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ago 24, 2002 |
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redazione

Pirke' Avoth: La nostra traduzione III

Ogni ebreo ha parte nel mondo futuro, secondo... (vedi inizio capitolo I).

1. Akavia', figlio di Mahalalel, affermava: rifletti sopra tre cose e non commetterai alcun peccato.

  1. Sappi da dove sei venuto;
  2. Quale e' la tua destinazione;
  3. Davanti a chi dovrai rendere conto e ragione.

Da dove sei venuto? Da una goccia putrida. Quale e' la tua destinazione? Un luogo di polvere e putredine. Davanti a chi dovrai rendere conto e ragione? Davanti al supremo, re dei re, il santo, benedetto egli sia.

2. Rabbi Chanania', vice sommo sacerdote, affermava: prega per il benessere del governo, perche' se non fosse per il timore di quello, l'uomo ingoierebbe vivo il suo prossimo (il governo esiste per assicurare l'ordine: senza di quello ci sarebbe caos ed anarchia).

3. Rabbi Chananja', figli di Teradion, affermava: due individui che stando insieme non ragionano sulle parole della legge, costituiscono un ritrovo di persone poco serie; cosi' come e' detto: non si e' seduto in un ritrovo di gente frivola (Salmi I, 1). Pero' se due individui, stando insieme, ragionano sulle parole della legge, la presenza divina e' in mezzo a loro, allo stesso modo come e' detto: allorche' i timorati del signore conversano l'uno con l'altro, il signore porge orecchio e ascolta; allora un libro di memorie viene scritto davanti a lui per coloro che temono il signore e per coloro che ragionano sul suo nome, (Malachi III, 16). Dalle sacre scritture, io non rilevo altro che per due individui; da dove si impara che il santo, benedetto egli sia, da' la ricompensa persino ad un individuo singolo che da solo medita intorno alle parole della legge? Perche' e' scritto: stia zitto e mediti; D-o gli concede la ricompensa (Echa', III, 28).

4. Rabbi Shimon afferma: tre persone che hanno mangiato ad una medesima tavola, e non hanno ragionato intorno alle parole della legge, e' come se avessero mangiato dei sacrifici offerti ai morti, secondo quanto e' detto: tutte le mense, che sono senza D-o, sono ricolme di lordura e di vomito (Isaia XXVIII, 8). Ma se tre persone che hanno mangiato alla medesima tavola e hanno ragionato intorno alle parole della legge, e' come se avessero mangiato alla messa del signore; secondo quanto e' detto: ed egli mi disse: questa e' la mensa che e' davanti al signore (Ezechiele, XLI, 22).

5. Rabbi Chanania' figlio di Hachinai, afferma: chi si sveglia di notte, chi viaggia da solo e volge il pensiero a cose vane, mette in pericolo la propria vita.

6. Rabbi Nechunia', figlio di Hakana', afferma: chiunque accetta su di se' il giogo della legge vede rimosso da sopra di se' il giogo del governo e delle necessita' umane; e chiunque rimuove da sopra di se' il giogo della legge, viene assoggettato al giogo del governo e delle necessita' umane.

7. Rabbi Chalafta', figlio di Dossa' del villaggio di Chanania', afferma: se dieci persone che stanno insieme si occupano della parole della legge, la presenza divina e' in mezzo a loro; conforme al testo che dice: l'eterno risiede in mezzo alla comunita' di D-o (Salmi LXXII, 1)1. Da dove si impara che il detto vale anche per cinque persone? Dal testo che dice: fa sussistere il suo gruppo sulla terra. (Amos, IX, 6)2. Da dove si impara che il detto vale anche per tre persone? Dal testo che dice: in mezzo ai giudici egli esprime il suo giudizio (Salmi LXXII, 1)3. E da dove si impara che il detto vale anche per due persone? Dal testo che dice: allora i tementi di D-o si parlano l'uno all'altro e il signore porge orecchio e ascolta (Malachi, III, 16). E da dove si impara che il detto vale anche per una sola persona? Dal testo che dice: in ogni luogo dove faro' ricordare il mio nome verro' da te e ti benediro' (Esodo, XX, 21).

8. Rabbi Elazar, di Bartota', affermava: da' a lui (a D-o) cio' che e' suo perche' tu e cio' che tu hai appartengono a lui. Questa cosa d'altronde affermo' David: da te proviene tutto, e noi ti diamo cio' che ci viene dalla tua mano (I. Cronache XXIX, 14).

9. Rabbi Jaacov affermava: chi va per la strada studiando, e interrompe il suo studio per dire: oh, come e' bello questo albero; oh, come e' bello questo campo, la scrittura lo considera come persona colpevole contro se' stessa.

10. Rabbi Dostai, figlio di Rabbi Jannai, a nome di Rabbi Meir affermava: chi dimentica una cosa di quanto ha studiato, la scrittura lo considera colpevole contro se stesso, secondo quanto e' detto: guardati bene e sta molto bene attento a non dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto (Deuteronomio IV, 9). Si potrebbe supporre che cio' valga nel caso in cui il suo studio gli riuscisse difficile? No, perche' il testo aggiunge: e che non si allontanino dal tuo cuore tutti i giorni della tua vita (ibid). Quindi non e' colpevole se non colui che deliberatamente le allontana dal suo cuore.

11. Rabbi Chanina', figlio di Dosa', affermava: colui che fa precedere il timore del peccato alla sua sapienza, mantiene la sua sapienza; ma colui, che fa precedere al timore del peccato la sua sapienza, questa non si mantiene.

12. Egli affermava: chiunque e' piu' ricco di azioni che di sapienza, mantiene la sua sapienza; chi ha invece la sapienza che superi le azioni, non mantiene la sua sapienza.

