Capitolo III
Il matrimonio nel Midra'sh

Introduzione

Il termine Midra'sh deriva dalla radice dara'sh, che ha il significato di cercare, investigare e quindi spiegare il significato di una parola o di un passo biblico.

La parola Midra'sh compare gia' due volte nella bibbia con il significato di libro, opera scritta.

Nel libro delle cronache e' detto:

E il resto dei fatti di Avia' e le sue vie e le sue parole, sono scritte nel Midra'sh del profeta Iddo'.

Sempre nello stesso libro, si rimanda ad un Midra'sh del libro dei re, per quanto riguarda la storia dei figli di Joas re di Giuda, della raccolta di denaro da loro fatta e della ricostruzione del tempio.

I due esempi lascerebbero intendere che, nell'epoca di composizione delle cronache (intorno al 300 a.e.v.), era gia' apparsa una prima letteratura midrashica, la quale veniva assunta come fonte.

Il Midra'sh si sviluppa in due forme ben distinte, una, limitata all'interpretazione legale, normativa e casistica della scrittura, denominata Halacha', l'altra, Haggada'h, volta a spiegare il testo biblico con l'ausilio di leggende, di racconti, di allegorie e di riflessioni morali.

Il primo termine deriva dal verbo hala'ch ed indica letteralmente il cammino, il procedere, cioe' descrive le regole di condotta che l'ebreo deve seguire nei suoi rapporti con il signore e con il prossimo.

Nel pensiero del cassuto l'Halacha' designa l'insieme degli elementi giuridici della dottrina giudaica, come via da percorrere conformemente ai precetti della Torah. Tutte le norme che l'Halacha' elaborava erano collegate al testo sacro e considerate come da esso generate. Per quelle norme che non potevano essere connesse al testo, si faceva riferimento ad una legge oralmente trasmessa da Moshe' sul Sinai. (Halacha' Le-Moshe Mi-Sinai)

Con l'altro termine, Haggada'h, (dal verbo higghid, dire, narrare) si intendono in senso lato racconti, sentenze morali, detti sapienziali, omelie, narrazioni storiche, mitiche o leggendarie.

Vengono indicati come haggadici tutti gli elementi non legali (non halachici) dell'esegesi midrashica.

Le due componenti non sono in ogni caso in contrasto, bensi' si integrano e si completano tra di loro.

L'Haggada'h realizza e definisce il discorso della Halacha', rendendola piu' vicina e comprensibile all'intelletto e al sentimento umano.

Il Midra'sh ha origini antichissime, gia' nella bibbia si possono trovare vari esempi. Il nome No'ach, che significa quiete, riposo, lo si fa derivare dalla parola nacha'm che significa consolare. Ha uno sviluppo consistente in epoca ellenistica e in quella romana, si consolida nella Mishnah e nel Talmud e viene infine redatto per iscritto, nelle forme a noi pervenute, in eta' medievale.

La cronologia midrashica, con le sue incertezze, si puo' dividere in tre successioni:

  1. Periodo degli scribi, dal 400 a.e.v. Al 10 d.e.v.
  2. Periodo dei tannaiti, fino a circa il 220 d.e.v.
  3. Periodo degli ammoraiti, fino a circa il 500 d.e.v.

Successivamente all'epoca tannaitica e alla redazione finale del Talmud babilonese, la produzione midrashica continuo' nel medioevo fino alla fine del periodo dei Gheonim (1040 d.e.v) ed oltre. Molte opere che sono alla base di movimenti mistici, per esempio lo Zohar, possono essere considerate veri e propri Midrashim.

Quattro furono i metodi esegetici usati dai nostri maestri, indicati dalle iniziali della parola parde's (paradiso)

  1. Pescia't (semplice): interpretazione letterale.
  2. Re'mez (allusione): interpretazione allegorica.
  3. Dara'sh (investigare): interpretazione omiletica.
  4. Sod (mistero): interpretazione esoterica.

