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ago 19, 2002 |
Traduzioni del Talmud,  |
redazione

Shabbath 2a

Mishnah:

Sul trascinare fuori di Shabat vi sono due che diventano quattro per chi sta dentro e due che diventano quattro per chi sta fuori. Come sarebbe? Sia un povero fuori e il padrone di casa dentro:

  1. Sporga dentro il povero la sua mano dia qualcosa nella mano del padrone
  2. O prenda qualcosa da essa e esca , il povero e' responsabile e il padrone e' assolto da responsabilita'.
  3. Se il padrone di casa sporge la sua mano fuori e da' una cosa in quella del povero.
  4. O se toglie una cosa da essa e introduce in casa, il padrone e' colpevole e il povero e' assolto.
  5. Se il povero sporge dentro la mano e il padrone ne toglie qualcosa
  6. O se vi depone qualcosa sono entrambi assolti
  7. Se il padrone sporge fuori la mano e il povero toglie da essa qualcosa
  8. O se da' qualcosa in essa che l'altro introduce (in casa),ambedue sono assolti

Ghemarah:

I falsi voti sono due che sono quattro (Lev. 5;4-7), le forme di consapevolezza dell'impurita' sono due che sono quattro, le forme in cui la lebbra appare sono due che sono quattro, i trasporti dello Shabbat sono due che sono quattro.

L. si sedette e apri' il pesante volume. Era costato caro leggere i piccoli caratteri del commentario. Poi disse: i commentatori si sono dilungati sul perche' la Mishnah Shabbat comincia con questa strana filastrocca che stabilisce quali sono i trasporti' permessi di sabato. C'e' un io (il padrone) e c'e' un lui (il povero). C'e' un privato (la casa) e un pubblico (il fuori). Uno scambio io-lui non e' permesso quando e' anche uno scambio fra il dentro e il fuori. Ma nemmeno uno scambio fra il lui e l'io e' permesso in questo caso. Uno scambio fra l'io e il lui non e' permesso se l'io deve passare fra il dentro e il fuori, come ad esempio, ugualmente non e' permesso uno scambio fra il lui e l'io in questo caso. Se ambedue sono fuori e' permesso lo scambio io-lui, e lo scambio lui-io. Se ambedue sono dentro e' permesso lo scambio io-lui e altresi' lo scambio lui-io.

D. era un matematico. Comincio a seguire. Mi sembra il principio dialogico di Martin Buber. La cosa comincia a divertirmi.

A. io cambierei i termini. Il povero e' l'uomo e il padrone e' D-o, come diciamo nelle preghiere. La casa del padrone e' lo Shabat. I giorni profani sono la distesa in mezzo alle acque. Uomo e D-o possono comunicare (scambiare) se stanno ambedue nel profano, o ambedue nello Shabat.

C. un due (uomo-D-o) che diventa quattro, perche' la mano che da' e la mano che prende formano insieme il tetragramma, dice la tradizione: ma non possono scambiare fra il sacro e il profano. Fra Shabat e Hol. Ecco perche' vengono inceneriti i figli di Aronne che portano fuoco estraneo nel santuario.

L. attenzione! Lo scambio delle cose nel santuario e' permesso e del resto non ci sarebbero i sacrifici di Shabat senza questo permesso. (Qal Vahomer) internamente a casa nostra e' permesso lo scambio fra le persone. non e' permesso che il fuori comunichi con il dentro. Ma c'e' altro. Il brano della Mishnah ricerca chi e' Hayav, responsabile. Il brano della Ghemarah paragona questa ricerca alla presa di coscienza di colui che si accorge di essere impuro. Coscienza e responsabilita'. Ecco cosa sollecitano le leggi dello Shabat: vi santificherete e sarete santi.

C. perche' allora quel confronto con la lebbra? Perche' le macchie che il sacerdote deve individuare vanno da un nulla , della persona sana, al tutto bianco, che viene dalla Torah paradossalmente considerato anch'esso puro. I divieti (impurita' del lebbroso) concernono gli stadi intermedi della malattia. Insomma, come dice un Midrash il messia verra' in una generazione in cui saremo o tutti giusti (il sano) o tutti peccatori (l'ammalato tutto-bianco).

