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ago 24, 2002 |
Opere di Maimonide,  |
redazione

Rambam: Ilchot Yesode' Torah (2)

Cap 1 Halacha' 7: questo e' il D-o unico1,e non c'e' a lui secondo, e non aggiunta al secondo2. Egli e' uno.

Non c'e' come la sua unita' uno di alcuno dei fatti dell'universo3. Non e' uno come un insieme che raccolga la pluralita' degli uni. Non e' uno come un corpo, che si divida in porzioni e dimensioni4. Tuttavia egli e' unita', in modo che non c'e' un'unita' altra come lui nell'universo.

Se ci fossero molti dei avrebbero corpi e forme5, di modo che non ci sono parti confrontabili nei loro fatti separatele dalle altre, esse6.

Sono accidentalmente eventi con corpi e forme7.

Se colui che forma e' corpo e forma, egli ha un limite e un confine al suo corpo, perche' e' impossibile a un corpo che non abbia limite.

E tutto cio' che ha corpo ha limite e confine c'e' alla sua forza limite e fine.

Ma Elokenu, benedetto sia il suo nome, dato che possiede forza senza limiti e confini,che muove la sfera (celeste) con moto circolare perpetuo, nella sua forza e' in-finito8.

Dato che non ha corpo ne' eventi di corpi che lo dividano o lo separino dal suo unico. Tuttavia e' impossibile per lui essere altri che unico.

La conoscenza9 di questa cosa e' una Mizva' positiva, come e' detto:

(ascolta Israele) l'e.terno e' il nostro D-o, l'e.terno e' unico.

Halacha' 8: dunque e' stabilito nella Torah e nei profeti, che il santo, benedetto egli sia, non ha corpo o forma, come e' detto: (Deut.4:39) perche' l'e.terno vostro D-o10 e' D-o nel cielo di sopra e nella terra di sotto

E un corpo non puo' essere in due luoghi; ed e' detto non vedeste11 alcuna immagine (Deut. 4:15) e (Isaia 40:25) e' detto: con chi mi fareste assomigliare? A chi mi paragonereste?12 se c'e' un corpo c'e' una somiglianza agli altri corpi.

Halacha' 9: se e' cosi' qual'e' il senso di cio' che e' scritto nella Torah: sotto i suoi piedi (Ex,24:10), scritte con il dito di D-o (Ex.31:18)

La mano di D-o(Ex.9:3), l'occhio di D-o(Gen.38:7),le orecchie di D-o(Num.11:1), e cosi' via?tutte queste sono per la conoscenza umana che non parla che di corpi, e la parola della Torah e' come la parola dell'uomo13.

E tutte queste sono parole sostitutive14come e' detto (Deut.32:41) se io affilero' la mia lampeggiante spada ha lui una spada? Dunque e' una metafora15, e sono tutte metafore16.

Prova di questa cosa: un profeta dice: vestito di un bianco di neve (Dan.7,9) e un altro lo vede: con veste scarlatta di barzah (Isaia 63:1) Mose' nostro maestro,lui stesso, lo vede sul Mar Rosso come un eroe in battaglia,e sul Sinai, come un capo tribu' col mantello17.

Dunque, egli non ha immagine ne' forma, esse sono tutte visioni dei profeti e apparenze18. Della verita' della cosa non puo' averne conoscenza l'uomo e non ha completamente sufficienti mezzi per descriverla. Questo e' in un verso (Job 11:7) che dice:puoi trovare la comprensione di D-o? Forse ritroverai i limiti di Shaddai?19

Halacha'10: e' questo che Mose', nostro maestro, domando' per comprendere quando disse: mostrami la tua gloria(Ex.33:18):

Egli domando' per conoscere la verita' di come e' fatto il santo, benedetto sia, fino al conoscere nel suo cuore, come si conosce uno degli uomini, cosicche' vide il suo volto e scolpisce la sua immagine nel proprio cuore, cosicche' lo fa persona distinta nella conoscenza dagli altri uomini20.

Cosi' Mose', nostro maestro domando' come e' fatto il santo benedetto sia, per distinguerlo nel suo cuore da tutti i fatti, fino a conoscere la verita' del suo farsi come esso e'.

