Le altre feste

Hanukah

Introduzione

1 Maccabei 4, 52-59

Il 25mo giorno del nono mese che si chiama mese di Kislev, nell’anno 148 (165 circa prima dell’era volgare), si alzarono di buon mattino e offrirono un sacrificio... Sul nuovo altare degli olocausti che avevano costruto. Fu inaugurato con canti, arpe, cimbali... Nella stessa epoca e lo stesso giorno nel quale i gentili l’avevano profanato. E celebrarono l’inaugurazione dell’altare del tempio (Hanukah Habayit) per otto giorni... Giuda e i suoi fratelli, con tutta la comunita' di Israele, stabilirono che questi giorni di inaugurazione dell’altare dovessero essere celebrati ogni anno alla stessa epoca, cioe' dopo il 25 Kislev, nella gioia e l’allegria.

Talmud Shabbat 21b

Cos’e' Hanukah? I rabbini hanno insegnato: dal 25 Kislev inizieranno otto giorni durante i quali non vi saranno ne' Hesped (orazione funebre) ne' digiuno. Perche' quando gli ellenisti entrarono nel tempio vi profanarano tutto l’olio che vi si trovava. Quando gli asmonei liberarono il paese, entrarono nel tempio, cercarono l’olio consacrato e ne trovarono una sola ampolla sigillata con marchio del sommo sacerdote. Quest’olio era sufficienmte per un solo giorno. Un miracolo avvenne e quella ampolla brucio' per otto giorni. Per questo venne istituita una festa con canti e preghiere.

La festa di Hanukah inizia il 25 Kislev e dura 8 giorni. Commemora la vittoria di Giuda Maccabeo e dei suoi uomini sulle forze assire del tiranno antioco epifane, e soprattutto la reinaugurazione del tempio di Gerusalemme che era stato profanato dagli assiri. Hanukah commemora piu' di un tentativo infruttuoso di un potere straniero di distruggere l’ebraismo. L’assimilazione alla cultura greca della popolazione ebraica che viveva in giudea era tanto profonda che alcuni pensavano di fondersi totalmente nel mondo greco rinnegando la loro appartenenza al mondo ebraico e alla sua cultura. La resistenza dei Maccabei e dei loro alleati alla assimilazione preservo' l’ebraismo. La storia di Hanukah e' il simbolo del combattimento del popolo ebraico attraverso i secoli per restare fedeli ai propri valori e alla propria cultura in un ambiente non ebraico.

Per celebrare la loro vittoria e la reinaugurazione del tempio di Gerusalemme, i Maccabei proclamarono una festa di 8 giorni che avrebbe dovuto essere osservata ogni anno. Questa e' ragione della celebrazione di Hanukka data nel libro dei Maccabei. Questo libro non fa parte dei libri della nostra Bibbia, ma fa parte dei libri deutero-canonici nelle bibbie cristiane. Secondo la leggenda talmudica, quando i Maccabei entrarono nel tempio, trovarono una sola ampolla d’olio con il sigillo del sommo sacerdote, olio sufficiente per accendere la Menorah (candelabro) per un solo giorno. Ma accadde un miracolo e l’olio brucio' per 8 giorni (B. Shabbat 21b).

L’accensione ogni sera della Hanukiah (candelabro di Hanukah) e della luce sempre piu grande che ne emana sono divenute il simbolo della resistenza spirituale e fisica alla tirannia e all’assimilazione. È anche il motivo per cui si chiede di mettere la Hanukiah in modo che sia visibile dall’Esterno e che questo avvenimento sia conosciuto da tutti. La tradizione ha conservato questo doppio concetto di resistenza. Il successo militare dei Maccabei e' bilanciato dalle parole del profeta Zaccaria (4, 6) che vengono lette lo Shabbat di Hanukah: ne' con la forza, ne' con il potere, ma con il mio spirito, dice l’eterno.

V - Hanukah

V 1 Festeggiare Hanukah

Osservare Hanukah per 8 giorni e' una Mitzvah.

I rabbini hanno insegnato: per 8 giorni a partire dal 25 Kislev non vi sara' ne' Hesped ne' digiuno (Shabbat 21b), ma Hanukah non toglie il lutto come i giorni di festa. In alcune comunita' non vengono pronunciate orazioni funebri.

