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ott 23, 2001 |
La mistica ebraica,  |
redazione

Il rapporto tra l'uomo e il denaro secondo la Kabalah.

Uno dei fenomeni piu' interessanti e promettenti del momento storico in cui viviamo e' il risveglio di interesse e di attrazione verso gli insegnamenti spirituali. Un numero crescente di persone si sentono chiamate a dare piu' spazio nella loro vita ai valori della crescita coscienziale, alla ritrovata fede nel divino, allo studio della verita' rivelata dalla scrittura, alla pratiche delle opere morali, della preghiera e della meditazione.

In occidente, la diffusione di un notevole grado di benessere economico ha inoltre creato una situazione nuova, nella quale le persone interessate a quanto detto prima hanno l'agio materiale sufficiente per potersi dedicare in misura crescente ad attivita' spirituali, che non offrono, almeno agli inizi, nessun tornaconto economico. Dopo qualche tempo chi si occupa di spiritualita' finira' per trovarsi di fronte ad un severo quesito: che posto ed importanza dare al denaro e alla ricchezza, nella scala di valori che sta emergendo praticando la spiritualita'?. Com. noto, spirito e materia sono tradizionalmente i poli opposti di tutta la gamma dell'Esistenza, e il loro rapporto non e' mai stato facile, in nessun tempo e luogo.

l'Ebraismo ci offre delle riflessioni molto particolari, frutto di una comprensione unica e peculiare del problematico rapporto materia-spirito. Prima di occuparci dei principi teorici, vediamo subito i modelli umani della tradizione biblica, tratti da personaggi che, pur avendo vissuto migliaia di anni fa, hanno tutt' oggi da darci dei messaggi d'una attualita' inaspettata.

I patriarchi: Abramo, Isacco e Giacobbe, erano persone ricche ed influenti, ma allo stesso tempo possedevano una statura morale incommensurabile, dimostrata dal loro totale rifiuto dell'idolatria che dominava il mondo di allora. Inoltre, i patriarchi sapevano praticare valori umanitari e morali in un modo tale da fare invidia perfino alla moderna sensibilita'. Il simbolo della scala lungo la quale gli angeli salgono e scendono, sognata da Giacobbe (Gen. 28), rimane il modello della perfetta integrazione degli ordini materiali e spirituali, ed e' il culmine di tutto il cammino ebraico. La ricchezza dei patriarchi proveniva dal loro onesto lavoro e commercio, ed era lo specchio genuino delle benedizioni con cui D-o aveva voluto ricompensarli per la loro fedelta'. Lungo la via del successo, i patriarchi furono sempre attenti ad evitare scorciatoie e compromessi disonesti.

In Genesi 14 c. il racconto di una vittoriosa campagna militare condotta da Abramo contro alcuni re nemici. Recuperato il bottino da loro accumulato con le razzie, Abramo si preoccupo' subito di restituirlo ai legittimi proprietari. Uno dei re locali che erano stati derubati insistette affinche' Abramo ne tenesse una parte per se'. Questi declino' fermamente l'offerta, che pur gli sarebbe spettata, dicendogli:

Ho alzato la mano al D-o altissimo, signore del cielo e della terra,

Se prendero' un filo o una stringa di scarpa, o se prendero' un

Qualcosa che e' tuo... Affinche' tu non abbia a dire:

Io ho arricchito Abramo.

Quando riconobbe la santita' del campo in cui si trovava la caverna di Aachpela (nella quale, secondo la tradizione, erano gia' sepolti Adamo ed eva), Abramo non esito' a pagare un prezzo esorbitante (400 shekel d'Argento) per riscattarla dagli hittiti. Come descritto in Genesi 23, la caverna di Machpela divenne il sepolcro famigliare dei patriarchi e delle madri d'Israele, un luogo la cui santita'e' paragonabile solo a quella dello stesso monte del tempio, a Gerusalemme. Si vede da cio' quanto il valore del denaro sia relativo, e come esso debba venir adoperato in ogni modo al servizio della santita'. Inoltre, Abramo era noto a tutti per la generosita' con la quale intratteneva ospiti e viandanti di ogni rango e provenienza. Egli ci da' dunque un altro insegnamento su cui meditare: la ricchezza non e' un bene di cui gioire egoisticamente, ma chi la riceve in misura maggiore deve anche condividerla in misura maggiore.

Isacco continuo' l'esempio del padre. In un episodio, raccontato in Genesi 26, si racconta come egli evito' un litigio, e forse anche uno scontro armato, preferendo rinunciare ad alcuni pozzi, che pur gli appartenevano legalmente. Se ne deduce che, per quanto sia importante, la proprieta' a volte deve cedere la precedenza ai rapporti di buon vicinato, o alla salvaguardia della pace tra i popoli. La storia di quei quattro pozzi ha avuto una risonanza anche nella tradizione esegetica, che ha visto in essi i simboli di quattro doni fondamentali. I primi due pozzi, pur essendo di proprieta' di Abramo e di isacco, furono da quest. Ultimo lasciati al re dei filistei. Essi rappresentano il dono della conoscenza di D-o e della preghiera, che non sono esclusivita' dell'Ebraismo. Il terzo pozzo, che i pastori filistei non vollero, e' il dono della capacita' di dare la propria vita a testimonianza della fede in D-o. Questo pozzo e' rimasto proprieta' degli ebrei, ma speriamo di non dover mai piu' attingere da esso. Il quarto ed ultimo pozzo fu scavato a beer sheva, ma di esso non si dice nulla (cioe' non si sa se fosse pieno o no). Esso rappresenta la capacita' di rivelare il messia, che verra' dalla casa di Davide, ma nessuno puo' dire quando e dove si manifestera'.

