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lug 20, 2005 |
Sbirciamo Eretz Israel,  |
redazione

Miti e fatti 12. I confini

[Originale] http://www.us-israel.org/jsource/myths/mf10.html I confini, di Mitchell G. Bard [Miti da confutare] 01. "La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per secoli".

02. "Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".

03. "Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla Knesset che lo dimostra".

04. "La Cisgiordania e' parte della Giordania".

05. "Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".

06. "Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo militare sulle alture del Golan. L'adesione siriana al cessate il fuoco sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a restituire quel territorio".

07. "Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle alture del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con la pace".

08. "Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981, violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".

09. "Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena maggiori che nel caso del Sinai".

10. "La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in pochi minuti".

11. "Israele "occupa" la Cisgiordania".

[I Miti in Dettaglio] 01. MITO "La creazione dello Stato d'Israele nel 1948 ha cambiato gli assetti politici e di confine tra stati indipendenti che sono esistiti per secoli".

01. FATTI I confini dei paesi del Medio Oriente sono stati fissati arbitrariamente dalle potenze occidentali dopo la sconfitta turca nella Prima Guerra Mondiale e la creazione dei mandati francese e britannico. Le aree assegnate ad Israele dal Piano di Spartizione dell'ONU erano state sotto il controllo degli Ottomani, che avevano retto la Palestina dal 1517 al 1917.

Quando la Turchia fu sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, i Francesi s'impossessarono dell'area ora nota come Libano e Siria. I Britannici assunsero il controllo della Palestina e dell'Iraq. Nel 1926 i confini furono ridisegnati ed il Libano fu separato dalla Siria.

La Gran Bretagna insedio' l'Emiro Faisal, che era stato deposto dai Francesi in Siria, come sovrano del nuovo regno dell'Iraq. Nel 1922 i Britannici crearono l'emirato di Transgiordania, che comprendeva tutta la Palestina ad est del Fiume Giordano. Questo lo si fece per dare all'Emiro Abdullah, la cui famiglia era stata sconfitta nelle guerre tribali della penisola araba, un Regno da governare. Nessuno dei paesi vicini ad Israele e' diventato indipendente prima di questo secolo.

Molte altre nazioni arabe lo sono diventate dopo Israele [1].

02. MITO "Israele e' stato fin dalla creazione uno stato espansionista".

02. FATTI I confini d'Israele sono stati determinati dalle Nazioni Unite quando esse adottarono la risoluzione di spartizione nel 1947. In una serie di guerre difensive, Israele ha catturato del territorio supplementare. In diverse occasioni, Israele si e' ritirato da queste aree.

Come parte dell'accordo di disimpegno del 1974, Israele ha restituito alla Siria dei territori catturati nelle guerre del 1967 e del 1973.

Secondo i termini del trattato di pace israelo-egiziano del 1979, Israele si e' ritirato dalla penisola del Sinai per la terza volta. Si era gia' ritirato da gran parte dell'area deserta che aveva catturato nella sua Guerra d'Indipendenza. Dopo aver catturato tutto il Sinai nel conflitto di Suez del 1956, Israele ha restituito la penisola all'Egitto l'anno dopo.

Nel Settembre 1983, Israele si e' ritirato da gran parte del Libano a posizioni a sud del fiume Awali. Nel 1985 ha completato il suo ritiro dal Libano, salvo che per una stretta fascia di sicurezza appena a nord del confine israeliano. Anche questa e' stata abbandonata, unilateralmente, nel 2000.

Dopo aver firmato gli accordi di pace con i Palestinesi ed un trattato con la Giordania, Israele ha acconsentito a ritirarsi da gran parte dei territori nella Cisgiordania catturati dalla Giordania nel 1967. Una piccola area e' stata restituita alla Giordania, il resto fu ceduto all'Autorita' Palestinese. L'accordo con i Palestinesi ha inoltre implicato il ritiro israeliano nel 1994 da gran parte della Striscia di Gaza, che era stata catturata dall'Egitto nel 1973 [errore: era il 1967 - Liang].