V 2 Accendere i lumi di Hanukah

É una Mitzvah accendere le candele di Hanukah in casa e recitare le seguenti benedizioni (cfr. Sidur sefat haneshamah pagg. 184-186): benedetto sia tu eterno nostro D-o, re del mondo, che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiuto di accendere i lumi di Hanukah.

Benedetto sia tu eterno nostro D-o, re del mondo, che hai compiuto degli atti prodigiosi in favore dei nostri avi nella stessa epoca in questa stessa giornata.

Il primo giorno si aggiunge: benedetto si tu eterno nostro D-o, re del mondo, che ci hai conservato la vita e la salute e ci hai fatto raggiungere questo momento.

Benche' Hanukah non sia una festa biblica, i rabbini hanno istituito delle benedizioni relative all’accensione delle candele di Hanukah che contengono la stessa terminologia come se si trattasse di una festa biblica: benedetto sia tu eterno nostro D-o re del mondo che ci hai santificato con i tuoi comandamenti e ci hai ingiunto...(B. Sukkah 46a). Lo stesso vale per Purim.

Si aggiunge una nuova candela ogni sera: la prima la si pone a destra sulla Hanukiah, ogni giorno si aggiunge una candela supplementare (da destra a sinistra) e si accendono le candele cominciando da quella del giorno (da sinistra a destra).

Della loro luce non si puo' fare uso alcuno, per questo si e' presa l’abitudine di mettere una candela supplementare per illuminare i lumi della Hanukiah e ottenere cosi' una luceutilizzabile. Questa candela supplementare si chiama Shamash (servitore). In M. Soferim 20:6 si precisa che possiamo guardare le candele di Hanukah ma non utilizzarne la luce, perche' esse sono simbolo della nostra gratitudine per la liberazione portata da D-o ai Maccabei quando l’identita' del nostro popolo era in pericolo.

Il venerdi sera, l’accensione dei lumi dello Shabbat ci fa entrare nello Shabbat, periodo durante il quele tradizionalmente non dobbiamo accendere fuochi. Per questo i lumi di Hanukah sono accesi prima di quelli dello Shabbat. Per lo stesso motivo il sabato sera la candela di Havdalah e' accesa per prima, indicando cosi' l’uscita dallo Shabbat. Si accendono quindi le candele di Hanukah.

L’accensione della Hanukiah in sinagoga non esime da quella della Hanukiah in casa propria.

V 3 Dove mettere la Hanukiah

La tradizione dice di mettere la Hanukiah in un posto visibile dall’Esterno. Pirsum Haness (rendere pubblico il prodigio) fa parte della tradizione legata alla festa e permette a oguno di affermare la propria identita' e la propria gioia (Shabbat 24a).

V 4 Piatti legati alla festa

Alcuni mangiano cibo a base di latte o fritto nell’olio. Il consumo di latticini e' associato alla storia di giuditta che addormento' Oloferne, il generale assiro, quando assediava la citta' di Betulah, presso Gerusalemme. Giuditta gli porto' del vino con dei prodotti lattiferi. Oloferne si addormento' e lei lo uccise. Questa storia e' stata collegata con quella dei Maccabei. Quanto al consumo di alimenti fritti, ricorda la presenza dell’ampolla d’olio che, secondo la leggenda rabbinica, bucio' per otto giorni nonostante l’olio bastasse per un giorno soltanto (Rama su Orah Hayim 670.2).

Tra gli aschenaziti si mangia del latkes, crepes di patate grattate. L’usanza sefardita e' di mangiare dei Sufganiot, frittelle con marmellata.

V 5 Dreidel-sevibon/trottola

Il gioco mentre bruciano i lumi di Hanukah e' stato presto associato a questa festa. Il gioco piu' popolare e' quello della trottola: Sevivon in ebraico, Dreidel in Yiddish, che deriva dal vecchio tedesco Drehn (girare).

La leggenda dice che durante la dominazione greca e poi romana, quando lo studio della Torah era proibito, gli studenti concepirono la trottola come sotterfugio per dissimulare le loro attivita' di studio.

