allora, furono fatti degli accordi segreti per offrire gli stessi aerei al Marocco ed alla Libia, e si invio' materiale bellico supplementare al Libano, all'Arabia Saudita ed alla Tunisia [8].

Come nel 1948, gli USA imposero un embargo sugli armamenti ad Israele durante la Guerra dei Sei Giorni, mentre gli Arabi continuavano a ricevere armi sovietiche. La posizione d'Israele fu ulteriormente indebolita dalla decisione dei Francesi di dare l'embargo ai trasferimenti di armi allo Stato Ebraico, terminando nei fatti il loro ruolo come unico grande fornitore alternativo di armi ad Israele.

Fu solo dopo che divenne chiaro che Israele non aveva altre fonti di armamenti, e che l'Unione Sovietica non aveva interesse a limitare le sue vendite alla regione, che il Presidente Johnson acconsenti' a vendere ad Israele dei Phantom che diedero allo Stato ebraico il suo primo vantaggio qualitativo. "D'ora in poi diverremo il principale fornitore di armi ad Israele", disse il Vicesegretario alla Difesa Paul Warnke all'Ambasciatore israeliano Yitzchaq Rabin, "coinvolgendoci ancor piu' nella situazione della sicurezza d'israele e coinvolgendo ancor piu' la sicurezza degli Stati Uniti" [9].

Da quel momento in poi, gli USA cominciarono a perseguire una politica volta a mantenere il margine qualitativo d'Israele. Ma gli USA sono anche rimasti impegnati ad armare le nazioni arabe, fornendo missili sofisticati, carri armati ed aerei alla Giordania, al Marocco, all'Egitto, all'Arabia Saudita ed ai paesi del Golfo. Percio', quando Israele ricevette gli F-15 nel 1978, anche l'Arabia Saudita li ricevette (e l'Egitto ricevette gli F-5E). Nel 1981 l'Arabia Saudita, per la prima volta, ricevette un sistema d'armi che le diede un vantaggio qualitativo su Israele - gli aerei radar AWACS.

Ora Israele compra equipaggiamento americano di prima, anche se non di primissima, scelta, ma anche molti paesi arabi ricevono alcuni dei migliori carri armati, aerei e missili. Il margine qualitativo sara' intatto, ma e' indubbiamente stretto.

"La nostra societa' e' illuminata dalle intuizioni spirituali dei profeti ebrei. L'America ed Israele hanno un comune amore per la liberta' umana, ed hanno una comune fede nel modo di vivere democratico" - Presidente Lyndon Johnson, Discorso al B'nai B'rith (10 Settembre 1968).

22.07. [Mito]
"L'aiuto americano in Medio Oriente e' sempre stato unilaterale, con gli Arabi che non prendono praticamente nulla" 22.07. [Fatti]
Dopo la vittoria d'Israele nella Guerra d'Indipendenza, gli USA risposero ad un appello per un sostegno economico all'assorbimento degli immigrati approvando un credito di 135 milioni di Dollari della Banca Import-Export e la vendita di beni superflui. In quei primi anni dell'esistenza dello Stato d'Israele (ed anche oggi) l'aiuto americano fu visto come un mezzo per promuovere la pace.

Nel 1951 il Congresso voto' per aiutare Israele ad affrontare i gravami economici imposti dall'afflusso di profughi ebrei dai campi profughi d'Europa e dai ghetti dei paesi arabi. Allora gli Arabi si lamentarono che gli USA li stavano trascurando, sebbene essi non avessero allora interesse all'aiuto americano allora. Nel 1951 la Siria respinse delle profferte di aiuto americano; l'Iraq e l'Arabia Saudita, ricchi di petrolio, non avevano bisogno dell'assistenza economica americana, e fino ai tardi anni '50 la Giordania era il pupillo della Gran Bretagna. Dopo il 1957, quando gli Stati Uniti si assunsero la responsabilita' di sostenere la Giordania e ripresero gli aiuti economici all'Egitto, l'assistenza ai Paesi arabi fece un balzo. Inolre, gli Stati Uniti erano (e sono tuttora) il piu' grande paese ad aiutare i Palestinesi attraverso l'UNRWA.

Israele ha ricevuto piu' aiuti diretti dagli Stati Uniti sin dalla Seconda Guerra Mondiale di ogni altro paese, ma gli importi per la prima meta' di questo periodo sono stati relativamente modesti. Tra il 1949 ed il 1973 gli USA hanno dato ad Israele una media di circa 122 milioni di Dollari l'anno, per un totale di 3,1 miliardi di Dollari (e a dire il vero piu' di un miliardo di Dollari di questo fu una serie di prestiti per materiale militare negli anni 1971-1973). Prima del 1971, Israele ricevette un totale di appena 277 milioni di Dollari in aiuti militari, tutti sotto forma di anticipi sugli acquisti. Anche la gran parte degli aiuti economici fu in forma di prestito ad Israele. In confronto, i Paesi arabi ricevettero circa il triplo dell'aiuto prima del 1971, 4,4 miliardi di Dollari, o 170 milioni di Dollari all'anno. Inoltre, al contrario d'israele, che riceve quasi tutto l'aiuto dagli Stati Uniti, i paesi arabi hanno ricevuto assistenza dall'Asia, dall'Europa Orientale, dall'Unione Sovietica e dalla Comunita' Europea.

e' mia responsabilita' verificare che la nostra politica in Israele combaci con la nostra politica in tutto il mondo; secondo, e' mio desiderio aiutare a costruire in Palestina uno stato democratico forte, prospero, libero ed indipendente. Dev'essere grande abbastanza, libero abbastanza, e forte abbastanza da rendere il suo popolo autosufficiente e sicuro" - Presidente Truman, 28 Ottobre 1948, discorso elettorale al Madison Square Garden.

Israele non inizio' a ricevere grandi aiuti fino al 1974, dopo la guerra del 1973, e le somme crebbero drammaticamente dopo gli accordi di Camp David. In tutto, sin dal 1949, Israele ha ricevuto piu' di 90 miliardi di Dollari di aiuti. Sebbene i totali siano impressionanti, il valore dell'assistenza ad Israele e' stato eroso dall'inflazione.

Anche i paesi arabi che hanno firmato degli accordi con Isrele sono stati ricompensati. Fin dalla firma del trattato di pace con Israele, l'Egitto e' stato il secondo piu' grande destinatario di aiuti americani (2 miliardi di Dollari nel 2002, mentre Israele ne ricevette 2,8). Anche la Giordania e' stata beneficiaria di maggiori livelli di aiuto sin da quando ha firmato un trattato con Israele (che ha portato da meno di 40 milioni di Dollari ad oltre 225 milioni). Fu anche rimesso il debito multimiliardario di ambo le nazioni arabe fino agli USA.

