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ago 24, 2002 |
Perle tratte dal Talmud,  |
redazione

Shabbath 5a

Rabbi Abin disse in nome di Rabbi Ilai: se uno mette fuori le sue mani (di sabato) nel cortile del vicino e raccoglie pioggia, e quindi ritira le sue mani, e' colpevole. Rabbi Zera pose un'obiezione se era il suo compagno a caricarlo o era il cielo. La cosa non cambia. Non si dice egli riceve pioggia passivamente, ma egli la raccoglie.

L. entro' al tempio tutto bagnato, si tolse la giacca a vento, e si infilo' il talet, dopo aver detto la benedizione. Apri' il libro alle Zmirot e aspetto' che qualcuno dei presenti cominciasse a parlare.

M. si avvicino' gli auguro' Shabat Shalom, poi disse: porti pioggia da fuori. E' un lavoro o no?

N. aveva studiato da poco il quesito halakico. No, egli ha preso pioggia, ma non l'ha portata. Se fosse andato a far un bagno in mare, avrebbe trasportato acqua. Cosi' invece ha raccolto passivamente.

L. non aveva intenzione, ma questo e' il problema. L'intenzione regna sovrana nella vita dell'ebreo. Se stai leggendo la Torah e sei arrivato allo Shema', se lo leggi con intenzione (kavannah) sei uscito dall'obbligo di recitare lo Shema', se lo leggi senza intenzione non esci dall'obbligo. E' una materia complessa, che viene dalla teoria del sacrificio nella Mishnah: se il Cohen che offre un sacrificio ha un'intenzione nel cuore il sacrificio e' eseguito correttamente, altrimenti non lo e'.

M.: sara' per caso la storia del tizio che scaglia una pietra fuori casa e poi si ricorda che era Shabat, e non e' colpevole? Che strana quell'Halakah! Uno lancia una palla, e mentre ha lanciato pensa: che scemo e' Shabat, non potevo farlo!

L. no ,una cosa e' la consapevolezza, la coscienza, una cosa e' l'intenzione.

Ma consapevolezza e intenzione formano insieme l'uomo cosciente e senziente, e per questo il sordomuto, lo schiavo, il mentecatto e il minorenne sono esenti da tanti precetti. non sono contemporaneamente senzienti e consapevoli.

N. si ricordava di un episodio biblico:

Gedeone disse a D-o: se ti prepari a salvare Israele per mezzo mio come hai detto, ecco io stendo la lana tosata del gregge sull'aia; se vi sara' rugiada solo sulla lana e su tutta la terra vi sara' secchezza saro' sicuro che salverai Israele per mezzo mio come hai detto'. E cosi' avvenne; egli la mattina dopo di buon ora spremette la lana e fece gocciolare dalla lana tanta rugiada da riempirne una tazza. Allora Gedeone disse a D-o: non adirarti se parlo con te ancora una volta. Voglio ancora una volta fare una prova con la lana: ci sia secchezza sulla sola lana, e su tutta la terra ci sia rugiada (Giud. 6.36 sgg.).
Ecco anche qui la sacralizzazione far due ambiti: la lana e la terra intorno. Anch'essi non sono valicabili.

M. perche' allora Rabbi Zera obietta che non era il compagno a far piovere ma il cielo?

L. per far comprendere che il cielo e' il tuo compagno e nella mano del tuo compagno c'e' la mano del cielo.

Si accorsero che chiacchierando a voce bassa non avevano seguito quello che il Hazan stava cantando. Quindi tacquero e il Hazan, non piu' disturbato comincio' ad intonare nishmat col hay era uno dei soliti Shabat, Heezrat Hashem.