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ago 24, 2002 |
Aspetti di vita ebraica,  |
redazione

La zedacha nei Salmi

Al signore appartiene la terra e tutto quanto e' in essa, l'universo e i suoi abitanti... Chi salira' sul monte del signore?... L'uomo dalle mani pulite... Costui ricevera' benedizione (berakha') dall'eterno e giustizia (zedaka') dal D-o della sua salvezza
.(Salmo 24)

Numerose sono le Mitzvoth della Torah che si propongono di creare una maggior giustizia all'interno della societa'. Fra queste vi e' quella della zedaka' che viene spesso interpretata erroneamente come un atto puramente volontario, dovuto alla benevolenza del donatore. In realta' le cose sono bene diverse. Nel Salmo 24 i concetti di berakha' (benedizione) e zedaka' (giustizia equilibratrice, equita') vengono messi in stretto rapporto tra di loro: la berakha' e' rivolta generalmente dall'uomo verso D-o e la zedaka' dall'uomo verso un altro uomo.

L'uomo, tuttavia per ricevere a sua volta berakha' e zedaka' deve fare Berakhot e atti di zedaka'. La berakha' e' l'atto con cui l'uomo riconosce che non ha diritto di mangiare alcun alimento se prima non ha detto la relativa benedizione: chi gode di questo mondo senza dire la benedizione, e' come se commettesse un furto.

Cosi' si puo' dire che chi gode dei propri averi senza prima aver fatto opera di zedaka' e' come se commettesse un furto. Riconoscere i limiti del potere dell'uomo, dare ad altri piu' bisognosi qualcosa da lui prodotto e di cui egli si considera il legittimo proprietario, e' uno degli scopi educativi fondamentali di tutte le Mizvot. Per questo e' scritto grande e' la zedaka' perche' porta la redenzione nel mondo