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mag 16, 2005 |
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redazione

Antisemitismo in Italia

E' antisemita quasi un italiano su cinque
Sondaggio: chi apprezza lo Stato ebraico supera di poco il 40%. - Un comitato per comunicazioni pi efficaci - I risultati e la metodologia del sondaggio Ispo/Corsera

LEurobarometro, secondo cui pi di met della popolazione dellUnione europea considera Israele un pericolo per la pace, continua a fare discutere. Il dato dipende principalmente da un atteggiamento negativo verso lesistenza stessa di Israele, dettato a sua volta da un sentimento antisemita? O si tratta in primo luogo dellespressione di una critica verso la politica del governo di Ariel Sharon, senza che venga messo in questione il diritto ad esistere di Israele? O ancora si sottolineata la pericolosit di quanto accade in generale nellintera area?

La formulazione ambigua della domanda fa ritenere che tutte queste considerazioni abbiano trovato spazio e si siano quindi mescolate nel risultato. Questo lascia irrisolti i quesiti sollevati: lostilit verso Israele davvero legata allantisemitismo? E, se s, in quale misura? Una nuova ricerca, diretta da Paola Merulla e promossa dalla Pier Lombardo cultura, limitatamente per ora alla realt italiana, ci permette di iniziare a rispondere.

1 CALA LA SIMPATIA PER ISRAELE

Israele malvisto dalla maggioranza assoluta degli italiani. Se si confronta il dato con altre nazioni, quali, ad esempio, Francia, Stati Uniti o Giappone, si rileva come in nessuno di questi casi il livello di simpatia scenda sotto il 60 per cento. Quello espresso nei confronti di Israele supera di poco il 40 per cento (43% nellaprile 2002).

Se poi dallatteggiamento generico si passa a giudizi circostanziati, emerge come il 70 per cento del campione (con un incremento al crescere del titolo di studio delle persone interpellate) ritenga errate le scelte del governo in carica. E che il 17% - quasi un italiano su cinque - pensa che sarebbe meglio che Israele non esistesse. un auspicio espresso pi frequentemente in settori sociali in parte diversi dai precedenti e in particolare tra chi possiede titoli di studio meno elevati.

2 IL NODO DELLANTISEMITISMO

Si tratta di antisemitismo? Per verificarlo scientificamente occorre prima misurare anche questo atteggiamento. La maggioranza assoluta (51%, era il 43% nellaprile 2002) ritiene che gli ebrei, oltre ad avere una religione diversa, hanno in comune caratteristiche sociali, culturali e politiche che li distinguono dal resto degli italiani. Ci che, ad avviso di chi scrive, non indice di antisemitismo, ma ne pu costituire una premessa. Lantisemitismo vero professato da una quota minoritaria, ma significativa, di popolazione. Il 20% pensa che gli ebrei non sono dei veri italiani. Pi di uno su dieci (il doppio tra chi possiede la licenza elementare) dichiara che non gli ispirano fiducia. Il che, in s non grave. Ma forse lo diventa nel momento in cui una percentuale analoga afferma che mentono quando sostengono che il nazismo ne ha sterminati milioni. O che, come dichiara una quota di poco inferiore, dovrebbero lasciare lItalia.

Una parte di italiani dunque certamente antisemita. Secondo i nostri conteggi - basati su di un indice additivo che considera pi quesiti - si pu prudenzialmente definire tale il 19%. Assai di pi (34%) tra chi ha titoli di studio bassi. Esiste anche una relazione con lorientamento politico: lantisemitismo si accresce notevolmente (27%) tra chi si definisce di destra (ma non tra chi si dichiara di centrodestra). La stima, per, imprecisa, sia per le modalit di computo, sia perch basata sulle mere dichiarazioni. Non tutti dicono sempre ci che pensano, quando si toccano temi cos delicati.

3 STORIA E DISINFORMAZIONE

Lantisemitismo provoca latteggiamento critico verso Israele? Se si mette in relazione lorientamento negativo verso Israele e quello verso gli ebrei, si trova effettivamente un nesso: luno cresce al crescere dellaltro. Non sappiamo naturalmente se lantisemitismo a provocare latteggiamento anti-israeliano o viceversa. Probabilmente sono vere entrambe le cose, anche se negli ultimi tempi la seconda (latteggiamento ostile verso Israele si trasforma in antisemitismo) pare prevalente.

Si tratta per di una spiegazione insufficiente. Lo si deduce, se non altro, dal fatto che i critici verso Israele sono, secondo le nostre stime, circa met della popolazione, mentre gli antisemiti sono assai meno. Lantisemitismo pu stimolare il giudizio negativo verso Israele (o viceversa) ma non lo spiega completamente. Agisce anche un altro fenomeno: lignoranza sulla reale natura e sulla storia delle ostilit tra israeliani e palestinesi. Soltanto un italiano su tre conosce le modalit di inizio del conflitto. Meno ancora sono coloro che sanno che lo Stato palestinese non , per ora, mai stato costituito.

Lindice basato sulle risposte ad una pluralit di quesiti mostra come due terzi degli italiani (con una accentuazione, al solito, tra i piu anziani, i meno scolarizzati e chi si dichiara di destra) non sanno nulla o quasi della storia del conflitto. Il che, naturalmente, non costituisce una colpa, dato che non si pu essere informati di tutto.

Ma proprio costoro - i meno informati - esprimono il loro giudizio verso lo Stato ebraico (e verso gli ebrei in generale) in senso assai pi critico degli altri. Insomma, per buona parte lorientamento negativo verso Israele non formato sulla base di una valutazione della politica del suo governo (come potrebbe essere nei confronti di qualsiasi Stato e ci che, di conseguenza, non dovrebbe venire interpretato come espressione di antisemitismo) ma dipende principalmente da una errata o parziale conoscenza della dinamica del conflitto e/o dal pregiudizio antiebraico. I due fenomeni sono legati tra loro: la disinformazione sulla realt degli avvenimenti - e la conseguente maggiore disponibilit ad accettare le interpretazioni pi semplicistiche - appare anche dipendere dal sentimento antiebraico, e a sua volta contribuisce a formarlo e a rafforzarlo.

Per mutare una opinione tanto negativa - e spesso poco fondata - su Israele sarebbe dunque utile una maggiore diffusione delle conoscenze sulla sua storia. A questo fine stata resa nota la costituzione di un comitato apposito. Ma sarebbe forse opportuno che contribuissero attivamente anche i mass media e, perch no, lo stesso Stato israeliano. La cui comunicazione , a dir poco, palesemente inefficace.

Renato Mannheimer

Vedi anche :
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/11_Novembre/10/box1.shtml
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/11_Novembre/10/box2.shtml

Articolo tratto da: Corriere della Sera del 10.11.03