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ago 24, 2002 |
Perle tratte dal Talmud,  |
redazione

Taanit 8a

Lo studio come cielo di ferro

Se voi vedete un discepolo dei rabbini che ha trovato l'oggetto del suo studio cosi' resistente come il ferro, e' che egli non ha messo ordine nel suo spirito perche' e' detto: se egli non ha affilato il taglio (Ecc.10,10) che deve fare? raddoppiare l'assiduita' alla casa di studio, perche' e' detto dovra' raddoppiare i suoi sforzi perche' porta vantaggio alla sapienza (ib. seg.).

Sarebbe valso meglio per lui cominciare uno studio metodico; e' quel che faceva Resh Lakish:

Ripeteva quaranta volte un capitolo appreso in ricordo dei quaranta giorni che necessitarono a ricevere la Torah. Poi si presentava a R. Yochanan. Quanto a Rabbi Addaa' Ben Ahaba' egli ripeteva ventiquattro volte quel che aveva appreso prima di presentarsi di fronte a Rabba', in ricordo dei ventiquattro libri della Torah, dei profeti e degli agiografi.

L. aveva finito di leggere, e tutti si sentivano a disagio. C. era il Segan della comunita' e aveva dimenticato di ripetere la Parasha' della settimana. A. era l'antropologo e stava ripetendo per la terza volta un esame all'universita'. B. la giovane glottologa, parlo' per prima:

La sapienza orale e' ripetizione, la stessa parola anno (shana' in ebraico) significa ripetizione del tempo. Il trattato ha una digressione, perche' mentre stava parlando della preghiera, della pioggia, della ciclicita' del tempo si apre su un'accademia talmudica e vede i piccoli problemi del Talmid, di colui che apprende. Non piu' la pioggia dal cielo, ma il ripetersi della parola.

L. tutti ripetono. Ripete il santo, benedetto egli sia che dice le dieci parole a tutto Israele sotto il Sinai e poi le ripete a Moshe' sulla montagna. Moshe' ha due volte le parole dal Sinai. Le trasmette al fratello, poi al fratello e ai nipoti, poi tutti e tre le trasmettono agli anziani e tutti insieme al popolo. Qui' la situazione non e' diversa; il trattato si riferisce al brano del Levitico che noi chiamiamo le Totachot che comincia punto se voi seguirete le mie leggi ed osserverete e eseguirete le mie Mizvot mandero' le piogge a voi necessarie a loro tempo (Lev.26,3)

L'esecuzione delle Mizvot e' dunque la condizione del rinnovarsi dei tempi la vostra vendemmia durera' fino alla semina e la semina fino alla vendemmia (ibidem) del completamento (Shalem) del ciclo. La negazione delle Mizvot da parte di Israele o la loro non osservanza provochera' l'ira del cielo: rendero' il vostro cielo come ferro e la terra come rame (Lev. 26,19). In pochi versi la Torah descrive l'esilio di Israele, lo sterminio dei suoi figli, il ritorno e la benedizione dei patriarchi.

Tutto parte dall'esilio della conoscenza. Per questo ben grave e' che la Torah diventi come un cielo di ferro, incomprensibile e avaro per i figli d'Israele. Cosi' il Talmid ripercorre nella ripetizione il processo con cui Moshe' Rabbenu accolse la Torah sul monte. L'altro Talmid coordina questa ripetizione collegandola idealmente al dispiegarsi dei ventiquattro libri. Oggi giorno sembra un procedimento difficile, ma e' l'unico che spezzi la durezza del cielo, che affili ferro con ferro le armi della logica, che rinnovi nelle generazioni l'insegnamento, cioe' che faccia cadere le parole come pioggia sull'erba.

Mi sembra che non sia tutto qui. Ho ritrovato piu' volte la Mishnah organizzata su cicli di quaranta: per esempio nel trattato Shabbat, i trentanove (40-1) lavori vietati di sabato. Cosi' anche il Pirke' Avot ha la descrizione dei quattro tipi di alunno:

vi sono quattro tipi di persone che stanno davanti ai maestri: v'e' la spugna, l'imbuto, il colatoio, lo staccio. La spugna assorbe tutto, l'imbuto da una parte si riempie e dall'altra tutto si svuota, il colatoio fa passare il vino trattenendo le fecce, lo staccio fa passare la farina trattenendo la semola (Avot 5,16)

Questa Mishnah descrive l'apprendimento della Torah come l'accoglimento di un cibo o di una bevanda che viene dall'alto. Si puo' accoglierla senza discernere, si puo' rifiutarla lasciandola scorrere via negli ultimi due casi e' piu' complessa l'interpretazione. Un allievo accoglie la parte solida dell'insegnamento (la forma) facendo scorrere la parte fluida (la materia), l'altro allievo trattiene la materia piu' sottile, la farina (l'interpretazione segreta?), separandola dall'interpretazione.

Piu' grossolana la semola (e' forse l'interpretazione letterale?).

In ogni caso anche la classificazione delle quattro midot degli allievi sono organizzate secondo un numero, quattro che corrisponde alle lettere del tetragramma.

Uomini e bestie

Resh Lakish disse: che significa il verso se il serpente morde senza incantesimo, non c'e' vantaggio per l'incantatore (Ecc. 10,11)? nell'era messianica tutte le bestie selvatiche verranno attorno al serpente e gli diranno:

Il leone mangia la preda che ha attaccato, il lupo mangia quella che ha sbranato. e tu che vantaggio hai dalla vittima?

