Storia millenaria
Il brano seguente e' estratto da Hannah Arendt, La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964; citiamo dalla nuova edizione 1993, alle pp. 177-182. La vicenda della resistenza nonviolenta danese contro il nazismo ha un valore paradigmatico: anche contro un avversario brutale e genocida e' possibile adottare vittoriosamente strategie di lotta nonviolenta. Su questa esperienza cfr. anche Jeremy Bennet, La resistenza contro l'occupazione tedesca in Danimarca, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1979. Ovviamente indispensabile e' la lettura di Raul Hilberg, La distruzione degli ebrei d'Europa, Einaudi, Torino 1995.
Mi informano che a Roma stata inaugurata qualche tempo dopo questo articolo (meglio tardi che mai) una scuola dedicata a Settimia Spizzichino, unica romana deportata sopravvissuta.
da Il manifesto di 2 anni fa .
Sessant'anni fa il rastrellamento nel ghetto di Roma. La persecuzione degli ebrei in Italia e le complicit diffuse, tra chi sapeva quel che stava accadendo e chi non voleva vedere. Intervista allo storico Michele Sarfatti: La corresponsabilit del regime fascista nella Sho fu piena.
Il 9 aprile 1940 la Germania nazista occup la Danimarca e la Norvegia, mentre la Svezia rimaneva neutrale. Nei primi tre anni dell'occupazione il governo danese collaborava col regime tedesco evitando che gli ebrei in Danimarca fossero perseguitati, ma dopo una rivolta popolare con uno sciopero generale, il 29 agosto 1943, la cooperazione con i nazisti si interruppe.
Nel 1654 23 Ebrei fuggiti dal Brasile approdarono a Nuova Amsterdam, ora nota come New York City. Il suo fondatore e governatore Peter Stuyvesant cerc di scacciarli, ma i suoi superiori lo scavalcarono, e quegli Ebrei furono i primi della pi prospera comunit mai esistita.
Il messaggio inviato al Rabbino capo di Roma da benedetto XVI
TRA LE PI BELLE citt europee, Praga, capitale della Repubblica Ceca, rivela sotto i tiepidi raggi del sole primaverile tutto lo splendore del suo centro storico (Patrimonio Unesco) dagli edifici di epoche e stili diversi armonicamente fusi.
Si aggiravano, i capi di stato e idignitari del mondo, con aria un po' imbarazzata per le sale del MuseoYad vaShem celebrando, attraverso il nostro ricordo, la loro vergogna.
Dal volume "Roma ebraica" di Geller (ed. fuori commercio, viella srl) riporto la prima pagina e mezza.
"Una sera, nei tempi pi neri del diluvio, Bernardo Berenson si poneva l'eterno problema: perch gli ebrei rimangono ebrei, malgrado il ciclico ritorno delle persecuzioni? E si rispondeva con un suo ricordo siciliano.
Rav Joseph Telushkin ha scritto due manuali di base, apprezzatissimi negli Usa dai rabbini di ogni corrente, leggibili e antiaccademici come sanno esserlo le buone opere anglosassoni. "Jewish literacy" e "Biblical literacy", rispettivamente per la conoscenza della storia/cultura ebraica e il secondo pi specifico per la Bibbia.
Siamo nel 1942; Silvio Borghi abita con la sua famiglia a Mortizzuolo, distante circa 5 km. da Mirandola, in una casa di campagna data in uso al casaro e sita nel giardino della villa del signor Camillo Benatti, proprietario del caseificio (distante qualche centinaio di metri), dove Silvio svolgeva il mestiere di "casaro"; in pratica quella persona a cui e' affidata la conduzione dell'intera catena di lavorazione e produzione dei prodotti caseari; nel caso specifico si trattava di grana reggiano e burro, oltre ad un allevamento di maiali.
Riporto questo canto in memoria delle vittime della Shoa', con allitterazione. La traduzione che segue e' di Moni Ovadia.
Andava ogni mattina al Caffe' Stella Polare a Trieste, beveva il suo
capuccino, leggeva il Piccolo e poi proseguiva verso la scuola ebraica dove
insegnava.
Ormai non aveva piu' allievi, la scuola era chiusa e deserta, gli
ebrei di Trieste erano nascosti ma lui, elegantissimo, vestito di lino
bianco e panama in testa, cosi' me lo ricorda una vecchia fotografia,
continuava a illudersi che tutto fosse come prima.