Continuano i negoziati a proposito della destinazione finale degli altri territori contesi in mano d'Israele. La volonta' d'Israele di compiere concessioni territoriali in cambio della sicurezza prova che il suo obiettivo e' la pace e non l'espansione territoriale.

03. MITO "Israele ha sempre cercato di conquistare le terre arabe che si estendono dal Nilo all'Eufrate. C'e' perfino una mappa appesa alla Knesset che lo dimostra".

03. FATTI Questo tema e' frequentemente usato dai nemici d'Israele, e viene abitualmente ripetuto nei mondi arabo ed islamico.

In Iran e' stata inserita una mappa che sosteneva di mostrare i confini "sognati" da Israele (un impero che comprendeva l'Arabia Saudita, l'Iraq, il Kuwait e parti della Turchia e dell'Iran) in un'edizione del 1985 dei Protocolli dei Savi di Sion, il noto falso zarista.

In una conferenza stampa a Ginevra del 25 Maggio 1990, Yassir Arafat sostenne che la moneta israeliana da 10 Agora mostra una mappa di un Israele ingranditosi, che comprendeva tutta la Giordania ed il Libano, nonche' grandi porzioni dell'Iraq, della Siria, dell'Arabia Saudita e dell'Egitto.

A dire il vero, l'Agora e' stata coniata avendo come modello un'antica moneta ebraica emessa al tempo di Re Mattatia Asmoneo. La moderna versione israeliana mostra la forma della moneta originale, che si era corrosa nel corso di duemila anni. E' questa forma deformata di una moneta antica che Arafat sostenne di rappresentare la "mappa" segreta dell'espansionismo israeliano.

Il Ministra della Difesa siriano Mustafa Tlas ha detto che un'iscrizione "La Terra d'Israele, dall'Eufrate al Nilo" e' cesellata sopra l'ingresso della Knesset [2]. Altri hanno sostenuto che dentro la Knesset una mappa mostri questi confini.

Non esistono ne' l'iscrizione ne' la mappa. Ma molti nel mondo arabo si sono convinti che sia vero. Gli Arabi che hanno visitato il Parlamento e non hanno visto la mappa talvolta affrmano che fu rimossa in previsione della loro visita [3].

Certo, la miglior confutazione di questo mito e' la storia dei ritiri israeliani da territorio preso nel 1948, 1956, 1967, 1973 e 1982.

04. MITO "La Cisgiordania e' parte della Giordania".

04. FATTI La Cisgiordania non e' mai stata legalmente parte della Giordania.

Secondo il piano di spartizione dell'ONU del 1947 - accettato dagli Ebrei e rigettato dagli Arabi - esso avrebbe dovuto essere parte di uno stato arabo indipendente nella Palestina occidentale. Ma l'esercito giordano la invase e la occupo' durante la guerra del 1948. Nel 1950, la Giordania annesse la Cisgiordania.

Solo due governi - la Gran Bretagna ed il Pakistan - riconobbero formalmente l'annessione giordana. Il resto del mondo, compresi gli Stati Uniti, non lo fecero mai.

Durante il periodo della sua occupazione (1950-1967), la Giordania consenti' ai terroristi di lanciare incursioni contro Israele. Amman perse la Cisgiordania dopo che l'esercito giordano fu coinvolto nella Guerra del 1967.

05. MITO "Israele ha preso le alture del Golan in una guerra di aggressione".

05. FATTI Tra il 1948 ed il 1967 la Siria controllava le alture del Golan e le usava come fortilizio da cui le sue truppe cecchinavano a casaccio sui civili israeliani nella valle di Hula sottostante, obbligando i bambini che vivevano nei kibbutz a dormire nei rifugi. Inoltre, molte strade nell'Israele settentrionale si potevano transitare solo dopo averle ripulite con dei veicoli sminatori. Verso la fine del 1966, un giovanotto fu fatto a pezzi da una mina mentre giocava a calcio vicino al confine libanese. In alcuni casi gli attacchi venivano compiuti dal Fatah di Yassir Arafat, a cui la Siria consentiva di agire dal suo territorio [4].