Dopo gli accordi di Oslo, anche gli Stati Uniti iniziarono a finanziare i Palestinesi. Essi ora forniscono 80 miliardi in aiuti umanitari attraverso l'Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale. Essi non forniscono alcun aiuto diretto all'Autorita' Palestinese, in quanto la ritengono corrotta. Il Presidente Bush avverti' specificamente i Palestinesi che essi debbono cambiare la loro guida ed abbracciare le riforme per ottenere futura assistenza. "Vi posso assicurare", disse Bush, "che non daremo un soldo ad una societa' che non e' trasparente ed [e'] corrotta" [9a].

22.08. [Mito]
"Gli USA hanno sempre dato ad Israele miliardi di dollari a fondo perduto" 22.08. [Fatti]
Le donazioni americane ad Israele sono finite nel 1959. L'aiuto americano ad Israele da allora fino al 1985 e' consistito soprattutto di prestiti, rimborsati da Israele, e di beni ormai superflui, che Israele compro'. Israele comincio' a comprare armi americane nel 1962, ma non ricevette alcun aiuto militare gratuito fino dopo la Guerra del Kippur del 1973. Come risultato, Israele ha dovuto indebitarsi pesantemente per finanziare il suo sviluppo economico ed i suoi acquisti di armi. La decisione di convertire gli aiuti militari in elargizioni quell'anno fu basata sulla prevalente opinione nel Congresso che senza un forte Israele, la guerra nel Medio Oriente fosse piu' probabile, e che gli USA avrebbero dovuto affrontare maggiori spese in una simile eventualita'.

Per molti anni, gran parte dell'aiuto economico d'Israele fu usato per ripagare i vecchi debiti. Nel 1984, la legislazione sugli aiuti all'estero incluse l'Emendamento Cranston (cosi' chiamato da chi lo sostenne al Senato), che diceva che gli USA avrebbero fornito ad Israele aiuti economici "in misura non inferiore a" l'ammontare delle rate dei debiti che ogni anno Israele deve ripagare agli USA.

22.09. [Mito]
"Israele continua a chiedere un mucchio di aiuti economici sebbene esso sia ora un paese ricco che di aiuto non ha piu' bisogno" 22.09. [Fatti]
A partire dall'anno fiscale 1987, Israele ha ricevuto annualmente 1,2 miliardi di Dollari in elargizioni per aiuti economici ed in totale 1,8 miliardi di Dollari di elargizioni per aiuti militari. Nel 1998 Israele si offri' di ridurre volontariamente la sua dipendenza dall'aiuto economico USA. Secondo un accordo raggiunto con l'Amministrazione Clinton ed il Congresso, il pacchetto di aiuti economici di 1,2 miliardi di Dollari sara' ridotto di 120 milioni di Dollari ogni anno in modo che esso scompaia in dieci anni.

Meta' dei risparmi annuali nell'assistenza economica (60 milioni di Dollari) si aggiungeranno al pacchetto di aiuti militari ad Israele in riconoscimento dei suoi accresciuti bisogni nel campo della sicurezza. Nel 2001 Israele ha ricevuto 840 milioni di Dollari in aiuti economici ed 1,98 miliardi di Dollari di aiuti militari. Nel 2002, l'aiuto economico ad Israele fu ridotto a 720 milioni di Dollari, e l'aiuto militare ad Israele fu fissato a 2,04 miliardi di Dollari.

Israele fece l'offerta perche' non ha piu' bisogno dell'aiuto che gli serviva un tempo. Le fondamenta dell'economia israeliana oggi sono solide; eppure Israele rimane zavorrato dai debiti passati verso gli USA, che, al contrario di quelli di Giordania ed Egitto, non furono rimessi. Inoltre, Israele puo' ancora usare l'aiuto americano. Il paese ha tuttora il tremendo peso finanziario di assorbire decine di migliaia di immigranti dall'ex-Unione Sovietica, un altissimo tasso di disoccupazione ed un numero paurosamente alto di persone che sono finite in miseria. La situazione e' stata ulteriormente esacerbata dalla violenza degli ultimi due anni, che ha devastato l'industria turistica e tutti i settori collegati nel campo dei servizi. Inoltre, le concessioni fatte nei negoziati di pace hanno richiesto lo smantellamento di basi militari e la perdita di preziose risorse che debbono essere rimpiazzate.

22.10. [Mito]
"Israele si vanta di essere la quarta potenza militare del mondo, quindi non ha certo bisogno dell'aiuto militare americano" 22.10. [Fatti]
Isrele ha dei trattati di pace con solo due dei suoi vicini. Esso rimane giuridicamente in guerra con il resto del mondo arabo-islamico e diversi paesi, specialmente l'Iran e l'Iraq, sono apertamente ostili. Date le minacce potenziali, e' necessario che Israele continui a mantenere una forte difesa. Israle e' un paese potente, ma come il grafico dell'equilibrio degli armamenti mostra, e' tuttora soverchiata per numero di effettivi e di armi dai suoi nemici, e deve percio' affidarsi al suo vantaggio qualitativo per essere sicura di poterli sconfiggere, e questo lo garantisce soltanto il continuo acquisto delle armi piu' moderne. Nuovi carri armati, nuovi missili ed aerei pero' hanno prezzi favolosi, ed Israele non puo' permettersi con i suoi soli mezzi cio' di cui ha bisogno, pertanto il continuo aiuto americano e' vitale per la sua sicurezza. Inoltre, i nemici d'Israele hanno numerosi fornitori, ma Israele deve affidarsi quasi completamente agli Stati Uniti per la sua "ferraglia".

