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gen 9, 2004 |
Rassegna stampa,  |
redazione

Intervista esclusiva allo storico John Cornwell

"Pacelli, il Papa perfetto per il nazismo"
Articolo di Marco Spagnoli pubblicato da Shalom anche all'indirizzo http://www.shalom.it/6.00/G.htm

G iornalista, collaboratore di numerose testate come The Indipendent e The Observer, John Cornwell responsabile del Dipartimento di ricerca del prestigioso Jesus College di Cambridge. Storico rigoroso, a met degli anni Novanta Cornwell si era impegnato a studiare la vita di Pio XII convinto che se fosse stata redatta un'ampia biografia del Papa, tutti i velenosi dubbi riguardo la sua statura morale e politica sollevati nel 1963 con l'opera teatrale di Rolf Hochhuth Il vicario si sarebbero dileguati. L'intento di Cornwell era nobile, e cos ha avuto accesso a materiale che lui stesso definisce come "cruciale" e che due generosi archivisti in buona fede ebbero modo di mostrargli, principalmente deposizioni giurate raccolte trenta anni fa per la causa di beatificazione del Papa, e documenti provenienti dalla Segreteria di Stato vaticana. Nel 1997 il risultato del suo lavoro lo condusse ad uno stato di shock morale: Pio XII, il Papa che avrebbe voluto difendere, si era rivelato un antisemita che trad (non del tutto involontariamente) le associazioni cattoliche per favorire l'ascesa di Adolf Hitler al potere impedendo cos di dare corso ad una contestazione nei confronti del Fuhrer che avrebbe potuto cambiare la storia del Ventesimo secolo e forse rendere impossibile l'applicazione della 'Soluzione finale' per il Genocidio degli Ebrei. Accusa che il Vaticano ha sempre respinto (Cornwell doveva originariamente aiutare con il suo volume a smentire queste illazioni), ma sta di fatto che in meno di un mese stata prima rinviata la beatificazione di Pio XII a data da destinarsi, poi stata istituita una Commissione mista di cattolici ed ebrei per esaminare i materiali dell'Archivio vaticano sul periodo della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene il nome di Pio XII non venga mai menzionato, ovvio che la Commissione dovr analizzare l'operato del Pontefice. In anteprima per l'Italia su Shalom, John Cornwell ripercorre la vita di Pio XII e le motivazioni per le quali ha voluto scrivere una biografia su di lui. SHALOM: Il titolo del suo libro Hitler's Pope (Il Papa di Hitler) molto forte e ha suscitato forti reazioni da parte degli ambienti vicini al Vaticano. Perch lo ha scelto? CORNWELL: Insieme all'editore Penguin di New York e Londra abbiamo sviluppato una lista di quaranta titoli diversi. Nessuno era completamente soddisfacente. A Londra mi fecero notare che usavo la definizione "il Papa di Hitler" anche nel testo, quindi scegliemmo questo perch ben rappresentava il senso dell'opera. Personalmente ero preoccupato riguardo questo titolo, perch consapevole che fosse molto forte, ed ho passato molte notti insonni a rifletterci su. Alla fine mi sono convinto anche io che era il titolo pi adatto, perch Pio XII era davvero "il migliore Papa possibile" per Adolf Hitler. La riprova stava in come Papa Pacelli cerc a tutti i costi di sottoscrivere un concordato con la Germania nazista, in come si comport durante la guerra e ancora per quello che afferm nel famoso messaggio radiofonico del Natale del 1942, quando avrebbe fatto meglio a tacere piuttosto che a dire qualcosa che fosse la negazione di quanto stavano soffrendo gli ebrei. In tal senso Pio XII era il Papa perfetto per Hitler, perch parlava direttamente alla coscienza di trentaquattro milioni di cattolici tedeschi. Mi sembrava che si potesse stabilire un parallelo tra l'idea di Pio XII del Papato nel Ventesimo secolo e il culto della personalit che esisteva nel fascismo e nel nazionalsocialismo. L'ideologia del potere papale