Israele protesto' piu' volte senza successo contro i bombardamenti siriani presso la Commissione mista ONU per l'armistizio, il cui compito era far rispettare il cessate il fuoco. Per esempio, Israele venne alle Nazioni Unite nell'Ottobre 1966 per chiedere di fermare gli attacchi di Fatah. La risposta di Damasco fu provocatoria: "Non e' nostro dovere fermarli, ma anzi di incoraggiarli e rafforzarli", rispose l'ambasciatore siriano [5].

Non fu fatto nulla per bloccare l'aggressione siriana. Una fievole risoluzione del Consiglio di Sicurezza che esprimeva "rammarico" per tali incidenti subi' il veto dell'Unione Sovietica. Invece, Israele fu condannata dall'ONU quando compi' una rappresaglia. "Per quanto riguardava il Consiglio di Sicurezza", cosi' scrisse lo storico Netanel Lorch, "la stagione per ammazzare gli Israeliani nel loro stesso territorio era aperta" [6] Dopo l'inizio della Guerra dei Sei Giorni, l'aeronautica siriana tento' di bombardare le raffinerie di petrolio ad Haifa. Mentre Israele stava combattendo nel Sinai e nella Cisgiordania, l'artiglieria siriana bombardo' le forze israeliane nella Galilea orientale, e truppe corazzate spararono ai villaggi della valle di Hula sotto le alture del Golan.

Il 9 Giugno 1967 Israele attacco' le forze siriane nel Golan. Nel tardo pomeriggio del 10 Giugno Israele aveva il pieno controllo dell'altopiano. La cattura israeliana delle alture strategiche avvenne dopo piu' di 19 anni di provocazioni dalla Siria, e dopo sforzi falliti di far agire contro gli aggressori la comunita' internazionale.

06. MITO "Israele non ha necessita' strategica di mantenere il controllo militare sulle alture del Golan. L'adesione siriana al cessate il fuoco sul Golan prova che Israele non correrebbe pericolo a restituire quel territorio".

06. FATTI E' vero che la Siria - tenuta a bada da truppe dell'IDF che possono cannoneggiare Damasco - ha mantenuto il Golan alquanto tranquillo fin dal 1974. Ma nel frattempo, la Siria ha dato rifugio e sostegno a numerosi gruppi terroristici che attaccano Israele dal Libano e da altri paesi. Tra essi ci sono il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, lo Hizbollah ed il Comando Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Inoltre la Siria ha tuttora dislocato centinaia di migliaia di soldati - circa il 75% del suo esercito - sul fronte israeliano presso le alture.

Dal Golan occidentale, ci sono solo 60 miglia (96 km) - e senza seri ostacoli naturali - ad Haifa e ad Acri, il cuore industriale d'Israele.

Il Golan - che si eleva dai 400 ai 1700 piedi (120-510 metri) nella sua sezione occidentale, al confine con Israele di prima del 1967, domina la Valle di Hula, la piu' ricca area agricola israeliana. Nelle mani di un vicino amico, la scarpata e' di poca importanza militare. Ma se e' controllata da un paese ostile, il Golan puo' ridiventare un incubo strategico per Israele.

Prima della Guerra dei Sei Giorni, quando gli insediamenti agricoli israeliani in Galilea venivano bersagliati dal Golan, le possibilita' israeliane di contrattaccare erano limitate dalla geografia delle alture. "I fuochi di controbatteria erano limitati dalla mancanza di punti d'osservazione dalla valle di Huleh; gli attacchi aerei avevano un'efficacia limitata a causa dei profondi ripari siriani con forte copertura dall'alto, ed un attacco terrestre contro quelle posizioni avrebbe richiesto ingenti forze col connesso rischio di gravi perdite e notevoli ripercussioni politiche", osservo' il Colonnello (in congedo) d ell'Esercito americano Irving Heymont [7].

Quando Israele alla fine si accollo' questi rischi ed attacco' le posizioni siriane nel 1967, subi' 115 morti - piu' o meno il numero degli Americani uccisi nell'Operazione Tempesta nel Deserto.