22.11. [Mito]
"L'aiuto militare americano sussidia l'industria bellica israeliana a spese di quella americana" 22.11. [Fatti]
Contrariamente al senso comune, non e' che gli USA firmino assegni da miliardi di dollari e li diano ad Israele perche' li spenda come gli piace. Appena il 26% circa (555 milioni di Dollari sui 2,1 miliardi del 2003) di quel che Israele riceve in Finanziamenti Militari all'Estero (FMF) si puo' spendere in Israele per le forniture militari. Il restante 74% e' speso negli Stati Uniti per generare profitti e posti di lavoro. Piu' di mille aziende in 47 Stati, nel Distretto di Columbia ed a Puerto Rico hanno firmato contratti che totalizzano miliardi di Dollari grazie a questo programma negli ultimi anni. Ecco le cifre del 2001:
Il valore dei Finanziamenti Militari all'Estero (FMF) diviso per Stato [10]:
Alabama... ............. $15,010,584 Arkansas... ............... $496,212 Arizona... ............. $23,053,020 California... ......... $155,969,600 Colorado... ............ $33,864,588 Connecticut... ........ $510,697,156 Delaware... ............... $367,011 Distretto di Columbia... $3,609,508 Florida... ............. $94,222,258 Georgia... ............ $158,911,735 Iowa... ..................... $4,830 Idaho... .................. $151,977 Illinois... ............ $57,492,657 Indiana... ............. $46,200,627 Kansas... .................. $91,328 Kentucky... ............. $1,539,095 Louisiana... .............. $145,824 Massachusetts... ....... $25,080,078 Maryland... ............ $62,805,516 Maine... ............... $33,201,400 Michigan... ............ $67,447,234 Minnesota... ........... $10,886,633 Missouri... ............. $1,927,615 Mississippi... .......... $2,571,630 Montana... ................. $30,350 North Carolina... ...... $38,944,632 Nebraska... ................. $3,654 New Hampshire... ....... $17,254,145 New Jersey... .......... $52,750,873 New Mexico... .............. $55,554 Nevada... ............... $1,043,287 New York... ........... $110,854,412 Ohio... ................ $42,646,748 Oklahoma... ............... $132,572 Oregon... ............... $5,512,292 Pennsylvania... ........ $11,478,193 Rhode Island... ........... $841,354 South Carolina... ....... $4,598,444 South Dakota... ......... $4,893,179 Tennessee... ............ $7,752,077 Texas... ............... $62,854,229 Utah... ................... $257,378 Virginia... ............ $28,575,976 Vermont... .............. $2,062,222 Washington... ........... $3,844,029 Wisconsin... ............ $6,407,070 West Virginia... ........... $73,746 Wyoming... ................. $14,500 22.12. [Mito]
"Le malleverie USA hanno dato ad Israele miliardi di dollari dei contribuenti americani usati per costruire insediamenti in Cisgiordania ed a Gaza per ospitare gli Ebrei sovietici" 22.12. [Fatti]
Dal 1989, circa un milione di Ebrei e' migrato in Israele. La maggioranza, circa l'80%, e' venuta dall'ex-Unione Sovietica. Israele deve fornire a questi immigranti vitto, alloggio, impiego e formazione professionale. Il compito e' ancora piu' arduo quando si devono assorbire degli Ebrei da paesi relativamente sottosviluppati come l'Etiopia, a cui spesso occorre insegnare tutto, dall'uso dello sciacquone a come si preleva denaro da una banca. Per affrontare queste sfide, Israele ha investito miliardi di dollari. Inoltre, la comunita' ebraico-americana ha contribuito con centinaia di milioni di dollari attraverso varie filantropie.

Eppure il compito era tanto spaventoso che Israele ha chiesto aiuto agli Stati Uniti. Per mettere la sfida in prospettiva, considerate che gli Stati Uniti, un paese di 250 milioni di persone ed un PIL da svariati trilioni di Dollari, ammette appena 125.000 profughi all'anno. Nel solo 1990, 185.000 Ebrei sono migrati in Israele.

Gli Stati Uniti guidarono il Mondo Libero nell'aiutare a garantire la liberta' degli Ebrei sovietici. A cominciare dal 1972, il Congresso ha stanziato dei fondi per aiutare gli Ebrei sovietici a risistemarsi in Israele. Dal 1992 sono stati assegnati a questo scopo 80 milioni di Dollari.

Dopo che l'Unione Sovietica ebbe aperto le sue porte, il rivoletto di migranti divenne un'alluvione, balzando da meno di 13.000 persone nel 1989 a piu' di 185.000 nel 1990. Allora Israele chiese un diverso tipo di aiuto. Gli Stati Uniti hanno risposto nel 1990 approvando 400 milioni di dollari in malleverie per aiutare Israele a dar casa ai nuovi venuti.

Le malleverie non sono elargizioni - non si trasferisce un centesimo dalle casse federali ad Israele. Gli USA semplicemente avallano dei crediti per Israele, cosa che da' ai banchieri la fiducia necessaria per prestare ad Israele denaro a condizioni piu' favorevoli: interessi inferiori e durate superiori - fino a trent'anni, anziche' solo cinque o sette. Queste garanzie sui crediti non hanno effetto sulla politica interna o sulle garanzie interne. Inoltre, essi non nuocciono al contribuente americano, a meno che Israele non cessi di pagare i suoi debiti, cosa che non ha mai fatto. Per giunta, molto del denaro che Israele prende a prestito e' speso negli USA per acquistare beni americani.

Quando fu chiaro che il flusso di rifugiati era anche superiore al previsto, e decine di migliaia continuavano ad arrivare ogni mese, Israele si rese conto che aveva bisogno di ulteriore aiuto, e chiese agli Stati Uniti altri 10 miliardi di Dollari in malleverie.

Nel 1992 il Congresso autorizzo' il Presidente a fornire malleverie sui crediti ad Israele come risultato dello straordinario sforzo umanitario per risistemare ed assorbire gli immigranti. Queste malleverie furono concesse in incrementi annuali di 2 miliardi di Dollari per cinque anni. Mentre il costo per il governo USA era nullo, Israele ha pagato agli Stati Uniti delle commissioni annue che ammontavano a diverse centinaia di milioni di dollari per coprire i costi amministrativi e di altro genere.

Secondo le attuali linee guida, nessun aiuto americano ad Israele puo' essere usato al di la' dei confini del 1967. Inoltre, per sottolineare l'insoddisfazione per le politiche di insediamento israeliane, il Presidente era autorizzato a ridurre le malleverie annuali di un ammontare pari al valore stimato delle attivita' intraprese da Israele nella Cisgiordania ed a Gaza l'anno precedente.

Pertanto, come indica la tabella in http://www.us- israel.org/jsource/US-Israel/Loan_Guarantees_for_Israel.html, il Dipartimento di Stato ha determinato che Israele ha speso poco meno di 1,4 miliardi di Dollari per l'attivita' di insediamento tra il 1993 ed il 1996. Ma il Presidente era comunque autorizzato a non compiere le deduzioni quando rendere il denaro disponibile ad Israele era nell'interesse della sicurezza degli Stati Uniti. Il Presidente Clinton ha usato questa facolta' negli ultimi tre anni del programma, cosicche' l'effettiva riduzione delle malleverie messe a disposizione d'Israele fu di 773,8 milioni di Dollari.