da questo punto di vista era ottimale per quanto riguardava gli ideali del fascismo. Tutto il suo papato stato perfetto per gli scopi dei regimi di Hitler e Mussolini. SHALOM: Qualcuno l'ha accusata di avere usato un linguaggio piuttosto crudo nel suo libro... CORNWELL: Fa parte della campagna volta a screditarmi, organizzata dall'ala pi radicale della Chiesa cattolica. Ho semplicemente riportato le cose come sono andate e le parole come sono state dette secondo le carte e secondo le deposizioni dirette. Del resto molti di questi critici mi hanno chiamato con epiteti come "Anticristo", "Giuda" e "Bugiardo". Termini che sorprendono ancora di pi se messe in bocca a chi mi accusa di avere usato parole forti... SHALOM: L'elemento pi rilevante del suo libro l'analisi dell'azione della Santa Sede durante gli anni Trenta in Germania. Se Pio XII non fosse stato tanto desideroso di portare avanti la sua politica di concordati, i cattolici tedeschi avrebbero potuto condurre anche un'opposizione politica nei confronti del regime nazista. Sostanzialmente lei dice che se il Papa avesse avuto un'altra strategia diplomatica, forse non ci sarebbe stata la Seconda Guerra Mondiale... CORNWELL: Pio XII ha voluto a tutti i costi raggiungere un concordato con Hitler che riconoscesse il diritto della Santa Sede di applicare il Diritto canonico del 1917 anche in Germania. L'idea centralista del papato di Pio XII ha cos involontariamente indebolito la chiesa locale tedesca. Nel 1897 Pio IX aveva scritto un'enciclica contro la cosiddetta Kulturkampf prussiana, esimendo i cattolici tedeschi dall'obbedire alle leggi dello Stato. Quello che io ho voluto dire che se Papa Pacelli avesse dispensato i cattolici dall'obbedire ai nazisti, l'intera Storia del ventesimo secolo sarebbe potuta essere molto diversa. So che questa costituisce una grossa pretesa da parte mia, ma quanto viene chiaramente fuori dalla lettura dei documenti cui ho avuto accesso. Ne una riprova ulteriore l'opera dello storico Saul Friedlander che cita chiaramente la frase che Hitler pronunci dinanzi ai suoi ministri durante la prima riunione di gabinetto dopo la stipula del Concordato con il Vaticano: "Adesso grazie al Concordato abbiamo le mani libere per la persecuzione degli ebrei." Questo da solo un terribile atto di accusa nei confronti del Concordato stesso e di tutta la politica della Santa Sede. SHALOM: Cosa pensava Papa Pacelli, mentre iniziavano le persecuzioni nei confronti degli ebrei e anche degli stessi cattolici, visto che lei cita numerosi episodi in cui questi ultimi furono picchiati selvaggiamente dalle camicie brune hitleriane durante la prima applicazione del Concordato come anche in occasione dell'adunata di 25.000 cattolici tedeschi l'8 giugno del 1933 a Monaco? CORNWELL: Per rispondere a questa domanda dobbiamo ricordare che Pio XII cercava di raggiungere il concordato con i tedeschi fino dal 1919. abbastanza chiaro che questa sua ossessione gli fece dimenticare o ignorare le conseguenze del suo atto. SHALOM: Perch questo concordato era tanto importante per lui? CORNWELL: In Germania ogni singolo lander aveva degli accordi privati con il Vaticano per stabilire delle regole particolari nella scelta dei vescovi locali. Questo il motivo per cui egli and personalmente in Germania: l'affermazione dell'autorit papale in materia politica stava alla base della sua stessa idea di papato. Pio XII scrisse sull'Osservatore Romano che l'applicazione del Concordato corrispondeva esattamente ed unicamente all'affermazione in Germania del Diritto Canonico. Nei mesi successivi, per, ritengo che egli stesso abbia iniziato a preoccuparsi riguardo a quanto aveva fatto. Alcuni storici affermano che egli fu forzato ad agire cos dalle circostanze. Personalmente non lo credo. Penso che fu un errore compiuto per favorire