Ramch'al Rabbi Moshe' Chayim Luzzatto
(1707-1747)
Cabalista, filosofo, logico e poeta, Ramchal occupa nell'ebraismo mondiale un posto a parte: la sua brevissima vita e le sue molteplici opere lo pongono in una posizione di passaggio: egli l'erede della letteratura talmudica e zoharica, ed testimone di un'Europa in cui la filosofia annuncia l'et dei lumi.
Rabbino di Padova, ricordato per essere al centro di un gruppo mistico. Secondo la tradizione, si racconta che un magghid (angelo) gli parlasse e che nell'estasi riuscisse a trascrivere interi testi zoharici. Ebbe problemi con le autorita' rabbiniche italiane, che lo considerarono seguace del falso messia Shabatai Zvi. Dopo una scomunica che gli impose di abbandonare l'Italia, viaggio' in Europa e si stabili' infine in Erez Israel, dove mori' ad Acco. Il Gaon di Vilna disse che se Ramchal fosse stato vivo, egli sarebbe andato a piedi da lui per imparare l'etica.
I trattati pi importanti sono il la Mesillat Yeshaim, libro di etica, in ci descrive la scala di ascesa del giusto. Il Derech Tevunot in cui propone analisi strutturalistiche del testo talmudico, il Sefer Igaion, trattato di logica, scrisse inoltre trattati cabalistici, come Pithei Hokhmah e Addir ha-marom, poesie, raccolte di discorsi Sefer Maamarim ecc.
Rispetto alle concezioni panteistiche, proprie di molte interpretazioni dello Zohar, ma anche rispetto al panteismo spinoziano o al teismo di Leibniz, Ramchal difende l'idea della assoluta trascendenza divina, di cui le Sefirot non sono che manifestazioni.