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set 2, 2005 |
Attività in Italia,  |
redazione

Il nuovo rabbino - Unagenda per gli ebrei della citt

Nel congedare e ringraziare il dimissionario rabbino capo di Milano Giuseppe Laras per il quarto di secolo dedicato non solo alla comunit ebraica ma anche alla nostra citt nel suo insieme opportuno stilare unagenda delle sfide che dovr affrontare il suo sostituto.

Come qualsiasi sacerdote dovr prima di tutto occuparsi dei propri fedeli, e nella nostra citt la sfida sar assai impegnativa viste le diverse provenienze dei membri della comunit.
Sono infatti ormai migliaia gli ebrei milanesi provenienti da Paesi islamici, spesso fuggiti a causa di persecuzioni. Essi hanno arricchito culturalmente Milano nel corso degli anni e hanno creato le proprie sinagoghe (persiane, libanesi, libiche, eccetera).
Il nuovo rabbino capo avr il compito di coinvolgere maggiormente questi e altri gruppi - come quelli provenienti dallEuropa orientale - nelle istituzioni comunitarie milanesi. In merito invece ai rapporti tra il futuro rabbino di Milano e il mondo non ebraico, il pensiero corre al dialogo interreligioso.

Negli anni passati il rapporto tra il cardinale Carlo Maria Martini e il rabbino Laras stato molto fecondo, ma oggi serve andare ancora pi avanti e con diverse modalit. E le chiare condanne dellantisemitismo da parte delle gerarchie cattoliche sono certo positive, ma non bastano. E necessario fare azione preventiva a tutti i livelli.

Una di queste poteva essere quella di inserire nel nuovo Compendio del catechismo della Chiesta cattolica la condanna esplicita dellantisemitismo presente nella Nostra Aetate del 1965 dove si dichiara che ogni elemento di antigiudaismo contrario alla dottrina. Una richiesta che peraltro era stata fatta dallambasciatore israeliano presso la Santa Sede allo stesso - allora - cardinale Ratzinger gi due anni fa, e che sembrava potesse essere accettata. Purtroppo cos non stato, e sar compito del nuovo rabbino milanese anche quello di rilanciare - magari insieme al cardinale Tettamanzi, se lo vorr - tale proposta.

Se c una cosa che la Chiesa pu fare contro l'antisemitismo infatti, proprio quella di far studiare ai propri fedeli e ai propri sacerdoti i testi che richiamano all'amore verso quelli che Giovanni Paolo II ebbe modo di chiamare fratelli maggiori. Non dovranno poi mancare i rapporti con l'Islam gi ben avviati dal rabbino uscente, anche in questo campo sarebbero utili proposte pi coraggiose da entrambe le parti: una potrebbe essere quella di incoraggiare incontri periodici ebraico islamici - anche e soprattutto a livello giovanile - per far s che tra le due comunit si possa costruire un dialogo volto a disarmare pregiudizi reciproci, a prescindere dallemergenza terroristica.

Certo lIslam milanese assai variegato e qualche gruppo sicuramente non vorr essere coinvolto, ma intraprendere una collaborazione per esempio con la sezione milanese dei giovani musulmani italiani, guidata dallottimo Abdallah Kabakebji, potrebbe rappresentare un buon inizio e fare da traino anche per altri in futuro.

Una mano in tal senso potrebbero darla anche le istituzioni cittadine che dovrebbero cercare, oltre che di isolare gli estremisti, anche di riconoscere un ruolo a quei gruppi che si spendono per il dialogo.

DAVIDE ROMANO da Repubblica - 6 luglio 2005