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mar 5, 2002 |
Tanach: Approfondimenti,  |
redazione

Note sull'ebraismo Caraita


Davide C. Crimi

Alle correnti di rinnovamento della tradizione va ascritto lebraismo caraita, che deriva il suo nome al termine qarah, lettura, per indicare la loro attribuzione di valore sacro esclusivamente alla Torah.



Il caraismo si propone come un ritorno alla Legge di Mos, un ritorno alla parola scritta dellAntico Testamento, in opposizione al giudaismo rabbinico e richiamandosi alla dottrina essena del Maestro di Giustizia.

Quando, nel VII secolo, limpero Islamico conquist il Medio Oriente, i musulmani, non avendo interesse a imporre la pratica della religione islamica agli ebrei, concessero loro un grado di autonomia sulla base dellistituto dellEsilarcato. Fu questa unulteriore occasione per la diffusione della forma egemone di ebraismo, il rabbinato, al quale tuttavia numerose comunit dellest europeo si opposero, non avendo mai sentito dire del Talmud. NellVIII secolo, Anan ben David riusc ad ottenere dal califfato un secondo Esilarca per coloro che rigettavano il Talmud e tenevano fede alla sola Torah: i Karaim.

La dottrina karaita, ancorata alla Legge di Mos, riconosce i Vangeli e il Corano come emanazioni dello stesso Libro Celeste, il cui fondamento nei Dieci Comandamenti, intesi come chiave di comprensione della Torah.

Il karaismo afferma limmortalit dellanima e la responsabilit personale di ogni essere umano, mentre nega lautorit di ogni clero e la forza di ogni altra cerimonia e sacramento che non sia contenuta nella Torah.

In questo senso c unimportante tradizione karaita di studio e commento della Torah sviluppata intorno allanno Mille dallAccademia Bakhtawy a Gerusalemme, nel quartiere Zela Eleph. Lo studio della Torah considerato il momento pi alto della spiritualit umana.

Per contro, i Karaim non osservano nessuna liturgia obbligatoria; la spiritualit si manifesta attraverso la recitazione dello Shem, la recitazione dei Salmi (Tehillim) e la composizione di musica e poesia religiosa.

Probabilmente, la forza di questa dottrina sta proprio in questa sua capacit di negare e di affermare. Di negare, in relazione ad ogni aggiunta rispetto al nucleo originario. Di affermare, in relazione alla sua recettivit rispetto alle diverse emanazioni dellunica tradizione: la dottrina karaita non teme di riconoscere come profeta Mohammed e Ges, nello stesso tempo in cui non esita a rifiutare ogni tentazione di antropomorfismo, emergendo come sapienza della trasmigrazione evolutiva delle anime verso forme immateriali che tendono alla luce.

La dottrina caraita afferma che gni essere umano ha il diritto e il dovere di studiare e interpretare la Torah secondo il proprio intelletto e la propria coscienza, seguendo la via che nel proprio intimo viene ritenuta corretta e accettabile, sostenendo che proprio questopera di studio e di conoscenza traccia la via per la crescita e lemancipazione.