Come il processo di pace comincio' a zoppicare nel 1996-1997, la Siria comincio' a rinnovare le minacce di guerra con Israele ed a compiere minacciosi movimenti militari. Alcuni analisti israeliani hanno avvertito che e' possibile un attacco lampo dei Siriani volto a riprendere il golan. Le Forze di Difesa Israeliane hanno pero' reagito alle mosse siriane, e finora hanno mantenuto la pace.

Per Israele, cedere il Golan ad una Siria ostile potrebbe mettere a repentaglio il suo sistema di primo allarme contro gli attacchi di sorpresa. Israele ha costruito dei radar sul Monte Hermon, il punto piu' alto della regione. Se Israele si ritirasse dal Golan e dovesse spostare queste basi nei bassipiani della Galilea, essi perderebbero gran parte della loro efficacia strategica.

07. MITO "Israele ha rifiutato di offrire un qualsiasi compromesso sulle alture del Golan, mentre la Siria era disposta a barattare la terra con la pace".

07. FATTI Sotto Hafez Assad, la posizione della Siria non e' mai cambiata: Israele doveva ritirarsi completamente da tutte le alture del Golan prima che egli iniziasse una qualsiasi discussione su quel che avrebbe potuto fare in cambio la Siria. Non ha mai espresso alcuna disponibilita' a far pace con Israele se avesse restituito il Golan in tutto od in parte.

Ed Israele e' stato altrettanto determinato a non cedere alcun territorio senza sapere che cosa fosse pronta a concedere la Siria. La disponibilita' israeliana a cedere in tutto od in parte il Golan dipende dal consenso della Siria a normalizzare le relazioni ed a firmare un accordo che faccia finire lo stato di guerra che la Siria afferma che c'e' tra loro.

In un'intervista concessa al mensile del Ministero della Difesa israeliano _Bitachon_, il Viceministro della Difesa Ephraim Sneh disse che le preoccupazioni topografiche associate con il ritiro dal Golan potrebbero essere annullate da una demilitarizzazione. "La nostra linea rossa dev'essere un confine difendibile, un confine di cui il Capo di Stato Maggiore possa dire al Governo oppure alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset: 'Da questa linea io posso difendere lo Stato d'Israele con perdite minime'". Sneh aggiunse: "piu' grande la demilitarizzazione, e piu' efficace la rete di avvistamento, piu' possiamo permetterci di essere topograficamente flessibili". Sneh aggiunse anche che Israele non poteva far compromessi sulle fonti d'acqua.

Oltre alla sicurezza militare, una chiave alla pace con la Siria, disse Sneh, sarebbe la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi.

"Quando un Israeliano pensa alla normalizzazione, egli vuole alzarsi la mattina, prendere moglie e figli, portarli a far la spesa a Damasco e tornare a casa", disse Sneh. "Ma i Siriani vedono la normalizzazione come uno scambio di ambasciatori e di collegamenti aerei - niente di piu'. Noi dobbiamo chiedere che ci sia una pace piu' calda di quella con l'Egitto, piu' simile a quella che abbiamo con la Giordania".

Nel frattempo, c'e' una forte opposizione all'interno di Israele al ritiro dalle alture del Golan. Molti si aspettano che l'opinione pubblica cambiera' se e quando i Siriani firmano un accordo e prendono provvedimenti, come ad esempio frenando gli attacchi di Hizbollah dal Libano meridionale contro Israele, che mostrino un autentico interesse nella pace. E la pubblica opinione determinera' se si concludera' un trattato perche' una legge adottata durante il periodo del Primo Ministro Netanyahu richiede che ogni accordo sia approvato da un referendum nazionale.

Il Presidente Assad mori' nel Giugno 2000, e non ci sono ancora stati negoziati da allora, dato che il figlio e successore di Assad, Bashar, ha agito soprattutto per consolidare il suo potere in Siria.

Retoricamente, Bashar non ha indicato alcun mutamento nella posizione siriana sul Golan. In mancanza di cambiamenti drammatici nel governo siriano e nel suo atteggiamento verso Israele, la sicurezza dello Stato ebraico dipende dal mantenere il suo controllo militare sulle alture del Golan.

"Da un punto di vista strettamente militare, Israele dovrebbe conservare alcuni dei territori catturati per avere confini militarmente difendibili".