La trottola ha quattro facce sulle quali sono riportate le sequenti lettere: Nun (si prende la posta), Ghimel (si rimette la puntata), He (si porende la meta' della posta) e Shin (non si prende nulla e non si perde nulla). Queste lettere sono le iniziali delle parole che in ebraico formano la frase: ness gadol haya sham (un grande prodigio passo' la'). In Israele l’ultima lettera e' Pe' , per Po (qui).

Si gioca anche al lotto.

V 6 I regali di Hanukah

É usanza scambiarsi dei regali durante le feste di Hanukah e di donare piccole somme di denaro ai bambini. Molti genitori offrono un regalo a sera ai figli. Quando vien loro dato del denaro, bisogna incoraggiare i bambini a devolverne una parte in Tzedakah.

V 7 Altre attivita'

Quando e' necessario, si consacra una parte della festa a manifestazioni in favore degli ebrei oppressi ai quali non e' messa la manifestazione della propria identita' o della propria cultura.

Purim

Introduzione

Esther 9, 16-19

Gli altri ebrei, che vivevano nelle province del re, si erano riuniti per difendere la loro vita e mettersi al riparo dai loro nemici... Questo era accaduto il tredicesimo giorno del mese di adar; poi si erano riposati il quattordicesimo giorno e ne avevano fatto un giorno di festini e di gioia; mentre gli ebrei di susa si erano riuniti il tredicesimo e il quattordicesimo giorno e avevano fatto del quindicesimo un giorno di riposo, di festini e di gioia. Per questo gli ebrei delle campagne, che abitano in citta' aperte, fanno del quattordicesimo giorno di adar un giorno di gioia, di festini e di festa, e si offrono dei regali reciprocamente.

Purim, che ricorda gli avvenimenti narrati nella Meghillat Esther (rotoli di Ester) viene celEbrato il 14 Adar.

Quando si abita in una citta' fortificata all’epoca di Giosue' , si celebra Purimil 15, e tale e' il caso di Gerusalemme (M. Meghillah 1:1). Questo giorno e' noto con il nome di Shushan Purim (Purim di susa – Esther 9:18).

Lo Shabbat che precede Purim e' chiamato Shabbat Zakhor (Shabbat ricordati), perche' vi si legge il passaggio supplementare della Torah che inizia con queste parole: Zakhor et asher lekha amalek (ricordati di cio' che ti fece Amalek – Deuteronomio 25:17-19). Nella tradizione Amalek e' identificato con aman che simboleggia il nemico implacabile del popolo di Israele.

Con la sua atmosfera gioiosa e carnevalesca, questa festa insiste su uno dei temi principali della storia ebraica, quello della sopravvivenza del popolo ebraico nonostante i tentativi di distruzione fomentati dai suoi nemici. Il nome Purim deriva dal termine Pur (sorte) perche' il giorno previsto per lo sterminio degli ebrei era stato da Aman tirato a sorte (Esther 3, 7).

La storia di Purim ci ricorda la sete di potere dei despoti e il loro odio contro gli ebrei che, fedeli alla loro tradizione, rifiutano il compromesso di fronte alla ragion di stato. Questi eventi si ripetono spesso, facendo di questo racconto una storia allo stesso tempo antica e attuale.

Il libro di Ester racconta la storia di due ebrei assimilati che vivevano nel regno di persia. Avevano cambiato nome: Mordekhai viene da Marduk, principale divinita' persiana, ed Ester viene da Astarte o Ishtar, cioe' Venere. Il fatto di essere assimilati non protesse in alcun modo gli ebrei dell’epoca, cosa che si ripete' anche in seguito. Uno degli insegnamenti di questo libro e' dunque di dimostrare che gli ebrei coscienti della loro eredita' e della loro identita' possono servire meglio il mondo che li circonda e meglio opporsi alle mire dei loro avversari, poiche' la liberazione avviene da quando Mordekhai ed Ester afferamano la loro identita' ebraica. Il libro insiste sulla necessita' di non nascondere la nostra identita', di prendere le misure necessarie, anche politiche, per assicurare la difesa della nostra esistenza e di agire con determinazione.

