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dic 5, 2001 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

Due parole di commento sull'attuale situazione

Rabbi Shimon figlio di Elazar affermava: Non tentare di placare il tuo compagno nel momento della sua ira, e non provare a consolarlo quando il suo morto giace ancora davanti a lui, non fargli domande sul perche` del voto enunciato e non cercarlo nel momento in cui si vergogna.(Pirkei Avot IV,23)

Ho voluto far precedere questa mia dalle parole di Rabbi Shimon affinche` chi vuol intendere intenda ma non mi appellero` a nessuna delle attenuanti che da queste antiche e sagge affermazioni derivano.

Anche se la mia ira e` immensa, I miei morti ancora sono insepolti davanti a me, ho rinnovato il mio ventennale voto che anche domani, nonostante tutto e tutti mi svegliero` ancora cittadino dello Stato d'Israele, e profondamente mi vergogno della condotta irresponsabile dei miei leggittimi rappresentanti, tutto quanto segue e` prodotto di razionale pensiero e non sfogo incontrollato di persona attanagliata dal dolore e sconvolta dalla nefasta grandezza degli eventi che lo vedono impotente vittima e spettatore.

E` giunta l'ora di fare, e fare qualcosa di grande,per ristabilire quel naturale ordine delle cose che vede I cittadini dello stato, e scusatemi per l'ovvieta`, liberi di girare in lungo e largo nel proprio Paese in sicurezza e tranquillita`.

E` giunto il momento di far capire a chi deve recepire il messasggio che nonostante tutto gli Ebrei hanno imparato a nuotare ed e` quindi inutile tentare di buttarli a mare.

Tutto questo e` fattibile solo ristabilendo l'equilibrio che ha tenuto in piedi il Paese fino alla guerra del Golfo.

Quell'equilibrio di grande forza militare deterrente, non espressa in quanto in mano ad un Paese Democratico, ma sempre pronta ad essere applicata qualora qualcuno fosse venuto a pestarci I calli troppo da vicino.

Bombardata Tel Aviv dagli scud, fuggito l'esercito (cosi` e` stata interpretata e tradotta in medio orientalese il ritiro) dal Libano, messe a ferro e fuoco le citta` d'Israele durante questa seconda Intifada, dilaniati bambini e cittadini nel corpo e nello spirito senza alcuna seria reazione da parte nostra, accettata passivamente questa situazione come un dato di fatto incontrastabile ed ecco che progressivamente ma inesorabilmente la deterrenza grande forza di Israele ed unico baluardo contro il fanatismo omicida arabo e` andata vieppiu` scemando e scomparendo.

Il danno e` fatto, ed ora per ristabilire quell'equilibrio instabile ma vivibile di cui sopra occorrono due gravi passi.

Il primo e` rendersi conto che MAI ci sara` pace con un'Israele debole (o vista come tale che poi e` lo stesso), e il secondo e` agire in quella direzione che pur offendendo il nostro senso dell'Umanita sia tale da far capire a chicchessia (ed in questo scusatemi ma non riesco a distinguere tra buoni e cattivi) che l'Israele di Entebbe e` ancora forte e presente.

Si rinnovi quindi il detto : Posso perdonare agli Arabi di avere ucciso I nostri fratelli ma non posso perdonargli di averci costretto ad ucciderli .

Con problemi di coscienza di questo tipo in qualche modo posso riuscire a sopravvivere, con le lacrime dei miei orfani, e sopratutto con le strazianti urla dei genitori orbati dei figli, con l'innaturale lamento del Kaddish dei padri per I figli proprio no, non piu` .

Vito Anav