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ago 24, 2002 |
Correnti religiose ebraiche,  |
redazione

Breve storia del chassidismo III

I falsi messia

In tali circostanze, non deve sorprendere che Sabbatai Tsvi (1626-1676), l'uomo che in Turchia si autoproclamo' messia, abbia considerato che il momento gli era favorevole e l'ora propizia per l'inizio di un movimento messianico. Shabbatai Tsvi affermava che i massacri di Chmielnitski costituivano quello che i profeti avevano annunciato come i dolori di gestazione per la nascita del messia e che lui era il salvatore atteso.

Nel clima emotivamente teso del momento e intellettualmente scosso dalle dure prove subite, in un momento in cui era necessario dare un senso alla vita, l'ondata messianica riscontro' un successo immediato. Sabbatai Tsvi fu circondato da numerosi discepoli e un fervore particolare si impossesso' di diverse comunita' ebraiche sparse nel mondo. In un primo tempo, alcuni dei maggiori rabbini dell'epoca rimasero impressionati dalla forte personalita' di Sabbatai Tsvi e dal suo effettivo carisma.

Testimoni dell'epoca lo descrissero come un personaggio magnetico. Gli stessi pero' non tardarono a capire che Sabbatai Tsvi ed il suo movimento, costituivano un gravissimo pericolo per l'intero popolo ebraico, nella misura in cui provocavano atteggiamenti millenaristici e la conseguente negligenza delle pratiche religiose che avevano costituito fino ad allora, la colonna portante dell'ebraismo attraverso i secoli, pertanto decisero di opporsi a lui ed alla sua predicazione. Si sviluppo' quindi un gran dibattito intellettuale, a seguito del quale molti non tennero conto della condanna rabbinica poiche' dopo aver aderito al pensiero di Sabbatai Tsvi, non potevano pensare di tornare indietro ed erano comunque disposti a seguire ciecamente qualsiasi sua impresa.

L'attesa di una rivelazione messianica da parte di Sabbatai Tsvi era gia' talmente radicata che quando decise di convertirsi all'islam la sua immagine non ne venne interamente offuscata. Malgrado gli sforzi delle pi alte autorita' rabbiniche, il movimento riusci' a mantenersi vivo fra i numerosi discepoli di Sabbatai Tsvi, soprattutto in Polonia. Mezzo secolo pi tardi, il movimento conobbe anche una brusca ripresa sotto forma della setta franchista. Il suo capo spirituale, Jacob Franck, contemporaneo del Baal Shem Tov, nato anch'esso in Polonia, si autoproclamera', come il suo predecessore, l'atteso messia e in un secondo tempo si convertira' al cristianesimo con tutti i suoi seguaci.

Questi sedicenti movimenti messianici, conosceranno, uno dopo l'altro, una fine pi o meno naturale anche se inevitabilmente, ma prevedibilmente la loro scomparsa lascio' un'impronta profonda nel pensiero ebraico. I rabbini divennero sempre pi diffidenti e determinati ad evitare che tali errori si potessero ripetere facendo nascere nella popolazione delle false speranze che poi conducevano alla pi cocente disillusione.

E' in quest'ottica che si spiega la tragica esperienza vissuta da alcuni dei maestri dell'epoca, quali il Rabbi Moshe Haim Luzzato (1707-1746) accusato di diffondere dottrine pseudo-messianiche, oppure Rabbi Jonathan Eybchutz (1690-1764) che si vide accusato di tendenze sabbataiane, od altri rispettabilissimi rabbini dell'epoca accusati di simili colpe, si trattava in ogni caso del contraccolpo dello pseudo-messianesimo. Questa inquietudine rabbinica e l'incombente atmosfera di sospetto contribui' a mettere in discussione tutta la produzione spirituale che faceva riferimento al misticismo cabalistico, percepito nel migliore dei casi come incomodo o altrimenti nocivo se non eretico. La logica conseguenza di tale atteggiamento fu che la kabbala divenisse oggetto di evidente disprezzo e di un'esplicita proscrizione.