Egli,benedetto sia, che non c'e' forza paragonabile nella conoscenza dell'uomo vivente che comprende corpo e anima, gli fece comprendere questa materia nella sua interezza21; e egli, sia benedetto, gli fece conoscere quel che non conobbe uomo prima di lui e non conoscera' uomo dopo di lui22,anche se domandasse la verita' di come e' fatto, perche' fu distinto nella sua conoscenza il santo benedetto sia dagli altri fatti come viene distinto un uomo fra gli altri uomini che vede dopo, come non si confonde ogni suo corpo ogni sua veste nella conoscenza, da tutti i corpi degli uomini23.

Percio' il significato alluso nel verso che dice: e vedrai il dietro di me, ma non vedrai il mio volto (Ex.33.23).

Halacha' 11: abbiamo voluto chiarire che lui non ha corpo o forma, e' chiarissimo che non ha funzioni dei corpi.

  • Non si unisce non si separa24
  • Non ha luogo non ha misura25
  • Non sale non scende26
  • Non ha destra non ha sinistra
  • Non ha volto, non ha schiena27
  • Non e' seduto non e' in piedi
  • E' un fatto senza tempo non ha principio e fine o numero di anni28
  • Non cambia, non ha cosa lo cambi
  • Non ha morte non ha vita29
  • Non ha follia ne' saggezza comparabile a saggezza di uomo saggio
  • Non dorme non sta sveglio
  • Non ha rabbia o riso
  • Non ha gioia o tristezza
  • Non ha silenzio ne' parola30 come la parola dei figli dell'uomo

E cosi' dissero i maestri: non ha il piu' alto il riposare o l'alzarsi, non ha separazione o connessione31.

Halacha' 12:dunque la cosa e' cosi': tutte le parole e quelle che vengono da esse, che sono dette nella Torah e nelle parole dei profeti, sono tutte metafore e ombre32.

Come e' detto colui che siede in cielo ridera'. (Salmi 2:4)

Essi mi hanno fatto adirare con la loro vanita' (Deut. 32:21)

E cosi' D-o gioi' (Deut 28:63)

Riguardo a tutto cio' i maestri dicono la Torah parla con il linguaggio dell'uomo

E cosi' e' detto forse mi fanno adirare essi?(Jer.7:19) e cosi' pure:

Io, Hashem non mi sono rinnovato (Malachi' 3:6) egli sarebbe per un passo adirato e per un altro gioioso, egli si rinnoverebbe.

E tutte quelle parole non corrispondono a un fatto se non per i corpi neri e grevi33, che abitano in case di argilla34,il cui fondamento e' la polvere. Ma lui, benedetto sia e' benedetto e innalzato sopra tutto cio'35.

(Traduzione a cura di Luciano Tagliacozzo e della Havurah Beth di Napoli.)

Note:

