C - Conversione

C 1 Accogliere i convertiti

Accogliere in seno alla comunita' ogni persona che desideri sinceramente identificarsi con l'ebraismo, studiarlo, accettarne le Mitzvot e fare parte del popolo di Israele e' una Mitzvah.

Il principio di base e' accogliere con benevolenza coloro che desiderano integrarsi nel popolo di Israele. Questa e' l'attitudine delle comunita' liberali ed e' in accordo con l'opzione di accoglienza raccomandata dai testi rabbinici che paragonano i meriti dei Gherim (convertiti) con quelli del popolo di Israele:

Il santo, sia benedetto, ha piu' amore per i Gherim che per il popolo di Israele. I primi hanno ricercato e accettato la Torah con loro pieno gradimento, mentre i secondi sono stati messi di fronte al fatto compiuto ai piedi del monte Sinai.

(Tanhuma lekh lekha 6).

Una persona convertita e' chiamata Gher (masc.) O Ghiyoreth (femm.). La connotazione religiosa della conversione sembra essere piu' stretta che non il termine Gher che significa straniero e fa riferimento alla nozione di popolo. Ma la conversione va al di la della semplice adozione di una fede. Si tratta anche di integrasi nel seno della societa' ebraica, di sentirsi solidale con la sua storia, con il suo presente e il suo futuro, di adottare la sua cultura e i suoi riferimenti

Oggi questo processo di integrazione ha per cornice la sinagoga ed e' a torto percepito come una sola integrazione religiosa, anche se la decisione finale e' pronunciata da tre rabbini. Come ogni tribunale, essi rappresentano in quel momento l'espressione della societa' ebraica nel suo insieme.

Il popolo ebraico ha accolto dei Gherim (proselita) fin dai tempi biblici. Ruth la moabita, nonna di re davide, ne e' l'esempio piu' chiaro. Le norme per la conversione all'ebraismo furono enunciate facendo riferimento alle sue parole: Il tuo popolo sara' il mio popolo, il tuo D-o sara' il mio D-o, la' dove tu andrai io andro' e la' dove tu sarai sepolta io saro' sepolta (Ruth 1:16).

C 2 Processo di Ghiyur

Il procedimento di conversione (Ghiyur) varia secondo le comunita'. Nell'ebraismo liberale l'elemento essenziale e' l'identificazione totale nel popolo ebraico, alla sua fede, alle sue leggi, alle sue usanze, alla sua storia e al suo destino. Per questo il processo del Ghiyur comprende studi intensivi che vanno di pari passo con incontriperiodici con il rabbino, la frequentazione regolare degli uffizi del Shabbat e delle feste, la partecipazione alle attivita' comunitarie e la pratica ebraica in casa. Questa preparazione dura piu' di un anno.

C 3 Autoaccettazione

Per un convertito e' una Mitzvah considerarsi totalmente ebreo, discendente da Abramo e sara, e di coloro che contrassero l'alleanza del sinai. A un convertito che chiedeva a maimonide se poteva recitare le preghiere facendo riferimento agli antenati Abramo, Isacco e Giacobbe, anche se non erano i suoi veri ascendenti, egli rispose:

Si, ...perche' come ogni ebreo per filiazione deve recitare le preghiere e dire le benedizioni prescritte, anche voi dovete farlo... Chiunque adotta l'ebraismo e confessa l'unita' del nome divino come e' [rescritto nella Torah viene contato tra i discendenti di Abramo... Perche' la Torah e' stata data a noi come ai proseliti, come e' detto:una stessa legge vi guidera', voi e lo straniero (Gher) che vive tra voi... Voi e lo straniero siete uguali di fronte all'eterno

(Numeri 15:15)...

Non considerarti dunque come inferiore... La tua referenza e' direttamente legata a colui la cui parole creo' l'universo (lettera a Obadiah il proselita).

C 4 Integrare i convertiti

Per gli ebrei di nascita e' una Mitzvah considerare i convertiti come membri a pieno titolo della comunita', di non fare distinzione alcuna tra i convertiti e loro stessi, e di integrarli nella comunita'.

I rabbini hanno molto presto riconosciuto un fenomeno di rigetto verso i proseliti. Si sono scagliati con rigore contro questa tendenza e hanno affermato che se uno tra voi e' figlio di proseliti, che nessuno dica: ricordati chi erano i tuoi antenati (B. Baba Metzia 58b). Ricordano che lo stesso Abramo fu il primo proselita e che suo padre era idolatra. Chi denigra un proselita per la sua conversione trasgredisce a tre comandamenti biblici: non maltrattare il Gher (ex. 22:20), se un Gher viene a soggiornare da te non maltrattarlo (Levitico 19:33) e che nessuno leda il suo prossimo (Levitico 25:17) - includendo il prossimo anche il Gher (B. Baba Metzia 59b).

C 5 Prendere un nome ebraico

Normalmente il convertito aggiunge un nome ebraico al suo come simbolo di identificazione con il popolo ebraico. Negli atti giuridici, nella comunita' ebraica, si aggiunge a questo nome la designazione Ben/Bat Avraham (figlio-figlia di Abramo). Il midrash afferma che Abramo e' il padre di tutti i proseliti. Per questo un proselita sara' chiamato un tale figlio di Abramo nostro padre. (Tanhuma lekh lekha 32).

Torna all'indice