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lug 5, 2005 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

Miti e fatti 05 - La spartizione

La Spartizione, di Mitchell G. Bard [Miti da confutare] 05.a. "Le Nazioni Unite hanno spartito la Palestina in modo ingiusto".

05.b. "Il piano di spartizione ha dato agli Ebrei gran parte della terra, e tutta quella coltivabile".

05.c. "Israele ha usurpato tutta la Palestina nel 1948".

05.d. "Agli Arabi palestinesi non e' mai stato offerto uno stato e percio' a loro e' stato negato il diritto all'autodeterminazione".

05.e. "La maggioranza della popolazione della Palestina era araba; percio' si sarebbe dovuto creare uno stato arabo unitario".

05.f. "Gli Arabi erano preparati a far compromessi per evitare spargimenti di sangue".

05.g. "L'Unione Sovietica si e' vigorosamente opposta alla spartizione".

[I miti in dettaglio] 05.a. MITO "Le Nazioni Unite hanno spartito la Palestina in modo ingiusto".

05.a. FATTI Al termine della Seconda Guerra Mondiale divenne di dominio pubblico l'ordine di grandezza dell'Olocausto. Questo ha reso piu' urgente la richiesta di una soluzione alla questione della Palestina in modo che i superstiti della "Soluzione Finale" di Hitler trovassero rifugio in una patria loro.

I Britannici tentarono di formulare un accordo accettabile sia agli Arabi che agli Ebrei, ma la loro insistenza sull'approvazione dei primi li condanno' al fallimento perche' gli Arabi non avrebbero fatto alcuna concessione. Essi percio' affidarono la questione alle Nazioni Unite nel Febbraio 1947.

Le Nazioni Unite fondarono una Commissione Speciale sulla Palestina (UNSCOP) per trovare una soluzione. I delegati di 11 nazioni (*) si recarono sul posto e scoprirono un'altra volta quello che era evidente gia' da un pezzo:
le aspirazioni nazionali degli Ebrei e degli Arabi erano irrimediabilmente incompatibili.

Gli atteggiamenti antitetici dei due gruppi "non potevano evitare di dare l'impressione che gli Ebrei sapevano quel che era giusto ed erano pronti a sostenere la loro causa davanti ad un qualsiasi tribunale imparziale, mentre gli Arabi non erano certi che la loro causa fosse giusta, od avevano paura di sottomettersi al giudizio delle nazioni". [1] Sebbene gran parte dei membri della Commissione avessero riconosciuto la necessita' di giungere ad un compromesso, fu difficile per loro formularne uno a causa dell'intrattabilita' delle parti. Ad un incontro con un gruppo di Arabi a Beirut, il membro cecoslovacco della Commissione disse ai suoi interlocutori: "Ho ascoltato le vostre richieste e mi pare proprio che voi concepiate cosi' il compromesso: 'Noi vogliamo tutte le nostre richieste esaudite, ed agli altri va quel che resta'". [2] Quando essi tornarono, i delegati di sette nazioni - Canada, Cecoslovacchia, Guatemala, Paesi Bassi, Peru', Svezia ed Uruguay - raccomandarono la formazione di due stati separati, arabo ed ebraico, legati da un'unione economica, con Gerusalemme come citta' internazionalizzata. Tre nazioni - India, Iran ed Iugoslavia - raccomandarono uno stato unitario diviso in province arabe ed ebraiche. L'Australia si astenne.

Gli Ebrei di Palestina non erano contenti del piccolo territorio assegnato loro, ne' erano felici di vedere Gerusalemme staccata dallo stato ebraico;
comunque, diedero il benvanuto al compromesso. Gli Arabi invece respinsero le raccomandazioni dell'UNSCOP.