La Meghillat Esther ci ricorda che Mardocheo, parente di Ester, si rifiuto' di prostrarsi davanti ad Aman, il vizir del re assuero. Un rifiuto che non piacque ad Aman e che gli forni' il pretesto per avviare il processo di sterminio del popolo ebraico. L’accusa di aman e' diventata il paradigma dell’antisemitismo: e' una nazione estesa, disseminata tra le altre nazioni nelle province del regno; questa gente ha leggi che differiscono da quelle di ogni altra nazione; quanto alle leggi del re, non le osservano, non e' quindi interesse del re di preservarli (Esther 3, 8). L’azione volontaria di Mardocheo e quella coraggiosa di Ester permisero di opporsi all’impresa di Aman.

Purim ricorda cosi' i pericoli che ogni minoranza deve affrontare. I sentimentidi odio sono purtroppo ancora ben vivi. L’antisemitismo non e' scomparso, ma il popolo ebraico e' sopravvissuto. Per questo Purim e' una storia e una festa di gioia, e ricorda che si puo' trionfare sul male assoluto.

W – Purim

W 1 Festeggiare Purim

É una Mitzvah osservare la festa di Purim il 14 Adar (e il 15 a Gerusalemme), come e' scritto: per questo gli ebrei delle campagne e coloro che abitano nelle citta' aperte fanno del 14mo giorno del mese di Adar un giorno di gioia e di festino, di festa, e si fanno a vicenda dei regali (Esther 9, 19).

W 2 Leggere la Meghillat Esther/rotolo di Ester

Leggere la Meghillat Esther e celebrare la festa in comunita' e' una Mitzvah. La lettura e' prescritta la sera e il mattino di Purim (B. Meghillah 4a).

Se si e' ammalati o nell’impossibilita' di partecipare all’uffizio comunitario, si puo' compiere la Mitzvah leggendo il libro di Esther in casa propria.

Durante la lettura, quando viene proinunciato il nome di Aman, e' usanza fare dei rumori usando dei Raashanim (raganelle – c.a. Orah Hayim 690:18).

W 3 Celebrare la festa con gioia

A ognuno e' lasciata una grande liberta', e questo fa di Purim un caso unico tra le feste ebraiche. Purim e' menzionato come giorno di festino, di gioia , e occasione di fare dei regali dall’uno all’altro e dei doni ai poveri (Esther 9:22). Il Talmud autorizza il consumo di alcool. Rava ha detto: una persona puo' bere fino a ad lo yada (non sapere piu' chi e' ) Mordechai il benedetto e aman il maledetto (B. Meghillah 7b). È il solo giorno in cui una tale condotta e' tollerata e addirittura incoraggiata. Questo giorno deve essere festivo e gioioso. Purim e' una festa particolare nel nostro calendario liturgico, piena di riso e di rumore. Adulti e bambini sono invitati a mascherarsi (Rama su Orah Hayim 696:8). Le comunita' organizzano delle rappresentazioni di Purim, delle sfilate in maschera, dei pasti di festa e ogni forma di allegria. Queste diverse attivita' sono espressione di una grande gioia, quella di esser sopravvisuti ad aman e a una moltitudine di nemici.

W 4 Piatti particolari

Nelle comunita' aschenazite vemgono serviti gli Umentaschen, dolci triangolari ripieni di marmellata di prugne e albicocche, o di grani di papavero. In Israele e tra i sefarditi si servono dei biscotti leggeri fritti all’olio e zuccherati chiamati Oznei Aman (orecchie di Aman).

W 5 Regali

É usanza scambiare regali o dei pasticcini con gli amici e con la propria famiglia. Questo dare regali e' chiamato Mishloah Manot (invio di regali – Esther 9:22). Nella pronuncia aschenazita questo termine diventa Shelah Moness.

W 6 Tzedakah

Inviare a Purim regali in natura o in denaro a persone nel bisogno e' un Mitzvah. Questo gesto di Tzedakah e' particolarmente legato a Purim per mettere in risalto l’idea che la sopravvivenza del popolo ebraico dipende dalla solidarieta' al suo interno.

