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nov 25, 2004 |
Rassegna stampa,  |
redazione

Antisemitismo e Sionismo di Avraham B. Yehoshu'a

L'opuscolo "Antisemitismo e sionismo" di
Avraham b. Yehoshu'a si divide in due capitoli malcollegati: "La radice dell'antisemitismo" e "La rivoluzione sionista".

Yehoshu'a ritiene che la causa dell'antisemitismo stia nella peculiare struttura dell'identit ebraica, che ha un nocciolo duro nell'identit tra religione ebraica ed appartenenza al popolo ebraico (chi abbandona la religione ebraica per professarne un'altra perde anche l'appartenenza al popolo ebraico), ma un'estrema fluidit nelle sue vesti esteriori.

L'identit di molti popoli legata ad un territorio preciso? Per gli Ebrei della Diaspora la Terra d'Israele ha importanza soprattutto rituale, in quanto la loro vita concreta si svolge altrove, e magari cambiando pi volte nazione nel corso della vita.

Ci sono dei popoli uniti dalla lingua? La lingua ebraica, fino ad Eli'ezer Ben Yehudah, era di importanza praticamente solo religiosa, in quanto gli Ebrei parlavano lingue derivate da quelle locali (Yiddish, Ladino, Giudeo-Italiano, ecc.) o, dopo l'emancipazione, quelle locali.

Ci sono popoli uniti da usanze comuni? Nel caso ebraico, l'_Halakhah_ consente l'esistenza di _Minhagim_ molto diversi tra loro, nati anche per influenza delle tradizioni locali non-ebraiche.

Vorrei riassumere Yehoshu'a con un paragone matematico: la funzione identitaria del Gentile tipico piena di costanti, mentre quella dell'Ebreo diasporico tipico piena di variabili che possono assumere i pi diversi valori a seconda del luogo in cui vive.

Questo di per s non sarebbe un problema, se non fosse che molte persone hanno un'identit personale traballante, che tengono in piedi ricorrendo all'identificazione proiettiva - ovvero vedendo nell'altro ci che non riescono ad accettare di se stessi, e, nel caso si tratti di un aspetto di s odioso, odiandolo di conseguenza.

Nel caso in cui l'oggetto della proiezione sia un Ebreo, la sua funzione identitaria piena di variabili non riesce a smentire queste proiezioni, e quanto possano essere tragiche le loro conseguenze lo ha insegnato la Shoah.

Il secondo capitolo descrive il Sionismo come una modifica alla funzione identitaria ebraica; ho gi detto che quella diasporica piena di variabili, ma se lo pu permettere perch il suo nocciolo duro, l'identificazione tra religione e nazionalit, la rende comunque riconoscibilmente ebraica.

Yehoshu'a propone la rottura di questo nocciolo duro, spezzando l'identificazione tra religione e nazionalit e fissando una volta per tutte alcune delle variabili della funzione, dando al popolo ebraico un territorio fisso (e non con i confini indefiniti ereditati dalla Guerra dei 1967), una lingua unica (gi fatto), istituzioni in cui tutti possano riconoscersi (e non solo i pi osservanti).

Yehoshu'a riassume il compito con lo slogan "Torniamo al Primo Tempio". All'epoca del Primo Tempio infatti non esisteva l'identificazione tra religione e nazionalit sancita da Esdra, la quale secondo Yehoshu'a il vero motore della diaspora, che nata a suo avviso come la reazione degli Ebrei che non potevano accettare tutte le conseguenze di quest'identificazione, e pi di ogni altra cosa temevano che un altro Ebreo avesse potere su di loro.

Yehoshu'a vuol ridurre la flessibilit dell'identit ebraica da una parte, ma dall'altra concepisce l'esistenza di persone di nazionalit ebraica (non semplicemente di "cittadinanza israeliana"!) ma non di religione ebraica; di persone di religione ebraica, ma non di nazionalit ebraica, e di persone che fanno propri elementi della cultura ebraica, ma non la religione o la nazionalit.

La mia opinione personale questa: spezzare il legame tra religione ebraica e nazionalit ebraica mi va bene; ma ridurre per altri versi la flessibilit dell'identit ebraica no.

Oltretutto viviamo in un mondo che richiede a tutti sempre maggior flessibilit; parlare dell'abbandono delle lingue ebraiche a favore della Lingua Ebraica come di una conquista suona fesso a me che vivo a Verona.

Si tratta della seconda citt d'Italia per percentuale di immigrati regolari sulla popolazione (il 5,2%), e qui credo si parlino una trentina di lingue e dialetti diversi - di cui tre (Italiano, Veronese e Cimbro) appartengono agli autoctoni :-) (ed un peccato che il Giudeo-Veronese si sia estinto).

La Bialystok di Zamenhof fa quasi ridere al confronto :-P