13. Egli affermava: chiunque e' bene accetto agli uomini, e' bene accetto anche da D-o; colui che non e' bene accetto agli uomini, non e' neppure bene accetto a D-o.

14. Rabbi Dosa', figlio di Horkinas, affermava: il sonno del mattino, il vino del mezzogiorno, il chiacchierio dei bambini e la frequenza dei luoghi di ritrovo della gente ignorante, tolgono l'uomo dal mondo.

15. R. Elazar di Modiim affermava: chi profana le cose sacre, chi disprezza le ricorrenze, chi umilia pubblicamente il prossimo, chi rinnega il patto di Abramo, nostro padre, chi arbitrariamente da' alla legge significati non consoni alla norma legale, anche se possiede conoscenza della legge e compie opere buone, non avra' parte nel mondo futuro.

16. Rabbi Ishmael affermava: sii pronto (ad obbedire) dinanzi ad un superiore; piegati verso colui che ti supplica e ricevi qualunque persona con modi affabili.

17. Rabbi Akiva' affermava: il riso e la frivolezza abituano l'uomo all'immortalita'.

18. Esso soleva dire: la tradizione costituisce una siepe intorno alla legge; le decime sono la siepe alla ricchezza; i voti sono la siepe all'astinenza; siepe alla sapienza e' il silenzio.

19. Egli affermava: caro e' l'uomo perche' fu creato ad immagine divina; ma un eccezionale affetto gli fu dimostrato facendogli conoscere che fu creato a immagine di D-o, secondo quanto e' scritto: poiche' a propria immagine, Idd-o creo' l'uomo. (Genesi IX, 6).

20. Cari sono gli ebrei perche' furono chiamati figli del signore. Un eccezionale affetto fu dimostrato facendo loro conoscere che erano stati chiamati figli del signore, secondo quanto e' detto: voi siete figli del signore vostro D-o (Deuteronomio, XIV, 1). Caro e' Israele perche' gli e' stato concesso un oggetto prezioso. Un eccezionale affetto gli fu dimostrato nel fargli conoscere che un oggetto prezioso gli era stato dato, mediante il quale era stato creato il mondo (la legge preesistette alla creazione del mondo) secondo quanto e' detto: vi ho dato una buona dottrina, non abbandonate la mia legge (Proverbi, IV, 2).

21. Tutto e' previsto e all'uomo e' lasciato il libero arbitrio; il mondo e' giudicato benevolmente e tutto dipende dal maggior numero delle azioni.

22. Egli affermava: tutto e' concesso in pegno e una rete e' stesa sopra tutti i viventi4; la bottega e' aperta e il bottegaio da a credito5; il registro e' aperto e la mano scrive; chi vuole avere un prestito venga e se lo prenda; perche' intanto gli esattori che vanno continuamente in giro, si faranno pagare dall'uomo tanto che sia consenziente come che non lo sia, perche' essi hanno cio' che basta loro per giustificare la loro richiesta; il giudizio e' secondo verita' e tutto e' pronto per il banchetto6.

23. Rabbi Elazar, figlio di Azaria', affermava: se non c'e' legge non esiste costume morale; se manca costume morale, non c'e' neppure legge. Se manca sapienza, non esiste timore; se manca timore, non c'e' nemmeno sapienza. Se non c'e' conoscenza, manca pure comprensione; cosi', se manca comprensione, non c'e' neppure conoscenza. Se non c'e' legge, non c'e' farina, e se non c'e' farina, non c'e' neppure legge.

24. Egli affermava: colui, la cui sapienza supera e sue azioni, a che cosa si puo' paragonare? Ad un albero i cui rami sono numerosi, ma ha poche radici; viene un vento, lo sradica e lo rovescia; secondo quanto e' detto: egli sara' come un arbusto in mezzo alla steppa e neppure si accorgera' quando verra' il bel tempo; avra' per dimora le aridita' del deserto, la terra salsa non abitabile (Geremia, XVII, 6). Invece colui le cui opere superano la sua sapienza, a che cosa si puo' paragonare? Ad un albero che ha pochi rami ma abbondanti radici, che anche se dovessero soffiargli contro tutti i venti del mondo, non riuscirebbero a smuoverlo dal suo posto, secondo quanto e' scritto: egli sara' come un albero piantato vicino all'acqua, che dirama le radici presso un ruscello; esso non si accorgera' neppure quando giungera' la stagione calda, le sue foglie rimarranno verdi e non avra' da preoccuparsi della stagione di siccita', perche' invece continuera' a dare frutti (Geremia, XVII, 8).

25. Rabbi Elazar figlio di Chisma' affermava: le norme concernenti i sacrifici di uccelli e la purificazione delle donne sono leggi fondamentali; le nozioni di astronomia e di geometria sono accessori ornamentali della sapienza.

Rabbi Chananja', figlio di Akasha' affermava: ecc... (vedi fine capitolo I).

Note:

  1. Il testo ebraico parla di 'edah, che e' la medesima parola che si trova in Numeri XIV, 27 e che e' adoperata nei confronti dei dodici esploratori, escludendo Giosue' e Calev. Torna
  2. Un insieme di oggetti afferrati dalle cinque dita della mano. Torna
  3. Secondo la legge ebraica il numero minimo di giudici per formare un tribunale e' tre. Torna
  4. Nessuno puo' sfuggire alle proprie responsabilita' circa l'uso fatto della propria vita: tutti sono chiamati a rendere conto dinanzi al tribunale divino. Torna
  5. Il mondo e' come una bottega da cui si puo' prendere qualunque cosa e goderla. Torna
  6. Le gioie della vita futura! Torna