Ritornando al soggetto del rapporto col denaro, la vita di Giacobbe contiene numerosi insegnamenti importanti. Una lettura superficiale del testo potrebbe far pensare che egli rubo' la benedizione al fratello Esau', ingannandolo. Invece, si tenga presente che prima di partire per sfuggire alle ire del fratello, notoriamente violento e litigioso, Giacobbe ricevette un. Ulteriore benedizione dal padre isacco che ben sapeva dell'eccellenza spirituale del figlio, datagli con piena coscienza e lucidita'. Nel partire, Giacobbe lascio' ad Esau' tutta la sua parte di futura eredita' materiale, ad eccezione della caverna di Machpela. La molta ricchezza che Giacobbe arrivo' a possedere in seguito derivava quindi unicamente dal suo valente lavoro, e da quello dei suoi figli. Quando fu ripetutamente imbrogliato dal suocero lavan, Giacobbe non esito' a ricorrere alle sue vaste e profonde conoscenze cabalistiche per sventare la truffa dell'avido suocero (Gen. 30).

Al ritorno in Israele, Giacobbe si fece precedere da una serie di doni, inviati al fratello con la speranza di rabbonirlo. In una frase importantissima Giacobbe affermo':

Yesh li shor ve chamor=possiedo tori e asini.

Nel linguaggio metaforico della Kabalah cio' significa che Giacobbe aveva fatto esperienza dei due stati opposti: richezza e poverta'. Il toro e' da sempre un simbolo di ricchezza e prosperita', di fertilita' e potenza, mentre l'asino rappresenta la poverta' e la semplicita'. La vera crescita spirituale porta con se' una qualita' chiamata Hishtavut, che significa essere sempre eguali, o equanimita', cioe' mantenere lo stesso atteggiamento controllato e misurato, soddisfatto e felice, sia nell'Abbondanza che nella penuria.

Giacobbe aveva saputo unire gli opposti di poverta' e ricchezza: quando aveva lasciato la casa del padre, senza null'Altro se non i vestiti che indossava, non si era disperato, ricordando i doni di sapienza interiore che nessuno poteva prendergli. Viceversa, quando tornava carico di beni, marito e padre felice di undici figli, circondato da servitu', non si era dimenticato dei suoi piu' profondi bisogni, del desiderio di pace e di perfezione che nessuna ricchezza potra' mai soddisfare.

In un altro episodio importantissimo, avvenuto poco prima di quello gia' citato, Giacobbe, dopo aver guadato con la sua famiglia e tutti i suoi averi il fiume che segnava il confine di Eretz Israel, si accorse di essersi dimenticato alcune piccole giare dall Altra parte. Onde non perderle torno' indietro da solo, nonostante fosse gia' l'imbrunire. La notte lo sorprese sull'Altra sponda, e fu li' che Giacobbe ebbe la famosa lotta con l'Angelo, vinta la quale egli ricevette il suo nome iniziatico: Israele, simbolo della raggiunta maturita' spirituale. Quelle piccole giare hanno molti profondi significati nella interpretazione Rabbinica, ma in questo contesto noi impariamo da Giacobbe come sia necessario rispettare le cose piccole e i dettagli, evitando la tendenza allo spreco mostrata da tante persone che arrivano all'agio economico. Infine, nell'Episodio di Genesi 42 e 43, quando comando' ai figli di scendere in egitto per comprare grano, Giacobbe mostro' un. Onesta' ed una rettitudine davvero esemplari.

l'esempio piu' riuscito ed interessante di un bellissimo rapporto col denaro ci viene pero' da Yosef, il figlio prediletto di Giacobbe. Yosef, il cui nome viene dalla radice indicanteaggiungere, fu l'uomo d'affari molto capace. Inoltre, in virtu' della sua conoscenza esoterica, egli riusci' ad interpretare i sogni dei ministri del faraone prima, e dello stesso faraone dopo. Cio' gli fece acquistare importanza e fiducia, finche' gli fu affidato il ruolo di amministratore di tutto l'Egitto, e divenne secondo in importanza solo al faraone. Grazie alla sua sagace politica, le popolazioni d'Egitto e dei paesi limitrofi furono salvate da una gravissima carestia. Sotto la sua direzione, il faraone divenne proprietario di tutto l'Egitto. Yosef fece tutto cio' senza mai perdere per un solo istante la consapevolezza di essere solamente un canale, attraverso il quale si manifestava la sapienza divina. Le tradizioni orali affermano che egli riusciva a tenere in mente tante informazioni economiche quante un moderno computer; tuttavia egli si sentiva sempre unito a D-o, anche nel mezzo degli affari piu' terra a terra.

La sua onesta' fu ineccepibile, ne' egli fece mai uso dell'enorme potere che aveva per favorire se stesso. Quando volle aiutare la sua famiglia, fece cio' agli occhi di tutti e col consenso del faraone. Yosef, il cui simbolo personale e' un toro, fu il primo di una serie di ebrei che, in ogni tempo e luogo, si guadagnarono la stima dei governi sotto i quali Israele si trovava in esilio, ricevendo ruoli dirigenti di grande responsabilita', alle quali fecero fronte nel migliore dei modi, senza peraltro mai perdere contatto con la loro particolare identita' spirituale e con l'adempimento dei precetti religiosi.

