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gen 24, 2004 |
Rassegna stampa,  |
redazione

L'Europa predilige l'ebreo-vittima

di Emanuele Ottolenghi - Il Foglio 28 giugno 2003

Il recente risorgere di fenomeni antisemiti nel cuore dellEuropa ha riaperto la questione del rapporto tra cultura europea ed ebraismo. Chi dopo linizio della Seconda Intifada e ancor pi dopo l11 settembre si ostina a minimizzare il fenomeno attribuendolo a membri radicalizzati delle comunit arabe in Europa ignora lirrisolta tensione da sempre esistente tra lEuropa e i suoi ebrei. Nonostante abbiano vissuto in Europa per duemila anni contribuendo spesso alla sua produzione culturale e raggiungendo in molti casi altissimi livelli dintegrazione, lEuropa non ha ancora metabolizzato lebreo e vive con gli ebrei un rapporto difficile, dove la loro accettazione nella societ circostante condizionale alla loro rinuncia di identit, specialmente se essa si esprime attraverso solidariet e sostegno per Israele. Nessuno mette in dubbio che il recente aumento di fenomeni antisemiti abbia un legame con la corrente crisi mediorientale. Ma questo dato di fatto, lungi dallesonerare lEuropa dalla recrudescenza antisemita, mette a nudo la grave ambiguit europea nellaccettare gli ebrei come eguali a pieno titolo. Nulla esprime questa ambiguit meglio di quanto ha dichiarato Javier Solana al summit Ue-Usa di Washington. Per Solana non c antisemitismo in Europa oggi (nonostante i pi di mille incidenti riportati dopo l11 settembre soltanto in Francia). Ne discende che coloro che vedono lantisemitismo nella presente situazione (che, si sa, deriva da una recrudescenza del conflitto israelopalestinese) in realt cercano di delegittimare le critiche a Israele bollandole di antisemitismo (per Solana inesistente). Chiaro il corollario: Israele merita le critiche mossegli e gli ebrei che protestano farebbero bene a farsi un esame di coscienza invece. Quegli ebrei che si dissociano da Israele, per il fatto di dissociarsi e denunciarne azioni e legittimit, meritano la stima e lingresso a pieno titolo in Europa
Questo dualismo diffuso tra la sinistra europea. Lanno scorso, in occasione del ballottaggio alle presidenziali francesi, centinaia di migliaia di manifestanti invasero le strade di Parigi per dimostrare contro fascismo, razzismo e xenofobia. Molti di coloro che sono scesi in piazza a protestare contro Le Pen hanno marciato fianco a fianco con ebrei, in senso stretto in senso lato, per esprimere solidariet con le vittime di ieri e di oggi dellodio razzista e antisemita. Lo slogan Mai pi riferito allOlocausto non un motto politico, ma unespressione sincera di orrore per il passato europeo che la cultura occidentale ha oggi interiorizzato con successo: chi lo dice lo dice con sincerit e fa del dovere della memoria un principio cardine dellidentit europea
Molti oggi condividono la nuova passione giudeofila dellEuropa Unita che sponsorizza mostre e musei ebraici, che esalta dovere della memoria, che si mobilita per la giornata della memoria, che legge avidamente di ebraismo (in Italia lanno scorso ben 700 nuovi titoli di argomenti ebraici in libreria), che fa di Auschwitz uno dei nuovi simboli dellidentit europea. Molti di questi uomini e donne, di fede politica progressista e liberale, dediti diritti umani e alla tolleranza, preoccupati dal risorgere dellintolleranza che diede i natali al nazismo, non esitano a schierarsi accanto agli ebrei nel perpetuare la memoria del genocidio come monito per le generazioni future. E questo fatto, da solo, offre una garanzia contro il ritorno di certi orrori passati. E tuttavia, resta una forte e inquietante ambiguit
Molti tra coloro che sfilarono contro Le Pen, sono scesi in piazza poche settimane dopo sventolando bandiere palestinesi in nome degli stessi principi, paragonando Israele al nazismo, sostenendo che le vittime di ieri sono i carnefici di oggi, demonizzando lo Stato ebraico e coloro che lo sostengono come fascisti e assassini che non meritano dignit, rispetto e protezione. Quegli stessi attivisti di sinistra che sfilano in piazza contro il neonazismo, indossano la kefiah come simbolo di rivoluzione, considerano Israele un fenomeno coloniale e uno strumento imperialista americano che merita di essere distrutto, e parlano di complotti sionisti ovvero ebraici) per dominare il mondo e opprimere gli arabi. Amano gli ebrei e rifiutano lequazione antisionismo = antisemitismo. Ma lebreo che amano quello che denuncia Israele, se ne dissocia, rifiuta qualsiasi legame con lidentit nazionale ebraica, e vive la sua ebraicit come denuncia del sionismo quale perversione dellumanesimo ebraico con cui lEuropa odierna si identifica spiritualmente. In quanto agli altri ebrei, essi ne fanno riferimento utilizzando lo stupidario collaudato dellantisemitismo antico e recente, riciclando le congiure, le teorie del grande burattinaio, la stampa in mano ai giudei. Questa dualit europea, che ama, esalta e idolatra lebreo-vittima, ma odia, disprezza e demonizza lebreo nazionalista e armato che si difende e combatte, non soltanto un sintomo di un rapporto schizofrenico e irrisolto che lEuropa ha con gli ebrei, ma anche la manifestazione pi recente