  1. Vehu echad veein sheni' dice la preghiera tratta da queste riflessioni.e' una polemica con il cristianesimo,e l'islam ma insieme e' una pagina di filosofia che supera il Parmenide di Platone. Li' c'e' un paradosso semantico fra l'essere incorruttibile ed eterno, e l'uno che verrebbe ad essere una qualita' dell'essere. Qui invece si afferma che l'unita' di colui che e' non e' un suo attributo, ma un Suo modo di azione verso l'uomo. E' dunque un'unita' sostanziale, non accidentale come quella delle creature, indivisa e indivisibile, incondividibile. E' proprio questa partizione a>b D-o>mondo che rende possibile la creazione, e l'etica che in questa creazione si afferma. Torna.
  2. Dice un Midrash che Acher (Elisha ben Ben,) salisse in cielo e vedesse un angelo, Buya, con le spalle volte al signore. Da questo parti' la sua eresia, di considerare due potenze presenti in cielo.e' un modo antico per rendere lo stesso concetto:niente e'aggiungibile a D-o, nemmeno un angelo, nemmeno la sua gloria (il logos filoniano). Torna.
  3. Non si ritrova un fatto come la sua unita' : percio' quando conti, non dire:manca uno, perche' uno non manca mai. Torna.
  4. Non c'e' dunque nessun rapporto (di grandezza)in realta' fra D-o E le sue creature: perche' il rapporto esiste fra cose che sono di specie vicina, ma quando esse sono sotto uno stesso genere non esiste rapporto fra di loro; per questo non si dice: questo rosso e' piu' forte o piu' debole di quel verde (Guida degli smarriti I,52). Torna.
  5. L'esistenza della molteplicita' e' nel limite i principi della sostanza composta e individuale sono la materia e la forma (Guida degli Smarriti II,intr.). Torna.
  6. Il filosofo sufi del X sec. Kalabadhi dice: non e' un corpo, ne' un ricettacolo di un corpo, ne' una forma, ne' un individuo, ne' una sostanza n l'accidente di una sostanza. In lui non v'e' congiunzione ne' separazione (sul legame fra la mistica ebraica e il sufismo v. Scholem in Le grandi correnti della mistica ebraica, e Aliter). Torna.
  7. Il mondo come insieme cll di eventi, non ha di per se' movimento perpetuo, non ha legge. Oggi diremmo che la Torah e' l'entropia negativa che permette all'ordine dell'universo di completarsi. Essa e' la legge della vita, come dicevano i nostri profeti, e' meqor hhaim. Cosi' Maimonide legge la preghiera che dice hai aolamim; puo' significare che D-o e' colui che vive in eterno, ma anche che da' vita ai plurimi mondi. Torna.
  8. Ein sof: testualmente: infinito. L'infinita' di D-o Rompe un rapporto con le creature, ne stabilisce l'incorporeita', perche' ciascun corpo non puo' essere uno perche' e' divisibile (Guida degli Smarriti II,1). Torna.
  9. La conoscenza vera di D-o, sia egli esaltato, consiste in cio': l'esistenza di D-o Perviene nell'anima dell'uomo in tal maniera che egli non l' associa ad alcuna delle cose esistenti, al punto che l'uomo trova l'esistenza affermata solo nella sua anima (Rambam otto capitoli 7). Torna.
  10. Il D-o di Israele, D-o del Sinai e' Elokim del cielo e della terra, del su e del giu'; questa immutabilita' dell'essere non viene turbata dalla transitorieta' delle forme, o dalla limitatezza dei corpi. Torna.
  11. Alla limitatezza del vedere, invece la profezia contrappone la divinita' dell'ascoltare. Ascolta Israele oppure e sara' se ascolterai e' il messaggio dell'eternita' della parola, contro il perire delle forme. Torna.
  12. La non paragonabilita' di D-o da' un inizio alla logica e la terra era informe e vuota, e lo spirito di Elokim covava sul volto delle acque (Gen.1,1) la non paragonabilita' da' la possibilita' del vuoto di divenire forma e dell'informe di essere sostanza, attraverso la parola e parlo' Elokim (ibidem). Torna.
  13. Nel Talmud sono le parole della scuola di Rabbi Ishmael, contrapposte a quelle di R. Aqiva che invece insegnava: la Torah non parla nel linguaggio dell'uomo. Nell'epoca di Rambam, possiamo in modo approssimativo attribuire la prima posizione a Rambam stesso, la seconda a Nachmanide (Rambam-Rabbi Moshe Ben Nachman). Torna.
  14. Nen significa in ebraico biblico vermiciattoli, ma nel Talmud significa parole usate in sostituzione di altre. In grammatica significa pronomi. E' d'uso tradurlo nel caso di Rambam con il termine omonimi. Torna.
  15. Il termine usato e' mashal che in ebraico biblico significa cosa tangibile (v. Sefer Milim) e dalla Mishnah (Niddah v,7) significa metafora, poi favola, esempio, allegoria. Torna.
  16. All'inizio della Guida degli smarriti Rambam fa un vero e proprio dizionario delle metafore bibliche, in cui analizza il significato metaforico tutti i termini antromorfi del Tanach. Torna.