Ma le cose mutarono rapidamente per il popolo d'Israele, che nella storia avrebbe sovente conosciuto periodi alterni di grande ricchezza e di grande poverta'. Dopo la morte di Yosef, gli ebrei furono gradualmente ridotti in schiavitu' dagli egiziani. Cio' serve da monito di come l'Occuparsi di questioni economiche sia in realta' un soggetto molto delicato, che puo' facilmente portare la persona a dimenticarsi dei suoi bisogni spirituali. A dispetto della schiavitu', al momento della loro liberazione, gli ebrei uscirono dall'Egitto portando con loro un grosso patrimonio in oro e in argento, ottenuto miracolosamente proprio durante gli ultimi giorni di schiavitu'. La cosa fu provvidenziale. Poco tempo dopo, nel deserto del Sinai, Israele ricevette il comando di costruire l'Arca dell'Alleanza e il tabernacolo. Cio' richiedette una grande quantita' di materiali preziosi, che vennero donati spontaneamente da ogni famiglia di ebrei. Emerge da qui un altro insegnamento: occorre essere sempre pronti a devolvere una parte dei propri beni per la santificazione del nome di D-o sulla terra.

Tra i grandi d'Israele, Mose' fu quello meno interessato al denaro. Dopo essere fuggito dall'Egitto, visse per anni facendo il pastore per il padre della moglie tzippora. Ritornato in egitto e divenuto guida del suo popolo, la sua unica preoccupazione fu quella di trovare il modo per farli uscire, piuttosto che quella di farli guadagnar meglio, o di assicurare loro migliori condizioni di lavoro. Il giorno prima del Pessach, l'Inizio dell'Esodo, mentre il suo popolo era indaffarato a chiedere doni e prestiti agli egiziani, Mose' percorreva in lungo e in largo il paese, alla ricerca dell'urna con i rimanenti mortali di Yosef, onde adempiere alla promessa fattagli dai figli: di non lasciare le sue spoglie in terra straniera. Per un certo periodo Mose' fu dunque tra i piu' poveri del popolo, ma cio' non gli impedi' di esserne alla guida.

Questa situazione muto' radicalmente dopo il peccato del vitello d'oro, alla cui vista Mose' aveva reagito rompendo le tavolette della Torah. A differenza delle seconde tavolette, che erano fatte di pietra comune, le prime erano scolpite su di una pietra preziosissima. Mose' ne conservo' alcuni frammenti, e cio' lo fece diventare tra i personaggi piu' ricchi d'Israele. E' possibile vedere in cio' un insegnamento importante: bisogna sempre aver fiducia in D-o per ogni bisogno della vita. Molte persone che oggi vorrebbero dedicare piu' tempo ed energia alla ricerca e allo studio spirituale sono trattenute dal farlo dal timore che cio' le allontani troppo dal mondo degli interessi economici, esponendole ad eventuale poverta'. l'esempio di Mose' dimostra invece che chi si dedica a servire D-o, anche tramite l'insegnamento delle verita' spirituali, ricevera' sempre abbastanza per coprire i suoi bisogni, e molto di piu'.

Un esempio diverso di rapporto col denaro e' quello di Korach, famoso per la sua ribellione, descritta in Numeri 13. Korach era uno dei principi della tribu' dei Leviti, la tribu' sacerdotale, e si dice fosse l'uomo piu' ricco d'Israele. Sebbene si trattasse di una ricchezza onesta, essa non gli giovo' troppo. Infatti Korach si ribello' apertamente contro Mose' ed Aronne, contestandone l'autorita' e il diritto di essere a guida del popolo. Come risultato di cio', la terra si apri' ed inghiotti' lui, la sua famiglia ed i suoi averi. Ecco qui un caso in cui la ricchezza, pur non causando direttamente la caduta di una persona, contribuisce a generare in lei l'Orgoglio: il pericolo piu' nefasto della vita spirituale. I Rabbini hanno spesso messo in guardia contro il pericolo del falso senso di sicurezza che il denaro porta con se'.

Il problema non sta pero' nel denaro in se stesso, quanto nel modo col quale il suo proprietario vive il fatto di esser ricco. Al contrario di altre religioni, l'Ebraismo non ha mai considerato la poverta' come una virtu' che possa rimediare ai mali della ricchezza. Un povero puo' essere ancor piu' materialista, avido e taccagno di un ricco, se l'unica cosa che desidera nella vita e' di fare i soldi. Il Talmud afferma che essere povero e' un po' come essere morto, e che l'indigenza ha, tra i vari risultati negativi, quello di turbare la pace domestica, uno dei beni piu' grandi ai quali aspiri l'ebraismo. pur vero che un povero che si accontenti dignitosamente, benedicendo D-o per quel poco che ha, e' considerato ricco, piu' di chi possiede montagne d'oro e d'argento, ma non sente di averne a sufficenza. Dice infatti il Pirkey Avot:

Chi e' il ricco? Colui che e' felice della sua parte.

In definitiva dunque si tratta soprattutto di una questione di atteggiamento interiore e di attitudine, che fa della richezza una benedizione o il suo opposto.