Queste le opere piu' estese di letteratura midrashica: il Midra'sh Rabba' (il grande Midra'sh) che e' un commento haggadico sulla Torah e sulle cinque Meghilloth, compilato nel periodo che va dal V al X secolo; il Tanchuma', interpretazioni di tipo omiletico sulla Torah, scritto da un dottore palestinese, Tanchu'm Bar Abba', vissuto verso la fine del IV secolo; la Pesikta', scritta da Rav Kaana', sulle feste e sui sabati segnalati, redatta nel VI secolo. Infine abbiamo il Sefer Ha-Iashar, storia da Adamo fino all'epoca dei giudici, redatto nell'Italia meridionale fra l'XI ed il XII secolo ed il Tanna' Debe-Eliahu', considerato la perla della letteratura haggadica (redatto anch'esso nell'Italia meridionale nella seconda meta' del secolo x e basato su fonti precedenti).

La grande importanza che hanno avuto per i nostri maestri sia la vita matrimoniale che la donna nell'ambito familiare, spiega la ragione dei numerosi Midrashim riguardanti questi argomenti.

Il matrimonio nel Midra'sh Haggada'h e nel Talmud

Troviamo scritto nella bibbia:

Chi ha trovato una donna, ha trovato del bene,

E in un altro passo:

Io trovo la donna piu' amara della morte.

Questi versi vengono cosi' commentati nel trattato di Berachot:

Quando in Erez-Israel un uomo sposava una donna gli si diceva: Mazza' (ha trovato) o Mozze'? (io trovo). (facendo chiaro riferimento hai due passi suddetti).

Il verbo mazza' implica l'azione soggettiva dell'uomo alla ricerca del bene, invece nella parola mozze' e' il soggetto che riflette su determinate situazioni, sia negative che positive, in cui viene ha trovarsi.

Apparentemente questi due versetti sembrano in contraddizione tra loro. I nostri maestri propongono la seguente interpretazione: quando l'uomo dopo aver trovato la donna della propria vita le dedica tutte le proprie attenzioni e non ne cerca altre, allora si puo' affermare che quest'uomo ha trovato il bene della sua vita. Al contrario, se rivolge il suo pensiero verso altre donne, rimarra' insoddisfatto del suo modo di vivere e per lui la donna diverra' alla fine piu' amara della morte stessa.

Era convinzione comune che i matrimoni venissero stabiliti dal signore ancor prima della nascita degli sposi. Infatti troviamo scritto:

Disse Rav Yeuda' a nome di Rav: quaranta giorni prima della formazione del feto, una voce celeste esce (in giro per il mondo) e dice: la figlia di costui (sposera' il figlio) di quest'altro.

Con questa parabola un'altra fonte midrashica affronta cosi' il problema:

Una matrona romana interpello' Rabbi' Iossi', figlio di Calafta', dicendogli: in quanti giorni il santo benedetto egli sia ha creato l'universo? Gli disse: in sei giorni, com'e' scritto: poiche' in sei giorni ha fatto il signore il cielo e la terra. Lei soggiunse: e che fa da allora fino adesso? Il rabbino le rispose: il santo benedetto egli sia sta combinando matrimoni, unendo la figlia di questo con il figlio di quest'altro ... ed e' questa la sua occupazione? Rispose la matrona, anch'io posso fare la stessa cosa, possiedo moltissimi schiavi e moltissime schiave, in pochissimo tempo potrei accoppiarli. Se ai tuoi e' cosa facile, rispose il rabbino, per il santo benedetto egli sia, e' difficile quanto dividere il mar Rosso. Detto cio' se ne ando'.

Che fece la matrona? Riuni' mille schiavi e mille schiave, li pose in fila ed indico' ad ognuno il compagno da prendere e li sposo' tutti in una sola notte. Il giorno dopo gli schiavi si presentarono dinanzi alla matrona, chi con la testa ferita, chi con un occhio pesto, chi con un braccio rotto e chi con una gamba rotta. Cosa vi e' successo? Domando' la padrona. Una schiava disse: io non voglio costui; e un altro schiavo disse: io non voglio costei. La matrona mando' a chiamare il rabbino e gli disse: non c'e' D-o come il vostro e la vostra Torah e' vera, cio' che mi dicesti e' proprio giusto. Il rabbino cosi' rispose: non ti avevo forse detto che se la cosa e' facile ai tuoi occhi, e' invece difficile al santo benedetto egli sia come dividere il mar Rosso . Come e' detto: Il signore fa dimorare i solitari in casa e fa uscire i prigionieri con forza. Cosa significa con forza? (ba'cosharot), bechi (con pianto) e shirot (con canti). Chi accetta il decreto di D-o (sposando un donna destinatagli), a lui si riferisce con canti, chi non accetta questa volonta' (si sposera') con pianto.

