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nov 17, 2004 |
Storia millenaria,  |
redazione

Notizie sugli Ebrei in Sardegna


Le notizie vengono da diverse voci dell'Encyclopaedia Judaica e dalla voce "Ebrei in Sardegna" della Grande Enciclopedia della Sardegna (Newton Compton/Edizioni della Torre 2002 - ISBN 88-8289-7-748-6) curata da Francesco Floris, e da altre letture.

La prima attestazione di Ebrei in Sardegna data dalla notizia, riportata da Tacito, Svetonio, Dione Cassio, Giuseppe Flavio, che 4.000 Ebrei vi erano stati deportati nel 19 EV per ordine di Seiano, ministro di Tiberio, a seguito della frode che Fulvia, moglie del senatore Saturnino e convertita all'Ebraismo, aveva subito da un correligionario. Questi si era impegnato a portare, insieme con altri tre Ebrei, i suoi doni in oro e porpora al Tempio di Gerusalemme, ma non lo fece mai, e la truffata donna convinse il marito ad interessare l'imperatore Tiberio.

L'arrivo di quegli Ebrei in Sardegna commemorato dal monumento che Elio Moncelsi ha fatto a La Caletta, frazione di Siniscola, provincia di Nuoro, e di cui ho parlato in questi tre post: [1], [2], [3].

probabile che siano stati proprio costoro ad insegnare ai Sardi a chiamare il Venerd _chenpura_ (in Logudorese) o _cenbara_ (in Campidanese): S. Agostino ci informa che gli Ebrei, quando parlavano in Latino, chiamavano la Vigilia di una Festa o del Sabato "coena pura" (quella che nel Greco dei Vangeli detta _paraskeue_, cio "preparazione").

Il Logudorese non avrebbe fossilizzato una pronuncia con la "c" dura se il vocabolo non fosse stato molto antico, e si ritiene che gli Ebrei portati in Sardegna fossero in buona parte di origine africana, dato che S. Agostino viveva l.

Si sono inoltre trovate iscrizioni ebraiche in Sardegna, specialmente a Sant'Antioco, ove si trova anche una catacomba ebraica di epoca romana; si suppone che la condizione degli Ebrei in Sardegna fosse simile a quella dei loro correligionari di tutto l'Impero, ovvero di relativa tranquillit fino a quando il Cristianesimo non divenne religione di Stato.

Nel IV Secolo EV era possibile individuare nuclei ebraici a Caralis, Sulci e Tharros; e nel 599 EV un Ebreo convertito di nome Pietro entr nella Sinagoga di Cagliari la Domenica della Pasqua (cristiana) insieme con una marmaglia e profan la Sinagoga deponendo ai piedi dell'Aron ha-Qodesh la sua veste battesimale, un crocifisso ed un'immagine della Vergine. L'episodio noto dalla corrispondenza di Papa Gregorio Magno, il quale, interpellato dagli Ebrei, ordin che i Cristiani riparassero a questo gesto.

Un grande poeta liturgico ebreo Eleazar ha-Kallir, e poich della sua vita si sa pochissimo (neppure il secolo in cui visse noto), si supposto che il suo cognome indicasse un'origine cagliaritana. Ma non vi stupite se le citt che si vantano di avergli dato i natali sono una mezza dozzina sparse in tutto il Mediterraneo.

Da allora fino al 1326, quando l'isola divenne dominio aragonese (la spedizione fu finanziata anche grazie ad un tributo straordinario imposto nel 1323 agli Ebrei aragonesi), la condizione ebraica fu abbastanza buona, salvo che per alcuni tumulti ad Oristano e nel Giudicato di Arborea di cui gli Ebrei fecero le spese venendone espulsi.

Gi nel XIII Secolo era possibile individuare dei mercanti ebrei provenienti da Barcellona e da Pisa che frequentavano regolarmente Cagliari ed Iglesias; nel 1271 fu fondato a Cagliari il quartiere di Castello, e la presenza ebraica nella citt divenne pi stabile.

