Lo Shabbath
Di
Isidor Grunfeld

Il treno avanzava con il suo carico umano. Stretti come acciughe, i poveri prigionieri deportati non riuscivano neppure a muoversi. L'atmosfera era soffocante. Con il trascorrere del venerdi' pomeriggio, gli ebrei e le ebree deportati dai nazisti sprofondavano sempre piu' nella disperazione. D'un tratto un'anziana signora riusci' con grande sforzo a smuovere e ad aprire il suo fagotto. Ne trasse, a stento, due candele e due challot. Le aveva preparate proprio per lo Shabbath, quando al mattino era stata trascinata via dalla sua casa. Ed erano le uniche cose che aveva ritenuto tanto importanti da doverle prendere con se. Le candele dello Shabbath illuminarono subito le facce degli ebrei torturati, e la melodia del Lecah Dodi muto' tutta la scena. Lo Shabbath, con l'atmosfera di pace che gli e' propria, era calato su tutti loro.

Questo episodio, narratoci da un testimone oculare miracolosamente sfuggito alla morte, e' tutt'altro che isolato nella nostra lunga storia. Si potrebbero citare infinite vicende simili di ebrei rimasti aggrappati allo Shabbath con la morte davanti agli occhi, e nonostante la morte.

Qual e' il segreto dello Shabbath nel cuore degli ebrei? Il solo sentimento non basterebbe a spiegarlo. Che se ne abbia coscienza o no, e' forse la traduzione in realta' dell'antica Parola: Fra Me ed i figli d'Israele e' un segno eterno" (Esodo 31, 17).

Infatti, lo Shabbath esprime il desiderio piu' recondito dell'animo ebraico, e ogni suo aspetto riflette un po' dello splendore di D-o.

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