- Memorandum per il Segretario americano alla Difesa dai Capi di Stato Maggiore congiunti del 29 Giugno 1967.

08. MITO "Israele ha annesso illegalmente le alture del Golan nel 1981, violando il diritto internazionale e la risoluzione ONU numero 242".

08. FATTI Il 14 Dicembre 1981, la Knesset voto' l'annessione delle alture del Golan. La legge estese la legislazione e l'amministrazione civile israeliana ai residenti del Golan in luogo dell'autorita' militare che aveva governato l'area fin dal 1967. La legge non previene l'opzione di negoziare un accordo finale sullo stato del territorio.

Dopo l'approvazione della legge da parte della Knesset, il Professor Julius Stone dello Hastings College of the Law ha scritto "Non c'e' nessuna norma del diritto internazionale che richieda ad un legittimo occupante militare, in questa situazione, di attendere per sempre prima di rendere permanente il controllo ed il governo del territorio... .

Diversi esperti di diritto internazionale si sono a dire il vero meravigliati per la pazienza che ha fatto attendere Israele cosi' tanto" [8].

09. MITO "Israele puo' ritirarsi dalla Cisgiordania con problemi appena maggiori che nel caso del Sinai".

09. FATTI Diverse pagine del trattato di pace d'Israele con l'Egitto sono dedicate agli accordi sulla sicurezza. Per esempio, l'Articolo III dell'Appendice tratta delle aree in cui sono concessi i voli di ricognizione, e l'Articolo V consente la creazione di sistemi di primo allarme in alcune zone.

Le garanzie di sicurezza, che erano indispensabili per dare ad Israele la fiducia per ritirarsi, erano possibili solo perche' il Sinai era smilitarizzato. Esse offrono ad Israele una larga zona cuscinetto di oltre 100 miglia [160 chilometri - Liang]. Oggi il confine egiziano e' a 60 miglia [96 chilometri - Liang] da Tel Aviv ed a 70 miglia [112 chilometri - Liang] da Gerusalemme, le citta' israeliane piu' vicine. Il Sinai resta un deserto poco popolato, con una popolazione di meno di 250.000 abitanti.

Ma la situazione nei territori e' completamente diversa. Piu' di due milioni di Arabi vive in Cisgiordania, molti in citta' affollate ed in campi profughi. La maggior parte e' vicino a citta' israeliane come Tel Aviv e Gerusalemme. E' importante per Israele che la Cisgiordania non cada in mano di vicini ostili. L'infiltrazione negli ultimi anni di terroristi dall'Autorita' Palestinese che hanno commesso atti orrendi come bombardamenti suicidi mostra quanto sia grave il pericolo.

Ad onta del pericolo, a partire da Oslo Israele si e' ritirato dalla maggior parte della Cisgiordania ed aveva offerto di cedere piu' del 90% di essa in cambio di un accordo finale con i Palestinesi. Israele non puo' pero' tornare ai confini del 1967, come chiedono i Palestinesi.

L'accordo che Israele ha firmato con i Palestinesi, ed il trattato con la Giordania, contengono molte norme dedicate proprio al minimizzare i rischi per la sicurezza d'Israele.

"Non e' possibile difendere Gerusalemme se non occupi l'altopiano. (...) Un aereo che decolla da un aeroporto ad Amman arriva sopra Gerusalemme in due minuti e mezzo, percio' e' per me impossibile difendere l'intero paese se io non occupo quella terra".

- Il Tenente Generale (in congedo) Thomas Kelly, direttore delle operazioni per i Capi di Stato Maggiore Congiunti durante la Guerra del Golfo [9].

10. MITO "La Guerra del Golfo prova che la richiesta israeliana di confini difendibili e' irrealistica in un'epoca di missili balistici e bombardieri a grande raggio capaci di attraversare vaste regioni in pochi minuti".

10. FATTI La storia mostra che gli attacchi aerei non hanno mai sconfitto una nazione. I paesi sono conquistati soltanto dai soldati che occupano la terra. L'esempio piu' recente di questo fu l'invasione iraqena del Kuwait, in cui quest'ultimo fu travolto ed occupato in poche ore.