Tra le varie tribu' d'Israele ve ne era una particolarmente dedita ai traffici e ai commerci, che compiva durante lunghi viaggi al di la' del mare: la tribu' di zevulun. Com. facile immaginare, i suoi membri erano tutte persone molto agiate. Tra di loro e i membri della tribu' di Issacar esisteva un particolare rapporto fraterno. I figli di issacar si occupavano soprattutto di studiare la Torah, insieme alle sue interpretazioni esoteriche, e si mantenevano con l'Agricoltura. I membri della tribu' di Zevulun donavano una parte considerevole dei loro lauti introiti ai mebri della tribu' di Issacar. Cio' dimostra un grande rispetto, da parte degli uomini d'Affari ebrei, per coloro che dedicano la propria vita allo studio e all'Insegnamento della via spirituale e religiosa. Tutt'oggi, vige la prassi secondo la quale gli ebrei ricchi danno una parte dei loro guadagni (solitamente un decimo) alle Yeshivot, i collegi di studi Rabbinici. L'unica differenza, purtroppo, e' quella che nelle Yeshivot attuali la parte esoterica della Torah non viene affatto trattata. Cio' ha prodotto un impoverimento spirituale di portata incalcolabile, che e' la radice nascosta del perche' cosi' tanti ebrei non siano piu' osservanti oggi.

Non tutti sono chiamati a fare la stessa cosa nella vita. Nel popolo d'Israele lo schema delle dodici tribu'e' il modello di tutta la possibile varieta' umana di vocazioni, interessi, professioni, caratteri. Quello che e' importante e' mantenere aperti i canali di comunicazione tra i vari gruppi che compongono una societa', evitando che le classi si pongano come caste chiuse, spesso le une contro le altre. Lungi dal disprezzare la sapienza spirituale ed esoterica, e pur non avendo molto tempo da dedicare ad essa, i mercanti di zevulun, tramite l'Aiuto economico dato ad issacar, si rendevano compartecipi dei grandi meriti che essa porta a chi la studia e la pratica. Come dice il libro dei proverbi (4,5):

Qneh chokmah qneh binah=compra sapienza, compra intelligenza.

C'e' da augurarsi che questo versetto venga capito fino in fondo, riconoscendo nel termine intelligenza tutto l'insieme di regole oggi studiato nelle Yeshivot, e nel termine sapienza le vette del sapere esoterico e mistico: gli insegnamenti della Kabalah. solo unendo tali due poli che e' possibile assicurarsi sufficienti benedizioni materiali e spirituali.

Gli esempi di un riuscito rapporto tra potere e ricchezza da una parte, e vita spirituale dall'Altra, continuano con il re Salomone. Quando, alla vigilia della sua incoronazione, D-o gli apparse in sogno e gli domando' cosa egli avesse preferito, se fama, ricchezza o potere, Salomone rispose che voleva solo un cuore saggio per giudicare con equanimita'. D-o si compiacque molto della risposta, e rese Salomone l'uomo piu' sapiente della terra. Insieme a cio' gli diede anche onore e ricchezza, altra prova che la dimensione materiale non preclude l'Ascesa spirituale, o viceversa.

Tuttavia, Salomone non riusci' a contenere il suo desiderio di espansione nei limiti prescritti dalla Torah:egli (il re) non dovra' procurarsi un gran numero di cavalli... Non dovra' avere un gran numero di mogli, affinche' il suo cuore non si smarrisca; neppure abbia grande quantita' di argento e d'oro(Deuteronomio 18). In altri termini, la Torah riconosce la pericolosita' dell'agio, la facilita' con cui cio' si trasforma in idolatria e lassivita' di costumi. Questi pericoli pero' non devono portare la persona a disprezzare la ricchezza, ma piuttosto a cercare di porsi dei limiti, e di maturare verso di essa un atteggiamento equilibrato.

Un altro interessante comandamento che la Torah da' al re e':non fara' tornare il popolo in egitto per procurarsi un gran numero di cavalli. Cio' significa che il desiderio di ricchezza e di agio non devono mai essere tali da portarci all'Asservimento nei confronti del mondo tecnologico e materiale (simboleggiati dall'Egitto). Per quanto sia profondamente giusto, il voler maggior benessere per se' e per la propria famiglia, non deve mai costare la liberta' dello spirito, ne' legarci ad una situazione talmente stressante da precludere ogni altro interesse, se non i soldi e il lavoro. La ricchezza e' sempre un segno di benedizione, ma non deve mai arrivare tramite l'Asservimento all'Idolatria. Salomone non commise questo sbaglio, anche se ebbe troppo mogli e cavalli. Sotto il suo regno ci furono quarant. Anni di pace, ed uno dei risultati positivi di cio' fu che la ricchezza economica si sparse per tutto Israele.

Una delle cause piu' importanti del grande salto in avanti avutosi nell'economia dell'Europa occidentale e' il cinquantennio di pace in cui essa si trova. Se il nuovo stato d'Israele potesse concludere dei trattati di pace coi paesi arabi, la sua economia fiorirebbe certamente. Nei secoli successivi, nonostante gli alti e i bassi attraversati da Israele, l'atteggiamento di equilibrio nei confronti del rapporto tra materia e spirito non cambio'. Ai tempi del Talmud la maggioranza dei maestri viveva molto poveramente, ma cio' non precludeva loro lo studio assiduo della Torah. Cio' serva da monito a quanti suppongono che gli studi spirituali siano un lusso che solo pochi possono permettersi, e che il dover guadagnarsi da vivere precluda la possibilita' di studiare la parola di D-o. I Rabbini hanno affermato:

Chi osserva la Torah nella poverta' alla fine la osservera' nella ricchezza.

La forza derivante dallo studio della Torah rende insensibili alle privazioni. Va inoltre notato come i maestri del Talmud, pur possedendo vasti poteri miracolosi, non ne fecero mai uso per ottenere beni materiali.

