Taanit 23aCamminando per la via, Honi vide un uomo che piantava un carrubo. Gli chiese: quanto tempo deve passare perche' faccia frutti? L'uomo rispose: settanta anni. Allora Honi gli rispose: sei certo di vivere settant'anni? rispose l'altro: io ho trovato carrubi nel mondo, perche' i miei padri li hanno piantati per me, cosi' io pianto questo per i miei figli. L. lesse con calma l'Agada' di Honi che tutti gia' avevano sentito. D. disse uffa, un racconto vecchio. A. disse: che racconto antico! C. disse : finalmente qualcosa di nuovo. L. apri' la discussione: sappiamo tutti che il primo significato che il Talmud propone per questa Agada' e' contenuto nell'espressione settant'anni. Essi sono gli anni del primo esilio, per cui il racconto parla dell'esilio e del ritorno del popolo ebraico. E' l'albero che si rinnova. Ma Rav Kook ha trovato in questo racconto altri significati, piu' sottili. E' necessario che ve li esponga brevemente: dice Rav Kook in Meged Yerahim: Gli orti di alberi da frutto in terra santa saranno il fiore dell'attesa, di generazione in generazione, il desiderio di piantare alberi come augurio e come beneficio per le generazioni future, e' in misura suprema rappresentato dall'albero delle carrube. (cit. Per il mese di Shvat) Nel primo passo si allude al commento d Rashi ad Ez 36:8, che dice: quando Erez Israel dara' frutti abbondanti allora la fine dei tempi sara' vicina. Il secondo passo si riferisce all'agada' di Honi nel Talmud Taanit. Dall'Agada' che abbiamo letto i rabbini hanno tratto Halakhot per il giorno di Tu Bishvat. Quando si mangia la carruba nel Seder di Tu Bishvat si richiama l'Agada' di Honi e del carrubo. Il Tur (O. H. par.208) ricorda che la santita' della terra e' contenuta anche ne sapore del suo frutto. B. ma che significa per Rav Kook il discorso sull'albero e il frutto? Dice il Midrash Rabbi Yehuda Ben Shalom disse: perche' ha trasgredito un comandamento (la terra fu maledetta),perche' cosi' aveva a lei parlato il santo, benedetto egli sia: produca la terra alberi fruttiferi producenti frutto(Gen.1;11) come il frutto si mangia, si mangia anche l'albero, ma essa non fece cosi' e produsse la terra alberi fruttiferi (ib. sg.), il frutto si mangia, ma non l'albero (Ber. Rabbah v,9) Insomma , la realta' di questo mondo e' legnosa, poco commestibile, anche se nel mondo avvenire ci auguriamo che tutto il frutto della terra d'Israele ci diventi fonte di benedizione. B. era sempre molto pessimista. Pero' ella offriva ogni anno alberi per il Keren . C. osserviamo la cosa da un altro punto di vista : la Ghematriah di Haruv e' 216, come quella di horev, sinai. L'albero e' la Torah come si dice nella benedizione vehhaie' 'olam nata' betochenu, baruch atta' hashem noten haTorah che significa tu piantasti fra di noi l'albero della vita eterna. Benedetto sii tu che doni la legge. E poi osservate il numero 216: le sue cifre 2-1-6, lette al contrario danno esattamente 612, giusto come la Ghematriah di Ha-Torah e giusto uno in meno di 613 le Mizvot della Torah. Settant'anni e' una parola chiave. 70 e' la Ghematriah di Sod: segreto. Sono un numero misterioso di cicli (Shana') C., da quando leggeva Scholem, era sempre immerso in strani calcoli. L. riprese con fatica il controllo di se stesso. Nelle pagine del Talmud Israele viene paragonato a piu' alberi: al giunco, che si piega sembra spezzarsi e sempre rinasce, mentre i cedri del Libano vengono abbattuti, al carrubo, al melo del cantico dei cantici. Cosa vi fa pensare? B. che ai rabbini piaceva la frutta. L. non solo a loro se nella Torah Hashem non da' alla terra altro comando che quello di produrre alberi da frutto. Alberi senza un frutto mangiabile, ed erbe, secondo un Midrash delle deduzioni da un principio fondamentale. Del resto, in caso di guerra la Torah prescrive che gli alberi non da frutto possano essere abbattuti, mentre per gli alberi da frutto vale il principio un albero e' come un uomo che non possa fuggire l'albero di carrubo e' in primo luogo una realta' che stenta a dare i frutti attesi. E' nella forma piu' alta, il concetto di fede che ha l'ebraismo. Honi e', non dimentichiamo, l'uomo dalle preghiere miracolose. Egli riesce nell'Agada' ad addormentarsi per settant'anni e a vedere il carrubo in frutto. Ma invano. Nessuno piu' riconosce Honi. Per questo chiede di poter morire. E' interessante che egli muoia senza aver assaggiato il sapore del frutto del carrubo. C'e' un tempo per vivere ed uno per morire tempo di piantare tempo di sradicare tempo di uccidere tempo di guarire(Qohelet 3;2-3) Rashi' commenta:
Questo e' il senso dello stato d'Israele. Stasera e' Yom Hazmaut. Pensate al carrubo. Non ha ancora fatto i suoi anni per dare frutti. B. seduto su una poltroncina continuava a fare calcoli. L. il racconto di Honi non si conclude bene: Honi, morendo dice: amicizia o morte. Ma amicizia si dice Havura', che e' un altro anagramma di Haruva', carrubo in aramaico. Tocca agli ebrei al loro ritorno a Sion sapere comprendere quello che Honi ha detto havura' o morte. Concluse, ma in cuore suo recito' una preghiera: quella sui frutti della terra d'Israele. |