I - Avvicinarsi alla morte

I 1 Pregare per il malato

Pregare per un malato in pericolo e' una Mitzvah (cfr Siddur sefat haneshamah pag. 258).

Si possono leggere in particolare i Salmi 6, 23, 88, 121 e 130. L'usanza di pregare per il malato in sinagoga varia secondo le comunita'. In caso di malattia grave occorre informare il rabbino.

I 2 Cure mediche

Se l'ebraismo prescrive delle preghiere in favore di un malato, non considera pero' mai la preghiera come sostituto della cura medica.

I 3 Bikkur Holim (visita ai malati)

Visitare i malati e' una Mitzvah. La tradizione considera il Bikkur Holim come un comandamento importante. Il Talmud afferma che far visita a una persona malata e' una delle dieci Mitzvot per il cui compimento si riceve una ricompensa in questo mondo e in quello a venire (M. Peah 1:1 e B. Shabbat 127a).

Il Bikkur Holim attenua l'isolamento del malato e lo conforta. Il Talmud afferma che una persona che rende visita a un malato affretta la sua guarigione (B. Nedarim 40a).

I 4 Azione di ringraziamento

É una Mitzvah rendere grazie in sinagoga o in privato quando qualcuno guarisce da una grave malattia (cfr. Siddur sefat haneshamah pag. 149, Birkhat hagomel).

I 5 Vidduv

É una Mitzvah per chi e' gravemente ammalato recitare la preghiera del Vidduv (confessione).

Il Talmud insegna che quando una persona e' malata grave le si dice pentiti (B. Shabbat 32a) ed e' una Mitzvah aiutarla a recitare la preghiera di confessione (cfr. Siddur sefat hanshamah pagg. 260-261).

La tradizionale preghiera del Vidduv ricorda che la morte viene considerata come espiazione (b. Sanhedrin 43b).

L'abitudine di cambiare il nome di un malato grave o di aggiungergli un nome non e' stata conservata nell'ebraismo liberale. Queste usanze hanno una origine superstiziosa e non aiutano ne' i malati ne' i loro famigliari ad affrontare la situazione reale.

I 6 Eutanasia

L'ebraismo e' contrario all'eutanasia attiva. Il Shulkhan arukh precisa che nulla deve essere fatto per avvicinare la morte (Yore deah 339). Tuttavia molti testi si oppongono a ogni accanimento terapeutico che permetta di mantenere artificialmente in vita un moribondo. Si puo' citare come esempio questo testo:

Quando Rabbi giuda il principe era morente, i suoi discepoli si riunirono per pregare e per ritardare il momento della separazione dell'anima dal corpo. Una serva, osservando che questo avrebbe aumentato le sofferenze di rabbi giuda il principe, sali' sul tetto e lancio' un oggetto. Il rumore attiro' l'attenzione dei discepoli che cessarono per un istante di pregare. È allora che l'anima di rabbi giuda lascio' il suo corpo e che il rabbi mori' in pace.

(B. Ketubot 104a)

Il Sefer Hassidim (xiii sec.) Precisa che se una persone morente ti chiede di affrettare la sua morte, tu non devi farlo. Ma nessuno deve mettere del sale sulla sua lingua per mantenerlo in vita piu' a lungo (mettere del sale sulla lingua era ritenuto capace di prolungare la vita).

Quando sono state lasciate per il malato delle prescrizioni scritte, la famiglia deve consultare il rabbino.

I 7 Scrivere un testamento morale

É una Mitzvah preparare una Tzavaah (testamento morale) per l'edificazione morale della famiglia e soprattutto dei bambini.

Si consiglia di preparare un tale testamento (ltre al testamento legale) quando si e' nel pieno delle proprie facolta'. Numerosi testi insistono su questo dovere. Cosi' quando Rabbi giuda senti' che stava per morire, fece chiamare i suoi figli e disse loro: fate in modo di essere rispettosi con vostra madre. La casa deve continuare ad avere il suo aspetto abituale...(B. Ketubot 103a). Numerosi rabbini hanno lasciato testamenti morali che possono essere presi come esempio.

Occorre preoccuparsi del luogo della propria sepoltura e fare conoscere le proprie volonta' concernenti il funerale. Si eviteranno cosi` fastidi e confusione.

I 8 Donazione di organi

Salvare una vita e' una Mitzvah ed e' pure una Mitzvah guarire un malato. Nella tradizione il principio del Pikuah Nefesh (salvare una vita) supera gli altri obblighi ed e' una Mitzvah essenziale. Salvare una vita e' l'atto piu' importante (B. Yoma 82a). Il corpo di un defunto o uno dei suoi organi possono essere utilizzati (cfr B.Sanhedrin 47b) soltanto in caso di Pikuah Nefesh, cioe' quando il dono di un organo puo' salvare una vita. Per l'ebraismo liberale questa autorizzazione e' estesa ai trapianti che, senza salvare una vita nell'immediato, permettono di guarire da una grave deficienza.

I 9 Autopsia e dono del corpo alla scienza

Il rispetto verso la morte e verso il proprio corpo sono principi essenziali della Halakhah, per questo alcuni ancora rifiutano l'autopsia. Ma quando il principio di Pikuah Nefesh si oppone a quello del rispetto verso la morte, il primo prende il sopravvento sul secondo. Cosi' dal xviii secolo le autopsie sono state autorizzate da alcune autorita' rabbiniche ortodosse quando le conoscenze che ne derivano possonere di beneficio ai malati e salvare delle vite. Nel 1944 il rabbinato dell'Yishuv palestinese autorizzo' le autopsie all'ospedale Hadassah di Gerusalemme nei seguenti casi:

  • Se la legge civile lo esige in una inchiesta per morte violente.
  • Per stabire la causa di morte in caso di dubbio.
  • Se l'autopsia puo' salvare altre vite.
  • In caso di malattie ereditarie.
  • Lo stesso vale per l'ebraismo liberale. Se il defunto ha chiaramente indicato il suo rifiuto per una autopsia, la sua volonta' va rispettata, salvo vi sia pericolo di epidemia o vi sia un obbligo secondo la legge civile.
  • Il dono del proprio corpo alla scienza e' autorizzato dall'ebraismo liberale a condizione che l'istituzione scientifica alla quale il corpo e' donato lo tratti con rispetto e che, una volta terminato lo studio, il corpo venga sepolto.

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