Il comitato ad hoc dell'Assemblea Generale dell'ONU respinse la richiesta araba di uno stato arabo unitario. Il 29 Novembre 1947 fu percio' adottata a maggioranza (33 a 13, 10 astenuti) la raccomandazione di maggioranza per la spartizione. [3] 05.a. FRASE CELEBRE "E' dura capire come potrebbe il mondo arabo, meno ancora gli Arabi di Palestina, soffrire per quello che non e' altro che il puro riconoscimento di un fatto compiuto - la presenza in Palestina di una comunita' ebraica compatta, ben organizzata e virtualmente autonoma".

Editoriale del Times [4] 05.b. MITO "Il piano di spartizione ha dato agli Ebrei gran parte della terra, e tutta quella coltivabile".

05.b. FATTI Il piano di spartizione fu a macchia di leopardo soprattutto perche' le citta' ed i villaggi ebraici erano sparsi per tutta la Palestina. Questo non complico' il piano quanto il fatto che l'alto livello di vita nelle citta' ebraiche grandi e piccole aveva attirato una grande popolazione araba, il che garantiva che ogni spartizione avrebbe prodotto uno stato ebraico che avrebbe compreso una sostanziosa popolazione araba. Riconoscendo la necessita' di consentire un'ulteriore insediamento ebraico, la proposta di maggioranza attribui' agli Ebrei la terra nella parte settentrionale del paese, la Galilea, ed il vasto ed ardo deserto del Negev a sud. Il resto avrebbe dovuto formare lo stato arabo.

Questi confini si basavano solo sulla demografia, senza alcuna considerazione per la sicurezza dello stato ebraico; percio' le frontiere del nuovo stato erano virtualmente indifendibili.

A peggiorare ancora la situazione ci fu l'insistenza della maggioranza dell'ONU che Gerusalemme fosse separata da ambo gli stati e fosse amministrata come una zona internazionale. Quest'accordo lascio' piu' di 100.000 Ebrei a Gerusalemme isolati dal loro paese e circondati dallo stato arabo.

I critici sostengono che le Nazioni Unite hanno dato agli Ebrei la terra fertile, mentre agli Arabi fu attribuita terra collinosa ed arida. Questo non e' vero. Circa il 60% dello stato ebraico doveva essere l'arido deserto del Negev.

Gli Arabi erano la maggioranza della popolazione totale della Palestina - 1,2 milioni di Arabi contro 600.000 Ebrei. Gli Ebrei non ebbero mai la possibilita' di divenire maggioranza nel paese a causa della restrittiva politica d'immigrazione dei britannici. Di contro, gli Arabi erano liberi di venire - e lo fecero in migliaia - per approfittare del rapido sviluppo stimolato dall'insediamento sionista. Inoltre, gli Ebrei erano la maggioranza nell'area attribuita loro dalla risoluzione ed a Gerusalemme.

Oltre a circa 600.000 Ebrei, 350.000 Arabi risiedevano nello stato ebraico creato dalla spartizione. Circa 92.000 Arabi vivevano a Tiberiade, Safed, Haifa e Bet Shean, ed altri 40.000 erano Beduini, molti dei quali vivevano nel deserto. Il resto della popolazione araba era sparsa per tutto lo stato ebraico ed occupava la maggior parte della terra coltivata. [5] Secondo le statistiche britanniche della Ricognizione della Palestina del 1948, l'8,6% della terra dello stato ebraico era nel 1948 di proprieta' di Ebrei, ed il 3,3% di Arabi israeliani. Un altro 16,9% fu abbandonato dagli Arabi che lasciarono il paese. Il resto, piu' del 70%, era nelle mani della potenza mandataria, e passo' al controllo israeliano dopo la partenza dei Britannici. [6] 05.c. MITO "Israele ha usurpato tutta la Palestina nel 1948" 05.c. FATTI Quasi l'80% di quel che era la Palestina storica e la Dimora Nazionale Ebraica, cosi' come definita dalla Societa' delle Nazioni, fu amputata dai Britannici nel 1922 ed assegnata a quella che sarebbe divenuta la Transgiordania. Li' fu proibito l'insediamento ebraico. Le nazioni unite hanno spartito il restante 20% della Palestina in due stati. Con l'annessione giordana della riva occidentale nel 1950, gli Arabi controllavano circa l'80% del territorio del Mandato, mentre lo stato ebraico ne possedeva un misero 17,5% (il resto era Gaza, occupata dall'Egitto).