la politica papale del ventesimo secolo e un suo ipotetico ruolo che avrebbe dovuto avere al centro delle potenze totalitarie. SHALOM: Gli storici affermano che Pio XII fu informato in ritardo delle persecuzioni razziali degli ebrei, dei cattolici polacchi, degli zingari. Lei crede che Pio XII potesse davvero non sapere quello che accadeva in tutta Europa? CORNWELL: Francamente mi domando come potesse non sapere. La documentazione che ho consultato parla chiaro: dal 1933 in poi il Papa era al corrente della persecuzione degli ebrei. Anche durante la cosiddetta 'Notte dei lunghi coltelli', quando furono uccisi cinque eminenti cattolici, come poteva il Papa non capire quello che stava succedendo? Come poteva non sapere quello che era accaduto durante la "Notte dei cristalli"? Nell'aprile del 1933, mentre stava negoziando i benefici per le scuole cattoliche, lui sapeva che gli ebrei venivano cacciati dalle scuole e dalle universit. C'erano rapporti dettagliati da parte dei vescovi riguardo agli ebrei come Edith Stein, convertitisi al cattolicesimo, che soffrivano quanto gli altri ebrei. Non posso non interrogarmi su come Papa Pacelli abbia potuto accettare dei benefici per la scuola cattolica dallo stesso governo nazista che nel frattempo riduceva i diritti degli ebrei. C' una sorta di complicit tra il Papa e Hitler che sembra sfuggire a molti. Inoltre, dopo le leggi di Norimberga del 1934, perch fu permesso ai preti di dare informazioni sulla popolazione sfruttando gli archivi delle diocesi dove erano conservati i registri? SHALOM: Vorrebbe dire che Pio XII si macchiato di qualche crimine ben pi grave del silenzio e dell'omissione di aiuti nei confronti degli ebrei? CORNWELL: Non si tratta di semplice conoscenza dei fatti, e non si tratta di mero silenzio. Tra Pio XII e i nazisti c'era una sorta di profonda complicit che nessuno ha mai voluto tirare fuori. SHALOM: Cosa motiv questa 'complicit' con Hitler? CORNWELL: Due elementi, soprattutto; volgendo uno sguardo d'insieme su tutta la sua vita e la sua carriera, posso affermare che egli non consider mai davvero un oltraggio morale quello che veniva fatto agli ebrei. Inoltre, pens che i cattolici avrebbero potuto andare incontro a dei guai se avessero difeso gli ebrei. Pio XII considerava questi ultimi i veri responsabili dei loro problemi. Secondo lui, questi avevano tentato di abbattere la civilt cristiana e la Chiesa cattolica tramite una cospirazione internazionale. Credeva dunque che i cattolici non dovessero rischiare nulla per difendere gli ebrei dai nazisti. C' anche un altro elemento: Pio XII era convinto di dovere favorire in tutti i modi la centralizzazione della Chiesa cattolica che era nell'occhio del ciclone - almeno lui riteneva cos - di forze centrifughe destinate altrimenti a distruggerla. Andare di pari passo con la diffusione del nazismo in Germania - secondo lui - avrebbe evitato una possibile divisione all'interno dei cattolici tedeschi e quindi avrebbe reso pi forte la sua Chiesa. SHALOM: Eppure molti sacerdoti e molte suore si prodigarono in favore dei perseguitati dai nazisti, spesso pagando con la vita il prezzo delle loro scelte ... CORNWELL: Sono contento che lei abbia citato queste persone, perch l'importanza della loro azione sta nel fatto che in maniera nobile e coraggiosa rifiutarono l'idea di avere un legame con il nazionalsocialismo al punto di andare contro la politica di Pio XII. Non erano molti, costituivano piuttosto delle eccezioni all'interno di una minoranza. Questo perch i tedeschi in genere hanno un profondo senso dell'obbedienza e perch i cattolici intuivano che il concordato aveva in qualche maniera soddisfatto il loro desiderio di potersi sentire finalmente completamente tedeschi, dimenticando cos il retaggio dell'enciclica contro la Kulturkampf. SHALOM: Il professor