Abbiamo cosi' visto che anche l'ebraismo annovera tra i suoi maestri molti santi asceti, capaci di vivere con poco, e di digiunare da un shabat all'altro. Recentemente, Rabbi Nachman di Brezlav ha messo fortemente in guardia contro il pericolo del materialismo, considerandolo la radice di ogni forma d'idolatria.

Per comprendere piu' profondamente l'atteggiamento che l'ebraismo propone nei confronti del denaro bisogna sempre tener presente il versetto:

Li ha-kesef ve li ha-zahav=mio e' l'argento e mio e' l'oro.

Questa affermazione, fatta da D-o per bocca del profeta, stabilisce inequivocabilmente che nel denaro c. energia divina, ma che essa non ci appartiene privatamente. Noi ne siamo soltanto i depositari e i custodi, e il denaro ci e' stato dato per farne buon uso, in qualita' di amministratori fedeli. Il buon uso e' quello tramite il quale la luce in esso racchiusa (l'argento e l'oro possiedono la luce della luna e del sole) viene rivelata e fatta risplendere, per dare gloria a D-o, e per compiere meglio i suoi precetti. Tra di essi, uno dei piu' importanti e quello della Tzedaka': le opere di beneficenza. Dice la Torah:

Dai generosamente al tuo fratello, e quando gli darai non si rattristi
il tuo cuore, poiche'e' proprio per questo che il signore tuo D-o ti
benedira' in ogni lavoro ed in ogni cosa a cui metterai la mano. Dato
che i bisognosi non mancheranno mai nel paese io ti do' questo comando:
apri generosamente la mano al tuo fratello povero e
bisognoso nel tuo paese.

Per terminare la carrellata storica sui vari esempi che l'ebraismo propone nei confronti del denaro, bisogna parlare della visione messianica futura. Com. noto, la Kabalah ci insegna dell'Esistenza di due messia: il primo chiamatofiglio di Yosef, e il secondofiglio di david. Ricalcando l'Esempio di Yosef, di cui e' il figlio spirituale, il primo messia ha, tra i vari compiti, quello di essere un economista illuminato. Egli sara' capace di conquistare una posizione di leader a livello mondiale, e di diffondere sempre di piu' quel benessere che ora e' ancora appannaggio di poche nazioni. Egli, inoltre, sapra' far si che i governi delle grosse potenze accettino princpi e norme umanitarie, per adesso ancora utopiche. Il mercato mondiale non sara' piu' unicamente basato sull'interesse privato ad ogni costo, ma conterra' i meccanismi equilibranti che la Torah prevede: la messa a parte di una cifra, che va da un decimo ad un quinto, dei guadagni netti, da devolvere ad opere di beneficenza e ai piu' bisognosi, il riposo della terra, il riposo dell'uomo, il compiere gli affari in uno spirito di reciproca fiducia e con onesta'.

Come si intuisce, il ruolo che il messia figlio di Yosef dovra' svolgere e' molto specialistico, e presuppone una grossa dimestichezza con questioni economiche e politiche di vasta scala, unita ad una moralita' ineccepibile, ad un' anima elevatissima, ed a un rapporto con D-o del tutto privilegiato. Come il suo antico predecessore, egli dovra' avere piena famigliarita' con i segreti della sapienza esoterica, della Kabalah. Egli sara' una persona ben precisa, storica, ma e' possibile vedere come si tratti anche di tutto un movimento generale verso una determinata direzione. Il grande balzo in avanti compiuto dalle economie di gran parte dei paesi occidentali, pur con le sue ombre (lo sfruttamento del terzo mondo e l'Inquinamento), e' senz' altro foriero dell'avvicinarsi imminente dell'Epoca del messia Ben Yosef.

Il messia figlio di Yosef sara' l'araldo diretto del messia figlio di Davide, il cui compito sara' piu' specificamente spirituale: quello di porsi come catalista finale, che fara' coagulare tutti gli sforzi di quanti nel mondo, ebrei ed altri, hanno lottato e lottano per l'avvento del regno della pace. Senza la preparazione del primo messia, il secondo non troverebbe il terreno pronto, e non potrebbe maniferstarsi. Diventa dunque sempre piu' chiaro quanto sia importante raggiungere un discreto livello di sicurezza economica, prima di potersi dedicare, in tutto e per tutto, alla trasformazione della consapevolezza dell'umanita'. Il recente benessere di molti paesi del mondo, frutto in buona parte dello sviluppo scientifico e tecnologico, e' quindi uno dei segni piu' importanti che confermano l'imminenza dell'eta' messianica. Occorre dunque intensificare gli sforzi e rendere definitiva la decisione di entravi senza ulteriori indugi.

Trovare la donna e' trovare il bene

Vedremo ora di analizzare il tema del rapporto tra uomo e denaro da un punto di vista piu' propriamente cabalistico. Come dovrebbe gia' essere emerso, la via proposta dalla Torah non e' quella dell'Estraniamento o della rinuncia al mondo, ma quella di un opportuno coinvolgimento, onde portarvi la luce della consapevolezza di D-o. Non e' un. Impresa facile, poiche' la persona rischia di farsi fagocitare dall'Attrazione della vita sensuale e materiale, e di perdere cosi' le sue buone intenzioni iniziali. In particolare, il procacciarsi il necessario da vivere comporta tali difficolta' che spesso la persona viene tentata ad abbandonare i buoni propositi, per accettare compromessi amorali. l'Acquisizione dei mezzi di sostentamento e' una vera e propria guerra, come confermato dal fatto che in ebraico la parola lechem =pane proviene dalla stessa radice presente anche in milchama' =guerra.