Ez-yosef cosi' spiega il versetto su indicato:

Fa dimorare i solitari in casa (si riferisce a coloro che accettano la volonta' di D-o); il signore prende l'uomo solo e la donna sola, li fa sposare e li fa dimorare insieme in un'altra casa. Fa uscire i prigionieri con la forza (si intende all'uomo che non accetta il decreto divino); il signore li fa uscire dalle loro case come prigionieri e contro la loro volonta' li fa sposare. Chi esegue il volere di D-o ed e' contento di sposarsi, intona canzoni di gioia, viceversa chi non vuole, piange.

Vi e' ancora un altro Midra'sh che ci narra come le scelte matrimoniali siano manovrate dal signore:

Si racconta, a proposito del re Salomone, che aveva una figlia bellissima e non ve ne era un'altra come lei in tutto il paese di Israele. Il re scruto' fra gli astri per sapere chi avrebbe sposato e gli fu rivelato che lo sposo di sua figlia sarebbe stato un povero, fra i piu' poveri di Israele. Cosa fece il re Salomone? Costrui' una torre altissima nel mare, circondata tutta intorno dalle acque, prese sua figlia e la mise in questa torre insieme a settanta eunuchi fra gli abitanti di Israele a farle da guardia.

La torre era priva di entrata, in modo che nessuno potesse accedervi e la riempi' di abbondanti provviste. In quel periodo vi era un povero ebreo, nudo, scalzo, affamato ed assetato, che girovagava di notte per le vie del paese. D'improvviso vide una carogna di un bue abbandonata in un campo e si infilo' tra le sue costole per ripararsi dal freddo. Mentre il poveretto stava dormendo, venne un grosso uccello, afferro' la carogna e la porto' fin sopra il terrazzo della grande torre che aveva fatto costruire il re Salomone.

Quando spunto' l'alba, la ragazza, come era solita fare tutti i giorni, usci' dalla camera per fare una passeggiata sul terrazzo. Subito vide il povero ragazzo. Chi sei? gli chiese, da dove vieni? Il ragazzo rispose: sono un ebreo e vengo da Acco, un grosso uccello mi ha portato fin qui! cosa fece la ragazza? Lo prese, lo condusse nella sua camera, lo lavo', lo vesti', lo rifocillo' ed improvvisamente apparve bellissimo come nessun altro ragazzo in tutto Israele. La ragazza se ne innamoro' con tutto il cuore e con tutta l'anima. Il ragazzo era intelligente, acuto e dotto. La figlia del re gli disse: vuoi consacrarmi come moglie? e lui rispose: certo! cosa fece allora il ragazzo? Si tolse del sangue, con una parte di esso scrisse la Ketubah e il rimanente glielo dono' come dote. La consacro' dicendo: D-o oggi e' testimone del nostro matrimonio insieme agli angeli Michael e Gavriel.

Dopo un po' la ragazza rimase incinta. Vedendola in queste condizioni gli eunuchi le dissero: sembra che tu sia incinta! la ragazza rispose: si, infatti lo sono. Questi le chiesero sbalorditi: e con chi e' successo? e la ragazza rispose: cosa importa a voi? Un grande spavento travolse tutti gli anziani. Mandarono a chiamare il re Salomone il quale prese subito una nave e, raggiunta la torre, fu messo al corrente dell'accaduto. Il re chiamo' sua figlia chiedendogli ragione del fatto. La fanciulla cosi' rispose: il santo benedetto egli sia mi ha portato un ragazzo bello, buono, studioso e dotto, il quale mi ha consacrato in moglie. Il ragazzo fu fatto chiamare ed in presenza del re, mostro' la Ketubah che aveva scritto con il sangue. Il re chiese informazioni sui genitori del ragazzo, sulla sua famiglia e da quale citta' provenisse. Allora il re intui' da queste risposte, che era proprio lui lo sposo indicato dagli astri, rimase contento di tutto cio' e disse: benedetto il signore che da' la donna all'uomo.