Rifiutava di nascondersi mio zio Elio:
" Non ho fatto niente" diceva "perche' dovrebbero prendermi?".
Limpegno granducale verso la minoranza ebraica, tra XVI e XVIII secolo
[sta in Antonio Di Giorgio Limpegno granducale verso la minoranza ebraica, tra XVI e XVIII secolo in Cn, Comune notizie, rivista del comune di Livorno n 38 Giugno 2002; pp. 9-20.]
Nel numero di Novembre della rivista "Nigrizia" (
http://www.nigrizia.it/ ) compare un lungo ed interessante servizio sui
Berberi del Nordafrica, sui loro difficili rapporti con i loro
compatrioti arabi (specialmente in Marocco ed Algeria), e sui loro
sforzi di riappropriarsi della loro identit etnica, culturale e
linguistica - simili a quelli dei Sardi, ma con ostacoli molto pi seri.
Due sono le cose che interessano questo newsgroup: la prima che i
redattori di Nigrizia si sono clamorosamente dimenticati degli "Ebrei
berberi"; la seconda una curiosit sul _tifinagh_, l'alfabeto berbero.
Ma se e' vero che
fino al 1938 gli Ebrei erano liberi di lasciare la Germania, come
sostengono alcuni storici, e la Repubblica spagnola stava combattendo
una guerra terribile contro i ribelli falangisti spalleggiati da
Germania e Italia, come mai tale Repubblica, cosi' come accetto' l'aiuto
delle Brigate Internazionali, non apri' le porte anche agli Ebrei?
Forse
bambini e vecchi non avrebbero potuto combattere (ma nel ghetto di
Varsavia lo avrebbero fatto), ma tutti gli uomini e le donnne valide si
sarebbero certo battuti con decisione contro il loro dichiarato nemico,
il nazismo, e i suoi alleati.
di nahum
MMAX dice: "No...no...museificare me fa tanto "estinto"...."
Anche senza arrivare alla genealogia ellenistica dell'idea: evidente
che si mette in un museo qualcosa che non c' pi.
In Italia aprono un sacco di musei ebraici e ci sono comunit che
vanno scomparendo; sembra un po' il progetto nazista realizzato... in
ogni caso vorrei sapere se si aprono musei cattolici, e come i
cattolici vedrebbero la trasformazione delle chiese in musei.
di MMAX
Sottoscrivo integralmente...superlativo.
In effetti pensavo che con la stessa logica di museificazione
dell'ebraismo si potrebbero organizzare anche delle gite nella
maggiore "riserva ebraica italiana"... si' insomma Portico D'Ottavia a Roma.
di Menachem Emanuel Artom
Queste note documentate e provocanti ripropongono un problema attuale nelle nostre Comunit: che fare dei cosiddetti "oggetti sacri"?
L'Esperanto una lingua ausiliaria internazionale. Nelle intenzioni del suo ideatore, Lejzer Ludwik Zamenhof (Bialystok 1859 - Varsavia 1917), doveva consentire a tutti di usare la lingua materna all'interno della nazione, mentre essa, non appartenendo a nessun popolo in particolare ed essendo di grammatica semplice e duttile struttura, doveva consentire la parit tra le nazioni anche negli scambi internazionali, economici, scientifici, culturali.
Voltaire: a lezione
di antisemitismo
Gli ebrei di Alsazia e Lorena non hanno certo un buon ricordo della rivoluzione francese del 1789. Lo ricorda anche Ren Gutman, attuale gran rabbino di Strasburgo, tracciando un profilo del gran rabbino David Sintzheim, presidente del Gran Sinedrio allepoca di Napoleone.
Anche Petralia Sottana (Pa) fu centro di insediamento ebraico al pari di molte altre antiche citt siciliane, fino alla drammatica espulsione del 1492. Una prima ricognizione sulle testimonianze di quella presenza in questo articolo, apparso sul periodico locale "Il Petrino".
Anche su
www.geocities.com/siciliajudaica
Le notizie vengono da diverse voci dell'Encyclopaedia Judaica e dalla voce "Ebrei in Sardegna" della Grande Enciclopedia della Sardegna (Newton Compton/Edizioni della Torre 2002 - ISBN 88-8289-7-748-6) curata da Francesco Floris, e da altre letture.
Da quando i Giovani Turchi nel Luglio 1908 vinsero la loro rivoluzione c' chi continua a prendere a pretesto la presenza di Doenmeh tra i loro quadri per dichiarare la loro rivoluzione nata da un complotto giudaico.