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ago 21, 2002 |
Rabbanim Luzzatto,  |
redazione

I principi fondamentali della Realta' I,2

Ci sono alcuni punti essenziali nella lezione di questa settimana. Il primo e' che solo D-o puo' comprendere la Sua *vera essenza". Noi proprio non possiamo.

Cominciamo spiegando che ci sono due prospettive con cui avvicinarsi a D-o. Una e' D-o in Se', "nel Suo Essere essenziale", che trascende completamente qualsiasi cosa e persona. E D-o "che si volge all'esterno", per cosi' dire, immanente ed avvicinabile.

Provo a chiarire subito una cosa. Non si deve sbagliare: c'e' *un* solo D-o, che E' chi E' ovunque Egli Sia, senza mutamento. Io mi sto riferendo al modo in cui *noi esperiamo l'Essere di Lui", e la prospettiva da cui lo percepiamo.

In ogni caso, quando D-o e' solo nel Suo Essere Essenziale, egli e' assolutamente, assolutamente insondabile ed estraneo alla nostra esperienza. E' tanto impossibile afferrare Lui quando Egli e' "qui" ed "ora" (in uno stato che si potrebbe chiamare, nel migliore dei casi, "esser-qui" ed "esser-ora", dacche' e' assolutamente lontano ed alieno dallo spazio ed al tempo) quanto comprendere pienamente e veramente quel che e' nella mente di qualcuno in un momento determinato.

Se io dovessi cogliere i vostri pensieri piu' profondi, io potrei *ritenere* che voi stiate pensando questo o quello o perche' questo e' quello che tendete a pensare, cioe': questo e' quello che *io* penserei, o quello che la maggior parte delle persone nella vostra situazione penserebbe. Ma io non lo potro' mai sapere davvero. E se io dicessi che voi stavate pensando a questo od a quello, io potrei avere in parte ragione - ma *solo* in parte.

Perche', se voi potreste davvero esservi messi a pensare al cibo, per esempio, come io sostento, voi potreste tranquillamente pensare al denaro, al vostro ombrello, alle margheritine, la colore giallo, ecc. ecc. E, sebbene voi possiate davvero pensare al cibo, voi potreste comunque farlo in un modo completamente diverso da quello che io potrei mai immaginare.

In ogni caso, proprio come io non posso mai conoscervi completamente *dall'interno*, sebbene io possa conoscervi in qualche modo *dall'esterno*, allo stesso modo non posso mai conoscere D-o da dentro, e solo in qualche modo da fuori, sebbene in modo infinitamente minore.

Ramchal continua dicendo che pero' noi conosciamo *qualcosa* di Lui com'e', cioe' che Egli e' *assolutamente completo* e nulla Gli manca. Ovvero, che Egli e' del tutto autocontenuto ed autosufficiente, del tutto indipendente (e percio' completamente e veramente libero, immortale ed onnipotente in modi che non possiamo sondare, ma questo e' un argomento a parte).

Come lo sappiamo? Sia dalla tradizione antica che dall'esperienza personale e della propria anima, sostiene Ramchal. E per spiegarlo cita un verso che dice "Abbiate molta cura ... di non scordare mai quel che vedeste con i vostri occhi ... e fate si' che i vostri figli, nipoti (, ecc.) sappiano del giorno in cui voi steste davanti a #### vostro D-o sull'Oreb" (Deuteronomio 4:9-10).

In altre parole, come dicono i Saggi, ognuno di noi era sul Monte Sinai a livello animico quando D-o vi apparve nella Sua assoluta completezza; e percio' toccca a noi perpetuare quella "memoria razziale" nel qui ed ora tramandandola attraverso la tradizione.

E' abbastanza interessante, comunque, che Ramchal oda le obiezioni degli scettici e risponda che, di fatto, l'assoluta completezza di D%o puo' essere inoltre verificata logicamente, dimostrata in natura, ed essere anche derivata dalla fisica e dall'astronomia (cosa che molti hanno fatto, compreso Maimonide nella sua "Guida dei Perplessi" e Bachya Ibn Paquda nei sui "Doveri del Cuore". Ed il suggerimento e' che il curioso potrebbe benissimo studiare le loro opere, o giungere alle medesime conclusioni.

Ma egli proclama che noi non dipenderemo da queste dimostrazioni in "La Via di D-o", ma semmai sui principi delineati dalla tradizione che attesta la completezza di D-o, che egli percio' presentera' nel corso di quest'opera.

Due cose bisogna dire di questo. Prima di tutto, l'opinione di Ramchal sembra che l'intuizione logica e sperimentale finisce inevitabilmente in un vicolo cieco quando cerca di sondare l'insondabile. Ma almeno da *qualche* soddisfazione all'anima sperimentale che non vuole arrendersi.

Inoltre, che mentre noi potremmo non essere capaci di rievocare personalmente la "memoria razziale" dell'esperiere D-o da vicino sul Monte Sinai, studiare le tradizioni al riguardo e sentirle nel profondo del cuore, questa via e' la seconda classificata.