SEFER HIGAYON

Da Ramh"al yomi.
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SEFER HIGAYON

Di Rabbi Moshé Chaim Luzzatto

Trad. Luciano Tagliacozzo

Introduzione dell’autore

1.Quando si considerano le Creature di questa terra, e cosa è dato a ciascuna di esse, si vede che D-o ha dato all’uomo la parte maggiore, nel riedere in questo mondo e nel completarlo e riempirlo. Perciò che potremmo dire che la creazione (il BERESHIT), vuol dire che in Principio creò ciò che pervenisse a tale partizione, e non fosse che un inizio della essenza e della potenza nella sua completezza. Invero la sua completezza in atto è consegnata completamente all’uomo. Perciò i Maestri, la Loro memoria sia di benedizione, furono stupefatti del ragionamento che esposero: che tutto ciò che è stato fatto nell’Opera della Creazione abbisogna di un TIKUN (perfezionamento). Il frumento ha bisogno di essere macinato in farina, i lupini necessitano di essere addolciti. E così ogni cosa (Bereshit Rabbah § 11,6). Troviamo inoltre che Turno Rufo domandò a Rabbi Akivah: “Quali sono le cose più piacevoli, quelle che vengono dal cielo o quelle che vengono dall’uomo in carne e sangue? Rispose Rabbi Akivah: “Quelle fatte dall’uomo sono le più piacevoli” e per prova portò a lui delle spighe e delle pagnotte dolci e disse: “qual è di esse la più piacevole? (Midrash Tanhumà P. Tazria § 6). 2. Invero i nostri occhi vedono che tutte le cose naturali, senza il lavoro dell’uomo e la sua fatica, sono fatti secondo le leggi di natura, sono in ordine confacente ad esse. Tuttavia possono essere viste con chiarezza ulteriore, raffinate e piacevoli, anche se viene fatta una scelta ulteriore dei frutti e venga unita ad essi. Questo è ovvio: Un esempio: se un albero fra gli altri alberi sta lì senza che ci lavoriamo, anche se darà un frutto solo, non sarà uguale né nel sapore, né nella bellezza a quello che sarà prodotto dal lavoro, e la terra stessa che non viene lavorata, non viene concimato e non viene arato, o non produce del tutto, oppure ha un prodotto magro, e carente. Questa [soltanto una parte delle regole che sono molteplici nella natura di una grande moltiplicazione, che finché [non sia necessaria lavoraci e non sia soltanto crescita. Regola generale del ragionamento> Il Santo Benedetto Egli Sia ha dato all’uomo un luogo in cui le sue mani operino, in modo che operi recinzioni in esso, ingrandendo con il suo lavoro ciò che gli è stato dato dalla natura. 3. Come ciò succede in questo caso dell’albero, così succede all’intelletto e all’essere umano stesso. In quanto essendo l’intelletto connaturato in lui dall’inizio, se non viene coltivato sarà come un albero che non sia lavorato, o un terreno a cui non vi è stata cura. Nonostante che non cessi di comprendere molte cose, come l’albero non cessa di produrre frutti unici, certo non sarà uguale il suo ragionamento, dopo averlo coltivato, come non è simile il frutto dell’albero che sia stato lavorato, al frutto spontaneo. Come è necessario studiare il soggetto di ogni essere. perché quindi tutti i pensieri che sono compiuti da lui, producano da un ragionamento potenziale un ragionamento in atto. Perciò è necessario studiare il ragionamento, nei suoi modi di ragionamento, per potere raggiungere un ragionamento completo e perfetto, e non carente e confuso.

4. Certo, per tale scopo si affannarono i Maestri, che dedicarono a noi di ordinare le leggi del ragionamento, e di esporre i suoi principi con chiarezza, per mirare ciò che la ragione distingua dalla osservazione logica e dalla follia, fra la forma veridica e dalla falsità, al fine di comprendere come custodire nell’intelligenza, in modo da non sbagliare, e cosa sia d’aiuto in modo da pervenire alla verità. Tale studio è chiamato Arte della Logica.

5. Vedendo la grande necessità che abbiamo di tale cosa, in quanto senza di essa è impossibile entrare nelle Stanze della Sapienza e goderne come è logico, ho scelto di comporre questo studio per ordinare l’apprendimento secondo un degno completamento di tale materia. Molti degli antichi libri che precedenti, sono in altre lingue e li ho tradotti nella nostra lingua ebraica, perché siano di beneficio per i figli d’Israele. Ho aggiunto altri ragionamenti, ho sottratto, ripetuto da ciò che prima avevamo trovato, come vedremo in modo piacevole. Ed ora, cari lettori, alziamoci e comprendiamo, ascoltiamo e aggiungiamo per prendere e comprendere per il piacere della vostra anima.