Il denaro legato agli insediamenti inoltre non aveva nulla a che fare con i nuovi immigranti, nessuno dei quali era stato obbligato a vivere nei Territori. Infatti, soltanto una minuscola percentuale scelse volontariamente di farlo.

Da ogni punto di vista, il programma di malleverie USA fu un grande successo. Israele uso' il denaro preso in prestito soprattutto per accrescere l'ammontare della divisa estera disponibile per le attivita' commerciali del paese, e per sostenere progetti infrastrutturali come strade, ponti, fogne ed elettrificazione. Le malleverie aiutarono inoltre Israele a dare casa e lavoro praticamente a tutti i nuovi immigranti.

22.13. [Mito]
"Non si e' mai creduto che Israele avesse un qualche valore strategico per gli Stati Uniti" 22.13. [Fatti]
Nel 1952 il Generale Omar Bradley, Capo dello Stato Maggiore Congiunto, riteneva che l'Occidente avesse bisogno di 19 divisioni per difendere il Medio Oriente, e che Israele potesse fornirne due. Egli inoltre si aspettava nel 1955 che soltanto tre stati potessero aiutare l'Occidente a difendere il Medio Oriente dal cielo: Gran Bretagna, Turchia ed Israele. L'analisi di Bradley fu respinta perche' a livello politico si decise che fosse piu' importante per gli Stati Uniti cooperare con l'Egitto, e poi con l'Iraq. Si temette che l'integrazione delle forze israeliane nella strategia occidentale avrebbe alienato gli Arabi [11].

La schiacciante vittoria d'Israele del 1967 sulle forze arabe combinate indusse a rivedere quest'opinione. L'anno dopo, gli Stati Uniti vendettero ad Israele degli aerei sofisticati (i Phantom) per la prima volta. Washington cambio' la sua politica mediooreintale dalla ricerca di un equilibrio delle forze all'assicurare che Israele avesse un vantaggio qualitativo sui suoi nemici.

Israele provo' la sua utilita' nel 1970, quando gli Stati Uniti chiesero aiuto per rafforzare il regime di Re Hussein. La disponibilita' di Israele ad aiutare Amman, ed i movimenti di truppe verso il confine giordano persuasero la Siria a ritirare i carri armati che aveva inviato in Giordania per sostenere le forze dell'OLP che sfidarono il Re durante il "Settembre Nero" [12].

Nei primi anni '70 era ormai chiaro che nessun paese arabo avrebbe potuto o voluto contribuire alla difesa dell'Occidente nel Medio Oriente. Il Patto di Baghdad era scaduto da tempo, ed i regimi amici degli Stati Uniti erano deboli, se confrontati con le forze antioccidentali di Egitto, Siria ed Iraq. Anche dopo il riorientamento egiziano seguente alla firma del suo trattato di pace con Israele, gli Stati Uniti non contarono sugli aiuti militari di alcun governo arabo.

L'Amministrazione Carter inizio' ad implementare una forma di cooperazione strategica (non la si chiamava cosi') rendendo Israele qualificato a vendere equipaggiamento militare agli Stati Uniti. La disponibilita' ad impegnarsi in imprese militari limitate e congiunte fu vista dal Presidente Carter come una ricompensa ad Israele per il "buon comportamento" nei colloqui di pace con l'Egitto.

Seppure ancora riluttante a formalizzare la relazione, la cooperazione strategica divenne un punto focale della relazione americano-israeliana quando Ronald Reagan divenne Presidente. Prima della sua elezione, Reagan aveva scritto: "Solo col pieno apprezzamento del ruolo critico che lo Stato d'Israele gioca nei nostri calcoli strategici noi possiamo costruire le fondamenta per stroncare i piani di Mosca su territori e risorse vitali per la nostra sicurezza ed il benessere della nostra nazione" [13].

Le concezioni di Reagan culminarono il 30 Novembre 1981 nella firma di un Memorandum d'Intesa sulla "cooperazione strategica". Il 29 Novembre 1983 fu firmato un nuovo accordo che creava il Gruppo Congiunto Politico-Militare (JPMG) ed un gruppo che sovraintendeva all'aiuto nel campo della sicurezza, il Gruppo Congiunto di Pianificazione dell'Aiuto alla Sicurezza (JSAP).

Il JPMG era originariamente concepito per discutere i mezzi per contrastare le minacce poste dall'accresciuto coinvolgimento sovietico nel Medio Oriente. Ma ha posto sempre maggiore enfasi sulle preoccupazioni bilaterali per la proliferazione di armi chimiche e missili balistici.

Il JSAP fu formato in risposta alla crisi economica della meta' degli anni '80. e' un gruppo binazionale che si incontra ogni anno a Washington per esaminare le necessita' presenti e future d'Israele nel campo delle forniture militari. Esso formula inoltre piano per l'allocazione di crediti agli Acquisti Stranieri di Materiale Militare USA alla luce della stima delle minacce correnti e delle disponibilita' di bilancio americane.

Nel 1987 il Congresso designo' Israele il principale alleato non-NATO. Questa legge dichiaro' formalmente Israele un alleato, consentendo alle sue industrie di competere alla pari con quelle dei Paesi NATO e di altri stretti alleati USA per contratti per la produzione di un significativo numero di strumenti di difesa.

"Sin dalla rinascita dello Stato d'Israele, c'e' sempre stato un ferreo legame tra quella democrazia e questa".

Presidente Ronald Reagan, 3 Settembre 1980, discorso al B'nai B'rith Nell'Aprile 1988 il Presidente Reagan ha firmato un altro MdI che comprendeva tutti gli accordi precedenti. Quest'accordo istituzionalizzo' la relazione strategica.

Alla fine del mandato di Reagan, gli USA avevano predisposto del materiale bellico in Israele, tenuto regolarmente esercitazioni congiunte, iniziato il coprogetto del Missile Balistico Anti-Tattico Arrow ed erano impegnati in una legione di altri sforzi di cooperazione militare.

Da allora, la cooperazione strategica USA-Israele ha continuato ad evolvere. Ora questi legami strategici sono piu' forti che mai. Israele ora e' un alleato _de facto_ degli Stati Uniti.

22.14. [Mito]
"Gli Israeliani vivono comodamente grazie all'aiuto americano, e non vedono motivo per riformare il sistema economico del loro paese" 22.14. [Fatti]
Gli Israeliani sono tra le persone piu' tassate del mondo, con imposte sul reddito che arrivano al 50%. Ed in un paese in cui l'Israeliano medio guadagna 18.000 Dollari.