Sebbene la forza multinazionale abbia bombardato l'Iraq per quasi sei settimane, il Kuwait non fu liberato finche' le truppe alleate non ebbero marciato dentro quel paese negli ultimi giorni di guerra. I confini difendibili sono quelli che possono prevenire o bloccare un simile attacco terrestre.

Il ritorno d'Israele ai confini del 1967, che gli stati arabi vogliono imporre, indurrebbe i potenziali aggressori nella forte tentazione di lanciare attacchi contro lo stato ebraico - come era loro abitudine prima del 1967. Israele perderebbe il vasto sistema di radar di primo allarme che ha creato in Giudea e Samaria. Se un nemico ostile riuscisse ad impossessarsi di questi monti, il suo esercito potrebbe dividere Israele in due: da li' ci sono solo 15 miglia [24 chilometri - Liang] senza ostacoli geografici di rilievo fino al Mediterraneo.

Nel punto piu' stretto, queste linee del 1967 sono a meno di 9 miglia [14 chilometri - Liang] dalla costa israeliana, di 11 miglia [17 chilometri - Liang], 10 [16 chilometri - Liang] da Be'ersheva, 21 [34 chilometri - Liang] da Haifa e.. . un piede [30 centimetri - Liang] da Gerusalemme.

Nel 1989, il Centro Jaffee per gli Studi Strategici, una fondazione di ricerca israeliana ritenuta una "colomba", ha scritto:
"L'ingresso nell'arena dei missili terra-terra talvolta suscita l'interrogativo se i concetti di profondita' strategica ed accordi di sicurezza abbiano ancora un significato in questa nuova era. La risposta e' un indubbio si'. Le stazioni di primo allarme e la disposizione di batterie di missili terra-aria possono dare il tempo di suonare l'allarme aereo ed avvertire la popolazione di ripararsi da un attacco missilistico. Potrebbero perfino permettere di intercettare i missili nemici ancora in volo".

Lo studio concludeva "Finche' questi missili sono armati con testate convenzionali, possono provocare vittime e danni, ma non possono decidere il risultato di una guerra" [10].

In un rapporto al Segretario della Difesa del 1967, i Capi di Stato Maggiore Congiunti degli Stati Uniti scrissero che, perlomeno, "Israele avrebbe bisogno di una linea di difesa lungo l'asse Bardala-Tuba-Nablus-Bira-Gerusalemme, da li' fino alla parte settentrionale del Mar morto. Questa linea amplierebbe la porzione stretta di Israele, e fornirebbe ulteriore terreno per la difesa di Tel Aviv".

Il rapporto inoltre fornisce argomenti per una Gerusalemme unita sotto controllo israeliano. Per difendere Gerusalemme, conclusero i Capi di Stato Maggiore Congiunti, Israele avrebbe bisogno di avere il suo confine "posto ad est della citta'" [11].

"Ad un Texano, la prima visita in Israele apre gli occhi. Nel punto piu' stretto, ci sono solo 8 miglia [13 chilometri - Liang] tra il Mediterraneo e la vecchia linea dell'Armistizio: e' meno della distanza tra i due estremi dell'aeroporto di Dallas-Fort Worth. Tutto l'Israele di prima del 1967 e' grande appena sei volte piu' del King Ranch vicino a Corpus Christi".

- Il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush [12] 11. MITO "Israele "occupa" la Cisgiordania".

11. FATTI In politica le parole contano, e, sventuratamente, il cattivo uso delle parole che si applicano al conflitto arabo-israeliano ha foggiato gli atteggiamenti a danno d'Israele. Come nel caso del termine "Cisgiordania", del termine "Occupazione" si sono impossessati coloro che intendono dipingere Israele nella luce piu' cruda. Da' anche agli apologeti un modo di spiegare il terrorismo come "resistenza all'occupazione", come se le donne ed i bambini uccisi dai bombaroli omicidi negli autobus, nelle pizzerie e nei centri commerciali fossero responsabili per la dura condizione degli Arabi. Data la connotazione negativa di "occupante", non c'e' da sorprendersi che i portavoce arabi usino quella parola od una sua variante il piu' possibile quando sono intervistati dalla stampa. La descrizione piu' accurata dei territori della Giudea e della Samaria e' territori "contesi".

