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ago 21, 2002 |
Rabbanim Luzzatto,  |
redazione

I principi fondamentali della realta' II,3

"Lo scopo della Creazione"

Paragrafo 3

L'ultima volta Ramchal si e' concentrato sull'idea che D-o ha voluto che noi divenissimo suoi intimi perfezionandoci. Questa volta Ramchal sostiene che non e' che noi ci *guadagnamo* l'intimita' con D-o perfezionandoci - di fatto, noi *diventiamo* suoi intimi attraverso il processo di autoperfezionamento, come spiegheremo.

Ma cominciamo con questo.

Alcuni di noi magari vagheggiano su come debba essere sublime avvicinarsi a D-o onnipotente, mentre i piu' ferinamente materialisti e legati a questo mondo non hanno neppure il desiderio di cio'. Ma gli "tzaddiqim" (i giusti e santi) *lo sognano* nel piu' profondo e vivido angolo del loro cuore, si mettono in moto, ed alla fine si avvicinano a Lui (vedi la nostra discussione di questa esperienza di "devequt - adesione" in 1:2:1).

(Infatti, ho da tempo presunto che il vero essere di una persona puo' essere determinato nel modo migliore dal contrasto tra cio' che sogna e cio' che ignora. Percio' io sostengo che ci farebbe bene determinare come siamo per quanto riguarda il "sogno di divenire intimi di D-o" per conoscere la nostra posizione spirituale).

Per questo, gli "tzaddiqim" talvolta divengono benignamente impazienti nella loro ricerca, e cercano una scorciatoia, se la vogliamo chiamare cosi'. Questo problema viene affrontato da Ramchal.

Questa e' la scorciatoia: come abbiamo spiegato, l'Essere divino e' assolutamente perfetto. E tutti gli altri esempi di perfezione sono pertanto "derivazioni" dell'attuale perfezione di D-o, allo stesso modo in cui i rami di un albero sono piu' piccoli, ma simili all'albero stesso.

Ora, allo stesso modo in cui uno si aggrappa in un certo senso all'albero stesso quando si aggrappa al suo ramo, uno si "aggrappa" in un certo senso alla divina perfezione ed al *Suo vero essere* afferrando e ricercando l'autoperfezione (che e' un ramo della divina perfezione). Allo stesso modo in cui un pericolante che afferra un salvagente e' in un certo senso gia' a bordo della lancia che lo soccorre.

Percio', impegnarsi nel processo di autoperfezionamento, e nel processo di avvicinarsi a D-o sono la stessa medesima cosa, ad ogni intento e scopo. Percio' la piu' grande scorciatoia all'intimita' con D-o e' iniziare ad avvicinarsi a D-o.

E proprio come piu' uno si stringe ad uno dei rami dell'"albero" (od al "salvagente"), piu' si avvicina allo scopo; piu' uno si perfeziona, piu' si avvicina a D-o Onnipotente.

Ramchal conclude con un'osservazione finale. Avvicinarsi a D-o e' vissuto come un'esperienza di illuminazione, mentre distanziarsene e' veduto come un'esperienza di "nascondimento". E piu' uno si perfeziona, di piu' luce gode. Questi due paradigmi vengono spesso definiti come "vedere" D-o "faccia a faccia" o "di schiena". Torneremo su questi termini nei nostri studi.