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dic 23, 2004 |
Opinioni dei nostri visitatori,  |
redazione

Sull'UCEI

L'Unione delle Comunit Ebraiche fu creata dal R. D. 30 Ottobre 1930 N. 1731, che ha retto l'organizzazione dell'Ebraismo in Italia fino all'Intesa del 1987 (recepita con legge del 1989).

L'Intesa del 27 Febbraio 1987, e qui potete leggerne il testo:
http://www.ucei.it/ebreinitalia/intesa.htm
in conseguenza della medesima fu convocato il Congresso Straordinario del 6-8 Dicembre 1987, da cui usc lo Statuto che potete leggere qui:
http://www.ucei.it/ebreinitalia/statuto.htm
Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che lo Statuto dice, all'Articolo 1, che le Comunit ebraiche "provvedono al soddisfacimento delle esigenze religiose e delle diverse esigenze, associative, sociali e culturali degli ebrei. Le Comunit costituiscono tra loro l'Unione delle Comunit ebraiche italiane, espressione unitaria dell'ebraismo in Italia".
Se vogliamo, lo Statuto denunzia la sua et; ma esso presume che la prima e pi importante esigenza che le Comunit debbono soddisfare religiosa, e le altre in subordine. Inoltre, esso dichiara l'UCEI "espressione unitaria dell'ebraismo in Italia".
Cambiare le priorit, ovvero dire che le Comunit che compongono l'UCEI debbono soddisfare le "diverse esigenze" e lasciare le "esigenze religiose" all'autoorganizzazione dei singoli imporrebbe una modifica allo Statuto, senza contare che questo imporrebbe alle Comunit di cessare di definirsi enti religiosi, facendo venir meno la ragion d'essere dell'Intesa, in quanto essa si basa sull'Articolo 8 della Costituzione, che recita:
(cit)
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l' ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
(:cit)
Chi va a raccontare che l'Ebraismo non una religione deve non solo spiegare perch il termine ricorre tanto spesso nello Statuto e nell'Intesa, ma anche dichiararsi pronto a patire le conseguenze di un'eventuale abrogazione di quest'ultima. E ad andare a lavorare anche di Kippur a stomaco vuoto (abrogazione dell'Articolo 5), oppure andare a combattere anche se stato nominato rabbino capo (abrogazione dell'Articolo 3), ed in quest'ultimo caso ricevere la pensione da un fondo diverso da quello dei ministri del culto (abrogazione dell'Articolo 31), e magari meno generoso.
Ma quello che lo Statuto ha di pi spiacevole, almeno per chi vorrebbe la separazione tra aspetto religioso ed aspetto organizzativo dell'UCEI, che:
1) in caso di diniego dell'iscrizione ad una Comunit ebraica, si fa ricorso al suo Consiglio, il quale deve sentire il proprio rabbino capo od un altro rabbino (Art. 2, Comma 3); ulteriore ricorso si fa presso la Consulta rabbinica dell'Unione (Art. 50, Comma 2 Lettera e) quando il diniego sia motivato da ragioni attinenti alla legge od alle tradizioni ebraiche;
2) Il rabbino capo pu destituire un consigliere della Comunit (Articolo 20) perch a suo giudizio inidoneo ai sensi dell'Articolo 9; si pu presentare ricorso, ma il collegio che decide il ricorso composto da tre rabbini ed altre persone;
3) Gli Articoli 49 e 50 sull'Assemblea Rabbinica e sulla Consulta Rabbinica dell'UCEI presumono che il rabbino non si occupi esclusivamente del culto ebraico, ma anche della cultura ebraica in generale e del suo studio. Il rabbino non quindi soltanto un accessorio cultuale come il cappellano per un reggimento, ma il prototipo dell'intellettuale UCEI.
Questo statuto perfettamente omogeneo all'Ebraismo, e non solo a quello ortodosso: mi piacerebbe sapere quali Comunit ebraiche riformate decidono sull'ammissione dei loro membri indipendentemente dal proprio rabbino o dal _Bet Din_ di riferimento, e mi piacerebbe sapere quali Comunit ebraiche riformate sono riuscite a separare coerentemente nello studio e nell'istruzione la cultura ebraica religiosa dalla cultura ebraica non religiosa.
Secondo me, chiedere all'UCEI di separare religione ed organizzazione come propone Tonibaruch come chiedere ad un gatto di abbaiare - e temo che non lo farebbero nemmeno le Comunit ebraiche riformate. Quello che non va nell'UCEI non la sua struttura interna, secondo me, ma la pretesa di rappresentare tutti gli Ebrei.
Tra parentesi, aderire all'UCEI significherebbe essere attratti nell'orbita delle sue attuali Comunit, che sono su base territoriale e di status giuridico parastatale. Converrebbe questo ad una Comunit riformata? E farsi coinvolgere nei non piccoli contrasti interni di ogni Comunit UCEI?
Temo che la cosa migliore sia stabilire una Confederazione tra le Comunit riformate italiane, con il minor centralismo possibile - ovvero, ogni Comunit delega alla confederazione solo quello che non pu fare da sola; ed a livello locale si cerca di coltivare buoni rapporti con le Comunit UCEI e con le altre Comunit religiose.