Secondo uno dei concetti fondamentali della Kabalah, nel mondo e' presente un elevato numero di scintille di bene e di luce, che si trovano in uno stato frammentario e separato, isolate le une dalle altre da rivestimenti di energia negativa chiamati in ebraico: Klipot ogusci. Uno dei compiti fondamentali dell'esistenza umana e' quello di identificare tali frammenti, di spezzare il guscio che li separa (nutrendosi parassitamente della loro energia), e di riportarli alla loro originaria matrice di santita'. Il lavoro, sia fisico che intellettuale, va visto come l'adempimento di tale compito.

Per esempio, i vari stadi della coltivazione del grano rappresentano momenti successivi nei quali si libera l'Energia presente in basso, per destinarla a scopi superiori. La semina e' il porre il grano in condizione di assorbire i nutrimenti che esistono in modo caotico nel suolo, e di organizzarli su dei livelli superiori; le varie fasi della mietitura, della macinatura, dell'impastatura e della cottura, sono momenti nei quali si rompono gli involucri che isolano e nascondo la parte vitale del grano, onde rendere la sua energia compatibile col nostro sistema metabolico. Infine, con la forza ottenuta grazie al cibarsene, dobbiamo riuscire a servire D-o con rinnovato impegno. Se, al contrario, useremo la vitalita' del cibo soltanto per servire i nostri istinti animali, allora la luce contenuta in esso verra' fatta ritornare nei luoghi d'esilio e di separazione nei quali si trovava prima, o in luoghi ancora inferiori. Analogamente, il lavoro intellettuale consiste nell'Elaborare frammenti di idee ed informazioni, ripulendole dalle scorie non necessarie, e adattandogli gli uni agli altri, onde costruire una serie di pensieri o di dati logici e coerenti, utilizzabili sia in un sistema pratico, che in un contesto speculativo o meditativo di tipo spirituale.

La difficolta' di questa guerra (non e' facile strappare all'altro lato, cioe' alle forze del male, i prigionieri che egli gelosamente custodisce e grazie ai quali si alimenta) e' ulteriormente complicata da fatto che ognuno di noi possiede una vocazione particolare per quanto riguarda il procacciarsi la parnasa' (il sostentamento). Tale vocazione riflette in modo specifico le qualita' presenti alla radice dell'anima, ed e' parte del segreto della propria individualita'. In realta', la persona e' in grado di svolgere anche altri lavori ed attivita', che gli siano meno congeniali, e molti individui posseggono piu' di un modo individale. Tuttavia, se una persona pratica, pur con successo, un' occupazione o un mestiere che non sono quelli per i quali e' stato creato, il denaro cosi' ricavato non diventa una fonte di vera gioia. In termini figurati, e' come se la persona si nutrisse di crusca e di paglia invece che di grano. Cio significa che, pur cibandosi di ogni prelibatezza disponibile sul mercato, la persona non e' riuscita a rompere i gusci spirituali che isolano il nutrimento spirituale presente in quello fisico. Il suo vivere nel mondo non sta portando nessuna novita' ed avanzamento sul piano coscienziale.

Se un individuo sta facendo un lavoro che non gli compete dal punto di vista spirituale o psicologico, quasi sempre si sentira' molto infelice, frustrato e contrariato, e l'attivita' non riuscira' come si deve. Anche nel caso in cui egli mieta successo e ricchezza, scavando sotto la superfice e' presente una grande amarezza. Il problema di trovare l'occupazione e la professione che ci spettano, diventa particolarmente importante al giorno d'oggi, in cui siamo sovente condizionati da considerazioni puramente esteriori, e veniamo spinti da motivazioni e modelli che non sono i nostri. Troppo spesso e' la societa' a scegliere per noi, non in base a vere vocazioni e predisposizioni, ma a seconda di esigenze predeterminate. Spesso la scelta e' motivata dalla necessita', o dall'impazienza, o dall'identificazione coi modelli piu' popolari offerti dalla cultura dominante.

Sommando tutte queste difficolta' si dovrebbe concludere che con le nostre sole forze sarebbe impossibile trovare la giusta Parnasah (sostentamento). Per fortuna, D-o stesso ci viene in aiuto, ispirando in modo segreto le nostre ricerce e scelte. I saggi d'Israele dicono che, dopo aver creato il mondo, D-o ha affidato la supervisione dell'andamento normale della creazione a vari angeli, riservando per se stesso due sole cose, una delle quali e' il farci trovare il giusto mezzo di sostentamento, quello che combacia con le nostre qualita' piu' intime. Tuttavia, secondo l'Espressione Talmudica:

Il far trovare all'Uomo la giusta Parnassah

diffice per D-o come l'Apertura del Mar Rosso.

Si tenga presente che il miracolo della divisione delle acque del Mar Rosso non fu una cosa facile neppure per D-o, che dovette sospendere momentaneamente tutte le leggi fisiche su cui si basa il mondo, e ricrearle in seguito come nuove.