Per anni gli Israeliani hanno visto il loro tenore di vita declinare in gran parte a causa dello straordinario peso delle spese per la difesa, che equivalgono a circa 1/5 - 1/4 del bilancio statale. La situazione e' migliorata negli ultimi anni, grazie soprattutto al processo di pace, cosicche' le spese per la difesa si sono ridotte al 16% del bilancio statale.

Quando Israele restitui' i pozzi petroliferi che sviluppo' nel Sinai come parte dell'accordo di pace con l'Egitto, ello sacrifico' l'opportunita' di diventare energeticamente autosufficiente. Di conseguenza, la sua economia soffre delle oscillazioni del prezzo del petrolio.

Piu' recentemente, con l'arrivo di centinaia di milioni di immigranti dall'ex-Unione Sovietica e dall'Etiopia, gli Israeliani hanno accettato di buon grado sacrifici ancora piu' grandi per facilitare l'assorbimento dei nuovi venuti.

e' da molto che gli Israeliani hanno riconosciuto la necessita' di riformare drammaticamente la loro economia. Nel 1985 Israele implemento' un programma di stabilizzazione che comprendeva diverse caratteristiche principali: un forte taglio ai sussidi sui prodotti e sui servizi di base; una forte svalutazione della moneta seguita da un tasso di cambio verso il Dollaro stabile; controllo dei salari e dei prezzi e la cessazione della "scala mobile"; ed una politica monetaria che controllerebbe l'espansione del credito, cosi' facendo salire i tassi d'interesse.

Il New York Times poi descrisse i sacrifici del popolo israeliano ed il messaggio del programma di stabilizzazione come "Ognuno fa un passo indietro - tutti insieme" [14].

Il programma di stabilizzazione israeliano funziono' come "un mini- miracolo". L'inflazione cadde bruscamente, dalle tra cifre allo zero nel 2000. Il tasso di cambio del siclo si stabilizzo', risali' l'ammontare delle riserve valutarie, crebbe l'export e si contrasse il deficit pubblico.

Oggi Israele sta cercando di andare oltre la stabilizzazione, per compiere i cambiamenti strutturali sottostanti necessario per una crescita economica sostenuta. Il governo ha continuato a tagliare i sussidi sul cibo ed i servizi pubblici, comprese la sanita' e l'istruzione, a rimuovere il controllo dei prezzi ed a riformare la sua struttura fiscale. Il governo ha cominciato a privatizzare le aziende statali. Sono passi dolorosi, ma gli Israeliani riconoscono la necessita' di tali difficili misure.

Israele ha dato il benvenuto agli USA come ad un partner impegnato, ed ha provato di essere uno dei pochi destinatari dell'aiuto straniero USA che ha risposto positivamente alle proposte americane di compiere grandi riforme nella sua economia.

22.15. [Mito]
"Israele prende misure protezionistiche che ostacolano il commercio americano" 22.15. [Fatti]
Israele ha uno dei mercati piu' aperti per i beni americani. Gran parte della crescita nel commertio USA-Israele e' un risultato dell'Accordo di Libero Scambio (FTA) del 1985. L'FTA da' ai prodotti americani l'opportunita' di competere alla pari con i beni europei, che hanno anch'essi libero accesso al mercato interno israeliano. Questo e' stato il primo accordo di questo genere firmato dagli Stati Uniti con qualsiasi governo straniero.

Dalla firma dell'FTA, le esportazioni USA in Israele sono cresciute del 234%, mentre il volume totale del commercio tra i duo paesi e' salito del 317%, fino a quasi 20 miliardi di Dollari. Questa crescita ha portato a piu' vendite e piu' profitti per gli esportatori americani.

22.16. [Mito]
"Il reclutamento di Jonathan Pollard come spia contro gli Stati Uniti dimostra che Israele opera a danno degli interessi americani" 22.16. [Fatti]
Nel Novembre 1985, l'FBI arresto' Jonathan Pollard, un analista dello spionaggio della Marina americana, accusandolo di aver venduto materiale riservato ad Israele. Pollard fu poi condannato all'ergastolo, e la moglie Anna si becco' cinque anni per aver aiutato il marito.

Appena dopo l'arresto di Pollard, Israele porse le sue scuse e spiego' che l'operazione non era autorizzata. "e' politica d'Israele astenersi da ogni attivita' spionistica nei confronti degli Stati Uniti", dichiaro' una presa di posizione ufficiale del governo, "a causa della stretta e speciale amicizia" tra i due paesi". Il Primo Ministro Shimon Peres affermo': "Spiare gli Stati Uniti e' in totale contraddizione con la nostra politica" [15].

Gli Stati Uniti ed Israele lavorarono insieme per investigare sull'affare Pollard. L'inchiesta israeliana rivelo' che Pollard non stava lavorando per il Servizio Segreto Militare od il Mossad. Egli era diretto da un'unita' piccola ed indipendente di spionaggio scientifico. Era stato Pollard a contattare gli Israeliani.

Una sottocommissione della Commissione Difesa ed Affari Esteri della Knesset dedicata allo Spionaggio ed ai Servizi di Sicurezza concluse: "Senza dubbio... il livello operativo (cioe' l'Unita' di Collegamento Scientifico comandata da Rafael Eitan) decise di reclutare e gestire Pollard senza alcun controllo o consultazione con il livello politico od averne ricevuto l'approvazione diretta od indiretta". La commissione della Knesset chiese conto al governo di non aver adeguatamente sovrainteso all'unita' scientifica.

Come promesso al governo USA, l'unita' spionistica che aveva diretto Pollard fu sbandata, i sui capi puniti ed i documenti sottratti restituiti [16]. Quest'ultimo punto fu cruciale per il procedimento del Dipartimento di Giustizia USA contro Pollard.

Pollard nego' di aver spiato "contro" gli Stati Uniti. Egli disse di aver fornito solo le informazioni che riteneva vitali per la sicurezza israeliana e che erano trattenute dal Pentagono. Queste comprendevano dati sulle spedizioni di armi sovietiche in Siria, sulle armi chimiche iraqene e siriane, sul progetto pakistano di bomba atomica e sui sistemi di difesa aerea libici [17].

Pollard fu condannato per spionaggio. La sua condanna all'ergastolo e' stata la piu' severa mai data per aver spiato per un alleato. e' stata anche molto superiore alla condanna media inflitta per aver spiato per l'Unione Sovietica ed altri nemici degli Stati Uniti [18].

