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ago 24, 2002 |
Opere di Maimonide,  |
redazione

Rambam: Ilchot Yesode' Torah (4)

Cap 2 H: 5-9

Halacha' 5: le forme (degli angeli)1 in cosa sono separate l'una dall'altra, se non hanno corpi? perche' il loro fatto non e' paragonabile2, ciascuno di loro e' inferiore a quello che sta piu' in alto fra loro.

Ed esso e' fatto dalla sua forza3, ciascuno di loro dal piu' alto al piu' basso del suo compagno, e tutti sono fatti dalla forza del santo benedetto egli sia.

Salomone allude a cio' nella sua sapienza dicendo: perche' chi e' al di sopra di ogni altro che e' al di sopra e' il custode4(Dohelet 5:8).

Halacha' 6: l'espressione: piu' in basso di livello dell'altro non indica un luogo come se fosse un uomo che sedesse piu' in basso del suo compagno.

Esse sono come quando parlano due rabbini5, uno dei quali sia piu' grande dell'altro in saggezza, noi diciamo uno e' piu' in alto di livello dell'altro. Similmente a come vengono detti superiore e' cio' che prosegue dalla causa6.

Halacha' 7: i nomi differenti con cui gli angeli vengono chiamati riflettono la loro altezza. Cosi' essi vengono chiamati

  1. Le sante Chayiot, che sono sopra di tutte le altre
  2. Gli Ofanim
  3. Gli Er'elim
  4. I Chashmalim
  5. I Serafim
  6. I Malachim
  7. Gli Elohim
  8. I figli degli Elohim
  9. I Keruvim
  10. Gli Ishim7

Questi dieci8 nomi che sono usati riferiti agli angeli riflettono la loro altezza. Dopo dieci altezze al di sopra di cui non c'e' piu' in alto che il santo benedetto sia, quella forma viene chiamata Chayiot.

Percio' e' detto nei profeti, che esse sono sotto il trono di gloria.

E la decima forma che e' chiamata Ishim (uomini) questi sono gli angeli che parlano con i profeti,e sono visti nelle visioni profetiche.percio' sono chiamati Ishim perche' la loro 'altezza' li avvicina all'altezza degli uomini.

Halacha' 8 :tutte queste forme sono vive,esse vedono e hanno coscienza del creatore. Con grandissima sapienza ogni forma secondo la propria altezza, non secondo la propria grandezza.

Ma anche i primi livelli non possono del tutto comprendere la verita' del creatore come egli e', perche' la loro sapienza e' delimitata nel conoscerli e intenderlo, ma intende e conosce di piu' della forma che e' sotto di lei.

Cosi' guardando ciascuno e tutti i livelli, includendo il decimo.

Questo conosce il creatore in una maniera che sorpassa la forza degli esseri umani di corpo e spirito, di conoscere e comprendere.

E tutti non conoscono il creatore come egli conosce se stesso9.

Halacha' 9: tutto cio' che esiste viene dal creatore,dalla prima delle forme, giu' verso il piccolo moscerino nelle viscere della terra, viene dalla verita' del suo fatto10.

Percio' egli conosce se stesso11 e riconosce la sua grandezza, bellezza, e verita'12.egli conosce se stesso e nulla e' nascosto (neelam) per lui.

Note:

  1. Tradizionalmente noi facciamo riferimento all'Halacha' precedente. Ma Rambam pone un problema generale; la forma distinta dal corpo quindi non solo gli angeli, ma anche le anime degli uomini dove trovano separazione e gerarchizzazione? Ciascuno nella sua forza. Dunque una definizione energetica diremmo oggi, delle forme disincarnate ciascuna possedente un proprio livello di energia. Torna.
  2. La forma senza il corpo trova paragone solo in un'altra forma ad essa superiore, inferiore o equivalente. Torna.
  3. Ciascuno ha una sua forza. Qui c'e' da rilevare che Maimonide nella guida fa l'equazione vita=movimento. Ciascuna forma, ciascun'anima ha una sua forza un suo movimento ; ma la forza e' ritrovata, esistenziata, fatta, nimzui, solo da D-o. Dice Shelomo' Ibn Ghebirol (Keter Malkhut): parte di queste classi (d'angeli) sono superiori, parte inferiori, parte legioni che rapide vanno e vengono, senza mai ne' stancarsi ne' affaticarsi e vedono e sono invisibili, parte formate di fiamme, parte spiranti vento, e parte sono infine misto di acqua e fuoco, alcuni sono spiriti ardenti, altre accesi tizzoni, altre poi splendenti baleni non cosi' Maimonide. Le forme pure sono per lui una esistenza incorporea. Qual e' allora la loro forza (coach) a cui allude Rambam? Lo Zohar dice genialmente che le forme angeliche riguardano ciascuna un diverso nome di d. (Zohar i;19a: le forme si sviluppano, ciascuna nella sua direzione, esse si allacciano le une alle altre e si integrano le une alle altre: il toro, l'aquila, il leone, l'uomo sono dirette verso i quattro nomi incisi) l'unica forma delle forme e' dunque il nome divino. Cioe' e' il rapporto fra la creatura e il creatore, il fatto e il suo fattore. Torna.
  4. Il testo del qohelet non sembra alludere agli angeli in particolare, ma al rapporto fra qualsiasi creatura e il creatore. Qui Rambam e' affine a Rashi nell'interpretazione (v. Rashi a loc. Cit.). Torna.
  5. Ecco la rappresentazione della sinagoga in basso come modello della sinagoga Lemaala'. Nel Talmud Taanit e' esplicitamente detto che la citta' celeste e' subordinata a quella terrestre. Torna.
  6. Oltre la forma midrashica dell'interpretazione, ecco la forma logico-filosofica dell'interpretazione.gli angeli come forme logiche del discorso divino. Torna.
  7. Notiamo come l'angelologia di Rambam sia senza i nomi degli angeli, al contrario di altri sistemi di angelologia, anche ebraici; dice Yehuda' Hehasid nel Sefer Hassidim 192 perche' non vengono rivelati i nomi degli angeli nella Torah? Affinche' noi non ne facciamo divinita'.Torna.
  8. Dieci schiere angeliche come saranno descritte da altri dieci Sefirot le dieci maamarot (parole) della creazione. Torna.
  9. Il primo e' incomprensibile, e' segreto nel segreto(Zohar, Sifra' Dezeniuta'). Torna.
  10. Vd. Job 42: 1sg: io so bene che tu puoi tutto, ne' esiste idea,sia profonda, che tu no possa possedere ecc...Torna.
  11. Vd. Midrash. Hagadol,Genesi 1,1: quando sali' alla mente del santo benedetto egli sia di creare il mondo, si consiglio' con la Torah la Torah e' dunque conoscenza che D-o ha di se stesso, e in quanto tale e' infinita.(v. Peah 1,1) Torna.
  12. Vedi in cio' la guida degli smarriti che cita il Bberachot 33b:
    Qualcuno venuto in presenza di Rabbi Hanina, si espresse cosi': o D-o grande, potente, temibile, vigoroso, coraggioso, sicuro, onorato. Hanina' attese finche' ebbe finito e quando ebbe finito, gli disse: hai forse detto tutte le lodi del tuo signore? A cosa serve tutto cio'? Anche i tre epiteti che noi diciamo (grande, potente e terribile) se Moshe' Rabbenu non li avesse detti nella Torah e non fossero venuti gli uomini della grande assemblea e non li avessero fissati nella Tefilla', non li avremmo potuti dire.
    Perche' allora qui kadoshbaruchu riconosce se stesso in tre appellativi dati sul Sinai? gadol ghibor emet? Forse non e' la coincidenza fra riconoscimento della divinita' e rivelazione ad Israele? Torna.