In che cosa si differenzia l'ebraismo?
Fin dai suoi albori, l'ebraismo si e' differenziato nettamente dalle altre fedi. Esso ha dato corpo a idee, ad un modo di vita e ad aspirazioni per il futuro che hanno fatto degli ebrei un popolo separato da altri gruppi. Un osservatore ostile come Balaam si era sentito obbligato ad identificare gli ebrei come un popolo a parte, che non puo' essere incorporato in altre nazioni (Num. 23:9).
Esistono tre principali aree di distinzione senza le quali l'ebraismo perderebbe il suo carattere essenziale.
- I comandamenti. Le Mitzvot, imperativi comportamentali derivati dal volere divino che trovano precisa formulazione nella Halakhah, la legge ebraica, e che sono state codificate dagli studiosi della Torah nel corso dei secoli. Esse toccano in modo personale l'ebreo osservante e riflettono il mistero del patto tra D-o e Israele. Esse possiedono dei significati evocativi e delle sfumature emozionali che sono conosciute solamente dalle due parti che stipularono il patto. Equiparare le Mitzvot alle osservanze rituali di un'altra fede, significa negare la peculiarita' di ognuna delle due, e dichiarare che le Mitzvot non sono piu' obbligatorie equivale a spogliare l'ebraismo del suo elemento maggiormente caratterizzante. Un simile atto riduttivo e' fondamentalmente disonesto.
- Le dottrine di fede. L'ebraismo considera i propri principi e valori quali verita' radicate nella tradizione della Torah: la loro autorita' e' in ultima istanza di origine divina. I nostri presupposti teologici e filosofici su D-o, l'uomo, la creazione, sono unicamente ebraici e, attraverso il corso dei secoli, sono stati conservati nonostante sforzi di dissuasione, ridicolizzazioni, persino torture. La nostra storia millenaria non ci autorizza affatto oggi, in tempi moderni, a rivedere il nostro approccio storico oppure a vendere i fondamenti della nostra fede per conseguire l'illusorio obiettivo della comprensione interconfessionale. Questo significherebbe tradire la nostra grande tradizione e non ne deriverebbe, tra l'altro, alcun beneficio pratico: l'essere pronti a liberarci della nostra identita' non ci guadagnera' il rispetto di nessuno che si confronti con noi. Soltanto la coerenza, che rifletta il nostro fermo riferimento in D-o ed il senso di orgoglio e di privilegio di essere cio' che siamo, puo' lascare un segno sulle comunita' di altre fedi.
- Aspettative future. Gli ebrei credono nella venuta del Messia e lo aspettano con speranza, e con lui attendono la rivendicazione della loro peculiarita' e della loro elezione, il rientro dei dispersi nella terra santa, la riedificazione del tempio, l'universale riconoscimento del monoteismo etico e la realizzazione della pace mondiale.queste convinzioni ci hanno sostenuto per innumerevoli secoli in periodi difficili: vengono definite aspettative escatologiche, perche' rappresentano la nostra visione del futuro che anticipiamo con esultante certezza. Altre fedi definiscono in termini differenti le loro aspettative escatologiche. Adottare le pratiche religiose di altri, diluire le nostre certezze e le nostre aspettative escatologiche segnerebbe la fine della vibrante, grande esperienza di fede dei nostri quattromila anni di storia.
Siamo stati critici nei confronti di coloro che propongono un'identita' unificata e che scelgono la risposta universalista-umanitaria a spese della loro identita' ebraica.allo stesso modo si potrebbe mettere in discussione il particolarismo di coloro che si sentono obbligati dalla loro identita' ebraica ad escludere ogni altro interesse legato alla societa' e che sembrano vivere isolati da tutto cio' che non tocca la loro ristretta cerchia. In tutta onesta', tuttavia, ci sentiamo di asserire che tale auto-esclusione e' sovente dovuta al fatto che, per secoli, il mondo non ebraico ha abbassato gli ebrei al ruolo di semplici parassiti e li ha esclusi da una vera parita' di diritti e di opportunita', considerandoli, fino a tempi molto recenti, come degli esseri privi di nobili sentimenti e di abilita' creative.
Gli ebrei non devono essere ritenuti responsabili per una simile cattiveria e cecita', che ha precluso loro ogni possibilita' di stare al passo degli altri nel determinare il progresso della societa'. Una volta che furono loro concesse uguali opportunita', si resero immediatamente disponibili a seguire l'imperativo divino di riempire la terra e di svilupparla (Gen. 1:28). Come e' stato di fatto dimostrato dalle realta' di molte societa' occidentali, gli ebrei, quando e' stata data loro la possibilita', hanno contribuito al benessere dell'umanita' in misura molto maggiore di quanto ci si potesse aspettare in proporzione alla loro presenza numerica nella popolazione.
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