e insidiosa del suo perdurante antisemitismo. Esso esprime limpossibilit europea di associare gli ebrei con il legittimo uso del potere politico, incluso quello sovrano. Per lEuropa lebreo deve essere vittima: indifeso, agnus dei, coscienza del mondo, capace di assorbire il dolore inflittogli dallingiustizia sublimandolo in una forza interiore che diventa simulacro di giustizia e rettitudine morale per le societ circostanti. Per lEuropa lebreo deve essere assimilato, non minoranza etnica e religiosa in seno allEuropa multiculturale, ma modello dellintegrazione europea che quella diversit annulla, orgoglioso di uneredit e un patrimonio storico, ma non dedito a perpetuarlo. Per lEuropa lebreo deve essere mimetizzato: conscio di appartenere a una collettivit, ma indistinguibile dallindifferenziata umanit che lo circonda. Per lEuropa lebreo tale pi perch sa di esserlo che perch sa come esserlo: glielo ricordano gli altri che lui ebreo, ma se dipendesse da lui quellebraismo in senso di tradizione particolare e diversa, di fede e osservanza di precetti, in senso di legame a un popolo dedizione alla sua differenziata continuit anche in futuro gli sarebbe interamente indifferente. Il suo ebraismo una missione universale umanistica, che si compie con la scomparsa dellebreo concreto, lebreo individuo, e la diffusione dellebreo astratto e di quello che esso rappresenta, cio il rifiuto della violenza in maniera incondizionale e un messaggio universale fratellanza
Ecco perch gli europei si entusiasmano a vedere film come Il Pianistao La vita bella. Lebreo non riconoscibile esteriormente: ha abbandonato gli abiti tradizionali, non si copre pi il capo, non mangia secondo le regole alimentari ebraiche, non parla la lingua dei padri, non sembra ebreo. Ebreo non in quanto ebreo, ma in quanto vittima, lebreo amato dallEuropa espressione suprema della cultura europea, come nel caso del film di Polanski, dove il protagonista appare incapace di difendersi, e sopravvive alla tragedia non per ricostruire e tramandare unesistenza ebraica ma per farsi testimone di un messaggio universale di sofferenza che trascende il suo ebraismo
Il pianista sopravvive, ma lebraismo non sopravviver a lui. Quellebreo, che fa del suo ebraismo non una tradizione e unidentit ma lespressione di un messaggio universale, un ebreo che non trasmette la sua ebraicit alla prossima generazione, che conscio di unappartenenza ma che non si sente obbligato a perpetuarne leredit. Questo ebreo un ebreo profondamente cristiano, profondamente idealizzato e profondamente astratto, nel quale ben poco di ebraico rimasto
Lebreo che lEuropa sogna lidealizzazione dellinnocenza e rappresenta, per la sua avversione alla violenza anche di fronte alla minaccia di sterminio, la condizione primigenia di purezza che precede il peccato originale costituito in politica dalluso del potere e dalle talvolta impossibili scelte morali che i dilemmi del potere impongono a governi e Stati. Ed per questo che lEuropa multilaterale che rifiuta internazionalmente luso della forza si identifica con questa immagine
Nel rifiuto di ogni associazione esteriore con la tradizione, nel rifiuto della continuit ebraica, nel rifiuto di abbandonare il ruolo di vittima, esso incarna lebreo che lEuropa vorrebbe anche al di l del Mediterraneo: un ebreo che non pi tradizione e popolo ma simbolo di universalit indistinta e per questo stesso motivo non pi ebreo ma altro: lebreo diventa concetto, incarnazione di unidea, ma cessa di essere quel che sempre stato e smette di esistere come cultura, fede, collettivit nel concreto. Per questo in Europa Israele viene paragonato ai nazisti, e lebreo-vittima che lEuropa idealizza viene contrapposto allebreo-carnefice che lEuropa pretende di vedere in uno Stato ebraico che osa difendersi. Proprio perch nato in guerra e difeso la forza in nome di unidentit ebraica nazionale che mal si concilia con lidentit europea post-nazionale di oggi, Israele viene descritto e vissuto come un peccato originale, la perdita dinnocenza degli ebrei che comporta quindi la perdita irrimediabile dellebreo-vittima con lEuropa si identifica. Per questo la sinistra liberale oggi non difende gli ebrei dal pregiudizio ma lo alimenta attivamente se gli attacchi sono motivati da opposizione a Israele. Gli ebrei che si identificano come nazione, agiscono come tale, e desiderano un loro stato non meritano la simpatia della sinistra. Ai suoi occhi, lostilit nei confronti di ebrei sostenitori di Israele non antisemitismo. La sinistra difende invece quegli ebrei disposti a denunciare Israele e a dissociarsi dallo Stato ebraico. Lebreo che la sinistra europea ama talmente integrato con la cultura europea da non avere alcun sentimento di identificazione e lealt per il popolo ebraico e le sue legittime aspirazioni nazionali. Questo ebreo degiudaizzato, accolto e ammirato dallEuropa, si contrappone a quegli ebrei che si identificano, nel bene e nel male, con una nazione, una cultura, una tradizione, e unidentit esclusiva. Lunico ebreo veramente amato dallEuropa lebreo che ha coscientemente smesso di esser tale. Estinto concretamente: solo cos lebreo sopravvive e si integra nella illuminata e tollerante Europa di oggi.