05.d. MITO "Agli Arabi palestinesi non e' mai stato offerto uno stato e percio' a loro e' stato negato il diritto all'autodeterminazione".

05.d. FATTI La Commissione Peel concluse nel 1937 che l'unica risposta logica alle aspirazioni contraddittorie degli Ebrei e degli Arabi era dividere la Palestina in due stati separati, ebraico ed arabo. Gli Arabi rifiutarono il piano perche' li obbligava ad accettare la creazione di uno stato ebraico, ed imponeva ad alcuni Palestinesi di vivere sotto "il dominio ebraico". I Sionisti si opposero ai confini stabiliti dal Piano Peel perche' essi sarebbero stati confinati in poco piu' di un ghetto di 1.900 delle 10.310 miglia quadrate (4.921 kmq su 26.703) che restavano alla Palestina.

Comunque, i Sionisti decisero di negoziare con i Britannici, mentre gli Arabi si rifiutarono di prendere in considerazione qualsiasi compromesso.

Di nuovo, nel 1939, il Libro Bianco britannico invocava la fondazione di uno stato arabo in Palestina entro 10 anni, e la limitazione dell'immigrazione ebraica a non piu' di 75.000 persone nei successivi cinque anni, dopodiche' nessuno sarebbe stato ammesso in Palestina senza il consenso della popolazione araba. Sebbene agli Arabi fosse stata data una concessione nel campo dell'immigrazione ebraica, e fosse stata offerta loro l'indipendenza - obiettivo dei nazionalisti arabi - essi rigettarono il Libro Bianco.

Con la spartizione, ai Palestinesi fu dato uno stato e l'opportunita' di autodeterminarsi. Anche questo fu rifiutato.

05.e. MITO "La maggioranza della popolazione della Palestina era araba; percio' si sarebbe dovuto creare uno stato arabo unitario" 05.e. FATTI Al tempo della risoluzione di spartizione del 1947, gli Arabi avevano la maggioranza nella Palestina Occidentale nel suo complesso (1,2 milioni di Arabi contro 600.000 Ebrei) [7]. Ma gli Ebrei erano la maggioranza nell'area loro attribuita dalla risoluzione ed a Gerusalemme.

Prima del Mandato, nel 1922, la popolazione araba palestinese continuava a diminuire; dopo, gli Arabi cominciarono a venire da tutti i paesi circostanti; inoltre, la popolazione araba crebbe esponenzialemnte quando gli insedianti ebraici migliorarono le condizioni sanitarie in Palestina.

La decisione di spartire la Palestina non era data solo dalla demografia;
era basata sulla conclusione che le rivendicazioni territoriali degli Ebrei e degli Arabi erano inconciliabili, e che il compromesso piu' logico era la creazione di due stati. Ironicamente, in quello stesso anno, il 1947, i membri arabi delle Nazioni Unite sostennero la spartizione del subcontinente indiano e la creazione del nuovo stato del Pakistan, prevalentemente mussulmano.

05.f. MITO "Gli Arabi erano preparati a far compromessi per evitare spargimenti di sangue" 05.f. FATTI Mentre si avvicinava il voto sulla spartizione, divenne evidente che poche speranze c'erano per una soluzione politica ad un problema che andava oltre la politica: l'indisponibilita' araba ad accettare uno stato ebraico in Palestina ed il rifiuto dei Sionisti di accontentarsi di meno.