Dalla bibbia stessa impariamo che e' la volonta' di D-o a decidere l'unione tra un uomo e la sua donna:

Disse Rav a nome di Rabbi' Reuven Istroboli: dal Pentateuco, dai profeti e dagli agiografi impariamo che e' D-o ad unire un uomo ed una donna.

Dal Pentateuco come e' detto:

Risposero Labano e Betuel e dissero: dal signore e' uscita la cosa (nella quale fu stabilito il matrimonio tra Isacco e Rebecca).

Dai profeti:

E suo padre e sua madre non sapevano che dal signore fu decisa (a proposito di Sansone che voleva sposarsi con una donna filistea, nonostante il parere contrario dei genitori).

Dagli Agiografi, come e' detto:

La casa e la ricchezza sono eredita' paterna, ma dal signore riceviamo una donna saggia.

Spiega Ez-Yosef:

Non per un caso, sposiamo un donna buona e saggia, ma per grazia di D-o.

E' interessante notare la parte finale di questo Midrash:

A volte e' lui che va verso la sua sposa, altre volte e' la sposa ad andare incontro a lui. Riguardo Isacco, e' la sua donna che le viene incontro, come e' detto: 'guardo' e vide che i cammelli venivano' (insieme a Rebecca). In quanto a Giacobbe, e' lui stesso ad andare verso la sua donna. Come e' scritto: e usci' Giacobbe da Beer-Sheva.

In ogni modo la preghiera dell'uomo poteva influire sulla volonta' divina, anche per la scelta concernente il sesso del nascituro.

Tuttavia ognuno sposa la donna che si merita, come e' sostenuto nel seguente brano:

Disse Rav Shemuel figlio di Isacco: quando Resh Lakish apri' (il libro) di Sota' cosi' disse: non si fa sposare un uomo altro che per le sue azioni, come e' detto: poiche' non faro' posare lo scettro di malvagita' sulla sorte dei giusti, affinche' i giusti non siano indotti a stendere le loro mani sull'iniquita'.

Secondo Maarsha' lo scettro non e' altro che la famiglia, infatti un uomo sposa una donna secondo i principi morali della sua famiglia. La parola beavlata', (iniquita') si riferisce invece alla sua donna (beulata')

Questo passo vuole quindi insegnarci che un uomo onesto sposera' una donna onesta e viceversa.

Di solito il grande amore dell'uomo era per la prima moglie, come appare nel seguente brano:

Disse Rabbi' Jochanan: quando ad un uomo muore la prima moglie e' come se venisse distrutto il sacro tempio durante la sua vita. Come e' detto: o uomo, ecco io prendo da te la cosa piu' desiderabile ai tuoi occhi come punizione, non farai lutto, non piangerai e non sgorgheranno piu' le tue lacrime.

Dato che, l'uomo non trova soddisfazione altro che per la sua prima moglie, secondo Maarsha', il dolore che ne prova e' talmente grande ed inconsolabile che e' simile a quello della distruzione del santuario.

Ed e' scritto ancora:

E la mattina parlavo al popolo e mia moglie mori' di sera.

Troviamo inoltre:

Ed ecco io distruggero' il mio santuario, superbia della vostra forza, desiderio dei vostri occhi.

Leggiamo nel Talmud:

Disse Rabbi' Alecsanderi: quando la moglie di un uomo muore e questo e' ancora in vita, il mondo per lui si oscura,come e' detto, la luce si oscurera' nella sua tenda e il suo lume si spegnera' su di lui.

La sua tenda non e' altro che sua moglie,la quale emana verso il suo uomo luce di gioia e di felicita'.

Impariamo sempre dal Talmud:

Ha insegnato Rav Yeuda' a Rav Izchak suo figlio: un uomo non trova altra soddisfazione altro che nella sua prima moglie. Come e' scritto: sia benedetta la tua fonte d'acqua e rallegrati con la donna della tua giovinezza.

L'uomo deve avere la massima considerazione e stima per la propria donna. Cosi' ci insegnano i nostri maestri:

Chi ama sua moglie come se' stesso, la onora piu' di se' stesso, indirizza i suoi figli e le sue figlie sulla retta via e li fa sposare subito dopo la puberta', a lui si riferisce il versetto, e saprai che la pace e' nella tua tenda.