Questa Tzedakah che siamo invitati a compiere e' legata anche al mezzo Shekel che ogni ebreo pagava all’epoca del tempio per assicurarne la manutenzione (Esodo 30:12). I rabbini istituirono cosi'’ lo Shabbat prima del mese di adar,l'annuncio della raccolta di questa tassa (M. Shekalim 1:1). Per questo ancora oggi questo Shabbat porta il nome di Shabbat Shekalim. Il passaggio corrispondente (Esodo 3°:11-16) viene letto oltre la Parashah settimanale. Nelle comunita' liberali, viene fatta una colletta in favore delle comunita' liberali che si formano nel mondo.

W 7 Shabbat Zakhor/Shabbat del ricordo

Lo Shabbat che precede Purim e' chiamato Shabbat Zakhor, perche' vi si usa leggere un passaggio supplementare della Torah (Deuteronomio 25, 15-19) che inizia con Zakhor et asher assa Amalek (ricordati di cio' che ti fece Amalek). Nella tradizione, Amalek viene identificato con aman ed e' il prototipo dei leaders il cui programma politico da' largo spazio all’antisemitismo piu' virulento. Si possono assimilare a questa categoria di leaders tutti coloro che ricorrono agli istinti piu' primitivi dell’uomo e che fanno dell’esclusione e del razzismo una dottrina politica, non esitando a usare i mezzi di sterminio in loro potere per eliminare la popolazione che respingono.

W 8 Digiuno di Ester

La vigilia di Purim, o il giovedi che precede la festa (quando questa e' celebrata di domenica, poiche' non si puo' digiunare di Shabbat se non a Kippur), si usa fare un mezzo digiuno, dal levar del sole fino al tramonto, in ricordo dei tre giorni di digiuno che Ester chiese a tutti gli ebrei di osservare e che essa stessa rispetto' prima di presentarsi davanti ad assuero per cercare di salvare il popolo (Esther 4, 15-17).

Rosh Hodesh (nuovo mese)

I mesi nel calendario ebraico sono determinati dal ciclo lunare: il nuovo mese inizia quando la luna nuova appare. In origine, il significato del mese lunare era piu' ampio che non la semplice misura del tempo. In epoca biblica, i cicli del Hamaor Hakatan (piccolo luminare – Genesi 1, 16) ricordava la creazione del mondo e veniva celebrata ogni nuova lunazione (cfr. 1 Samuele 20; 2 Re 4:23; Isaia 1:13; Amos 8:5; Salmo 81:4 ed Ezra 45:17). Tutte le feste, ad eccezione dello Shabbat, sono celebrate ad una data precisa e quindi legate al ciclo lunare.

La Mishnah descrive in dettaglio la procedura che portava all’annuncio del nuovo mese all’epoca del tempio (M. Rosh Hashanah 2:5-7). Rosh hodesh e' diventato un momento liturgico meno importante dopo la distruzione del tempio, la scomparsa del sinedrio e dopo che e' stato istuito un sistema di calcolo per il calendario. Oggi il nuovo mese e' annunciato in sinagoga lo Shabbat che lo precede e alla liturgia del giorno vengono portati dei cambiamenti, come l’aggiunta dell’ Hallel (Salmo 113 a 118).

Nelle nostre comunita' solo il primo giorno del mese e' considerato come Rosh Hodesh. Nelle altre comunita', quando il mese e' di 30 giorni, l’ultimo giorno del mese precedente e' considerato pure come Rosh Hodesh, poiche' una parte di quel giorno e' gia' nuovo mese, dato che la rotazione lunare dura 29 giorni e un quarto.

Se Rosh hodesh e' rimasto un giorno feriale, una antica tradizione dichiara Rosh Hodeshfesta delle donne. La relazione tra la donna e Rosh Hodesh ha probabilmente come origine il parallelo tra il ciclo lunare e quello mestruale. Le donne ebree dovevano astenersi da ogni lavoro, o almeno da quelli piu' pesanti (Y. Taanit 1:6; Tosafot Rosh Hashanah 23a; Aroukh hashulkhan orah hayim 417:10). Secondo una leggenda, D-o le ricompenso' cosi' per aver rifiutato di partecipare alla costruzione del vitello d’oro e di dare i loro gioielli per decorarlo (Targun yionathan su Esodo 32:3). Oggi alcune donne danno una nuova interpretazione di questo giorno: ristabilire la antica tradizione di giorno non lavorativo per le donne e celebrare degli uffizi.