Un'ipotesi che Menachem E. Artom cita per disapprovarla che in questo periodo molti Ebrei sardi si fossero fusi con la popolazione cristiana dell'isola, lasciando qualche traccia nel folklore (non camminate a piedi nudi sul sagrato di una chiesa sarda: potreste ferirvi con i cocci dei piatti che vengono rotti quando si celebra un matrimonio) ed in nomi di persona e luogo.

Prova indiretta sarebbe il fatto che gli Aragonesi avrebbero trovato assai meno Ebrei del previsto quando s'impossessarono dell'isola. Ma trovarono comunque il modo di vietare temporaneamente agli Ebrei di stabilirsi ad Iglesias.

Nel primo secolo di dominio aragonese, gli Ebrei stavano abbastanza bene, tant' vero che molti immigrarono dalla penisola iberica dopo il 1324, attirati dalle esenzioni promesse dal re; Cagliari, Sassari ed Alghero ebbero delle comunit importanti, rette da funzionari eletti dai loro membri, che dirimevano le controversie civili tra gli Ebrei ed anche le piccole cause tra Ebrei e Cristiani.

- La comunit di Cagliari si svilupp in Castello, attorno all'antica via della Fontana, dove sorse anche la sinagoga dove oggi la basilica di Santa Croce. Si tratt della comunit pi numerosa, inserita profondamente nella nascente comunit catalano-aragonese del Castello, ed esercit un notevole ruolo economico. La comunit aveva ordinamenti propri (Re Alfonso 4to le concesse lo Statuto nel 1335) e una certa autonomia nei confronti del Comune e per un lungo periodo godette di una relativa tranquillit. Molti Ebrei della citt erano mercanti; altri erano tessitori, fabbri, argentieri, medici.

- La comunit di Sassari si svilupp dopo il 1340 nel quartiere di San Nicola, in prossimit delle mura, e arriv ad avere qualche centinaio di unit facenti capo a una quarantina di famiglie. La convivenza con la comunit cristiana fu buona e gli ebrei andarono inserendosi nel tessuto urbano confondendosi con i cristiani.

- La comunit di Alghero si svilupp dopo il 1354 e ricevette un forte nucleo di famiglie dopo il 1370, cos che alla fine del secolo XV contava circa 700 unit. Gli ebrei di Alghero risiedevano in prossimit delle mura, tra la torre della Maddalena dove era la Sinagoga (costruita nel 1381 ed ingrandita nel 1438; il cimitero fu fondato nel 1383 ed ampliato nel 1435) e i bastioni di Santa Barbara. Si inserirono perfettamente nella societ algherese e alcuni di loro (Carcassona) ricoprirono anche uffici nell'amministrazione reale.

- La comunit di Iglesias si svilupp nel primo trentesimo del secolo XIV. Si tratt di una comunit non numerosa ma piuttosto organizzata e ricca, interessata soprattutto all'attivit mineraria e allo sviluppo della zecca. I rapporti con la comunit cristiana furono buoni e regolati dal Breve di Villa di Chiesa.

Un Ebreo di Majorca che ebbe relazioni commerciali con la Sardegna fu Don Jucef Faquim (Josef Chaqim), stabilitosi appunto a Majorca nel 1332, che nel 1365 aveva avuto il coraggio di chiedere al re di essere esentato dalle tasse in quanto la mercatura era un mestiere estremamente rischioso, e nel 1370 forn il vettovagliamento all'esercito aragonese di stanza in Sardegna (che stava combattendo contro il Giudicato di Arborea retto da Mariano 4to di Bas Serra).

Un Ebreo sardo ricordato dall'Encyclopaedia Judaica Bonjudas Bondavin, che era stato tra il 1381 ed il 1389 archiatra della Regina Maria di Provenza, a Marsiglia, e si stabil nel 1390 ad Alghero. Godette del favore del Re Martino 2do d'Aragona e, bravo anche come talmudista, sarebbe poi divenuto rabbino di Cagliari.