L'incantatore non ha profitto.

L. si schiari' la voce, era quasi afono per il raffreddore: la parola e' benedizione, disse, oggi mi sembra che dovro' parlare poco. Resh Lakish come sappiamo e' il brigante che e' stato affascinato dalla bellezza di Rabbi Yochanan e ha cominciato a studiare la Torah. Egli da' consigli ai Rabbanim, fino a diventare un raffinato esegeta del verso biblico. Predatori e prede sono il suo mondo passato, fatto di tagliaborse, e grassatori. Questo passo e' spesso tradotto letteralmente e il verso finale suona chi ha una cattiva lingua non avra' alcun profitto un invito contro il Lashon Ha-Ra', la maldicenza e la delazione insomma. Ma osserviamo come ci e' proposta questa Agada'. Mentre in Isaia 66,11 il verso suona:

Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, e il leone come il bue mangera' paglia, e il serpente di polvere si nutrira', non faranno male ne' rovineranno in nulla il mio monte sacro,dice il S.

Qui' le bestie sono tutte vive dato che nell'eta' messianica non esiste piu' la morte. Ciascuno vive insieme alla sua preda di un tempo. Anche il serpente e' un amichevole compagno di discussione. Solo che quest'ultimo non ha come gli altri un compagno, perche' l'incantesimo non e' una attivita' produttiva, che renda profitto o interesse (ytrun).

A. osservo': tutti diventeranno vegetariani. Era infatti figlio di uno Shokhet almeno ci restera' la carne del Leviatano. Ma almeno il serpente non era morto: Aben Ezra' commenta il verso di Isaia dicendo:

nahash afar lachmo' le moto' (a causa della morte del serpente).

A. era come al solito interessato all'antropologia. Notate, disse, come questa Agada' e' una favola di tipo greco, come quelle di Esopo, in cui le bestie sono gli unici personaggi e la storia finisce con una morale. Nel Talmud queste favole sono ricorrenti, come in Berakhot quella della volpe e i pesci. Nel Tanach invece una favola ben famosa, quella raccontata nel libro dei Giudici, e' un discorso fra gli alberi che dovrebbero scegliersi un re. E' piu' simile alle poesie del giardino di stile egizio.

Gli alberi erano andati per ungersi un re, e dissero all'olivo: regna su di noi! l'olivo disse loro: dovro' dunque cessare di dare il mio pingue frutto con cui si onorano D-o e gli uomini e andro' ad agitarmi sopra gli altri alberi? allora gli alberi dissero al fico: va tu a regnare su di noi. Il fico rispose loro: dovro' forse cessare di dare il mio dolce frutto e il mio buon prodotto, e andro' ad agitarmi sopra gli altri alberi? allora gli alberi dissero alla vite: va tu a regnare su di noi. La vite rispose loro: dovro' forse cessare di dare il mio succo che rallegra D-o e gli uomini, e andro' ad agitarmi sopra gli altri alberi? allora tutti gli alberi dissero al rovo: 'va tu i a regnare su di noi. Il rovo rispose agli alberi: se veramente mi ungete come re, su di voi, venite riparatevi alla mia ombra, altrimenti uscira' dal rovo un fuoco che divorera' i cedri (Giud 9-15)

C. questo non dimostra che questa Agada' sia per forza ellenistica. Leone Ginzburg ha dimostrato che le favole hanno uno stretto legame con i miti preistorici.

A. appunto di questo volevo parlarvi. la nostra Agada' e' una bella tirata contro il lavoro intellettuale. Diremmo oggi contro l'intellettuale di potere, contro l'ideologia. Dice che la peggiore delle belve fa un lavoro onesto che porta un contributo a confronto con la seduzione dell'ideologo.

Ma non penso che Resh Lakish ce l'avesse con la filosofia greca o con chiese o partiti moderni. Il serpente (Nahash) e' il simbolo del magico (Nahush) da sempre. Vorrei far notare che questa Agada' ha una sua compagna. Nel Bereshit Rabba' e' infatti detto:

Insegnava Rabbi Shimon Bar Yochai: lo Shabat disse al santo, benedetto sia: signore del mondo,tutti hanno un compagno, ma io non ce l'ho. Disse a lui il santo, benedetto sia: l'adunanza di Israele e' la tua compagna (Ber. R. XI,8)

Dunque anche lo Shabat, come il serpente e' dispari. Secondo il Midrash infatti ogni giorno si accoppia con il seguente, mentre lo Shabat e' isolato perche' e' dispari. Potenza dei numeri dispari.

3, 5, 7, 13 sono fonte di cicli cosmici. Comunque, avete osservato come viene chiamato l'incantatore in questa Agada'? viene chiamato signore della parola (baal halashon).

Dunque la Agada' dice nel suo significato letterale la magia non crea profitto.

E anche qui osservate:

Leone Lupo Serpente

Vitello Agnello

Anche qui e' un ciclo di cinque, dove l'elemento dispari rappresenta la perdita del significato, la cessazione (Shabhat) dell'azione, o meglio si rispecchia nel verso del Tanach. Cioe' nella legge che spezza ogni magia.