Sebbene fosse stato inizialmente snobbato da Israele, il governo di Benjamin Netanyahu ammise che Pollard aveva lavorato per lo spionaggio israeliano e gli concesse la cittadinanza. Netanyahu chiese clemenza per Pollard durante i colloqui di pace alla Piantagione di Wye in Maryland nel 1998. Da allora, i funzionari israeliani hanno supplicato ancora in pro di Pollard.

Anche i sostenitori di Pollard negli Stati Uniti chiedono abitualmente che egli sia graziato. Si dice che il Presidente Clinton avesse preso in considerazione la grazia, ma i funzionari della Difesa e dello Spionaggio si sono opposti vigorosamente all'idea. Al termine del mandato di Clinton fu riaperta la questione, ed il Senatore Richard Shelby (Repubblicano, Alabama), presidente della Commissione Scelta del Senato sullo Spionaggio, insieme con la maggioranza dei senatori parlo' contro la grazia: "Il Signor Pollard e' una spia condannata che ha messo a repentaglio la nostra sicurezza nazionale, ed in pericolo le vite dei nostri agenti segreti", disse Shelby, "Non ci sono parole abbastanza forti per esprimere la mia convinzione che il Signor Pollard deve scontare ogni minuto della sua condanna... " [19].

22.17. [Mito]
"Israele ha raggirato gli USA convincendoli a vendere armi all'Iran in cambio degli ostaggi, ed ha aiutato a dirottare i profitti verso i Contras." 22.17. [Fatti]
Secondo il Rapporto delle Commissioni Congressuali d'Inchiesta sull'Affare Iran-Contra emesso nel Novembre 1987, la vendita delle armi USA all'Iran attraverso Israele inizio' nell'estate del 1985, dopo aver ricevuto l'approvazione del Presidente Reagan. Il rapporto mostra che il coinvolgimento israeliano fu stimolato da avancese separate nel 1985 del mercante d'armi iraniano Manucher Ghorbanifar e dal consulente del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (NSC) Michael Ledeen, il quale ultimo lavorava per il Consigliere alla Sicurezza Nazionale Robert McFarlane. Quando Ledeen chiese assistenza al Primo Ministro Shimon Peres, il capo israeliano acconsenti' a vendere armi all'Iran nell'interesse dell'America, purche' la vendita fosse approvata in alto loco negli USA [20].

Prima che gli Israeliani partecipassero, dice il rapporto, essi chiesero "un consenso chiaro, esplicito e vincolante da parte del Governo USA".

McFarlane disse alle Commissioni Congressuali che egli prima ricevette l'approvazione del Presidente Reavan nel Luglio 1985. In Agosto, Reagan autorizzo' nuovamente la prima vendita di armi all'Iran, tra le obiezioni del Segretario alla Difesa Caspar Weinberger e del Segretario di Stato George Schultz [21]. Grazie a quell'accordo, il Reverendo Benjamin Weir, tenuto prigioniero in Libano per 16 mesi, fu rilasciato.

Quando fu proposta nel Novembre di quell'anno una spedizione di missili HAWK, il Ministro della Difesa israeliano Yitzchaq Rabin chiese nuovamente una specifica approvazione USA. Secondo McFarlane, il Presidente acconsenti'.

Nel Dicembre 1985 il Presidente Reagan aveva deciso che le future vendite agli Iraniani sarebbero venute direttamente dagli arsenali USA.

Secondo il rapporto delle Commissioni, l'assistente dell'NSC Tenente Colonnello Oliver North uso' per la prima volta denaro dall'operazione Iran per finanziare la resistenza nicaraguenze nel Novembre 1985. Egli pero' testimonio' poi che la distrazione dei fondi ai Contras era stata proposta a lui da Ghorbanifar durante un incontro nel Gennaio 1986.

Il miliardario saudita che commercia in petrolio ed armi Adnan Khashoggi disse in un'intervista all'ABC-TV del Dicembre 11, 1986, che egli anticipo' 1 milione di Dollari per aiutare a finanziare la prima spedizione di armi nello scandalo delle armi Iran-Contra e mise 4 milioni di Dollari per la seconda spedizione. Secondo lo speciale comitato di revisione del Presidente con a capo l'ex-senatore John Tower, un funzionario straniero (si dice il Re saudita Fahd) dono' da 1 a 2 milioni di Dollari al mese dal Luglio 1984 all'Aprile 1985 per finanziare segretamente i Contras. L'Arabia Saudita nego' di aver aiutato i ribelli nicaraguegni, ma il New York Times riferi' che il contributo avrebbe potuto essere parte di un segreto accordo del 1981 tra Riyadh e Washington "per aiutare i gruppi di resistenza anticomunista intorno ai sofisticati aerei radar americani AWACS, secondo i funzionari USA ed altri familiari con l'accordo" [22].

La Commissione Bicamerale lodo' il Governo israeliano per aver fornito dettagliate cronologie degli eventi basandosi su documenti rilevanti e su interviste con i partecipanti chiave nell'operazione. Questo rapporto inoltre corroborava la conclusione della Commissione Tower: "I decisori USA hanno preso le loro decisioni de debbono patire la responsabilita' per le conseguenze" [23].

22.18. [Mito]
"La dipendenza americana dal petrolio arabo e' diminuita nel corso degli anni" 22.18. [Fatti]
Nel 1973 l'embargo petrolifero arabo inflisse un duro colpo all'economia americana. Questo, insieme con i successivi aumenti di prezzo dell'OPEC ed una crescente dipendenza americana dal petrolio straniero, innesco' la recessione dei primi anni '70.

Nel 1973 il petrolio straniero soddisfava il 35% dei consumi americani di petrolio, e nel 2001 la proporzione era salita al 53%, e l'OPEC forniva il 45% delle importazioni USA. L'Arabia Saudita era al terzo posto, l'Iraq al sesto ed il Kuwait al dodicesimo tra i primi dieci fornitori di prodotti petroliferi agli USA nel 2001. I soli stati del Golfo Persico fornivano da soli il 29% delle importazioni di petrolio americane [24].

La crescente dipendenza dal petrolio importato ha reso inoltre l'economia americana ancor piu' vulnerabile ai rialzi di prezzo, come quelli del 1979, 1981, 1982, 1990 e 2000. I rialzi del prezzo del petrolio hanno inoltre consentito ai produttori arabi di petrolio di accumulare colossali guadagni a spese dei consumatori americani. Questi profitti hanno finanziato grandi acquisti di armi e programmi per armamenti non convenzionali come quello iraqeno.

