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ago 23, 2002 |
Storia millenaria,  |
redazione

I negazionisti chi sono?

Non e' semplicissimo rispondere, e la risposta non sarebbe tanto breve se dovessimo analizzare approfonditamente le varie correnti negazioniste: perche' non di un monolite si tratta, ed e' abbastanza simpatico trovare all'interno del mondo negazionista alcune classiche beghe da pollaio.

Il negazionismo affonda le sue radici nell'immediato dopoguerra, soprattutto in Francia ed in Germania.

Negazionisti sono stati e sono alcuni nazisti (mi riferisco a personaggi che hanno vissuto direttamente il periodo nazista). Ad esempio, il noto ufficiale delle Waffen-SS Leon Degrelle negli ultimi lustri della propria vita abbraccio' le tesi negazioniste contribuendo alla causa con uno smilzo libretto.

Negazionisti sono moltissimi neonazisti e neofascisti.

Una corrente negazionista prende le mosse da una lettura marxista della storia, e conosce qualche adepto in Francia e in Italia: e' italiano un marxista bordighiano, che imputa alla storia c.d. "ufficiale" la colpa di aver mentito sulla Shoah per occultare la vera valenza del nazismo, ovverosia la componente di parte avversa alle masse proletarie.

Negazionisti sono alcune frange di cattolici integralisti, per i quali Hitler non e' altro che l'artefice di una guerra santa nel nome di Dio.

Una componente direi maggioritaria e' costituita dai negazionisti antisemiti. L'antisemitismo e' comune ai negazionisti di quasi ogni risma. Alcune frange di negazionisti antisemiti vedono addirittura in Hitler un agit-prop a favore degli ebrei, in chiara contrapposizione con i negazionisti cattolici integralisti.

Altri negazionisti sono (o almeno si presentano) in maniera politicamente "neutra". Potremmo definirli "negazionisti tecnici". Questi personaggi si sono specializzati in chimica e ingegneria delle camere a gas, ed utilizzano generalmente una metodologia critica iperdecostruttivista. Volendo esemplificare, se io descrivendo una stanza affermo che le misure del pavimento sono tre metri per cinque e tu invece dici che la stessa stanza e' cinque metri per otto, come per incanto la stanza sparisce in una girandola di motivazioni logico/deduttive (questa metodologia e' ben analizzata in un libro della Pisanty dal titolo "L'irritante questione delle camere a gas"): un negazionista ti dimostrera' i-nop-pu-gna-bil-men-te che tu ed io in quella stanza non siamo in realta' mai entrati, e probabilmente non esiste pure.

La lettura dei testi negazionisti puo' quindi passare dall'allucinata declamazione ideologico/fideistica di chi ha visto Dio parlare per bocca di Hitler, al trattato di quattrocento pagine contenente un'analisi iperdecostruttivista di un rapporto di una SS in visita ad Auschwitz, a suo tempo scritto in dieci-pagine-dieci, fino all'analisi chimica dei residui delle gasazioni effettuata raccogliendo i campioni in Polonia di nascosto ed in spregio a qualsiasi metodologia scientifica.

Mai mi sono trovato a leggere un bel testo negazionista nel quale si faccia un po' di sana storiografia. Mai una visione complessiva del fenomeno nazista. Mai un approccio meno che livido nei confronti degli storici (*tutti* gli storici, in un mazzo unico), che di volta in volta vengono definiti "cricca", "storici di regime", "propalatori di menzogne" ed altri simpatici epiteti del genere.

E' un fenomeno particolare, che si puo' capire forse in modo maggiore leggendo "Il pendolo di Foucault" di Umberto Eco piuttosto che un testo di storia. Nei traviamenti logici del gruppetto di protagonisti del romanzo io ritrovo una gran parte del mondo negazionista.

Saluti. Gigi