Le particolarita' della lingua ebraica

La lingua ebraica è la lingua sacra per eccellenza. I maestri d’Israele, antichi e moderni, sono unanimi nel dichiarare che suo tramite il creatore, benedetto egli sia, ha compiuto la sua opera meravigliosa. Il suono delle lettere e delle parole ebraiche, emesso dalla bocca divina, ha generato le miriadi di forme e di creature, sia nei mondi spirituali ed intangibili come pure in quelli fisici e sensibili.

L’importanza e il ruolo avuti dalla lingua ebraica nella storia del popolo d’Israele sono incomparabili, in quanto essa è stata uno dei fattori dominanti della sopravvivenza e della continuità culturale e spirituale di questo popolo. In nessun'altra nazione o popolo del mondo si è avuto un fenomeno simile. Per le restanti popolazioni del mondo, la lingua è soprattutto uno strumento di comunicazione, una convenzione che associa determinati suoni a determinati simboli, e che con questi costruisce parole, volte a rappresentare concetti e realtà. Il valore del linguaggio è puramente convenzionale, e la sua forma e struttura variano nel tempo.

Termini e regole vecchie muoiono e scompaiono, senza che nessuno se ne dia troppa pena, in quanto nuove parole sono sopravvenute a sostituirli. Anche le lingue nelle quali sono stati scritti i testi sacri delle varie religioni seguono lo stesso destino, e rimangono note solo ad una minoranza di specialisti, le cui opinioni pochi sono in grado di controllare o di contestare. E’ stato questo il caso dell’egiziano, del sanscrito, del greco antico, del cinese, del latino, e di tanti altri linguaggi. la scienza stessa li chiama lingue morte.

L’ebraico è l’unica lingua che ha avuto un destino diverso. Il D-o d’Israele è il D-o vivente, il D-o che pone la vita al di sopra di tutti gli altri valori, e la lingua d’Israele è la lingua viva per eccellenza. La Torah fu data più di tremilatrecento anni fa, e le parole che la compongono sono tutt’oggi lette e comprese da milioni d'ebrei in ogni parte del mondo, senza alcuno sforzo accademico, per la semplice ragione che esse fanno parte di una lingua viva, parlata, scritta e diffusa oggi nella stessa forma che aveva allora. Si tenga inoltre presente che questo miracolo è doppio, in quanto gli ebrei, per gli ultimi duemila anni della loro storia, non hanno avuto una patria comune, una nazione fisica e politica in grado di difendere la continuità dell’esistenza delle tradizioni e della cultura.

Nonostante ciò, l’ebraico delle comunità che vivevano in Aden o in India è rimasto lo stesso di quelle che vivevano in Polonia o in Spagna, a dispetto di distanze che nel passato erano proibitive. L’ebraico era la lingua franca di un intero popolo, che, pur se sparso ai quattro angoli del mondo, pur se piccolo e perseguitato, aveva mantenuto una coesione spirituale, morale ed umana unica nella storia delle nazioni. Da poco più di cinquant'anni l’ebraico è ridiventato la lingua ufficiale dello stato d'Israele, nella stessa forma, forza e coerenza che aveva ai tempi di Mosè.

Tali eventi non possono essere spiegati da teorie sociologiche o linguistiche. Secondo le leggi della storia, la lingua ebraica avrebbe dovuto già da tempo essere estinta, insieme al popolo ebreo. Altre popolazioni antiche, pur arrivate ai giorni d’oggi, hanno sovente cambiato lingua ed alfabeto. L’estrema vitalità e coerenza interiore dell’ebraico sono spiegabili soltanto facendo riferimento al suo valore mistico e sacrale, alla verità delle affermazioni secondo le quali è stata la lingua con la quale il mondo è stato creato e viene mantenuto in esistenza.

Tratto dal libro: I numeri del segreto, di Nadav Crivelli

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