L'implacabilita' degli Arabi fu chiara quando i rappresentanti dell'Agenzia ebraica David Horowitz ed Abba Eban fecero l'estremo sforzo di raggiungere un compromesso in un incontro col Segretario della Lega Araba Azzam Pasha il 16 Settembre 1947. Pasha disse brutalmente loro:
"Il mondo arabo non e' dell'umore adatto al compromesso. Signor Horowitz, e' probabile che il vostro piano sia razionale e logico, ma il destino delle nazioni non e' deciso dalla logica razionale. Le nazioni non concedono, ma combattono. Non avrete alcunche' con mezzi pacifici o col compromesso.

Magari avrete qualcosa, ma solo con la forza delle vostre armi. Noi proveremo a sconfiggervi. Non sono certo che ci riusciremo, ma ci proveremo.

Siamo stati capaci di scacciare i Crociati, ma d'altronde abbiamo perso la Spagna e la Persia. Potrebbe anche capitarci di perdere la Palestina. Ma e' troppo tardi per parlare di soluzioni pacifiche" [8].

05.g. MITO "L'Unione Sovietica si e' vigorosamente opposta alla spartizione" 05.g. FATTI Dopo che i Britannici decisero di portare il problema palestinese all'ONU, il consigliere sulla Palestina del Ministro degli Esteri Ernest Bevin chiese ad un rappresentante dell'Agenzia ebraica perche' gli Ebrei avevano lasciato che fossero le Nazioni Unite a decidere il destino della Palestina. "Non sapete", egli disse, "che l'unica possibilita' perche' sia fondato uno stato ebraico e' che gli USA e l'URSS siano d'accordo. Non e' mai accaduto. Non puo' mai accadere. Non accadra' mai".

Ma nel Maggio 1947 il delegato sovietico Andrei Gromyko disse:
"Il fatto che nessuno stato dell'Europa occidentale sia stato capace di garantire la difesa dei diritti elementari del popolo ebraico e di proteggerlo dalla violenza dei boia fascisti spiega l'aspirazione degli Ebrei di fondare il loro proprio stato. Sarebbe ingiusto non tenerne conto e negare il diritto del popolo ebraico a realizzare quest'aspirazione" [9].

Alcuni mesi dopo, l'Unione Sovietica sostenne la spartizione e poi divenne la seconda nazione che riconobbe Israele.

Note [1] Aharon Cohen, Israel and the Arab World, (Boston: Beacon Press, 1976), pp. 369-370.

[2] Cohen, p. 212.

[3] Favorevoli alla spartizione: Australia, Belgio, Bolivia, Brasile, Bielorussia, Canada, Costa Rica, Cecoslovacchia, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, Francia, Guatemala, Haiti, Islanda, Liberia, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Nicaragua, Norvegia, Panama, Paraguay, Peru', Filippine, Polonia, Svezia, Ucraina, Unione Sudafricana, URSS, USA, Uruguay, Venezuela.

Contrari alla spartizione: Afghanistan, Cuba, Egitto, Grecia, India, Iran, Iraq, Libano, Pakistan, Arabia Saudita, Siria, Turchia, Yemen.

Astenuti: Argentina, Cile, Cina [cioe' Taiwan], Colombia, El Salvador, Etiopia, Honduras, Messico, Gran Bretagna, Iugoslavia. Yearbook of the United Nations, 1947-48, (NY: United Nations, 1949), pp. 246-47.

[4] London Times, (December 1, 1947).

[5] Cohen, p. 238.

[6] Moshe Aumann, "Land Ownership in Palestine, 1880-1948," in Michael Curtis, et al., The Palestinians, (NJ: Transaction Books, 1975), p. 29, quoting p. 257 of the Government of Palestine, Survey of Palestine.

[7] Arieh Avneri, The Claim of Dispossession, (NJ: Transaction Books, 1984), p. 252.

[8] David Horowitz, State in the Making, (NY: Alfred A. Knopf, 1953), p.

233.

[9] United Nations General Assembly, First Special Session, May 14, 1947, UN Document A/PV 77.

[*] Australia, Canada, Cecoslovacchia, Guatemala, India, Iran, Paesi Bassi, Peru', Svezia, Uruguay ed Iugoslavia.