BACK
ago 14, 2004 |
La Legge Orale,  |
redazione

T 5.01 - Introduzione al Seder Qodashim - Massekhet Zevachim

_Zevachim_ significa letteralmente "macellazioni", ed in particolar modo "sacrifici animali" che venivano offerti sul _mizbeach_ ("luogo del sacrificio", cio "altare").

La complessa normativa sui sacrifici animali viene affrontata da questo trattato in 14 capitoli:

1) Il primo capitolo discute della validit dei sacrifici in caso di equivoco (per esempio, un animale che avrebbe dovuto essere bruciato come olocausto stato invece destinato ad un sacrificio di comunione);

2-4) I capitoli due-tre-quattro parlano delle irregolarit che risultano dall'inettitudine dei celebranti, dall'atto stesso, o dall'intenzione con cui fu compiuto.

5-6) I capitoli cinque e sei elencano i luoghi in cui si offrivano i vari tipi di sacrificio, come si spruzzava il sangue degli animali, e come si consumavano le loro carni. Il capitolo cinque la base dell'intero ordine _Qodashim_, e poich elenca in modo sintetico e completo tutti i sacrifici, fa parte della preghiera del mattino almeno dal tempo di Amram Gaon (morto nell'875 EV).

7) Il capitolo sette parla delle irregolarit nel sacrificio degli uccelli.

8) L'ottavo capitolo parla del che fare se gli animali destinati a diversi sacrifici si mescolano, magari con un animale che non sacrificabile, e non c' modo di distinguere gli uni dagli altri. Il problema si presenta sia quando gli animali sono ancora vivi, sia dopo il loro sacrificio, visto che ogni tipo di sacrificio esige che la carne ed il sangue degli animali siano trattati in modo diverso.

9) Il nono capitolo parla della santit che acquisiscono gli oggetti posti sull'altare, e che li rende inutilizzabili a scopi profani.

10) Il decimo capitolo parla dell'ordine di precedenza dei sacrifici.

11) Il capitolo undici parla del lavaggio delle vesti macchiate del sangue sacrificale e del consumo della carne bollita nei vasi santificati.

12) Il capitolo dodici si occupa del diritto dei sacerdoti ad una porzione degli animali sacrificali.

13-14) I capitoli tredici e quattordici si occupano dei sacrifici offerti fuori del Tempio, come nel Tempio di Onia in Egitto (chiuso nel 73 EV dopo quasi tre secoli e mezzo di attivit) e negli "alti luoghi" di cui i Libri dei Re e delle Cronache lamentano che erano troppo frequentati.

La Tosefta ha 13 capitoli (non 14 come la Mishnah), e l'EJ ritiene interessanti questi suoi brani:

2:17) Eleazar b. Shamua aveva un discepolo tanto petulante che a forza di domande riusc a far risalire entrambi all'origine di una norma caduta nel dimenticatoio. Il maestro esclam allora: "Beati voi, giusti che amate la Torah! Dacch scritto: 'Io amo la Tua Torah, e la medito tutto il giorno!'".

11:16) racconta di un caso di "mani pulite" ante litteram: i sacerdoti pi importanti avevano il vizio di appropriarsi delle pelli degli animali sacrificati (anzich lasciarle al loro collega che aveva scannato l'animale). L'unico rimedio che si dimostr efficace fu, da parte degli offerenti, dedicare le pelli "al cielo".

13) Il capitolo parla dei templi che precedettero quello di Salomone (per esempio quelli dedicati dai Patriarchi), degli "alti luoghi", della loro storia e delle loro norme.

La Gemara (babilonese) ha questi passi memorabili:

7b) "Sacrificio senza pentimento = abominio";

62a) Quando fu ricostruito il Secondo Tempio, cos dicevano i rabbini, si riusc ad individuare il luogo esatto in cui sorgeva l'altare del Primo. La versione di maggioranza che l'altare fu individuato perch chi torn dall'Esilio vide l'Angelo Michele che sacrificava su un altare ancora eretto; ma Isacco Nappacha disse che chi ispezion le rovine del Tempio vide invece le ceneri del Patriarca Isacco.

88b) Questo passo parla del potere espiatorio delle vesti del Sommo Sacerdote.

118b) Questo l'elenco dei luoghi di culto che precedettero il Tempio di Salomone.