La dipendenza americana dal petrolio arabo ha qualche volta sollevato lo spettro di un rinnovato tentativo di ricattare gli Stati Uniti perche' abbandonassero il loro sostegno ad Israele. Nell'Aprile 2002, per esempio, l'Iraq sospese le spedizioni di petrolio per un mese per protestare le operazioni israeliane di sradicamento del terrorismo in Cisgiordania. Nessun altro produttore arabo di petrolio ha seguito l'esempio, e l'azione iraqena ha avuto scarso effetto sul mercato del petrolio e nessun risultato politico.

La buona notizia per gli Americani e' che tre dei quattro attuali principali fornitori di petrolio agli USA - Canada, Venezuela e Messico - sono piu' affidabili e migliori alleati delle nazioni del Golfo Persico.

22.19. [Mito]
"Le principali compagnie petrolifere americane non prendono mai posizione sul conflitto arabo-israeliano" 22.19. [Fatti]
Il Presidente egizio Sadat persuase il defunto Re saudita Faisal a minacciare di negare il petrolio all'Occidente per sfruttare a scopi politici la crescente dipendenza dell'Occidente industrializzato dal petrolio arabo. La tattica ebbe successo: subito le principali compagnie petrolifere americane sostennero pubblicamente la causa araba, ed in privato operarono per indebolire il sostegno americano ad Israele [26].

Secondo un rapporto della Sottocommissione sulle Aziende Multinazionali della Commissione Relazioni Internazionali del Senato, il consorzio ARAMCO (Exxon, Mobil, Texaco e SOCAL) tentarono di bloccare il ponte aereo d'emergenza dall'America verso Israele durante la guerra del 1973. Le compagnie inoltre cooperarono strettamente con l'Arabia Saudita per negare olio e combustibile alla Marina USA [27].

In altre occasioni, le maggiori societa' petrolifere hanno sostenuto le posizioni dei paesi arabi, specialmente dell'Arabia Saudita. Le principali societa' petrolifere hanno vigorosamente premuto sul Congresso in pro della vendita degli F-15 nel 1978, e degli aerei AWACS nel 1981. Insieme con gli agenti sauditi stranieri, queste societa' reclutarono molte altre aziende americane per premere in favore dei SAuditi [28]. L'Arabia Saudita ha una potente lobby negli Stati Uniti perche' centinaia delle piu' grandi societa' americane fanno affari per miliardi di Dollari con il Regno. "Ed ognuna di queste societa'", noto' Hoag Levins, "aveva centinaia di subappaltatori e venditori egualmente dipendenti dal mantenersi nelle grazi dei capi mussulmani i cui paesi ora rappresentano tutti insieme il mercato piu' ricco del mondo" [29].

I Sauditi spesso attaccano quella che ritengono l'eccessiva influenza dei sostenitori d'Israele negli Stati Uniti, ma l'indagatore giornalista Steve Emersono ha rovesciato l'accusa. Dopo aver elencato molti dei legami tra l'Arabia Saudita ed il mondo degli affari, dell'universita', dei lobbisti e degli ex-funzionari governativi d'alto rango in America, concluse:
"All'ampiezza ed alla vastita' dell'impatto dei petroldollari non c'e' rimedio giuridico. Con cosi' tante societa', istituzioni e persone la cui sete e' soddisfatta dal denaro petrolifero, l'influenza dei petroldollari e' diffusa ovunque nella societa' americana. Il risultato e' la sembianza di un sostegno ampio e spontaneo per le politiche dell'Arabia Saudita ed altri produttori arabi di petrolio da parte di istituzioni americane che vanno dalle universita' al Congresso. La proliferazione di legami d'interesse ha consentito agli interessi di parte di confondersi con quelli della nazione.

Non e' mai accaduto prima nella storia americana che una potenza economica straniera abbia avuto il successo dell'Arabia Saudita nel raggiungere e coltivare potenti sostenitori in tutto il paese. I Sauditi hanno scoperto la quintessenza delle debolezze americane, l'amore per il denaro, e la connessione con i petroldollari si e' diffusa per tutti gli Stati Uniti [30].

22.20. [Mito]
"Gli Stati Uniti ed Israele non hanno nulla in comune" 22.20. [Fatti]
Il rapporto tra USA ed Israele si basa sulle due colonne dei valori condivisi e degli intressi comuni. Data questa comunanza d'interessi e credenze, non dovrebbe sorprendere che il sostegno ad Israele e' uno dei valori piu' pronunciati e costanti nella politica estera del popolo americano.

Sebbene dal punto di vista geografico Israele sia locato in una regione non molto sviluppata e piu' prossima al Terzo Mondo che all'Occidente, Isrele e' emerso in meno di mezzo secolo come una nazione progredita con le caratteristiche di una societa' occidentale. Questo si puo' attribuire in particolare al fatto che un'alta percentuale della popolazione e' venuta dall'Europa o dal Nordamerica ed ha portato con se' norme politiche e culturali occidentali. e' anche una funzione del comune retaggio ebraico-cristiano.

E nello stesso tempo, Israele e' una societa' multiculturale con persone che vengono da piu' di 100 nazioni. Oggi, circa meta' di tutti gli Israeliani sono Ebrei Orientali che fanno risalire le loro origini alle antiche comunita' ebraiche dei paesi islamici del Nordafrica e del Medio Oriente.

Mentre vivono in una regione caratterizzata dalle autocrazie, gli Israeliti si sono dedicati alla democrazia in un modo non meno appassionato di quello degli Americani. Tutti i cittadini d'Israele, indipendentemente dalla razza, dalla religione e dal sesso, sono eguali di fronte alla legge e godono pieni diritti democratici. La liberta' di parola, riunione e stampa e' incarnata nelle leggi e nelle tradizioni del paese. L'indipendente magistratura israeliana sostiene vigorosamente questi diritti.

Il sistema politico non differisce da quello americano - Israele e' una democrazia parlamentare - ma e' sempre basato su libere elezioni tra partiti diversi. E sebbene Israele non abbia una "costituzione" formale, esso ha adottato delle "Leggi fondamentali" che creano analoghe garanzie giuridiche.

Gli Americani hanno per molto tempo ammirato gli Israeliani, almeno in parte perche' vedono molto di se stessi nel loro spirito pionieristico e nella lotta per l'indipendenza. Come gli Stati Uniti, anche Israele e' una nazione di immigranti. Ad onta dell'onere delle spese militari che arrivano quasi ad un quinto del bilancio, ha avuto un tasso straordinario di crescita economica per gran parte della sua storia. e' anche riuscito a mettere al lavoro la maggior parte dei nuovi venuti. Come in America, gli immigranti in Israele hanno tentato di rendere la vita loro e dei loro figli migliore. Alcuni sono venuti da societa' non molto sviluppate come l'Etiopia e lo Yemen e sono arrivati praticamente privi di beni, istruzione e formazione professionale, e sono diventati membri produttivi della societa' israeliana.

