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ott 23, 2001 |
Feste e ricorrenze,  |
redazione

Pesach: Un capretto un capretto, quali significati dietro al canto dell'Haggadah

E stata la favola che ha incantato milioni di bambini appartenenti a innumerevoli culture sui cinque continenti. E stata la canzone piu' amata da schiere di appassionati del sessantottismo soft di Branduardi. Ma la leggenda di alla fiera dellest, del capretto che per due soldi mio padre compro' e di tutta la concatenazione simbolica che ne deriva scaturisce in realta' dallantichissima tradizione del Seder di Pesach (la cena per la pasqua ebraica). Domani (lunedi' 21 aprile) al tramonto gli ebrei di tutto il mondo si apprestano a celebrare quello che per loro e' stato il miracolo della liberazione dalla schiavitu' egiziana. Al termine della lettura del libro della Hagada', interrotta come vuole la tradizione dalla cena pasquale, dopo aver mangiato lultimo pezzo di azzima che rappresenta il pane dellafflizione assaporato nel deserto, intoneranno le dieci strofe dellHad Gadya (un capretto). Ma cosa centra questa storia del capretto comprato per due soldi con il Pesach?

Il canto, come tutto il testo dellHaggada', cela una quantita' di significati profondi, che i rabbini nei secoli non hanno mai cessato di esplorare. Ripercorrerli ci aiutera' a comprendere anche le vere origini di una favola straordinaria che tutti noi, senza sospettarne la provenienza, abbiamo ascoltato da bambini.

1.Un capretto, un capretto che mio padre compro' per due zuzim (due soldi). Un capretto, un capretto.

Secondo la tradizione ebraica il padre cui si fa riferimento nel canto e' il D-o di Abramo, che regnava in solitudine prima della creazione di ogni cosa. Il capretto e' invece lo stesso Abramo, che fu comprato per due soldi. Acquistare qualcosa implica la necessita' di attribuire al denaro lo stesso valore di quello che vogliamo acquisire. I due zuzim, le due monete doro, rappresentano lintera creazione (il cielo e la terra), che vale esattamente quanto Abramo, il primo uomo a riconoscere lopera del creatore.

La prima strofa rappresenta quindi un D-o solo con se' stesso, come era prima della creazione.

2.E venne il gatto, che mangio' il capretto, che mio padre compro'...

Il gatto (in aramaico Shunra) rappresenta il secondo regno, quello di Babilonia. La capitale del re Nimrod, si trovava nella valle di Shinar, e la scomposizione di questa parola (Soneh Ra, una altezza malefica) richiama la celebre torre di babele, vamente slanciata verso le altezze celesti. Nimrod, che odiava il creatore e il suo messaggero Abramo, venne e mangio' il capretto. La tradizione ebraica infatti racconta che il profeta fu gettato nelle fiamme di una fornace ardente, da cui usci' pero' miracolosamente come una nuova creatura.

3.E venne il cane, che morse il gatto, che...

Il cane simboleggia il terzo regno, quello del faraone, che morse il gatto di babilonia. un cane - insegna la tradizione ebraica - ritorna sui propri escrementi, cosi' come un pazzo alla sua follia. Esattamente come il re dEgitto che a dispetto delle piaghe illustrate nel libro dellEsodo continuava a rifiutare la liberta' al popolo ebraico. Legitto supero' babilonia nella potenza senza mai affrontare uno scontro militare diretto. Per questo motivo morse, ma non mangio' lavversario.

4.E venne il bastone, che picchio' il cane, che...

Il bastone e' la verga che D-o consegno' a Mose' per colpire gli egizi. Lo strumento prodigioso che si tramutava in serpente, toccava le acque del nilo per tramutarle in sangue e spezzo', infine, la dura schiavitu'. Simboleggia il quarto regno, quello di Israele sulla propria terra, dove gli ebrei, sotto il segno dello scettro (di nuovo il bastone) del regno di giuda costruirono il santuario di Gerusalemme. Fino a quando non venne il fuoco...

5.E venne il fuoco, che brucio' il bastone, che...

Quando il popolo ebraico si allontano' dallinsegnamento della Thora', il libro sacro, un leone di fuoco scese dal cielo, prendendo le forme del regno babilonese di Nabuccodonosor e bruciando il bastone (il potere temporale) di Israele. Il tempio fu divorato delle fiamme, gli ebrei deportati in schiavitu'. E contro il fuoco non ce' altro rimedio che lacqua...

6.E venne lacqua, che spense il fuoco, che...

Il sesto regno e' quello di persia e di media, le cui fortune si sollevarono come le onde del mare sommergendo la potenza di Babilonia. le loro voci ruggiscono come le onde marine, scrive il profeta geremia riferendosi alla media.

7.E venne il bue, che bevve lacqua, che...

Il toro e' il segno celeste che secondo la tradizione ebraica contraddistinge le fortune della Grecia. Una presenza associata dai saggi del Talmud alloscurita' spirituale. I greci cercarono di oscurare la vista degli ebrei, riproponendo loro limmagine del bue e ricordando di aver perduto la connessione con il creatore a causa dellespisodio legato a un quadrupede della stessa specie, il vitello doro. Il toro della Grecia macedone si bevve in un sorso lacqua della media.

8.E venne il macellaio, che uccise il bue, che...

Il destino del bue di Macedonia fini' nelle mani del macellaio di Roma. Nessunaltra cultura piu' di Roma, secondo la tradizione ebraica, e' tinta con maggior decisione nel rosso del sangue. Affermatosi sotto il segno guerresco del pianeta marte, il regno di romolo e' il discendente spirituale di Esau', primo figlio di Isacco, che nacque, secondo la Genesi, coperto su tutto il corpo del rosso di una peluria. Roma rappresenta il dominio della cultura materialistica, lo stesso al quale, attraverso il potere dei suoi eredi spirituali, sottostiamo, secondo la tradizione rabbinica, ancora oggi.

9.E venne langelo della morte, e uccise il macellaio, che...

Gli ebrei credono che larrivo del messia sara' preceduto da un periodo di grande confusione, durante il quale lordine naturale e' destinato ad essere sovvertito. La vecchiaia sembrera' gioventu', la bruttura sara' decantata come bellezza e la vera bellezza sara' presentata in maniera repulsiva. La barbarie sara' spacciata per cultura. E la cultura apparira' vuota di significati. La brama di consumare e di possedere crescera' a dismisura, ma trovera' sempre meno occasioni di placare la propria voracita'.

Il materialismo rappresentato da Roma e da Esau' sara' percorso da una rapacita' che lo condurra' allautodistruzione, fino a divenire langelo della morte nei suoi stessi confronti. Ma da questa caduta risorgera' la dinastia messianica del re Davide. Secondo i profeti vi saranno tre guerre e quindi lavvento del penultimo regno, quello del messia.

10.E venne lunico, benedetto egli sia, e uccise langelo della morte, che uccise...

Siamo al capitolo finale della nostra vicenda. Alla decima strofa il cerchio si chiude con il necessario ritorno al punto di partenza. Leterno rimuovera' definitivamente tutto il veleno spirituale cosparso sulla terra. Anche listinto di fare il male (langelo della morte) sara' sradicato. Allora D-o, promette il Talmud, asciughera' le lacrime da ogni viso e riprendera' possesso del suo regno. Solo quando il circolo sara' completo la gioia potra' regnare in un riconciliato rapporto fra luomo e il suo creatore.

Amos Vitale