Riccardi, presidente della Comunit di Sant'Egidio, dichiara che lei non ha visionato alcun documento nuovo e che il suo libro sfrutta elementi gi noti agli studiosi. Quali sono i documenti consultati per arrivare ad una conclusione che rischia di riscrivere la storia del ventesimo secolo, e come mai nessuno se ne era accorto prima? CORNWELL: Molte persone all'interno del Vaticano hanno potuto leggere quello che ho visto io: pi corretto sarebbe domandarsi perch nessuno di questi ha ritenuto opportuno che il mondo venisse a conoscenza dell'operato del Papa prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ancora nella primavera di quest'anno mi stato fatto sapere che veniva considerato illegale che io pubblicassi questo libro fondato sul materiale cui avevo avuto accesso. Gli archivi vaticani della Segreteria di Stato sono stati aperti per la prima volta nel 1997 ed io avevo il numero 1 sul cartellino che mi autorizzava ad entrare in quel palazzo dove - mi si diceva - nessuno era mai stato prima. Ad ogni modo posso affermare che il materiale non tutto consultabile, e ci sono ancora numerose sorprese nascoste negli archivi. Del resto nessuno ha mai messo in dubbio l'autenticit del materiale che ho pubblicato. La cosa pi incredibile che io stesso ho trovato sessanta lettere - che nessuno aveva letto prima di me - di Francis D'Arcy Osborne, l'ambasciatore inglese presso la Santa Sede, e della persona che le aveva ricevute. Personalmente ho trovato patetico che una lettera fortemente antisemita di Pio XII fosse stata scritta da qualcun altro, mentre lui aveva semplicemente apposto la sua firma. Questo libro il primo che consente una lettura completa di tutti i documenti riguardo Pio XII. La Storia non una gara podistica; non mi interessa se sono stato il primo a leggere queste carte e se ci sono stati altri prima di me e chi sono stati. La domanda che rimane : perch prima di me nessuno ha pensato di pubblicare questi documenti? tutto autentico, vero e riscontrabile; perch allora, proprio nell'anno in cui si doveva beatificare Pio XII, nessuno ha mai avuto l'idea di portare dinanzi all'opinione pubblica mondiale la vita di un uomo che doveva diventare Santo? SHALOM: Cosa pensa del libro di Padre Pierre Blet su Pio XII e la Seconda Guerra Mondiale, volume citato anche da Giovanni Paolo II per rispondere alle domande sui rapporti tra Pio XII e il nazismo? CORNWELL: Quello di Padre Blet non si pu davvero chiamare un saggio. Ci che ha fatto stato aggiungere una semplice introduzione ai documenti che aveva estrapolato dalle carte conservate presso l'Archivio vaticano. Davvero niente di pi. SHALOM: Il libro di Padre Blet si chiude con il riferimento allo storico israelita Pinchas Lapide che sosteneva fossero circa 850.000 gli ebrei salvati dall'opera di Pio XII. Cosa pensa di tale affermazione? CORNWELL: Bisogna ricordare che Lapide scrisse il libro mentre era alla disperata ricerca di stabilire un rapporto diplomatico con il Vaticano: temo che fossero ben altre questioni a motivare le sue belle parole nei confronti della Chiesa cattolica. Ad ogni modo bisogna dare merito a tutti coloro che dall'interno della Chiesa aiutarono come fu loro possibile gli ebrei. innegabile che Pio XII aiut alcuni ebrei (anche se non arriverei ai numeri citati da Lapide) ed anche altrettanto dimostrabile che fece molte cose che favorirono l'ascesa di Hitler al potere dimenticando di citare e condannare l'Olocausto durante il famoso messaggio radiofonico del Natale del 1942 in cui, invece, sembr negare l'evidenza delle cose. Entrambe le proposizioni sono vere e la vita piena di simili contraddizioni. Dire che non possiamo criticare la sua politica solo perch ha salvato alcune vite umane attraverso aiuti umanitari davvero assurdo. Questo non lo pu certo mettere al riparo dalle critiche riguardo