Il motivo per cui deve onorare sua moglie piu' di se stesso, comprandole vestiti e cose simili, e' perche' la donna deve indossare abiti piu' seri e meno appariscenti rispetto a quelli dell'uomo (Nimuke'-Yosef) ed anche perche' la donna e' piu' criticabile rispetto all'uomo per il suo abbigliamento.

Troviamo scritto in un altro trattato:

Disse Rabbi' Chelbo': l'uomo sia sempre attento all'onore di sua moglie, dato che nessuna benedizione puo' esservi nella casa di un uomo, altro che per merito della propria moglie'. Come e' detto: ed Abramo ebbe del bene per grazia di lei. Ed era questo che usava dire Rava' ai figli (della citta') di Mechoza': onorate le vostre mogli perche' queste vi arricchiscono.

Il concetto di amore verso la propria donna viene arricchito dal seguente insegnamento:

L'uomo mangi e beva meno di quanto i suoi mezzi gli permettano; secondo i suoi mezzi per vestirsi e onori sua moglie e i suoi figli piu' di quanto i suoi mezzi gli permettano, dato che questi dipendono da lui, mentre egli dipende da colui che parlo' ed il mondo fu.

Il seguente Midra'sh ci insegna in che modo la donna puo' influire sulla vita sociale e matrimoniale dell'uomo:

Avvenne ad un uomo pio sposato con una donna pia. Dopo anni di matrimonio, non avendo figli, decisero di divorziare. L'uomo sposo' una donna malvagia ed egli stesso divenne malvagio, la donna sposo' un uomo malvagio e lo cambio' in un uomo pio. Tutto dipende dalla donna.

E' interessante notare come Anaf-Yosef suggerisca in questo Midrash un'altra ipotesi:

L'uomo sposi una seconda donna senza divorziare dalla prima, in modo da poter rispettare in ogni caso il precetto della procreazione. Si obbietta: anche se la donna non ha l'obbligo di osservare il suddetto comando e' tenuta comunque a rispettarlo se e' in condizioni di procreare, cosi' come ha scritto Rabbenu Nissim z.l.

La donna rappresenta per l'uomo un dono prezioso, dato direttamente da D-o, come troviamo scritto:

Un giorno un imperatore romano disse a Rabban Gamliel: il vostro D-o e' un ladro, come e' scritto: 'e il signore D-o fece cadere un profondo sonno sull'uomo e, mentre dormiva, prese una delle sue costole.disse la figlia di Rabban Gamliel: dai a me la possibilita' di rispondergli! cosi' disse la figlia all'imperatore: dammi per favore una guardia! per quale motivo chiese l'imperatore? E lei disse: dei ladri sono venuti da noi questa notte, hanno preso un vaso d'argento e ne hanno lasciato uno d'oro. Disse l'imperatore: magari venissero da noi tali ladri tutti i giorni. Allora lei cosi' rispose: non e' stata forse una cosa bella per il primo uomo, al quale e' stata presa una costola e gli e' stata data una donna per servirlo ed amarlo?.

Leggiamo in Kiddushin:

Perche', si domanda Rabbi' Shimon, nella Torah e' scritto, quando un uomo prende una donna e non e' scritto invece, quando una donna si fa prendere da un uomo? Perche' e' consuetudine dell'uomo cercare una donna, mentre non e' uso della donna cercare un uomo. L'esempio e' paragonabile ad un uomo che ha perso un oggetto, chi va a cercarlo? Il padrone va alla ricerca della sua cosa perduta.

Spiega chiaramente il Rashi' in questo trattato, che l'oggetto smarrito non e' altro che una delle sue costole con cui D-o formo' la prima donna.

Ha insegnato Rabbi' Akiva':

Quando un uomo ed una donna vivono in pace ed amore, la presenza divina e' su di loro. (infatti se prendiamo la seconda lettera della parola wya (uomo) e la uniamo alla terza lettera della parola hwa (donna) formiamo la meta' del nome tetragammato di D-o); se invece la coppia vive in modo sbagliato il proprio rapporto matrimoniale, allora il fuoco li divorera' e il santo benedetto egli sia allontanera' il suo nome da loro. (in ebraico wa fuoco e' l'equivalente delle parole wya e hwa alle quali mancano le lettere del nome di D-o).

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