Il secondo dei compiti che D-o ha riservato per se'e' quello di farci incontrare la nostra Bat Zug, o anima gemella. Ricordiamo qui brevemente che la Kabalah sostiene come le anime umane vengano create a coppie, e vengano in seguito fatte discendere separatamente, in corpi di sesso diverso. Uno dei compiti fondamentali della vita e' quello di ritrovare la propria seconda meta', e di ripristinare cosi' l'unita' primigenia. Se si pensa alla varieta' e alla distanza degli ambienti geografici nei quali uno potrebbe nascere, e al fatto che uno potrebbe nascere in un epoca e la sua compagna in un altra, anche questo compito sarebbe praticamente impossibile, simile alla classica ricerca dell'ago nel pagliaio. Fortunatamente, anche in questo caso la provvidenza divina sovraintende di persona a tutte le vicissitudini che devono portare all'incontro fortunato. Una volta chiesero a Rabbi Akiva come D-o occupi il suo tempo. La risposta fu che D-o siede e fa incontrare le coppie.

I due compiti, quello di trovare l'anima gemella e quello di procacciarsi la giusta Parnassah, sono dunque profondamente collegati. Ed e' questo il segreto di un versetto del libro dei proverbi (18,22):

Matza' isha' matza' tov=ha trovato la donna, ha trovato il bene

Qui il significato della parola tov = bene e' esteso anche al benessere materiale, ottenuto nel giusto modo, tramite il lavoro adatto. Esistono dunque forti analogie tra le energie presenti nelle relazioni interpersonali e nelle attivita' lavorative. In particolare, la similitudine e' tra l'energia sessuale e l'energia del denaro. Cio' si puo' vedere, nel mondo circostante, nella sua forma decaduta, dove l'una e' spesso convertita immediatamente nell'altra, e viceversa, dove sesso e denaro sono gli idoli preferiti del paganesimo moderno. Ma la connessione tra le due energie si vede anche nel regno della santita', come nel caso di Yosef, il piu' ricco di tutte le figure bibliche. In Kabalah, Yosef corrisponde alla Sefira' di Yesod, la cui sede fisica e' l'area degli organi sessuali. Yosef possiede l'attributo di Tzadik, il giusto, colui che ha superato le prove delle tentazioni sessuali. l'Energia sessuale in se stessa e' chiamata on (alef-vav-nun), e la ricchezza e' chiamata Hon (hey-vav-nun). Alef e Hey sono due lettere strettamente collegate, non solo foneticamente.

Le analogie tra le due energie citate continuano, se si pensa a quanto avviene, sui piani invisibili dell'anima, durante l'Atto del lavorare, e durante l'atto dell'unione sessuale, e cioe': l'elevazione delle scintille cadute precedentemente in balia delle forze dell'oscurita'. Anche l'unione sessuale, se compiuto con la persona adatta, e secondo le norme indicate dalla Torah, e' il momento privilegiato per innalzare quelle anime che caddero col peccato di adamo ed eva. Sia nel caso in cui queste anime si reincarnino come i figli fisici della coppia, ma anche se rimangano come delle pure espressioni energetiche, l'atto dell'intimita' dell'amore e' il momento sacrale, che crea i canali indispensabili per l'unione dei vari livelli di esistenza, e che offre a queste anime l'opportunita' di esprimersi. Viceversa, se l'unione sessuale non avviene nel modo dovuto, o se avviene con la persona sbagliata, il suo risultato sara' quello di causare l'ulteriore sprofondamento della consapevolezza nell'oscurita' delle Klipot (gusci), e il prolungamento della sua attesa di redenzione.

Succede sovente che, anche con le migliori delle intenzioni, la persona non trovi la sua professione, o la sua compagna adatta. Oppure succede che, pur avendole trovate, in seguito uno le perda. In tali casi, la Kabalah afferma che c'e' la possibilita' di trovarsi una compagna alternativa, che pur non essendo perfetta, si avvicina a quella ideale. Si tratta di un Zivug sheni = seconda unione. In questo caso, pero', non c'e' partecipazione diretta della provvidenza divina, volta a far succedere le cose nel migliore dei modi. In altre parole, non c'e' nulla di previsto o di deciso in cielo, su chi sia o meno questa seconda persona. Essa dipende esclusivamente dal merito dell'individuo in questione. Se questi ha sviluppato il suo livello coscienziale a sufficienza, ed e' incline al retto agire, allora trovera' una persona (o un lavoro) compatibile con la sua essenza profonda.

Altrimenti, se non merita, egli si trovera' sposato con una prostituta (equivalente alla paglia e crusca di prima), cioe' con una donna che non e' minimanente interessata alle sue qualita' umane, ma solo ai suoi soldi o al suo potere. In modo analogo, un' attivita' di successo, tramite la quale una persona guadagna montagne di soldi, se non e' quella adatta o se e' stata sviluppata in modo disonesto, e' come dormire con una prostituta. Cio' significa che l'affare che uno sta trattando distogliera' in continuazione la sua mente dai bisogni essenziali dell'anima, e lo rendera' schiavo delle cose del mondo, lasciandogli come sensazione costante un senso d'amarezza e di fallimento (spesso nascosto dietro indifferanza o falsa tracotanza).

La Parnassa' (mezzi di sostentamento) e' come la manna del deserto, e richiede una prova di fede continua. La parola fede in aramaico e' Mehimenuta, e deriva dalla stessa radice di Man =manna. Anche nella situazione piu' ideale, nella quale una persona guadagna tanto, in modo onesto e sicuro, non si dovrebbe mai perdere la consapevolezza di come tutto cio' sia un costante dono dal cielo, di cui si deve ringraziare D-o in continuazione. Il nostro compito e' quello di costruire i recipienti adatti a contenere tale flusso di benedizioni, e di utilizzarle in modo opportuno, dopo averle ricevute.