L. ma proseguendo, la Ghemarah paragona queste leggi, esemplificate dalla casa e dagli uomini che sporgono le braccia attraverso le finestre alle leggi del campo recintato che da' su un suolo pubblico, e gli alberi facciano sporgere i rami su di un suolo pubblico.

C. come un albero e' l'uomo dice la Torah.

E. era sempre pratica: cosa dicono i commentari?

L. rispose leggendo e dondolandosi: Rabbi Ovadia' da Bertinoro commenta la Mishnah che abbiamo letto dicendo due che sono quattro: in due casi dalla Torah e si incontra al padrone di casa con una persona e in ambedue quello e' responsabile della suo peccato, e per la sua empieta' e' reciso, e per la sua condotta viene lapidato come per ogni lavoro servile compiuto di Shabat.

Dice Rashi': nel trattato Shevuot, i voti per il male sono due e per il bene sono due i responsabili di portare il sacrificio di olocausto( rashi' a shabat 2a)

Leggiamo invece cosa dice il Levitico (Lev. v,1-6) sull'impurita' e i falsi voti:

Se una persona pecchera' in quanto, avendo sentito una voce di scongiuro ed essendo testimone oculare o auricolare non abbia riferito e cosi' incorra in colpa, oppure, qualora una persona abbia toccato qualsiasi cosa impura o la carogna di un animale selvatico impuro o la carogna di un animale domestico puro o la carogna di un brulicante impuro e la cosa gli sia sfuggita, e poi sappia di essere incorso in colpa; oppure abbia toccato una sorgente di impurita' derivante dall'uomo, di tutte le specie di impurita' per cui si puo' diventare impuri, e la cosa gli sia sfuggita, e poi sappia di essere incorso in colpa, o qualora la persona abbia giurato, pronunziando con le sue labbra, di far del male o del bene, qualsiasi cosa si possa pronunciare con giuramento e gli sia sfuggito, e poi venga a sapere di essere in colpa per uno di questi casi, dovra' confessare la cosa per cui ha peccato e si portera' il suo sacrificio (Asciam) ad Hashem per il suo peccato che avra' commesso, una femmina di bestiame ovino, cioe' un'agnella o una capretta come sacrificio di espiazione e il sacerdote espiera' per lui del suo peccato.

Cosa significa per il bene o per il male? Un ebreo si astiene dal giurare, ma certo non puo' giurare per il male. Rashi' commenta il verso della Torah:

Per il male: per se stesso; per il bene per se stesso come? Io giuro che mangero'? oppure io giuro che non mangero' (Rashi' a Lev. 5,4)

Ibn Ezra invece commenta: per il male: a colui che e' responsabile.

Come vedete, per l'ebreo le scelte non sono mai univoche, e nemmeno la via di Teshuva' e' unica per alcuni ci vuole un sacrificio di un'agnella (Lev .5,7) per altri bastano due colombi (Lev. 5,8), per altri basta un pugno di farina (ib, 5,9).

Shabat 2b: Gh: ora, perche' e' qui stabilito due che sono quattro per chi e' dentro'? Perche' qui e' semplicemente stabilito due che sono quattro?

Qui, poiche' si tratta dei fondamenti dello Shabat si insegna i lavori principali e quelli derivati, ma li' dato che il fondamento non e' (solo) lo Shabat, solo i lavori principali sono stati insegnati e non i derivati. Qual e' il lavoro principale: il portare fuori

L. dunque portare dentro e' il lavoro derivato. I lavori principali (Avot) sono quelli citati dalla Torah, i derivati (Toledot), quelli dedotti dalla tradizione orale. Qui significa nella Torah orale, li' significa nella Torah scritta. Come vedete anche qui c'e' un dentro e un fuori. L'universo degli atti (ascer asot) e' generato da atti primari. Ne' piu' ne' meno come tutti gli atti (toledot hashamaim ve haharez ascer asot [Gen 2,1]) sono nati dagli atti compiuti nei sette giorni della creazione (ma'ase' bereshit).