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ago 21, 2002 |
Umorismo e simpatia,  |
redazione

Calze di seta

Prima della guerra, una cittadina della Polonia ospito' una compagnia drammatica la cui prima donna, molto bella era molto gentile con chi era molto ricco. Una sera, in teatro, fu visitata da un ebreo, dall'aspetto poco promettente, che volle parlarle dei suoi focosi propositi.
Ma non sai che bisogna essere fornito di soldi, per venire a farmi certe proposte?
Non sono ricco, fece l'ebreo, ma puo' darsi che quello che ti do basti per comperarti delle calze di seta...
E, cosi' dicendo, mostrava una vecchia busta di carta contenente cinquecento rubli.
L'attrice, sorridente, gli promise, allora, che l'avrebbe atteso nel suo alloggio, la sera stessa, dopo lo spettacolo. L'ebreo, timidamente, ringrazio' e si permise di porre queste condizioni: oscurita' assoluta nella camera, e la facolta', di tanto in tanto, d'uscire per fumare una sigaretta, e... riprendere fiato.
A tarda notte, infatti, la donna accolse nella camera del piccolo albergo l'intraprendente ebreo, il quale, alle cinque del mattino, era gia' alla sua... dodicesima sigaretta. Felice, stanca e stupita, l'attrice a questo punto non pote' trattenersi:
Sai, Mosche', che sei un Ercole addirittura, tu?
Io Mosche'? Neanche per sogno. Io sono Isacco...
Come, come... E' vero, tu non sei Mosche... ma dove e' andato lui?
Mosche' e' giu' in strada...
In strada? A far che?
Vende biglietti da cento rubli l'uno a chi vuol venire quassu'...