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ago 24, 2002 |
Storia millenaria,  |
redazione

La cultura ebraica a Roma

Sin dall'antichita' gli ebrei, come gli altri popoli orientali, eccellono negli studi e fanno, in seguito, da intermediari tra la cultura araba e quella cristiana. La loro cultura e' inizialmente legata alla Bibbia e al Talmud, espressione dell'intero mondo dottrinale e leggendario del popolo d'Israele. Tra i piu' grandi rappresentanti del pensiero ebraico nella comunita' di Roma c'e' il rabbino Nathan di Yehiel che, intorno al 1100, scrive l'Aruch, una delle piu' autorevoli enciclopedie della cultura ebraica, indispensabile per l'esauriente interpretazione del Talmud .

Tra il 1100 e il 1250 convergono a Roma per la tolleranza religiosa ivi esistente molti illustri ebrei da altri paesi: Ibn Ezra, interprete biblico e grande poeta, Jehuda Hallevy, poeta, e Maimonide, filosofo. Dalla meta' del 300 alla meta' del 400 si ha una notevole fioritura spirituale fra gli ebrei di Roma, che coltivano intensamente le scienze ebraiche tradizionali: la filosofia e la medicina, nelle fonti arabe e classiche, e la risorta poesia nell'idioma biblico.

La figura piu' importante e attraente della storia letteraria della comunita' e' quella di Immanuel della famiglia degli Zifroni, o Immanuel romano, nato a Roma verso il 1270. Studioso di filosofia, matematica, astronomia, medicina e, soprattutto, del Talmud e della Bibbia, si ritiene abbia frequentato Dante Alighieri. A riprova di tale tesi, si cita l'opera sua piu' importante, Mechabberoth, una guida satirica attraverso l'inferno e il paradiso.

Egli e' ottimo rimatore anche in lingua italiana, anello di congiunzione tra la poesia ebraica e il risveglio letterario italiano. Il cugino di Immanuel, Jehuda (giuda) romano, eccelle negli studi filosofici e classici. Il terzo rappresentante di quest'epoca cosi' fervida e' Calonimos, originario dell'Italia meridionale, anch'egli filosofo e poeta. Aspetto rilevante dell'attivita' di questi pensatori e' la loro introduzione e ricerca nel mondo laico e cristiano, a dimostrazione dell'alto livello di cultura raggiunto nel 300 dagli ebrei romani. Nel rinascimento fiorisce, oltre agli studi talmudici, lo studio della medicina.

I papi si affidano a medici ebrei: Elia di Sabato, Mose' da Lisbona, Mose' da Tivoli, maestro Elia, Rabbi Samuele, Rabbi Samuel Zarfati. Tutta la comunita' romana beneficia, per mezzo loro, di mitigazioni nelle restrizioni antiebraiche. Durante l'inquisizione la vita culturale della comunita' romana subisce una battuta d'arresto; i suoi migliori esponenti sono costretti ad abbandonare la citta'. Si distinguono, allora, gli artigiani (orafi ed argentieri).

Nel 700 e nella prima meta' dell'800 emergono nella vita della comunita' di Roma le figure di tranquillo vita Corcos, Giacobbe Zahalon e Sabbatino Ambron, pensatori e scienziati. Negli ultimi decenni del ghetto, uno dei capi della comunita', Samuele Alatri, lascia un'impronta potente e durevole. Nato a Roma nel 1805 e morto nel 1889 fra il compianto di tutta la citta', egli e', per lunghissimi anni, l'intermediario fra gli ebrei e il governo pontificio.

Uomo di limpida dirittura e di vaste capacita' amministrative, e' tra l'altro consigliere della banca pontificia e assessore alle finanze del risorto comune di Roma. La comunita' lo ricorda come un padre. Nel 1883 il nuovo statuto prevede la preminenza dell'universita' e la fusione in essa di tutti gli altri istituti autonomi, o scuole, nelle quali precedentemente la comunita' di Roma e' ripartita (scuola del tempio, scuola nuova, scuola siciliana, castigliana, catalana). Oggi gli ebrei romani, inseritisi liberamente nella vita della nazione, apportano il loro contributo in tutti i campi del sapere.

Liberamente tratto da: Roma ebraica