Rosh Hodesh serve, per gli uomini come per le donne, da richiamo per un ritmo particolare della vita, il ritmo scandito dal tempo ebraico.

Tu Bishevat

Il 15 Shevat, Hamishah assar bishevat o Tu bishevat, nella Mishnah e' chiamato Rosh Hashanah lailanot (nuovo anno degli alberi). Tu e' composto dalle lettere Tav (valore numerico 9) e Vav (valore numerico 6). Il totale fa dunque 15 e le due lettere messe insieme possono essere lette Tu, da cui il nome della festa che si celebra durante il mese di Shevat.

L’usanza di mangiare dei frutti (se possibile 15 diverse specie provenienti da Israele o che comunque vi crescano). I cabalisti hanno sviluppato un Seder sulla base di quello di Pesakh, chiamato Seder tu bishevat e attribuito al cabalista Hayim Vital. Numerose comunita' liberali hanno reintrodotto questa pratica.

Dalla rinascita dello stato di Israele, ha ripreso l’uso di piantare o di far piantare alberi in Israele.

Yom Hashoah

Nel 1951 la Knesset (il parlamento dello stato diIsraele) ha dichiarato il 27 di Nissan (giorno della rivolta del ghetto di varsavia nel 1943), giorno del ricordo delle vittime della shoah. Questa data e' diventata un giorno di commemorazione e di raccoglimento.

L’antisemitismo e il nazismo non sono morti con la fine della seconda guerra mondiale. La Shoah ci ricorda che ogni civilta' puo' portare in se' le radici dello scatenarsi dell’odio. Nessuno deve restare insensibile di frontre alle manifestazioni di rigetto e di odio che possono un giorno sfociare su quello che abbiamo conosciuto durante l’abominio della desolazione (E. Fleg).

É una Mitzvah commemorare i sei milioni di ebrei sterminati e partecipare alla commemorazione comunitaria. Dobbiamo anche ricordare i Hasside Haumot (i giusti delle nazioni) che diedero la vita cercando di salvare degli ebrei.

Per compiere questa Mitzvah del ricordo, si accendono sei candele e vengono letti dei passaggi del rituale (cfr. Sidur sefat haneshamah pag. 190-193).

Possiamo anche meditare sugli eventi che portarono a tale sterminio e pensare ai mezzi che potrebbero essere messi in atto oggi per evitare un simile catastrofe.

In questo giorno non si celebrano matrimoni e ci si astiene da ogni forma di allegria.

Si puo' fare un gesto di Tzedakah in favore di una organizzazione il cui scopo e' di ricordare la shoah e che lotta contro l’antisemitismo e contro ogni discriminazione.

Yom Haatzmaut
(indipendenza di Israele)

Lo stato di Israele fu proclamato il 5 Iyar 5708 (14 maggio 1948). La sua rinascita e' diventata un giorno di commemorazione e di gioia nella maggior parte delle comunita' ebraiche. Le comunita' liberali hanno proclamato Yom Haatzmaut come giorno di festa e lo hanno introdotto nel calendario liturgico (cfr. Sidur sefat haneshamah pagg. 194-197).

La vigilia di Yom haatzmaut, si riserva un momento di raccoglimento in memoria di coloro che lottarono per l’esistenza dello stato di Israele. Questa giornata e' chiamata Yom Hazikaron (giorno del ricordo).

La celebrazione di Yom Haatzmaut significa che un’era nuova e' iniziata per il popolo ebraico. Essa rinforza l’unita' del nostro popolo e accentua il rinnovamento spirituale e culturale che puo' derivare dallo stretto rapporto tra Israele e l’insieme del mondo ebraico contemporaneo. La rinascita di Israele dalle ceneri della Shoah e' segno di speranza in un tempo di disperazione e di redenzione dopo la devastazione.

É una Mitzvah celebrare Yom Haatzmaut partecipando agli uffizi comunitari e alle celebrazioni che caratterizzano questo giorno.

