Capitolo IIIL'osservanza dello Shabbath in pratica1. Salvaguardare lo ShabbathAbbiamo visto l'importanza fondamentale del divieto di compiere melachah di Shabbath; abbiamo visto che anche un solo atto di melachah compiuto di Shabbath scuote le fondamenta dell'intera Torah e costituisce un'arrogante negazione di D-o e del Suo dominio sul mondo. Ora possiamo forse cominciare a comprendere l'estrema gravita' di questa offesa agli occhi della Torah. In realta', abbiamo una nozione vaga di cio' che costituisce il fondamento di passi come questo: "Coloro che lo profaneranno muoiano; chiunque faccia una melachah in questo giorno sara' reciso dal suo popolo" (Esodo 31,14). Quale uomo che non sia gia' del tutto insensibile (quindi come morto) a tutte le aspirazioni spirituali del popo)lo) ebraico potrebbe compiere un atto del genere, pur conoscendone la portata? E la pura e semplice verita', di cui sfortunatamente abbiamo avuto molte prove negli ultimi anni: quando lo Shabbath non fa piu' parte della vita di un individuo, di una famiglia, di una comunita', il loro el)raismo si trasforma in una vuota farsa, che viene ben presto respinta dalla generazione successiva. Poiche' si tratta di una questione molto seria, occorre fare attenzione anche alle trasgressioni involontarie: dire "non ci ho pensato" e' fornire una scusa assai poco valida. Lo Shabbath nasconde particolari pericoli in questo senso, perche' investe le azioni che siamo abituati a compiere tutti i giorni. Avendo piena coscienza di cio' che si mette a rischio, gli ebrei di tutti i tempi sono stati e sono ancora oggi decisi a non lasciarsi fuorviare dai loro elevati propositi dall'abitudine e dalla dimenticanza. Essi hanno cercato quindi dei modi e dci mezzi che li preservino da un'involontaria infrazione dei divieti dello Shabbath. A questo fine i Rabbini hanno stabilito una particolare legislazione protettiva, comunemente conosciuta come "siepe intorno alla Legge" (Seyag laTorah). I divieti che costituiscono tale legislazione sono chiamati ghezeroth pl. di ghezerah, imposizione rabbinica o, con particolare riguardo alle norme sabbatiche, shevuth. Cosi' facendo, i Maestri hanno agito con il pieno consenso e l'autorita' loro conferita dalla Torah, la quale ordina esplicitamente di prendere misure effettive per evitare violazioni involontarie delle norme in essa contenute. Cosi' troviamo: "Vi guarderete bene a riguardo di tutto quanto vi ho detto" (Esodo 23,13). E cosi' pure: "Salvaguarderete la mia osservanza" (Levitico 18,30). Con riferimento ai decreti rabbinici derivati da questa norma divina, la Torah stabilisce (Deuteronomio 17,10-I 1): "E guarderai di fare esattamente secondo quanto ti insegneranno..."; "Non devierai dalla parola che essi ti diranno ne' a destra ne' a sinistra". Pertanto, queste ghezeroth non sono meno vincolanti per tutti gli ebrei di quanto non lo sia la Torah stessa. Anzi, lo sono maggiormente. Poiche' la ragione dei decreti consiste sempre nella fragilita' della natura umana e nella facilita' con cui si dimentica, l'obbligo di osservarli deve permanere fino a quando la natura restera' immutata. In tal modo, i nostri Rabbini ci hanno messo in condizione di evitare di compiere di Shabbath diverse azioni che, sebbene non siano di per se' melachot, potrebbero portarci facilmente a compierne. Questo potrebbe accadere: a) perche' formalmente somigliano a melachot e potrebbero quindi confondersi facilmente con esse; b) perche' sono legate a melachot da abitudini quotidiane; c) perche' l'atto stesso implica normalmente una melachah o conduce facilmente a essa. Strappare un pezzo di carta appartiene, per esempio, al primo genere. Non e' una melachah - manca il carattere costruttivo della melachah - ma vi assomiglia molto (per esempio al "tagliare secondo forma determinata"), tanto da essere proibito come misura precauzionale. Con la loro profonda conoscenza psicologica dell'uomo, i nostri Rabbini hanno visto chiaramente che, se ci fosse consentito di fare l'una cosa, saremmo piu' facilmente indotti a fare anche l'altra - la vera melachah - ogni volta che si presenta l'occasione. Accettare di acquistare un articolo e' un esempio delle cose proibite nel caso b; tale azione e' abitualmente legata a una melachah (per esempio "scrittura di un contratto") ed e' quindi proibito stipulare di Shabbath accordi siffatti, anche solo oralmente. Salire su un albero e' un esempio delle cose vietate nel caso c; tale azione potrebbe portare facilmente a rompere un ramoscello o a strappare una foglia, atti che costituiscono melachah vere e proprie. Pertanto ci riferiremo in seguito a questi tre tipi di ghe~eroth definendo quelle di tipo a "similari", quelle di tipo b "di genere abitudinario" e quelle di tipo c "inducenti ". L'osservanza delle ghezeroth e' indice dell'atteggiamento generale e' stato dimostrato infinite volte che, se tutte queste norme protettive vengono coscienziosamente osservate in pratica come parte integrante della legislazione sabbatica, le probabilita' di effettiva profanazione dello Shabbath sono molto minori. L'atteggiamento nei confronti di questa legislazione protettiva e' indice dell'atteggiamento generale nei confronti dell'istituzione dello Shabbath, anzi, nei confronti della Torah nel suo complesso. L'ebreo che decide di prendere alla leggera una ghezerah ha gia' deciso in cuor suo di prendere alla leggera la Torah stessa: ha perduto il diritto di qualificarsi come ebreo osservante. Va notato tuttavia che, nella loro grande saggezza pratica, i Rabbini hanno ristretto questo tipo di legislazione al minimo necessario, per evitare trasgressioni alle norme effettive della Torah. E regola di Alachah che non si stabilisce mai una misura protettiva per salvaguardare un'altra misura protettiva (Baba' Metzja' 5 h). Questo riflette l'atteggiamento realistico della Torah stessa, che, pur ponendo l'accento sul grande impegno richiesto a chi serve D-o, attribuisce ugualmente il giusto peso alle necessita' pratiche della vita quotidiana. |