La stretta corrispondenza tra l'esperienza sessuale e il procacciarsi i mezzi di sussistenza richiede alcune considerazioni ulteriori. Questa corrispondenza appare in Kabalah sulla struttura chiamata: albero della vita, il modello ideale del come integrare le dieci facolta' fondamentali dell'anima. La Sefira' chiamata Yesod (fondamento) rappresenta l'area della vita sessuale, ed e' associata alla figura di Yosef ha-tzadik (Yosef il giusto). Yosef e' chiamato il giusto (Tzadik) poiche' seppe resistere alla tentazione sessuale. Ci si ricordi, infatti, dell'episodio in cui la moglie di Potifarre, presso cui Yosef era istitutore, attratta dal fascino irresistibile del giovane ebreo, tento' ripetutamente di sedurlo. Yosef fu sempre adamantino nel rifiutare tale adulterio, anche se cio' gli costo', in seguito, la calunnia e la prigionia. Grazie all'aver resistito cosi' efficacemente alle tentazioni, Yosef merito' l'appellativo di Tzadik =colui che non cede alla tentazione. indubbio che fu anche grazie al suo comportamento ineccepibile che Yosef merito' in seguito di venire investito di cosi' tanta autorita' dal faraone, sino a diventare vicere' d'Egitto.

Yosef ci mostra quanto sia importante e delicato il collegamento tra l'energia sessuale e quel particolare tipo di energia racchiuso nel denaro. l'esempio di Yosef e' proprio all'opposto dello stereotipo del ricco uomo d'affari, che passa il tempo libero al night-club, o che si diverte ad adescare la sua nuova segretaria. Quando il denaro e' l'occasione per abbandonarsi ad una vita immorale, cio'e' il segno piu' evidente che esso proviene da una radice impura, ben lontana dalla individualita', peraltro quasi del tutto inconscia, della persona in questione. Inoltre, una vita immorale e' sempre accompagnata dal dilapidarsi della fortuna accumulata, e raramente gli eredi arrivano ad usufruire delle ricchezze lasciate, quasi sempre divorare da amanti segrete, o da astuti avvocati.

All'Opposto di tutto cio', la Kabalah ci insegna che il giusto controllo dell'Energia sessuale permette il felice scorrere dell'Energia anche nel canale che riguarda la Parnassah (sostentamento economico). E, nella tradizione ebraica, il giusto controllo dell'energia sessuale non e' un' esperienza monastica, ma va trovata nella vita coppia, aiutati dalla nostra compagna. La sacralita' del rapporto sessuale viene cosi' amplificata al massimo, e cio', lungi dal detrarre dalla bellezza e dal piacere fisico e romantico, sottolinea la priorita' anche di quei valori, che contribuiscono cosi' al pieno coronamento del rapporto.

Analogamente, tale sacralita' si estende all'esercizio, molto piu' terra a terra, di una attivita' lavorativa o commerciale. Mentre e' facile percepire la bellezza e l'unicita' di un rapporto d'amore, non e' cosi' immediato vederla anche nel campo del lavoro, occasione in cui la persona deve affrontare lotte e difficolta' per poter riuscire a procacciarsi il necessario. La Kabalah, invece, ci propone un modello nel quale e' possibile fare della nostra attivita' professionale un momento di grande gioia e soddisfazione, simili a quelle di un riuscito rapporto d'amore. La stessa parola Parnassa' ha un valore numerico di 395, pari a quello di Neshama', (anima), e cio' sottolinea ulteriormente la motivazione prettamente spirituale di ogni lavoro fisico. In altri termini, e' possibile realizzare la propria identita' spirituale anche nel mezzo dell'attivita' apparentemente piu' concreta e materiale. noto che la radice della propria anima diventa piu' manifesta nella propria anima gemella che non in noi stessi. Cioe': l'alchimia di un rapporto riuscito e' tale da far si che ognuno scopra nell'altro le sue proprie qualita' migliori, piu' segrete!

solo nell'incontro reciproco che diventa chiaro chi siamo veramente, quale sia il segreto della nostra esistenza, quale la missione unica ed irripetibile che siamo venuti a svolgere sulla terra. Cio' vale anche a riguardo della Parnassa'. Tramite la propria professione, e' possibile scoprire piu' cose su se stessi, sullo scopo della propria vita e della creazione in generale, che non meditando ritirati in un' eremitaggio, dopo aver dato tutti i propri averi ai poveri.

In conclusione, citiamo questa massima rabbinica, che condensa in modo esemplare gli argomenti trattati:

Im ein kemach ein Torah, im ein Torah ein kemach

Se non c'e' farina non c'e' Torah; se non c'e' Torah non c'e' farina

Lo studio della Torah richiede, almeno nel caso della persona comune, l'esistenza di una certa sicurezza economica, grazie alla quale siano soddisfatti i bisogni fondamentali (casa, vitto e vestiti), propri e della propria famiglia. Esso richiede, inoltre, un' attiva partecipazione sul piano pratico del mondo, senza fughe spiritualistiche.

d'Altra parte, la Torah, e la conoscenza dei suoi segreti, e' l'indispensabile guida e motivazione che sola puo' condurci attraverso i ripetuti trabocchetti del mondo materiale e delle lotte che dobbiamo affrontare sul piano economico o professionale. Senza la sua luce non potremmo mai essere sicuri di stare mangiando pane, e non solo paglia. La sicurezza di guadagnare il nostro denaro nel modo giusto viene solo con la piena adesione alla parola di D-o espressa nella santa Torah.

Nadav Crivelli