Riaffermiamo cosi' i legami che uniscono gli ebrei che vivono in Israele e quelli che ne vivono fuori. Un atto di Tzedakah per una organizzazione attiva in Israele e' un altro modo per affermare il proprio rapporto con lo stato di Israele. In questa occasione si puo' anche organizzare un pasto delle feste, consumare prodotti israEliani e discutere di questioni riguardanti lo stato di Israele.

Yom Yerushalayim

Yom Yerushalayim (giorno di Gerusalemme) e' celebrato il 28 Iyar. Nel giugno 1967, durante la guerra dei sei giorni, le forze israEliane hanno conquistato la parte est di Gerusalemme, allora sotto controllo giordano. La citta' e' stata cosi' riunificata.

In questo giorno vengono dette preghiere speciali. Ci si riunisce anche per studiare l’importanza di Gerusalemme nella tradizione e nella storia ebraica.

Tishah Beav (9 Av)

Tishah Beav (9 di Av) e' il giorno tradizionale di commemorazione della distruzione dei templi di Gerusalemme – il primo ad opera dei babilonesi nel 586 prima dell’era volgare, il secondo nel 70 e.v. Da parte dei romani. La tradizione ha legato altre tragedie della nostra storia a questa data del 9 di av. Cosi', nella Mishnah e' detto: e' il 9 di Av che fu deciso che i nostri avi non sarebbero rientrati in canaan, che il tempio sarebbe stato distrutto, il primo come il secondo, che Bethar sarebbe caduta e che Gerusalemme sarebbe stata distrutta (Taanit 4:6). Coincidenze, puo' darsi fortuite, sono state rilevate da alcuni rabbini: nel 1290 re edoradi primo firmo' l’editto di espulsione degli ebrei dall’inghilterra, nel 1492 venne firmato l’editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, nel 1914 l’arciduca Ferdinando d’Austria fu assassinato, portando alla guerra mondiale 1914/1918, che poi indirettamente e' all’origine anche della seconda guerra mondiale, 1939/1945.

La liturgia speciale che si e' sviluppata a partire dal libro delle lamentazioni ricorda la pena e le sofferenze del popolo ebraico nella storia.

Anche se numerosi ebrei non commemorano piu' il 9 di Av, soprattutto dopo la ricostituzione dello stato di Israele, altri continuano a celebrare questo giorno con il digiuno e la preghiera. In numerose comunita' il 9 di Av si ricordano coloro che sono morti al Kiddush Hashem (nella santificazione del nome di D-o).

Matrimoni e feste non sono celebrati a Tishah beav, ne' , per estensione, dall’inizio del mese.

Giorni di digiuno

Oltre a Yom Kippur e il 9 di Av, nel Tanah (Bibbia) sono menzionati altri quattro giorni di digiuno:

  1. Il digiuno di Esther. Il giorno che precede Purim e' un giorno di mezzo digiuno (dal levar del sole alla sera) chiamato Taanit Esther. Ricorda il digiuno richiesto da Ester a tutti gli ebrei, prima di presentarsi davati ad assuero (Esther 4:16).
  2. Il digiuno del 17 Tamuz. La Mishnah dice che 5 eventi tragici accaddero il 17 Tamuz: le prime tavole della legge furono distrutte, si cesso' di offrire il sacrificio quotidiano al tempio, si creo' una breccia nelle mura di Gerusalemme, apostomo brucio' la Torah e nel tempio venne posto un idolo (Taanit 4:6).
  3. Il digiuno del 10 Tevet. Il 10 Tevet, Nabucodonosor inizio' l’assedio di Gerusalemme (B. Rosh Hashanah 16b).
  4. Il digiuno di Ghedaliah che ha luogo il 3 Tishri. Ricorda l’assasinio di Ghedaliah Ben Ahikam che, dopo la prima distruzione di Gerusalemme, fu nominato governatore della Giudea da Nabucodonosor nel 585 a. E.v. (cfr. Geremia 40:7 – 41:3 e 2 re 24:22-26).

Questi giorni di digiuno sono poco osservati perche' non hanno piu' lo stesso significato che avevano all’epoca in cui furono istituiti

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