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dic 28, 2004 |
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redazione

Su 'Il posto degli ebrei' di Amos Luzzatto - 2

Leggendo il libro di Amos Luzzatto mi venuto il dubbio che le prospettive del riconoscimento UCEI degli Ebrei riformati italiani non siano cos disperate come temeva qualcuno.

Io vi riporto quel che dice Amos Luzzatto a pagina 16:
(cit)
Il terzo esempio fornito dagli ebrei "riformati", o meglio da quella composita galassia che si definisce a volte _liberal_, a volte _progressive_, a volte con altri aggettivi ancora. I riformati si proclamano sostanzialmente una comunit religiosa ebraica, ma non accettano alcuni princpi normativi che da secoli si sono imposti come modello teorico nella maggior parte delle comunit ebraiche del mondo. Ad esempio rifiutano la discendenza esclusivamente matrilineare, accogliendo anche quella patrilineare; prevedono la nomina di donne-rabbino e non separano gli uomini e le donne durante le funzioni sinagogali; hanno procedure proprie per accettare una conversione all'ebraismo e prevedono alcune modifiche nel rituale liturgico. Gli ebrei riformati hanno fondato - anche in Israele - istituti di studio e di ricerca che raggiungono indubbiamente alti livelli scientifici e probabilmente costituiscono negli Stati Uniti la maggioranza della popolazione ebraica.
Non si tratta tuttavia del primo caso di "ribellione antirabbinica" nella storia ebraica: il caso storicamente pi noto quello dei caraiti, i quali, a partire dall'VIII secolo, respinsero l'autorevolezza della "tradizione orale" rabbinica - sostanzialmente quella talmudica - decidendo di accettare soltanto la lettera delle disposizioni della Tor. Oggi i caraiti sopravvivono solo in piccoli gruppi residuali e non sono pienamente riconosciuti nella loro identit ebraica.
(:cit)
A me non pare che la persona che scrive queste cose (pur non completamente esatte) sia capace di disertare un Qaddish solo perch tra i recitanti c' un rabbino riformato. Del resto, le volte che a Verona hanno recitato un Qaddish con me presente, nessuno si sognato di mandar via me o gli altri non-ebrei; semplicemente non facevamo parte del minyan.