Gli Israeliani hanno anche la stessa passione americana per l'istruzione. Gli Israeliani sono tra le persone piu' istruite del mondo. Fin dall'inizio, Israele aveva un'economia mista, che combinava il capitalismo con il socialismo secondo il modello britannico. Le difficolta' economiche sperimentate da Israele - create soprattutto dopo la Guerra del Kippur del 1973 dall'aumento del prezzo del petrolio e dalla necessita' di spendere una sproporzionata parte del PIL nella difesa - hanno portato ad una transizione graduale verso un sistema di libero mercato analogo a quello americano. L'America ha accompagnato quest'evoluzione.

Negli anni '80 l'attenzione si e' sempre piu' concentrata su una delle colonne del rapporto - gli interessi in comune. Questo fu fatto a causa delle minacce alla regione e perche' i mezzi per una cooperazione strategica vengono piu' facilmente forniti da iniziative legislative. Ad onta della fine della Guerra Fredda, Israele continua ad avere un ruolo da giocare negli sforzi comuni per proteggere gli interessi americani, compresa la stretta cooperazione nella guerra al terrore. La cooperazione strategica e' progredita fino al punto in cui ora c'e' un'alleanza di fatto. Il marchio di fabbrica del rapporto e' la costanza e la fiducia: gli Stati Uniti sanno di poter contare su Israele.

e' piu' difficile escogitare programmi che facciano aggio sui valori condivisi delle due nazioni che sui loro interessi nel campo della sicurezza; cionondimeno, esistono programmi siffatti. Per esempi, queste Iniziative sui Valori Condivisi (SVI) coprono un ampia gamma di materie come l'ambiente, l'energia, lo spazio, l'istruzione, la sicurezza nel lavoro e la salute. Quasi 400 istituzioni americane in 47 Stati, nel Distretto di Columbia ed a Puerto Rico hanno ricevuto fondi da programmi binazionali con Israele. Rapporti poco noti come l'Accordo sul Libero Scambio, il Programma di Ricerca sullo Sviluppo Cooperativo, il Programma di Cooperazione Regionale sul Medio Oriente e vari memorandum d'intesa con praticamente tutti gli enti pubblici federali americani mostrano la profondita' di questo rapporto speciale. Anche piu' importanti possono essere gli ampi legami tra Israele ed ognuno dei 50 stati ed il Distretto di Columbia.

22.21. [Mito]
"Il sostegno dell'America ad Israele e' la ragione per cui i terroristi hanno attaccato il World Trade Center ed il Pentagono l'11 Settembre 2001" 22.21. [Fatti]
I terribili attacchi contro gli Stati Uniti furono commessi da fanatici mussulmani che avevano diverse motivazioni per questi ed altri attacchi terroristici. Questi Mussulmani hanno un'interpretazione perversa dell'Islam, e credono che debbono attaccare gli infedeli, specialmente gli Americani e gli Ebrei, che non condividono il loro credo. Essi si oppongono alla cultura ed alla democrazia occidentale ed obiettano ad ogni presenza americana nelle nazioni islamiche. Essi sono particolarmente irritati dall'esistenza di basi militari americane in Arabia Saudita ed altre aree del Golfo Persico. Questo sarebbe vero qualunque fosse la politica americana verso il conflitto israelo-palestinese. Cionondimeno, un'ulteriore scusa per il loro fanatismo e' l'essere gli USA alleati con Israele. Precedenti attacchi a bersagli americani, come l'USS Cole e le ambasciate americane in Kenya e Tanzania, furono compiuti da bombaroli suicidi la cui ira verso gli Stati Uniti aveva poco o punto a che fare con Israele.

"Osama bin Laden [prima] fece le sue esplosioni e poi comincio' a parlare dei Palestinesi. Non ne ha mai parlato prima". Presidente Egizio Hosni Mubarak [31]
Osama bin Laden sostenne di aver agito in pro dei Palestinesi, e che la sua ira verso gli Stati Uniti fu foggiata dal sostegno americano ad Israele. Questa era una nuova invenzione di bin Laden chiaramente volta ad attrarre sostegno dal pubblico arabo ed a giustificare i suoi atti terroristici. Il fatto a' che l'antipatia di bin Laden verso gli Stati Uniti non e' mai stata legata al conflitto arabo-israeliano. Sebbene molti Arabi siano stati convinti dal trasparente sforzo di bin Laden di coinvolgere Israele nella sua guerra, il Dr. Abd Al- Hamid Al-Ansari, preside di Shar'ia e Diritto all'Universita' del Qatar, fu invece critico: "Nella loro ipocrisia, molti degli intellettuali [arabi] hanno collegato l'11 Settembre col problema palestinese - una cosa che contraddice completamente sette anni di pubblicazioni di Al-Qaida. Al-Qaida non ha mai collegato alcunche' alla Palestina". [31a]
Anche Yasser Arafat disse al Sunday Times di Londra che bin Laden dovrebbe smetterla di nascondersi dietro la causa palestinese. Bin Laden "non ci ha mai aiutati, egli stava lavorando in un'area completamente diversa, e contro i nostri interessi", disse Arafat [32b].

Sebbene l'agenda di Al-Qaida non menzionasse la causa palestinese, l'organizzazione ha iniziato ad intraprendere un ruolo piu' attivo nel terrore contro i bersagli israeliani, a cominciare con l'attentato suicida del 28 Novembre 2002 contro un albergo di proprieta' israeliana che uccise tre Israeliani ed 11 Keniani, ed il tentativo di abbattere un aereo di linea israeliano con un missile al momento del decollo dal Kenia, lo stesso giorno [32c].

22.22. [Mito]
"Il dirottamento di quattro aerei di linea in un solo giorno, l'11 Settembre, e' stato un atto terroristico senza precedenti" 22.22. [Fatti]
Certo, l'ampiezza del massacro e della distruzione dell'11 Settembre non aveva precedenti, cosi' come l'uso di aerei civili a mo' di bombe. Ma non era una novita' il dirottamento aereo multiplo.

Il 6 Settembre 1970, i membri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) dirottarono tre aviogetti (della Swissair, della TWA e della Pan Am) con piu' di 400 passeggeri in volo verso New York. Anche u