Cap. 1

=LA REALTA'

1.Ecco, tutti quelli che occupano l’intelletto e si adoperano per percepire le cose nella loro veridicità. Certo a loro capita l’errore, e c’è fra loro chi perverrà a false opinioni. Perciò è necessario studiare per comprendere e individuare gli ostacoli in cui è possibile cadere, e comprendere anche come preservarsi da essi. In modo da pervenire alla verità, Tutto questo studio è detto “Opera della Logica”.


2.Il fondamento dell’opera dell’intelletto è nella domanda di comprensione delle cose, l’esame per individuare ogni singola cosa per sé stessa, esaminando e distinguendo singolarmente. Certo, essendo che tutti gli esseri hanno in sé stessi ciò che è uguale, l’Unico singolare, e c’è in essi ciò che le distingue ciascuna per sé stessa, ne consegue che l’intelletto non debba acquisire il fine ultimo della sua opera, finché non siano completate due azioni: l’identificazione e la distinzione.


3.In ambedue le azioni si può cadere in errore se si identifica ciò che non è simile, oppure si distinguono cose che non sono distinte. Perciò in ambedue le azioni occorre lo studio, la conferma, le regole e gli ordini, che mantengano su un sentiero diritto, e non facciano deviare da esso, fino a pervenire al proprio scopo nella chiarezza.


4.Qualunque essere si divide in due parti. La prima, la parte percettibile, l’altra è la parte intellegibile. La parte sensibile si può percepire attraverso uno dei nostri sensi. La parte intellegibile si può è quanto immagina la nostra mente attraverso immagini, ma non c’è una sua essenza al di fuori di essa. E anch’essa si divide in due parti, una è astratta, l’altra è per somiglianza. Spiegazione: la realtà percettibile è per esempio, una pietra o un albero. Esempi delle cose intellegibili sono: la Sapienza, il Ricordo, la Forza che sono cose intellegibili e formate dall’intelletto, ,ma i sensi non possono vederle. Una cosa astratta è ciò che non si può percepire coi sensi, solo astraendo l’intelletto dalla sua immagine, e presa isolatamente. Una forma, è una cosa che non si percepisce coi sensi, né in è né in congiunzione con un’altra. Ma solo l’intelletto può visualizzarla. Si divide anch’essa in due classi: a)il concetto b)la fantasia

Spiegazione: l’aspetto visibile, di cui la nerezza, o il bianco, o gli altri colori non sono percepiti di per sé stessi dai sensi, ma vengono dati in uno dei corpi. Ma l’intelletto può formare forma il bianco, che è un attributo che si sovrappone all’oggetto, se è al suo interno. Si dice che si separa la forma dall’oggetto, che è in esso ed è separato. Ma la Forma non è così, lo spiegheremo nel pargrafo seguente.


6. Il CONCETTO (MUSHAG)è la cosa, che anche se non è in essere la sua essenza in ciò che è sensibile, è opportuno che esista come un gradino astratto. Noi in conseguenza ordineremo in questo ordine le nostre percezioni. La FANTASIA (HABADUI) è la cosa che non può essere e non è opportuno che la sensazione sia ordinata secondo tale ordine. Spiegazione: un concetto è la cosa che noi vediamo nella sensazione, oppure noi giudichiamo esistente , anche se non la vediamo. Esempio: noi vediamo degli esseri umani, ed essi sono viventi, degli animali ed essi sono viventi, degli uccelli ed essi sono viventi. Diciamo allora che esiste una creatura della Creazione che si chiama “essere vivente”, e tale specie non è essente, ma è solo una particolarità delle cose che abbiamo ricordato Ma l’intelletto la immagina ome se fosse una cosa unica generale, che si divide in particolari, secondo l’ordine di tale gradino che è il generale, acui segue il particolare, come l’albero e i suoi rami. Si trova che la percezione segue un gradino successivo all’immaginazione, come se l’immagine fosse il principale e la percezione i suoi rami. Ciò che non è nella “Fantasia” che non c’è cosa sensibile che possa essere valutata essere questa fantasia.