la sua responsabilit politica a proposito dell'avvento del nazismo in Europa. SHALOM: La natura di questi aiuti umanitari dipendeva da lui? CORNWELL: Quello che sicuro che diede personalmente l'autorizzazione affinch alcuni ebrei e perseguitati politici potessero nascondersi in alcuni conventi e in case di congregazioni ecclesiastiche che godevano dell'extraterritorialit rispetto allo Stato italiano. SHALOM: Non le sembra una contraddizione? CORNWELL: Assolutamente no. Pio XII faceva per gli ebrei quello che avrebbe fatto per qualsiasi altro essere umano, ma il suo aiuto non mai andato oltre l'intervento umanitario. Non avrebbe fatto n rischiato mai nulla in loro favore che andasse oltre l'aspetto dell'emergenza. E di sicuro non si sentiva partecipe di quello che succedeva agli ebrei in Germania e nei campi di concentramento. SHALOM: Cosa pensa del fatto che molti gerarchi nazisti fuggirono in America del sud grazie ai passaporti rilasciati dal Vaticano? CORNWELL: Non credo che ci fosse un'organizzazione preposta alla fuga di costoro. Altri giornalisti famosi, incluse molte persone che conosco, hanno fallito nel dimostrare che il Vaticano avesse predisposto una via di fuga per i nazisti. Anche la CIA si occupata di questa materia in relazione all'oro di Hitler e non ha trovato prove di tutto questo. Per nell'edificio romano di S. Gerolamo degli Illiri furono salvati degli Ustascia croati, ed quasi certo che il Vaticano abbia trattenuto per s una notevole quantit dell'oro e del denaro che proveniva dallo Stato croato. L'origine di quelle ricchezze, almeno in parte, era dovuta all'omicidio sistematico di 340.000 cristiani ortodossi serbi e di almeno 30.000 ebrei. SHALOM: Il Vaticano ha rinviato la beatificazione di Pio XII che, quindi, non sar Santo nel Duemila. Crede che l'uomo che lei ha conosciuto attraverso tali documenti riservati, meriti questo onore? CORNWELL: No. Ovviamente ritengo che Pio XII non meriti di assurgere agli altari della beatificazione. Sarebbe una tragedia se venisse fatto Santo, perch significherebbe iniziare il Terzo millennio della cristianit con un'atroce bugia. Santit significa indicare come esempio dinanzi a tutti un individuo che dovremmo emulare. I santi, in genere, sono esempi su come ci si dovrebbe comportare. Io penso invece che persone come Pacelli non siano esempi da seguire. Dobbiamo imparare da lui per capire quali tremendi errori egli abbia compiuto - e insieme a lui anche tutta la Chiesa cattolica - durante il ventesimo secolo. Ma beatificarlo equivarrebbe a confermare pervicacemente quei tremendi errori ed approvare la sua dissennata politica quale Pontefice e come Nunzio apostolico in Germania. SHALOM: Come avrebbe potuto 'redimersi' Pio XII dai suoi errori? CORNWELL: Se dopo la guerra avesse spiegato e chiesto scusa per le sue azioni dinanzi alla mia generazione di cattolici, forse si sarebbe potuto redimere. Se quanto afferma Padre Blet fosse vero, il Papa avrebbe potuto dire di fronte al mondo che taceva per timore che accadesse qualcosa di peggiore qualora egli avesse agito. Quando era ormai fuori pericolo dopo la fine di Hitler, egli aveva il dovere morale di spiegare quanto aveva fatto, e diventare una sorta di testimone morale del suo tempo. Ma non l'ha mai fatto. Quello che ha fatto, invece, stato propagandare presunti discorsi in favore degli ebrei ed una lotta per la loro difesa. Ha avuto il cattivo gusto di dire queste bugie di fronte ad una delegazione di ebrei che lo incontrarono negli anni Cinquanta. Questo fu assolutamente ipocrita, perch disse di avere fatto qualcosa che in realt non fece mai. Inoltre, cos facendo, ha privato per sempre le giovani generazioni cattoliche della sua testimonianza apostolica e di una credibile presenza della Chiesa negli avvenimenti tragici legati alla Seconda Guerra Mondiale