Di fatto, la maggior parte degli altri territori contesi nel mondo non vengono detti "occupati" da chi li controlla. Questo e' vero, per esempio, della regione contesa in modo rovente del Kashmir [13].

Tipicamente, occupazione significa controllo straniero di un'area che era sotto la precedente sovranita' di un altro stato. Nel caso della Cisgiordania, non c'era sovrano legittimo perche' il territorio era stato occupato illegalmente dalla Giordania dal 1948 al 1967. Sebbene i Palestinesi non avessero mai chiesto la fine dell'occupazione giordana e la creazione di uno stato palestinese, solo due paesi - la Gran Bretagna ed il Pakistan - riconobbero l'azione giordana.

E' anche importante distinguere l'acquisizione di territorio in una guerra di conquista da quella in una guerra di autodifesa. Una nazione che ne attacca un'altra e poi trattiene il territorio che conquista e' un occupante. E questo e' il caso di Israele, che aveva precisamente detto a Re Hussein che se la Giordania se ne fosse stata alla larga dalla Guerra del 1967, Israele non avrebbe combattuto contro di lui.

Hussein ignoro' l'avvertimento ed attacco' Israele nel 1967. Parando l'assalto e respingendo le truppe d'invasione giordane, Israele fini' col controllare la Cisgiordania. Se Hussein avesse dato retta all'avvertimento, i Palestinesi della Cisgiordania con ogni probabilita' sarebbero tuttora dei felici cittadini giordani.

Respingendo le richieste arabe che Israele fosse obbligato a ritirarsi da tutti i territori conquistati nel 1967, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU riconobbe nella Risoluzione 242 che Israele poteva rivendicarne almeno una parte per avere nuovi confini difendibili.

A partire da Oslo, la possibilita' di etichettare Israele come potenza occupante e' stata ulteriormente indebolita dal fatto che Israele ha trasferito praticamente tutta l'autorita' civile all'Autorita' Palestinese. Israele ha mantenuto il potere di controllare la sua stessa sicurezza e quella dei suoi cittadini, ma il 98% della popolazione palestinese nella Cisgiordania ed a Gaza e' finita sotto l'Autorita' Palestinese. Quanto Israele sia stato costretto a mantenere una presenza militare nei territori e' dovuto alla riluttanza dei Palestinesi a smettere con la violenza contro Israele. Il modo migliore per i Palestinesi di chiudere la disputa sui territori e' adempiere ai loro obblighi secondo gli accordi di Oslo, fermare il terrorismo e negoziare un accordo finale.

-- [Note] [1] L'Egitto non e' diventato indipendente che nel 1922; il Libano nel 1946; la Giordania nel 1946; la Siria nel 1946. Molti Stati del Golfo sono diventati indipendenti dopo Israele: il Kuwait nel 1961; il Bahrain nel 1970; gli Emirati Arabi Uniti nel 1971; ed il Qatar nel 1971.

[2] Al-Jazira (17 Gennaio 1982).

[3] Washington Jewish Week (6 Luglio 1989).

[4] Netanel Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter, 1976), pp. 106-110.

[5] Anne Sinai and Allen Pollack, The Syrian Arab Republic, (NY:
American Academic Association for Peace in the Middle East, 1976), p.

117.

[6] Lorch, p. 111.

[7] Sinai and Pollack, pp. 130-31.

[8] Near East Report (29 Gennaio 1982).

[9] Jerusalem Post (7 Novembre 1991).

[10] Israel's Options for Peace, (Tel Aviv: The Jaffee Center for Strategic Studies, 1989), pp. 171-72.

[11] Memorandum per il Segretario alla Difesa, 29 Giugno 1967, citato in Michael Widlanski, Can Israel Survive a Palestinian State?, (Jerusalem:
Institute for Advanced Strategic and Political Studies, 1990), p. 148.

[12] Discorso all'American Jewish Committee (3 Maggio 2001).