Altri Ebrei algheresi ricordati dall'Encyclopaedia Judaica sono Vidal de Santa Pau, che nel 1423 finanzi la ricostruzione delle mura cittadine (ed in esse si trova tuttora la "Torre de l'Hebreu", visitabile), ed i fratelli Samuel e Nino Carcassona (la loro famiglia aveva dovuto lasciare l'omonima citt francese nel 14mo Secolo) vettovagliavano le galere (le navi, s'intende) del Re ed erano i cassieri del suo esercito. Il Re apprezz cos tanto i loro servigi da consentire alla sinagoga della citt di adornarsi del blasone reale.

La famiglia Carcassona avrebbe continuato a godere del favore reale con Maimon, che ospitava il vicer quando visitava Alghero, e con Moses, il pi ricco proprietario immobiliare del quartiere ebraico e l'esattore delle tasse e delle imposte.

Ma dal 1430 in poi la situazione peggior: fu imposto lo sciamanno, salvo che ad Alghero (l'esenzione del 1451), fu vietato agli Ebrei di indossare gioielli e fu imposto loro di calzare solo scarpe nere; fu loro vietato di commerciare durante le feste cristiane e di impiegare personale cristiano. Fu vietata l'immigrazione ebraica nell'isola, e nel 1485 gli Ebrei furono dichiarati propriet reale e posti sotto la giurisdizione di un funzionario dedicato. Fu per giunta vietato loro di esportare alcun bene o merce dall'isola.

Sebbene agli Ebrei cagliaritani fosse stato concesso di allargare il loro quartiere nel 1483, nel Luglio 1492 l'espulsione degli Ebrei dai domini dei Re cattolici impose l'esilio agli Ebrei sardi. Molti di loro si stabilirono temporaneamente nel Regno di Napoli, altri in Nordafrica od in Turchia; Menachem E. Artom sostiene che a Costantinopoli (pardon, Istanbul) ancora diffuso il cognome "Sardaigna", che tradisce l'origine delle famiglie. La Sinagoga di Cagliari divenne l'attuale Chiesa della Santa Croce.

Alcuni Ebrei per si convertirono al Cristianesimo, tra cui i membri della famiglia Carcassona, che avrebbe ricoperto per un po' un ruolo importante nella vita pubblica isolana.

In Sardegna fu fondata l'Inquisizione nel 1492, ed il suo primo inquisitore fu Micer Sancho Mardia. C' da dire che l'Inquisizione in Sardegna fu tanto avversata che nel 1500 il suo amministratore fu assassinato a Cagliari da una persona che egli aveva ridotto in miseria. Ma gi all'inizio del 16mo Secolo essa aveva praticamente privato l'isola dei giudaizzanti.

Dopo la "perfetta fusione" del Regno di Sardegna col Ducato di Savoia nel 1847 e la concessione dello Statuto nel 1848, degli Ebrei provarono a stabilirsi in Sardegna, ma non crearono mai una comunit, tant' vero che ora l'isola fa parte della giurisdizione della Comunit di Roma.

Non so se si riuscirebbe a costituire un _minyan_ con gli Ebrei che vivono nell'isola d'inverno; Ebrei che vissero nell'isola e che l'Encyclopaedia Judaica ricorda sono Giuseppe Levi (1872-1965), neuroanatomista che fu professore a Sassari; Emanuele Pugliese (1874-?), che nel 1931 era diventato Comandante della Regione Militare Sardegna, Doro Levi (1895-?), archeologo, professore a Cagliari e Sovraintendente alle Antichit della Sardegna tra il 1935 e le Leggi Razziali - dopo la Seconda Guerra Mondiale avrebbe condotto scavi anche a Cesarea.

Della Sardegna si interess anche Carlo Levi, ma credo che l'Ebreo italiano che l'abbia conosciuta meglio sia stato l'archeologo Sabatino Moscati (1923-1997), grande studioso della civilt punica, come appare da questa bibliografia, che per si era convertito al Cristianesimo.

L'argomento "Ebrei in Sardegna" tornato recentemente d'attualit, ed un'interessante pagina Web sull'argomento, redatta da Mauro Perani, questa.