  17. Una definizione di questa legge generale della visione mistica l'ha data Scholem (la Kabbalh e il suo simbolismo cap. 1). Si chiede perche' ciascun mistico di esperienza diversa vede persona diversi(ad esempio nessun buddista ha mai visto i santi del cristianesimo e viceversa), Maimonide formula questa teoria anche nel corpus dei profeti ebrei, dice Scholem (ibidem) che la visioni di ogni mistico viene tradotta in simboli tradizionali del proprio mondo in questo senso l'abito bianco visto da Daniele e l'abito scarlatto visto da Isaia sono fogge diverse dell'abito regale. Maimonide va ancora piu' in la' individuando a condizione psicologica del veggente ciascuna visione d'angelo: ogni visione d'angelo non ha luogo se non in una visione profetica e secondo lo stato d'animo di chi vede (Guida degli smarriti II,6). Torna.
  18. La teoria della visione profetica occupa gran parte nella Guida degli smarriti: la potete trovare in ampi passaggi della II e III parte. Torna.
  19. D-o e' dunque cio' che non ha limiti, cio' che non e' pensabile; quindi cio' che non e' definibile dal linguaggio umano. L'esistenza di D-o e la sua unita' sono dati pre-linguistici, come dice Wittgenstein: il senso del mondo deve essere fuori di esso e ancora le proposizioni non possono esprimere nulla di cio' che e' piu' in alto... Si noti la somiglianza con la denotazione dell'ein sof data da Isacco il cieco (v. G. Scholem, le grandi tendenze della mistica ebraica). Torna.
  20. Sono le parole dello Shema' Israel e le scolpirai sl tuo cuore, e insieme e' la teoria della visione come ricordo di cio' che si e' gia' conosciuto (v. Timeo di Platone). Torna.
  21. Lett.nel suo crearsi. Torna.
  22. L'unicita' dell'esperienza di Moshe Rabbenu e' proprio nel vedere la cosa come e', non dietro un velo. Torna.
  23. Ogni uomo e' corpo e veste (anima). Distinto dagli altri. Nella visione Moshe Rabbenu forma una distinzione fra i corpi-anima dei creati e l'essenza del divino. Torna.
  24. Non ha dunque hever, incantesimo in lui. Torna.
  25. Dunque e' chiaro che derachim (vie) e midot (misure) sono la stessa cosa: sono le azioni che emanano da D-o nell'universo(Guida degli smarriti I,54). Torna.
  26. Attenzione: vedi a questo riguardo la Guida degli smarriti I,10, quando spiega quanto alle parole: e Moshe sali' verso D-o (Ex.19:3), esse hanno il senso... di enunciare che nello stesso tempo che egli sali' sulla cima della montagna, sulla quale discese la luce creata, pa per nulla significano che D-o, l'altissimo abbia un luogo da dove si sale e si scende. Vedete invece a proposito dell'ascensione i Moshe il commentario di Ramban alla Torah che fonda su questo Midrash la non sovrumanita' del linguaggio della Torah. Torna.
  27. Anche nello Zohar il volto e' una categoria sefirotica, e non corporea. Maimonide trancia la mistica ebraica in due parti precise: quelle scritte prima del Mishne' Torah e quelle dopo. Torna.
  28. Il tempo e lo spazio come categorie umane, non divine. La La dei greci era invece la natura in cui uomini e dei si muovevano come in un teatro. Torna.
  29. Dunque anche il D-o vivente viene ad assumere il significato di D-o che da' la vita. Torna.
  30. Gran cosa quella di togliere il senso letterale a quel e disse D-o di Genesi 1,1. Permette al nostro linguaggio di esistere come lingua di Adamo, non come goffa copia del linguaggio della creazione! Torna.
  31. C'e' una logica che supera il tertium non datur in questa altalena di affermazioni:da un lato potete vedere il suo sviluppo nelle in una matrice a, non-a; b non-b; c,non-c,... che anticipa le tecniche di Avraham Abulafia'. Esiste una musicalita' nei passi in ebraico di Rambam, che fanno pensare piu' ad una tecnica di meditazione,di astrazione dal corporeo, simile agli alla innografia ripetitiva che induce all'estasi, di tipo sufico, che ad un sottile sillogismo aristotelico. Dopo il maestro, i figli di Maimonide furono mistici di un tipo particolare di sufismo ebraico. Torna.
  32. Nella Guida degli smarriti, si chiama la questione degli omonimi. Metafora e' ombra della cosa, in quanto la parola umana non puo' esprimere la realta' divina. Torna.
  33. Il tempo esiste solo per le creature, in quanto il tempo e' figlio del movimento (Guida degli smarriti). Torna.
  34. La polemica versus la transitorieta' umana diventa polemica contro l'idolatria, e anche contro l'idolatria della parola, che considera realta' il simbolo che allude a una realta' inesprimibile. Nel piu' razionalista dei pensatori ebrei c'e' un pessimismo dell ragione che rende la sua epistemologia estremamente moderna. Torna.
  35. E' l'unica affermazione possibile della realta' di D-o. Egli e' l'al-di-la' di ogni fatto. In quanto tale e' l'unica sostanza. E l'unica legge dei fatti. Torna.